02. Manifesto

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[1 aprile 2003: questa poesia è di stamattina. In realtà già da ieri ne avevo in testa qualche frammento. Ho deciso di ricopiarla adesso, perché dopotutto è il manifesto della poesia che scrivo, e forse avrei dovuto scriverlo in precedenza, prima ancora di mettermi a far finta di scrivere composizioni che oso definire poesie. Quello che segue è semplicemente una bozza che cerca di definire quello che è il credo della mia produzione. In linea di massima credo di averlo sempre rispettato, benché nel tempo mi sia evoluto abbastanza. Che altro dire? Che prima di far le cose dovrei pensarci un momento? Che era meglio scriverlo prima? Che non gliene frega niente a nessuno? Può anche essere, ma chi sa cosa riserva il futuro? Quindi, dopo una rapida successione di cavolate, ecco a voi il mio ultimo parto.]

 

 

-=Manifesto =-

 

Questo il manifesto della mia poesia.

 

Una poesia di idee e di fantasia

Di colori e sensazioni

Romantica e decadente

Slegata

dalle regole proprie della vera poesia

che non ricerca la rima

ma un'implicita musicalità interna

vagamente simbolista e surreale

Una poesia che nasce dalla mente

E dal cuore

Che trae ispirazione dai sogni

E dal mondo immaginario

Così come parla di religione

e filosofia al contempo

di vita reale e comportamenti umani

con un occhio alle tradizioni illustri

dei miei predecessori

Una poesia in bilico tra l'aulico ed il banale

Una poesia semplice e schietta

Sempre sincera

Che parla al cuore e alle coscienze

Una poesia figlia dell'intuizione

Che non vuol esser sterile

E morire nel vento

Una poesia che vuol essere viva

E speranza e ottimismo

Ma severa e credente nella giustizia

Come fosse una persona viva

Che parla alla gente.

Una poesia che non so definire

Che proviene dal cuore

Senza regole precise

Con l'intento di regalarsi alla gente.

 

L'artista.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

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