a cura di Emilia Majorana della Libera Facoltà di Scienze Antiche
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Il cielo di
Ottobre

Il cielo di Ottobre

Seguendo la Via Lattea nella direzione che va dall'Aquila al Cigno, troviamo una costellazione le cui cinque stelle più brillanti disegnano una specie di “M” inclinata. Si tratta di Cassiopea, dal nome della mitica regina dell'Etiopia, che aveva dichiarato di essere (insieme alla figlia Andromeda) più bella delle ninfe del mare. Di conseguenza, le ninfe offese chiesero a Poseidone di punire la presunzione della regina che osava misurarsi con le immortali. Poseidone inviò allora un mostro marino, la Balena, a devastare le coste dell'Etiopia. Un oracolo stabilì che l'unico modo per porre fine al flagello era quello di sacrificare Andromeda al mostro. Perciò la figlia di Cassiopea fu legata ad uno scoglio e abbandonata al suo destino. Quando tutto sembrava perduto, giunse Perseo che, cavalcando il cavallo alato Pegaso, trasformò la Balena in un blocco di pietra mostrandole la testa mozzata di Medusa. Ma perché Cassiopea è identificata proprio con questa particolare zona del cielo? Il mito racconta anche che, per insegnarle l'umiltà, Cassiopea fu appesa in cielo in modo da essere per metà dell'anno a testa in su e per l'altra metà a testa in giù. In effetti, la costellazione di Cassiopea è circumpolare, cioè abbastanza vicina al polo Nord celeste da poter essere visibile tutto l'anno. In tal modo, se in un certo periodo la costellazione di Cassiopea ha la forma di una “M”, sei mesi dopo ha la forma di una “W”, trovandosi così a testa in giù rispetto a prima. Questa parte del cielo disegna, grazie ai miti greci, una specie di ritratto di famiglia. Infatti, a fianco di Cassiopea, tra il Cigno e il Dragone, si trova la costellazione di Cefeo, re dell'Etiopia, marito di Cassiopea e padre di Andromeda.

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cosa è di stagione
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barbabietole, bietole, broccoli, carote, carciofi, catalogna (p.s.), cavolfiori (p.s.), cavoli cappuccio, cavoli rapa (p.s.), cavoli verza, cicorie, cipolle, coste, erbette, fagioli, finocchi (p.s.), indivie, lampascioni (p.s.), lattughe, melanzane, ovoli (f.s.), peperoni, porri, prezzemolo, radicchi, rucola, rape, rapanelli, scorzonera, sedano, sedano rapa (p.s.), spinaci, stachys (i.s.), topinambur (p.s.), zucca (i.s.); ananas, banane, cachi (i.s.), castagne (i.s.), cotogne, limoni, mandorle, melograni, mele, mele Jonathan (p.s.), nocciole, noci (p.s.), pere, pere Kaiser (i.s.), uva p.s.). La zucca è ricca di vitamina A, come tutti i frutti e ortaggi color giallo-arancio (carote, albicocche) ed ha proprietà sedative. E' buona cucinata al forno con rosmarino e tutta la buccia. La castagna, come composizione, è simile al frumento. E' ricca di amidi e vitamiine del gruppo B e C (ne contiene quanto il limone); è estremamente nutriente e adatta a chi fa molto moto. Le rotazioni: in agricoltura biologica si alternano su di uno stesso terreno diverse colture che in parte compensano lo sfruttamento del terreno, evitando un eccessivo sviluppo di piante infestanti. Il riccio mangia molti insetti fra cui il grillo-talpa e altri artropodi che distruggono le radici delle piante.

i.s. = inizio stagione; p.s. = piena stagione; f.s. = fine stagione.

 

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idee verdi
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In questo periodo molte piante si ricoprono di allegre bacche gialle, arancioni o rosso fuoco e alcune rimangono sui rami anche in inverno, quando la natura è a riposo.

Il Symphoricarpos racemosus è un arbusto a foglia caduca, molto rustico, richiesto sia per i fiori sia per la generosa fruttificazione bianca o rosso porpora. Radica anche in zone climaticamente sfavorevoli.

