I RACCONTI  DEL BECCHINO 2
di

Paolino e Bisso

 

 " I magnifici fratelli Cardoso "

- Entrino signori, entrino!… Ammirate le gesta dei magnifici fratelli Cardoso!…
Urlava, in piedi su di una botte posta davanti all’entrata del rozzo circo, un orribile e monco nano, con un occhio di vetro ed una cicatrice che gli attraversava il volto come un desolato Canyon delle lontane praterie.
- Correte e lasciatevi ammaliare, assisterete a cose mai viste, accorrete!…
Alcuni ragazzini mal vestiti lo aggredirono facendolo ruzzolare dalla sua botte per poi derubarlo dopo averlo malmenato e scalciato. Il nano riuscì a catturarne uno tentando di farsi giustizia, quando una vecchietta appena uscita di chiesa, estrasse dalla bibbia che reggeva in mano un minuscola derringer e lo finì: erano cose normali a El Paso.

Sotto il rattoppato tendone, lo spettacolo iniziava davanti a soli tre spettatori: il Vecchio Jimmy Prhat, suo nipote Arthur completamente sordo, e l’ex sceriffo Tim Beccosodo, ormai cieco e logorato da anni di duro servizio. Un timido applauso accolse il presentatore: il pluricentenario Manolo Cardoso che, per attirare l’attenzione del pubblico, si mise a lanciare manciate di scorpioni velenosissimi addosso a tutti.
- Ah! Ah! Ah!…
Rideva divertito Manolo, mentre il povero Beccosodo si accasciava al suolo, con uno scorpione che gli usciva dal naso in segno di vittoria sull’uomo.
- Ti avevo avvertito Arthur: il circo è pericoloso!…
Disse Prhat al sordo nipote che arrivato all’età di trent’anni ignorava ancora tutto della vita.
- E ora si dia inizio allo spettacolo!….
Urlò Manolo. Al suo segnale, due splendidi destrieri bianchi entrarono cavalcati dai fratelli Paco e Lorena Cardoso. Vedendo la bellissima Lorena, Prhat e Arthur, si alzarono in piedi ed iniziarono ad applaudire lanciando in aria i loro cappelli. La giovane balzò dal cavallo e facendo volteggiare il lasso catturò l’ingenuo Arthur trascinandolo al centro della pista.
- Ora scoprirai il vero dolore!…
Gli sussurrò dopo averlo baciato intensamente. Venne fatto entrare Diablo: un gigantesco puma nero che, senza alcun preambolo si scaraventò sull’innocente giovane dilaniandolo davanti agli occhi sconvolti del vecchio Prhat. Anche il vecchio fu catturato ed assaggiò la frusta di Paco che ad ogni colpo gli staccava pezzi di pelle.
- E’ il momento, Cornelius!…
Ordinò Manolo ad uno strano e ricurvo individuo appena sbucato da un angolo buio. Strisciando stancamente le gambe, l’uomo uscì dal tendone e si diresse verso l’ufficio dello sceriffo per dare l’allarme.
- Aiuto sceriffo!… Nel circo stanno massacrando tutti….
Uscito dal suo ufficio, lo sceriffo Winkler, poté udire le strazianti grida del povero Prhat e, convintosi della gravità della situazione, si precipitò sul posto seguito da tutti i suoi uomini.
- Cosa succede qua dentro?!…
Domandò inorridito dall’orribile spettacolo che si trovò di fronte.
- E’ il normale spettacolo di tutte le sere….
Rispose Manolo impugnando il suo winchester. Anche gli altri fratelli si armarono tenendo sotto tiro gli uomini dello sceriffo.
- State buoni Gringos, se ci tenete alla pelle!…
Intimò loro Paco, mentre la sadica Lorena catturava l’esordiente Jimmy Pliff, e dopo averlo legato ad un palo gli cavava gli occhi per poi mettersi a giocherellare con le due mollicce sfere sanguinanti.
- Chi di voi vuole essere il prossimo?…
Domandò lanciandoli ai loro piedi.
Mentre lo sceriffo era tenuto prigioniero nel circo, il solito, misterioso individuo, aveva raggiunto gli altri tre fratelli Cardoso, nascosti in un vicolo poco lontano da lì.
- Lo sceriffo è nostro! E’ ora!….
I tre fratelli raggiunsero velocemente la banca.
- Preparati Rodriguez! Tu fai saltare la parete che al resto ci pensiamo io e Ramirez!…
Gridò autoritario José.
Boummm!…
Abbattuta la parete, i tre Messicani si trovarono faccia a faccia col direttore della banca, che sollevò le braccia tremanti in segno di resa.
- Non opporrò alcuna resistenza!…
- Lo so!…
Rispose il fermo José uccidendolo a bastonate. Gli abili fratelli aprirono facilmente la cassaforte e la svaligiarono, prima di andarsene, però, Ramirez notò una seconda cassaforte nera con un piccolo teschio d’oro inciso sopra.
- Guardate ragazzi: altro denaro!…
Ma al contrario della prima cassaforte, questa risultò impenetrabile ad ogni loro stratagemma. Fuori della banca, intanto, si era radunata una timida folla di curiosi impauriti. José balzò fuori dall’edificio e con le armi in pugno si rivolse agli spaventati cittadini:
- Chi di voi lavora in questo rudere?…
Nessuno rispose e così alcuni candelotti di dinamite volarono sulla folla.
 Boumm!!!…
- Se non rispondete vi ammazziamo tutti!..
- Fermi per carità!…
Urlò un ometto facendosi avanti.
- Sono il tesoriere Wilson, chiedete pure a me….
- Come si apre quella dannata cassaforte nera?…
Gli domandò Rodriguez.
- No! Per amor del cielo!… Lì ci sono i denari del becchino. Prendeteli e per tutti noi sarà la fine!…
- Sciocchezze! Nessuno può impaurire i magnifici fratelli Cardoso…
- Allora apro?…
- Muoviti, prima che t’infili un candelotto di dinamite in bocca…
Al primo scatto della combinazione, la debole luna di quella notte fu nascosta da una nera nube e, dal deserto si scatenò una violenta bufera di sabbia che costrinse tutti a rintanarsi nelle proprie abitazioni.

