68. Tre anni e un mese fa

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[23 ottobre 2004: questa composizione è dell'11 ottobre scorso. Esattamente un mese e tre anni fa crollavano le Torri Gemelle. Da allora, il terrorismo è diventato  la quotidianità. Questa poesia parla di questo, del fatto che non passa giorno senza che si senta parlare di terrorismo, di guerra e di morti. Tutt'ora si “combatte” in Iraq. Dell'Afghanistan non si parla già più. Tra un po' ci saranno le elezioni nella grande nazione. In questi giorni le campagne elettorali di Bush, il caro buon Gorge W. Bush, e Kerry. Mi domando come sia possibile eleggere un presidente che dice “Oggi l'America non è sicura. Rischia di essere colpita dai terroristi…”: il suo programma è tutto qui. E da questa frase si capisce molto del genio che per ora governa la nazione più pericolosa del mondo. Intanto parla di America: ciccio, sei presidente degli USA, non dell'intero continente. Secondo: dopo l'11 settembre ci sono stati attentati nelle Filippine, in Egitto, in Israele, in Iraq, in Spagna, ma non in America. E terzo: tutti rischiano di essere colpiti dai terroristi! Siamo tutti coinvolti e siamo tutti terroristi. Pure noi italiani che siamo stato alleati dei grandi signori della democrazia. Fatto sta che grazie alle manovre della nazione d'oltreoceano, e delle guerre combattute contro sto beneamato terrorismo, non passa giorno che non si parli di morti e di attentati, di rapimenti e di guerra. Io sono stanco. Tutti sono stanchi. Mi chiedo solo: se Milosevic è stato condannato per crimini contro l'umanità, Bush, che ha causato la devastazione di 2 stati, per cosa dovrebbe essere condannato? Mah! Comunque, la poesia nasce dal clima attuale, dalla violenze della guerra e dai quotidiani bollettini di morte diffusi dai Tg. Mi auguro che giunga presto la pace. Io non sono coinvolto direttamente in alcun movimento, ma mi auguro che chi ha potere arrivi a comprendere che è ora di finirla. E' ora di finire di mentirsi l'un l'altro. In Iraq, abbiamo portato solo morte. E questo annulla qualsiasi possibile differenza tra noi e i cosiddetti terroristi. Chi uccide, è semplicemente un assassino e come tale va giudicato e trattato. Quello che serviva, non era la violenza, né il calcolo economico, ma solo la volontà di costruire le basi di un mondo migliore. La diplomazia e il compromesso tra due realtà lontane: l'occidente e il medio oriente. La violenza e la guerra, non sono soluzioni. Infine, la democrazia è una conquista, un percorso per ogni popolo. Usarla come scusa per mascherare secondi fini ci rende solo più ridicoli. E più falsi. Buona lettura!]

 

 

-= Tre anni e un mese fa =-

 

Terrorismo è una parola:

coloro

che chiamate terroristi

sono uomini.

Come me.

Come voi.

 

Terrorismo è una parola,

un'idea

da commerciare.

L'odio si nutre di odio.

L'odio,

come una grande sequoia,

ha sempre

radici molto profonde.

L'odio si alimenta di stragi,

vive in simbiosi

con l'ipocrita falsità moderna.

 

A voi fa comodo,

dite la verità,

che ogni giorno

qualcuno muoia.

 

La colpa è dei terroristi,

ora.

 

Fino a ieri

Era l'indifferenza:

vendevate loro le armi

e lasciavate i loro figli

in balia di radiazioni e malattie

di guerre non loro.

Li bombardavate

A nostra insaputa.

Ogni giorno.

Da molti anni.

 

La povertà e la dittatura

In uno stato

Che nemmeno aveva un nome

Vivevano

Anche per colpa vostra.

 

E ora

A pagare

Sono solo gli innocenti.

Quelli sepolti sotto le macerie.

Quelli bombardati di notte.

Quelli dilaniati e poi ricuciti

Dai vostri operatori di pace.

Dai vostri portatori di democrazia.

Dai vostri grandi eroi.

 

Ora è così.

 

Ma, vi dico,

Ognuno , nessuno escluso,

paga per le proprie azioni.

Il vostro conto

Quanto sarà salato?

 

I veri terroristi

Sono in prima linea

Alla televisione

E alla pubblicità.

I signori dell'odio

Tramano nell'ombra

Tessendo inganni

E mascherando la verità.

Ma in pubblico sorridono

In abiti eleganti.

Bush e Saddam

Sono dittatori entrambi.

 

Ogni giorno

Un bollettino di morte,

notizie di stragi e di guerra,

immagini di violenza,

di rapimenti e guerriglieri.

E mentre guardiamo

Finanziamo la distruzione

E la grande ricostruzione.

 

Le guerre costano.

 

Io

Non credo più a nessuno.

Non lo so chi sia nel giusto.