Del Berberis esistono quasi 500 varietà. In autunno producono in grande quantità bacche rosse o blu, mentre la vegetazione può essere rosso cupo o violacea (Berberis darwinii). Si adatta a qualsiasi tipo di terreno.

Del Viburnum si conoscono tantissime varietà ed è amato per i suoi profumatissimi fiori. Perché produca deliziose bacche rosse o bianco-crema è indispensabile mettere vicine due piante di sesso diverso.

Il Cotoneaster: ha portamento strisciante ed è utile per mascherare cancellate o muri. Non ha esigenze particolari di terreno, predilige il sole e non necessita di potature, se non quelle abituali d riordino e contenimento.

Il Crataegus: preferisce zone soleggiate, ma si adatta a tutti i climi. Alla fragrante fioritura primaverile fanno seguito i frutti rosso brillante, mentre il fogliame diventa arancio o rosso. Provvisto di spine, è utilizzato per formare siepi difensive.

La Rosa canina cresce spontanea e produce una sola fioritura rosa pallido, cui fa seguito l'apprezzata fruttificazione: bacche rosse o arancioni che restano sui rami sino all'arrivo del gelo. Il terriccio deve essere soffice e permeabile, l'esposizione soleggiata. Le concimazioni saranno a base di letame in inverno e potassiche durante la fioritura.

La Callicarpa è un arbusto semi-rustico, a foglie caduche di circa 2 metri di altezza. Il portamento è elegante e in autunno i rami si caricano di bacche blu, viola o lilla che permangono per tutto l'inverno. Si pianta in novembre in qualsiasi terreno, ma in posizione riparata. Va potato all'inizio della primavera, perché solo i rami nuovi porteranno la fioritura e i frutti.

La Pyracantha è un arbusto tra i più conosciuti, usato per disegnare barriere fitte e compatte. Resiste a condizioni climatiche difficili. Ama terreni morbidi, freschi e leggeri e annaffiature molto regolari. La sua crescita rapida va contenuta con abituali potature. Può essere anche coltivato ad alberello. Le bacche sono gialle, rosse o arancio.

Per piantare l’aglio, è sufficiente un vaso sul balcone, purché esposto al sole: interrare gli spicchi più grossi con la punta rivolta verso l’alto a 3 cm di profondità; a marzo spunteranno le foglie e in estate sarà pronto per essere utilizzato.

Si può preparare in questo mese un raccolto di basilico per l'inizio dell'inverno: seminarlo in cassette e lasciarlo all'aperto, dapprima in un angolo non esposto al sole; quando saranno spuntate le prime vere foglie, potrà essere esposto a luce piena, pronti a ritirarlo in casa se la temperatura dovesse abbassarsi improvvisamente.

A partire dal 15 settembre si può iniziare in semenzaio la semina delle cipolle di primavera. Le piantine vanno diradate dopo 60 giorni (10 cm l’una dall’altra, disposte in file distanti 30 cm) e protette dai geli, sarchiando, eliminando i fiori, diserbando ed evitando di innaffiare nei mesi più freddi. Quando le foglie inizieranno ad avvizzire, si potranno estirpare i bulbi e appenderli ad asciugare.