Assistendo, inermi, a quegli eventi, i tre fratelli si strinsero l’uno accanto all’altro, provando per la prima volta il morso della paura.
- Cosa succede Josè?…
Chiese Ramirez.
- Non ha importanza! Facciamo saltare tutto in aria!…
Si scatenò l’inferno: devastanti esplosioni si mischiarono alla furia degli elementi. I tre fratelli avanzavano sulla strada principale spalla a spalla, lanciando dinamite e sparando sui disperati cittadini; ormai si sentivano i padroni della città. Arrivati in prossimità del loro circo, il vento si placò e notarono un tale seduto su una sedia a dondolo in mezzo alla polverosa strada.
- E quello che diavolo fa?…
Domandò Ramirez prendendolo di mira.
- Fermo!…
Gli ordinò José. Sulla sedia a dondolo si accesero due occhi infuocati in quel volto indistinto.
- Ah!…
Il cuore del debole Rodriguez si spense così, stroncato da quella visione demoniaca. I fratelli reagirono immediatamente cercando di sparare, ma due fucilate improvvise fecero saltare i loro arti.
- Quello ci fa a pezzi José!…
Urlò terrorizzato Ramirez.
- Al diavolo!…. José Cardoso sa farsi giustizia anche con un solo braccio!…
Ma il becchino aveva già ricaricato il suo fucile che tornò a tuonare, le due teste dei Cardoso rotolarono nella polvere.
- Sento che i miei fratelli sono stati ammazzati……
Esclamò Manolo nel circo. In quel momento, il tendone prese fuoco trasformandosi in pochi istanti in un vero e proprio rogo. Lo sceriffo e i suoi uomini ne approfittarono per fuggire, mentre Manolo trascinò con se i suoi due fratelli fuori da quell’inferno. Sulla strada principale, un’autentica folla di curiosi, si era radunata attorno alle teste di José e Ramirez conficcate in due rozzi pali. Manolo si mise a sparare in aria.
- Via di qua cani!… Rispettate i magnifici fratelli Cardoso!….
Tutti sparirono immediatamente e il giovane Paco, avvicinatosi alla testa mozzata di José, scorse un breve messaggio appiccicato alla sua lingua penzolante. Dopo averlo strappato lo lesse ai suoi fratelli che erano analfabeti:
- "Il becchino vi assspetta al cimitero"….
- Cosa stiamo aspettando!…
Esplose il vecchio Manolo avviandosi deciso.
- Andiamo a stanare quel verme…