Chiedo solo la pace

E la fine di tutto questo.

 

Dall'11 settembre

MAI,

Mai ho sentito un presidente dire:

“Voglio parlare,

trovare un accordo.

Voglio capire

l'origine di questo male.”

Mai una volta queste parole.

Solo violenza e odio.

Solo scarsa lungimiranza.

Solo l'incapacità di capire le cause

Di questa moderna malattia.

La difesa della libertà,

la lotta contro il male,

la democrazia:

le scuse

per ogni sopruso.

Allora diventa lecito uccidere,

distruggere e conquistare,

per poi speculare e ricostruire.

Per dominare e controllare,

per ripetere la storia

e regredire di millenni

fino alla legge del Taglione.

 

Vi svelo un segreto:

chiunque può ferirmi o farmi del male.

Un incidente,

un gesto maldestro

o intenzionale.

Non posso correre rischi,

io sono più importante:

per difendermi

ucciderò tutti quanti.

Questa l'essenza

Della guerra preventiva.

Oppure ricordate

Come iniziò l'espansione nazista?

La conquista di altri stati

Con il tacito consenso

delle potenze europee.

E poi il disastro e milioni di morti.

 

Il terrorismo

È uno specchietto per le allodole.

 

Evidenzia soltanto

Che non esiste la democrazia:

se il popolo sovrano

non vuole la guerra

perché, ditemi,

ancora si combatte?

Il metodo di Gandhi

Non era più efficace?

 

Di questi mesi

Non si contano le vittime.

Solo le vittime americane ed europee

sono vittime ingiuste:

eroi morti per la causa.

 

Mi fate schifo

V oi che parlate di odio e di morti.

Voi

Che non sapete parlare,

ma solo calcolare

le spese e i guadagni.

 

Tutto si paga,

ve lo ripeto.

Pagheranno i terroristi.

Pagheranno gli assassini.

Pagheranno gli attentatori.

Questo è ovvio.

Mi chiedo però

Quanto pagherete voi,

cari padroni dell'occidente

e dell'economia mondiale.

Voi signori delle armi

E dell'odio metallico.

Quanto pagherete

Quando sarà il vostro momento.

Se vi conosco bene

Girerete il conto

Ai popoli che guidate.

 

A volte desidero

Fare un patto col male:

vendere l'anima

e ottenere la forza

per annientarvi tutti quanti.

Ma farei il vostro gioco:

seminerei odio

e discordia

e confusione

e menzogna.

Questo,

questo io aborro.

Non è ciò che voglio!

Quello che state costruendo,

è un mondo

che nessuno vuole!

Volete convincermi

Che non ci sono altre opzioni.

Vi sbagliate.

Ma siete voi a comandare,

a sfruttare e veicolare

i flussi dell'odio e del terrore.

 

Ora,

quello che posso fare,

è pregare.

Pregherò per voi,

non per le vostre vittime:

loro, in paradiso ci vanno.

Pregherò

Perché giunga la vita

Ad illuminarvi le menti ed il cuore.

 

Pregherò per la pace.

 

Seminerò la pace

Nel mio quotidiano.

Comincerò dalla mia casa.

Altro non posso fare.

 

Tutto è ormai strumentalizzato:

la morte e i rapimenti,

le armi ed il petrolio,

la tv e le proteste.

Tutto in prima pagina

Mentre i governi approvano leggi

E le aziende stipulano accordi

Per ricostruire

Ciò che hanno devastato.

 

Mentre si parla di guerra,

nasce l'Europa.

 

Mentre si parla di terrorismo,

si cambia la storia.

 

Per quale futuro

Ammazziamo oggi?

Per quale causa?

Ditemelo, fratelli terroristi.

Ditemelo, fratelli militari.

Ditemelo, fratelli musulmani.

Ditemelo, fratelli americani.

La guerra santa e la guerra economica?

Ditemi, per cosa combattete?

Le guerre

Le combattono gli uomini.

Le guerre

Lasciano profonde cicatrici.

Muoiono in molti

Ma decidono in pochi.

Poche giacche e cravatte,

con una calcolatrice dentro al petto,

calcolano i guadagni e le spese,

le morti e le ricostruzioni.

 

In pochi

Decidono le sorti

Di milioni di genti.

Al padrone del giardino

Poco importa delle formiche:

il formicaio è solo terra.

Al suo posto

Serve un nuovo faro,

una luce

per le manovre notturne

con la nuova auto fiammante.

 

Il terrorismo è solo una parola

Per mascherare il male

Del moderno sistema economico.

Dall'11 settembre

Siamo tutti vittime,

possibili bersagli

E siamo anche

terroristi.

 

Terrorista è chi

Ricorre alla violenza

In nome di una causa superiore,

che combatte per imporre

cambiamenti radicali.

Sceglie l'odio e il terrore

Per imporre la sua voce.

Ma noi

preferiamo definirci

con un nome differente.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

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