|
-=Introduzione=- |
[17 marzo 2004: da ieri il mio sto è online: finalmente sono riuscito a “pubblicare” su internet alcune delle mie composizioni. Ora attenderò che qualcuno legga e commenti ciò che ho scritto.
La poesia che segue è del 5 agosto 2002. Credo di averla scritta in un periodo di delusione. Ma esattamente non so a quale occasione io possa ricondurla. In generale però potrei dire che è una poesia riferita a quei periodi in cui ci si sente sopraffatti dagli eventi, in cui ci si sente delusi, in cui sei costretto anche a fingere di star bene perché non hai modo di fermarti e affrontare a mente lucida il tuo dolore. E' una poesia che tra l'altro denuncia anche la mia insicurezza, dato che spesso mi affliggo per le situazioni che non ho saputo gestire nel modo giusto. Ma poi mi dico che capita, e col tempo capisco che amen, ormai è acqua passata: in futuro andrà meglio. Che altro dire? Non mi pare ci sia altro da aggiungere, salvo il fatto che ricopiandola l'ho contaminata con osservazioni e pensieri relativi a fatti recenti della mia vita. Buona lettura.]
|
|
-=Momenti di incertezza=- |
In posa.
I miei pittori dipingono
Un imponente ritratto
Di me stesso.
Su di un cavallo bianco
Io
Porto la speranza,
Il salvatore
Di un milione di profughi
Che io stesso ho condannato.
Io ho deciso
La guerra giusta contro il male.
Io non ho mai
Piegato il ginocchio,
mai ho incontrato lo sguardo
di un bimbo
orfano e condannato.
Io
sono quel bimbo
Orfano e condannato,
isono un bimbo
che gioca con la vita
inconsapevole burattino
dei giochi del potere.
Rimarrò ferito anch'io,
già lo sento,
ma il mio ritratto,
la mia eredità per il mondo,
l'elogio maestoso
di un ottimo regnante
sopravvivrà in eterno.
Leonardo Colombi
|
|
-=Invia un commento oppure una critica=- |
|
|
|