Armi alla mano, si diressero verso la collina su cui sorgeva il minuscolo e spettrale cimitero di El Paso.
Arrivarono sul posto, scortati da uno stormo d’avvoltoi.
- Via dannate bestiacce!…
Gridò Manolo facendo fuoco su di essi. Intanto, la bella Lorena, indicò ai fratelli due fosse appena scavate che si trovavano poco più avanti.
- Ma noi siamo in tre…
Puntualizzò Paco, mentre Manolo continuava a sparare come un pazzo senza colpire nemmeno un avvoltoio.
- Non ne prendo neanche uno!… Ma perché?..
- Perché non sssi possssono uccidere gli ssspettri…
Sibilò il becchino alle loro spalle. Quando si voltarono intravidero solamente un nero crotalo infilarsi nella fessura di una tomba.
- Qui rischiamo d’impazzire Manolo, fuggiamo!..
Propose Paco intuita la situazione.
- Mai!… Le teste dei tuoi fratelli saranno vendicate!…
Proprio in quel momento, un avvoltoio atterrò davanti a loro. L’irascibile Manolo estrasse un candelotto di dinamite e lo accese.
- Ti maciullo!…
Ma gli occhi del volatile lo ipnotizzarono ed egli restò immobile con la miccia che si consumava velocemente.
- Muoviti Manolo!…
Gridò Paco poco prima dell’esplosione. I corpi straziati dei due fratelli volarono nelle rispettive fosse, mentre la bella ed astuta Lorena, riparatasi dietro una roccia, rimase indenne. La giovane ed avvenente donna, nel disperato tentativo di salvarsi la vita, decise di spogliarsi, sicura di poter sedurre il becchino col suo corpo mozzafiato. Nero come la morte, egli uscì allo scoperto. I suoi occhi divennero ancor più sottili e la sua lingua da serpe sibilò:
- Se vuoi ssssedurre gli uomini lo farai in eterno….
Sollevando lentamente le mani spalancate verso il cielo, comandò ai morti di risorgere, e dalle tombe uscirono decine di braccia scheletriche, che la catturarono, ormai svestita, per trascinarla nel profondo dell’inferno.
Ma non era ancora finita: nella banca, dimenticata da tutti e avvolta dall’oscurità, avide mani stavano tentando di nuovo la sorte, armeggiando, ancora una volta, con la nera cassaforte del becchino. Si trattava del misterioso amico dei Cardoso: Cornelius Mefistofelo Black, alchimista ed esperto di cabala e magia nera. Stringendo tra le mani il suo amuleto protettivo, dopo aver torturato ed ucciso il povero Wilson, per farsi rivelare la combinazione, iniziò a comporla con lenti movimenti.
- So che sto sfidando l’inferno, ma con l’amuleto che mi ha venduto Penna d’oca, il grande stregone Siux che soltanto io conosco, sono praticamente invincibile…
Pensava tra se l’uomo, mentre continuava l’ardua operazione e stringeva forte, un corvo intagliato nel legno giovane di ciliegio, nell’atto di beccare la malasorte.
- Oggi, finalmente recupererò il denaro con cui ho pagato questo prezioso idolo…
Ma all’ultimo scatto della combinazione un’ombra lo sovrastò. La morte era dietro di lui. Subito Cornelius scattò impugnando il suo revolver, ma gli occhi infernali del becchino si erano già posati sul piccolo amuleto che prese vita e si accanì contro il suo ex padrone cavandogli gli occhi.
- Aaaah!…
Gridò Mefistofelo accasciandosi.
- Maledetto Penna d’oca!… Mi ha fregato….
E morì in un lago di sangue. Il piccolo corvo volò sulla spalla del nuovo padrone aspettandosi affetto e riconoscenza.
- Grazzzzie amico….
Sibilò il becchino, prima di catturarlo, strappargli il collo e dissetarsi col suo sangue ancora caldo.
- Il sssangue di corvo mi rigenera….