Nell’orto, a luna calante, seminare insalate invernali, spinaci e ravanelli; trapiantare sedani, indivie, verze; concimare. Il cavolo cappuccio è un ortaggio che praticamente può essere prodotto tutto l’anno, seminandolo sia in primavera (per il raccolto estivo) che in maggio-giugno (per il consumo autunnale e invernale) o anche in agosto-settembre per il raccolto di primavera. Si semina in semenzaio all’aperto, dove il clima lo permette, e si trapianta dopo 40-50 giorni; si innaffia frequentemente e si raccoglie 2 o 3 mesi dopo la semina. E’ questo il momento più propizio per fare la divisione dei cespi delle aromatiche perenni: rosmarino, salvia, timo, origano, lavanda, erba cipollina. Si raccolgono: basilico, bietole (da coste), cardo, carota, cavoli (cavolfiore, broccolo, cappuccio, di Bruxelles, verza), fagiolo, fagiolino, indivia riccia, lattughe (romana, cappuccio, da taglio), melanzana, peperone, pomodoro, porro, prezzemolo, radicchi (di Chioggia, di Treviso, da taglio, pan di zucchero), scarola, ravanello, spinaci, sedano, valerianella, zucchina, zucca. Seminare la lattuga a cappuccio di primavera. Proseguire il trapianto in piena terra di indivie, cavoli e ortaggi invernali da utilizzare prima dei geli. Quando le pianticelle hanno raggiunto l’altezza di 10 cm, cospargere il suolo con materiale soggetto a decomposizione: foglie, erba secca, pula, segatura che arricchiscono il terreno e soffocano le erbacce. Se non si è fatta in agosto, si faccia ora una buona vangatura e concimatura, specialmente per le colture autunnali e invernali. Si inizia la semina di cavoli cappucci di primavera e cipolle da estate. Contro le talpe e le arvicole seminare dell'euforbia nelle aiuole: ha un'efficacissima azione repellente. Ripulite le aiuole dalle colture che hanno terminato il loro ciclo e verso la fine del mese iniziare la vangatura nei terreni pesanti. Potete ancora seminare in piena terra basilico, carote, finocchi, indivia, porri, prezzemolo, ravanelli.

In giardino si possono interrare i bulbi a fiori primaverili, si piantano i rosai, e si procede alla “sbottonatura” dei crisantemi. I vasi dei crisantemi che si preparano alla fioritura, però, vanno messi in serra perché il freddo delle ore notturne potrebbe danneggiare i fiori.

Nel frutteto, fare gli innesti a gemma sui peschi e distruggere, con irrorazioni adatte, i nidi delle formiche e degli altri insetti. Ripulire cassetti, cassoni e la base delle piante dalle foglie cadute, per evitare che possano diventare il rifugio degli insetti svernanti. Coprire con un tappeto di cortecce di pino i bulbi e il piede delle piante più delicate, per difenderle dall'attacco del gelo. Piantare a dimora alberi da frutto, viti e rose. E' ancora possibile interrare i bulbi a fioritura primaverile. Eseguire il trattamento invernale antiparassitario e anticrittogamico su piante da frutto e spoglianti in genere. Raccogliere mele e pere invernali, mele cotogne, castagne, fichi, cachi, lamponi, noci e verso la fine del mese raccogliere l'actinidia, asportando i peduncoli dai frutti. Conservare mele e pere tardive in locale asciutto su stuoie o tavole. Rastrellate ricci e foglie sotto le piante di castagno e, se sono bene asciutte, accumulare le castagne ancora dentro i ricci in un locale freddo: si conserveranno a lungo. Subito dopo la caduta delle foglie delle piante da frutto, provvedere al trattamento contro la "bolla" e la vaiolatura, contro la formica "argentina" e contro l'occhio di pavone dell'ulivo. Sul pesco e sulle drupacee in genere, alla caduta delle foglie, effettuare il trattamento contro la bolla, il carines e il cancro. Concimare le piante fruttifere.

Nei campi, estirpare le piante malate e quelle che crescono stentate. Intanto, continuare la semina e il trapianto degli ortaggi invernali, come cavoli, lattuga, indivia, cipolle ecc. Si impagliano sedani, cardi, indivie e radicchi. Preparare il terreno per le nuove carciofaie che si piantano in ottobre; fare ovunque una buona vangatura e concimare per le ultime colture autunnali e invernali. E' il momento di procedere all'"imbianchimento" di indivie, cavolo cinese, cardi e sedani, utilizzando della paglia e richiudendo i cespi come grossi cartocci, legati con rafia e ricoperti di terriccio. Rincalzare cavoli e finocchi, sollevando la terra intorno alle piante per ricoprire le radici e parte del piede. Interrare sedani, cardi per l’imbiancatura, in vista dei primi raccolti invernali.

