[Trascritta per la prima volta il 29 marzo 2001. Non so perché l'ho scritta ma rileggendola ho trovato molte riflessioni interessanti. Beh, ho la vaga idea di averla scritta prendendo spunto da una spiegazione di italiano: una spiegazione sul Decadentismo, che la mia prof. (la prof Mariangela Sartore) e il libro di Letteratura associavano all'idea del tramonto, il tramonto di un epoca. Credo che da qui sia nata l'idea di scrivere qualcosa sul tramonto, ma esprimendo al contempo tutto il mio ottimismo, tutta la mia cristianità e i punti cardine della mia Legge dei contrari. Il tramonto non è più passaggio alla morte o comunque un'anticipazione del Nulla e della fine, ma una metamorfosi, una trasformazione che porta però alla creazione (non al disfacimento) di un nuovo giorno (la presenza di quel “inesorabilmente”, a metà circa della composizione, serve per dare l'impressione di esprimere un concetto pessimistico: serve per creare un effetto di straniamento, ma non so perché l'abbia inserito qui). Un'altra riflessione che ho fatto è quella che mi fa vedere nei colori di cui si parla alla fine, ogni singolo essere umano: ognuno di noi è speciale, ognuno di noi ha una qualche missione, ma essa ha significato solo all'interno di uno schema più grande, che riguarda tutta l'umanità e tutta la storia. E poi, non so perché, anche qui torna la necessità di evadere dalla realtà, di cercare conforto in (o almeno nell'idea che esista ) un mondo ideale, migliore di quello che mi circonda, dove la contemplazione di uno spettacolo naturale non ha quasi più senso né valore. Bene, a questo punto mi sto chiedendo cosa ho scritto nelle note: forse dovrei pensarci un po' di più prima di mettermi a scrivere…al massimo ci tornerò su. Ah, dimenticavo: di sicuro ve ne siete accorti ( o ve ne accorgerete), ma la poesia inizia prima che effettivamente essa venga scritta. Mi spiego meglio: ufficialmente inizia dalla parola Scrivo, prima di quel momento i lettori non stanno leggendo la poesia, ma sono a fianco del poeta che contempla il tramonto, prima di mettersi a sbirciare nel suo quaderno, nell'istante stesso in cui egli crea. ]

 

 

 

I colori di un tramonto all'orizzonte

Colori come sensazioni e pensieri,

visioni di un mondo lontano e ideale,

sfuocato nel presente.

Colori dolci e delicati

sfumati.

 

In preda al delirio poetico

scrivo.

 

Il sole che tramonta

non si cura della notte che verrà.

l'alba di domani è una rinascita:

un nuovo sole torna a splendere in cielo.

Il tramonto è il passaggio alla vita,

non alla morte,

perché ogni cosa ha la sua funzione,

un suo perché che dobbiamo trovare.

La notte preannuncia un nuovo sole,

inesorabilmente…

come la morte dell'antilope

è la vita della leonessa.

Ogni cosa combina gli opposti,

come il tramonto

fonde la magia del sole

col fascino della notte stellata.

E' un momento di passaggio

che sancisce la creazione

di qualcosa che non c'era

ogni giorno diverso

ogni giorno meraviglioso.

Il tramonto è una muta

di pensieri in farfalle

che vanno leggere

nel mondo dei sogni ad occhi aperti.

Il tramonto è la visione del futuro:

fantastica miscela

di colori gioia e tristezza.

Colori come ingredienti fondamentali alla vita:

semplici e sterili nella tavolozza

perché divisi,

ma meravigliosi e sgargianti

nella composizione finale.

 

Il tramonto infine

come fonte di pensieri

magica visione di un mondo ideale,

lontano dal grigio presente.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

Commenti ricevuti via mail:

da mariangela (21 novembre 2008):

ciao Leo,ho apprezzato la tua poesia..non sapevo che tu componessi....mi è piaciuta la tua idea di tramonto...per niente decadente ma orientata al futuro e alla speranza di vita ,non alla morte.... e mi fa piacere ritrovarti ...un caro saluto!!!

 

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