Prima di andarsene lo gettò tra i due cadaveri e la bestiola tornò ad essere di legno inanimato.
Lontano da lì, il vecchio e sensitivo stregone Penna d’oca, conosciuto anche come l’isolato, se ne stava su un cucuzzolo assorto in profonde meditazioni, quando avvertì la morte della sua creatura e vacillando, precipitò nel vuoto. Sfracellatosi tra le rocce i suoi resti furono divorati dai coyotes. Come sempre, passato il becchino, era rimasta solo la morte.

Quando lo sceriffo Winkler arrivò alla banca fu costretto ad assistere all’ennesimo, orribile spettacolo, di quella maledetta nottata. Incuriosito dal misterioso amuleto decapitato lo raccolse per studiarlo attentamente.
- Magia nera!….
Esclamò tra se, ma proprio in quell’istante una zampetta dell’animaletto si mosse e lo graffiò.
- Ooooh!…
Allo sceriffo si rizzarono i capelli in testa ed ordinò che tutto fosse dato alle fiamme. Dopo aver cosparso di benzina l’edificio, gli uomini di Winkler appiccarono il fuoco, gettandovi dentro anche gli schifosi resti dei magnifici fratelli Cardoso. La banca si tramutò in un poderoso falò che divorò tutto quanto.

In paese, da quella volta, iniziò a circolare un’incredibile leggenda: tutte le notti, una giovane e bellissima ragazza, si aggirava nel cimitero, completamente priva d’indumenti. Ogni sera, al calar del sole, chi strisciando dietro un masso, chi avanzando al riparo di una siepe, chi protetto dai cespugli, una vera e propria processione di sporcaccioni ubriachi, si recava al camposanto con la speranza d’incontrarla, ma niente. All’alba tornavano sempre stanchi e delusi, pronti per essere insultati e umiliati dalle loro grasse e gelose mogli, a volte partiva addirittura un colpo di pistola e una di queste rimaneva vedova: erano cose normali a El Paso.
                                                                                                                         Fine


" Giacche blu "