E' tempo di vendemmia e di semina. Nella vigna, ricordare che l'uva va raccolta a giusta maturazione; a volte bastano due o tre giorni per compromettere tutto. La vendemmia va fatta nelle ore in cui le viti e le uve sono asciutte; nei paesi meridionali è bene, invece, vendemmiare con temperatura bassa e con uve bagnate, per ottenere una fermentazione ritardata. Accertarsi che l'uva abbia raggiunto il massimo grado di zucchero e dare quindi corso alla raccolta con tranquillità. Vendemmiare badando di tenere divisa l’uva guasta; ultimare i lavori per i nuovi impianti. Terminata la vendemmia, si deve avere cura di rincalzare i filari per proteggere le radici della vite dai prossimi freddi, dopo aver somministrato letame ben maturo, che va sotterrato a una profondità di circa 20 cm, piuttosto lontano dal ceppo della vite.

Uva rosata, la californiana. Tardiva, arriva sulla nostra tavola ad ottobre. Ha acini grossi, forma conica, profumo delicato. Perfetta con i formaggi. Da sempre simbolo di abbondanza e ricchezza, grazie alle tante varietà (sono circa 450 quelle descritte), l'uva è generosamente presente sulla nostra tavola da luglio a dicembre. La rosata Red Globe matura in ottobre, e perciò è detta "tardiva". Di origine californiana, è nata nel 1958 dall'incrocio della Red Emperor con la Hunisa e Nocera. Ha grappolo grande di forma conico-piramidale. Gli acini sono grossi, tanto che arrivano a pesare fino a 10 g, e sferici. E' un'uva particolarmente resistente alle avversità e ai lunghi trasporti. L'uva da tavola ha acini più grandi e più dolci di quelle da vino. Esistono anche varietà che possono essere gustate come dessert o vinificate. I principali produttori di uva da tavola sono Italia, Spagna, California, Australia, Sudafrica e Cile. Mentre il colore della buccia è variabile, la polpa è sempre bianca, al massimo rosa. Il profumo dipende dalla buccia, come pure il sapore, più o meno aspro. Oggi sono apprezzate le varietà senza semi. Per gustarne tutta la fragranza, è meglio consumare l'uva entro un paio di giorni dall'acquisto. Poco prima di servirla, lavarla sotto l'acqua corrente e tamponarla delicatamente con un panno asciutto. Gli acini sono molto decorativi; per sbucciarli facilmente, immergerli per qualche istante in acqua bollente. Più difficile è rimuovere i semi: chi ha molta pazienza, può fare un piccolo taglio nella polpa e levarli delicatamente con l'aiuto di un uncinetto. Si possono cristallizzare piccoli grappoli d'uva immergendoli nell'albume montato a neve e quindi nello zucchero:: lasciarli quindi asciugare su un foglio di alluminio per un paio d'ore. Gli acini d'uva si sposano magnificamente con i formaggi.

In cantina, ultimata la vendemmia, sorvegliare attentamente la fermentazione del mosto, evitando sbalzi di temperatura e forti rumori. Infatti il mosto deve fermentare in ambienti tiepidi (18°C); inoltre, non vuole scosse e rumori, né cattivi odori, perciò togliere dalla cantina eventuali lardi, insaccati e formaggi. Se la stagione è stata molto piovosa, si avrà un vino di difficile conservazione e molto leggero. Dovrà essere aiutato in dicembre con “governa” di uve passite. La pigiatura delle uve va fatta con criterio: molta attenzione alla fermentazione che deve fare il mosto prima nelle vinacce, poi nel botticello già ben ripulito, a una temperatura non inferiore ai 18-20°C.

Le rondini si nutrono esclusivamente di insetti che afferrano durante il loro volteggiare nell’aria, come fa il pipistrello. Ma non potendo andare in letargo, quando si avvicina l’inverno, la rondine emigra verso l’Africa, ricchissima di insetti.

Realizzazione grafica a cura di Dario Paganini
Grazie a
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