[Questa poesia è stata ricopiata per la prima volta il 28 marzo 2001. In parte si ricollega ad una poesia di D'Annunzio che mi è capitato di commentare in un compito in classe, in parte si ricollega ad alcune riflessioni che mi è capitato di fare sulla memoria e sul suo funzionamento (forse ripensando a Forrest Gump che di recente hanno ritrasmesso in tv) e in parte (ma quante parti ci sono?) si ricollega ad alcune riflessioni che mi era capitato di fare per la prima volta –e lo ricordo bene- quando ero in prima superiore, durante un'uscita con i ragazzi che come me dovevano fare la comunione di maturità, più precisamente durante la messa che si tenne l'ultimo giorno in riva al mare. Durante la messa l'allora nostro cappellano, Don Stefano ci chiese di esprimere alcuni propositi/preghiere, ed io chiesi di non essere come la sabbia della spiaggia su cui tanti passano e lasciano il segno, ma che rapidamente lascia che quelle orme si cancellino. Bene, avete notato che sto cominciando a scrivere davvero troppo nelle note? Sarà che da quando sono all'Università non ho più materie letterarie ma solo matematica (d'oh!) mi è venuta una gran voglia di scrivere. Comunque, ecco la poesia:
Ultima modifica: 27 dicembre 2004. Modifiche marginali, s'intende]