In quel limpido pomeriggio Texano, una bianca colomba si sfracellò sui massi di uno scosceso dirupo. Una nera mano scheletrica l’afferrò.
- Il bianco è destinato a quesssta fine….
E dopo avergli strappato le ali, il becchino, la sotterrò…..
Lontano da quei luoghi sperduti, sulle rive del grande fiume Pecos, sorgeva Fort Bosuel, comandato dal Colonnello Riss Wertmüller, dalle fuggevoli origini Prussiane e Slovacche, dall’accento Europeo e i modi garbati del gentiluomo di città. Il Colonnello passeggiava nervosamente nel suo ufficio, tenendo tra le mani un foglio logoro. Wertmüller era un uomo possente, dai capelli brizzolati e l’aspetto saggio, era impossibile sorprenderlo con la divisa in disordine ed il profumo che usava, a base di pino rupestre invadeva la minuscola stanza. Ad un tratto, la porta si spalancò velocemente ed entrò il Maggiore Franck Callas, ponendosi subito sull’attenti.
- Comandi Colonnello….
Wertmüller Gli lanciò un’occhiataccia.
- La sua compagnia non si unirà agli uomini del Generale Grant! Lei andrà a El Paso per catturare un pericoloso bandito che tutti chiamano il becchino e che terrorizza l’intera città da mesi…..
- E’ proprio sicuro che debba andarci io?…
Domandò il Maggiore assumendo il suo consueto tono da sbruffone.
- Questa volta non mi lascerò intimidire dalle solite minacce e dalle sue, cosiddette, amicizie altolocate! E’ il Generale in persona che glielo ordina, guardi qua!…
E gli porse il telegramma che da tempo reggeva tra le mani. Dopo averlo letto, Callas lo accartocciò, gettandolo nel cestino della cartastraccia.
- Parliamoci chiaro, Colonnello! Lei rischia i gradi comportandosi così!…
- E tu rischi la pelle…
Esplose il Colonnello, diventando paonazzo in viso e picchiando un pugno sulla scrivania, che finì col far volare sul pavimento la foto della vecchia moglie Isadora.
- Credi che non sia al corrente di quello che fate tu e la tua sporca compagnia?! Indiani uccisi e torturati, derubati e umiliati. Addirittura, ho saputo che una tribù di Teste Piatte è stata sterminata dal vaiolo diffuso dai tuoi uomini. Questi sono sistemi da criminale e se avessi prove certe, nessuno potrebbe salvarla dall’impiccagione mio caro Maggiore. Nemmeno le sue altolocate conoscenze….
- Non mi sembra che questi siano reati così gravi, dopo tutto si tratta soltanto d’indiani. Le normali leggi non contano per quegli esseri….
Il Colonnello, che solitamente, perdeva la calma di rado, cercò di ricomporsi.
- Fuori di qua Maggiore….
Disse lentamente e riacquistando la proverbiale calma.
- Catturi quel bandito. A quanto pare è uno tosto. Vedremo come se la caverà contro un suo simile, Callas!….
- Lo consideri già morto Colonnello Wertmüller, e si goda i suoi gradi, fin che può…
Il Colonnello non poté ribattere perché Callas uscì immediatamente sbattendo la porta. Uscito lo sbruffone, Wertmüller fece chiamare il Capitano Dean Wayne, suo amico e valoroso soldato.
- Wayne, devi farmi un favore: domani mattina scegli alcuni uomini e aggregati alla terza Michigan del Maggiore Callas…
- Dove si va?….
- A El Paso. Pare che un terribile bandito terrorizzi la città. Il tuo compito sarà controllare Callas e i suoi uomini. Che non usino violenza contro i civili e non si macchino dei soliti crimini!…
- Altri ordini signore?….
- Si!… C’è dell’altro: al Maggiore non ho detto nulla, ma un gruppo di feroci Apache è stato avvistato da quelle parti. Bisogna verificare l’autenticità di queste voci….
- Un compito facile…
Ironizzò Wayne, versandosi familiarmente del whisky in un bicchiere.
- Da quando bevi Dean? Amico mio….
- Ho cominciato adesso….
Rispose, deglutendo a fatica l’infuocato liquido.

All’alba, Callas scelse di portare con se soltanto i suoi uomini di fiducia.
- Dove diavolo si è cacciato Johnson! Non si può partire senza di lui!…
Tuonava nel cortile del Forte, già incollerito e contrariato, per la scarsa importanza di quella missione.
- Sta discutendo con lo stalliere….
Gli rispose l’assonnato sergente Rod.
- …Pare che non sia contento di come gli è stata ripulita la sella ieri sera…
- Che si sbrighi…
BANG!…
Si udì provenire dalle stalle e subito dopo comparve Jhonson.
- Tutto a posto ragazzi, l’ho sistemato!…
Proprio in quel momento, arrivò al galoppo un preoccupato Wayne.
- Hey! Non avete sentito uno sparo provenire dalle stalle?…
- No!…
Tagliò corto Callas, che odiava tutto ciò che rappresentava il Capitano.

Appena partiti, i due gruppi si staccarono e Wayne, con i suoi sei soldati, preferì starsene separato per evitare litigi inutili. I venti uomini della terza Compagnia Michigan selezionati da Callas, invece, li anticipavano procedendo spediti verso la loro meta.
- Perché dobbiamo andare proprio noi a El Paso Callas? E’ un posto di straccioni e pezzenti. Era più divertente ammazzare indiani!…

Chiese Rod, urlando per farsi sentire da tutti, tra la polvere sollevata dai cavalli lanciati al galoppo.
- Che vorresti dire idiota! Ci abita una mia cugina a El Paso!…
Gli rispose il trombettiere Bill.
- E allora?….
- E allora muori, cane!….
Bill estrasse un pugnale dagli stivali e glielo lanciò in piena fronte.
Un compiaciuto Callas, gli si avvicinò e, dopo avergli dato un’orgogliosa pacca sulla spalla urlò:
- Bravo Bill! Ho scelto proprio i migliori!… Ora basta ammazzarvi! C’è una missione da compiere e mi servite tutti….

Poco più dietro, gli uomini di Wayne s’imbatterono nel cadavere del Sergente Rod.
- Ci siamo!…
Commentò il Sergente Dick.
- Per ben che vada, di quelli, a El Paso ne arriveranno al massimo cinque….
- Non preoccuparti Dick, ci siamo qua noi per portare a termine la missione….
Gli rispose Wayne, spronando il suo cavallo, per non perdere di vista i farabutti comandati da Callas.
- Lo so Capitano, di quei tipi più ne muoiono e meglio è….
Infatti, della terza compagnia Michigan, arrivarono a El Paso soltanto otto uomini, tra cui un ferito grave e un accecato.
- Portate immediatamente i feriti dal medico, gli altri con me! Si va a bere!….
Ordinò il Maggiore, balzando abilmente dalla sella e per niente preoccupato dalle perdite. Più tardi, al piccolo trotto, entrarono in città anche Wayne e i suoi uomini, che subito si accorsero di una cerimonia funebre in pieno svolgimento e si diressero sul posto per informarsi dell’accaduto. Terminata la drammatica omelia, il Sacerdote spiegò loro che il poveretto era stato trovato con una freccia indiana conficcata nella schiena.
- Posso vederla?….
Osò domandare Wayne al suo poco appropriato interlocutore.
- Eccola qua!…
Rispose incredibilmente l’uomo, estraendola da sotto la sua bianca veste sacerdotale.
- Mi deve perdonare Capitano, ma io colleziono frecce indiane. E’ la mia unica debolezza…
Confessò alzando gli occhi al cielo. Wayne la esaminò attentamente.
- Si!… Si tratta di un’autentica freccia Apache. Il legno è inconfondibile….
- Mi permetta di aggiungere, che le incisioni vicino alla punta denotano una chiara influenza delle tribù Canadesi dei Nasi Recisi. Cosa ne pensa lei?…
Domandò, tutto eccitato, il Sacerdote che poi continuò:
- Io amo queste discussioni tra professionisti….
- Se lo dice lei, per me va bene….
Il Sacerdote si riprese la sua freccia, per niente soddisfatto della risposta di Wayne, e si avviò. Il capitano, gli rivolse allora un’ultima domanda:
- Cosa mi sa dire, Reverendo, riguardo un temibile bandito che qui a El Paso chiamate: il Becchino?….
A quelle parole, il Sacerdote si sollevò la scomoda veste, ed iniziò a correre come un pazzo barricandosi in chiesa. Gli uomini di Wayne si guardarono in faccia senza aprir bocca, qualcosa non quadrava.

Nel saloon, intanto, i soldati di Callas erano già sbronzi e i due feriti giacevano fuori, nella polvere, perché nessuno voleva portarli dal medico rinunciando alla bevuta.
- Hey soldati!…
Esclamò un giovane, esaltandosi nel vedere le famose divise blu.
- Come si fa ad arruolarsi?….
- Si fa così!…
Gli rispose il soldato Duncan, acciuffandolo e trascinandolo fino al bancone, dove lui e i suoi compagni iniziarono a riempirlo di botte e farlo bere contemporaneamente.
- Bevi dannato idiota!….
Urlava, con gli occhi stralunati, Duncan, mentre Callas rideva come un folle e il saloon si svuotava completamente. Quando furono soddisfatti gli gettarono addosso la giacca di una divisa per irriderlo ulteriormente.
- Ora sei arruolato!….
Gli disse Callas in persona, che poi si ricordò dei feriti e richiamò immediatamente i suoi uomini all’ordine.
- Portiamo quei due dal dottore, se non è in grado di guarirli, lo faccio fuori personalmente!…

Usciti in strada, Callas mise gli occhi su di un’avvenente ragazza del posto: la giovane Matilda Mitchelder, figlia dell’uomo più ricco di El Paso, che viveva nel suo Ranch fuori città.
- Andate avanti voi ragazzi! Io vi raggiungo dopo!….
Il losco Maggiore, dopo essersi velocemente ripulito e sistemato, sfoderò tutto il suo meschino fascino esplodendo in un solare sorriso truffaldino.
- Buongiorno signorina, saranno pesanti quelle borse…. Permette….
Ammaliata dalla divisa e dai gradi, la bella Matilda si sciolse subito come morbido gelato a contatto con l’ingannevole lingua di Callas. Dopo una breve presentazione, la giovane accettò di farsi accompagnare da quell’ufficiale dai modi tanto garbati, una cosa che capitava assai di rado a El Paso.

Contemporaneamente, il medico era stato avvertito dall’imminente arrivo dei bellicosi ed ubriachi soldati della terza Michigan e si era barricato in casa.
- Apri dottore o sfasciamo tutto!….
Urlò Johnson.
- Mai!… Io non curo le bestie!…
A quelle parole, una fiaccola infranse i vetri di una finestra. SCRASH!!!!…
In pochi attimi divampò un terribile rogo, attorno al quale, gli sbronzi e crudeli soldati, iniziarono a danzare e a sparare colpi in cielo.
- Bene!… Brucia maiale!….
Esultava il Sergente Tod, prima di essere afferrato da due neri guanti rinsecchiti e scagliato tra le fiamme. Stessa sorte toccò a Duncan, al trombettiere Bill, e ad altri ancora. Rimase soltanto Johonson, che finalmente riuscì a vedere il becchino davanti a lui, nero come il peggiore degli incubi. Incorniciato dalle rosse e crepitanti lingue di fuoco alle sue spalle, il becchino alzò il braccio indicandolo con l’ossuto indice scuro e Johnson scattò, inorridito, correndo verso l’incendio e consegnandosi alle fiamme.
- Eccomi a voi!…
E scomparve in quell’inferno.
Infine arrivò il turno dei due feriti.
- Aaaaah!…
Gridò quello ferito al ventre, mentre il becchino infilava la punta del suo nero stivale nella lesione e la faceva roteare sadicamente. Quello cieco, brancolava nel terrore invocando l’aiuto del cielo, ma ebbe come risposta un arrugginito pugnale conficcato nella gola.

Quando arrivarono Wayne e i suoi uomini, trovarono un vero massacro.
- Di là!….
Urlò, accalorato, lo sceriffo Winkler, accorrendo verso di loro.
- Era il becchino e l’ hanno visto dirigersi verso il Canyon del Falco Nero….
- Bene!…
Esclamò Wayne balzando immediatamente in sella al suo cavallo.
- Lei sceriffo, organizzi subito una squadra per spegnere l’incendio, a quel bandito penseremo noi….
Annunciò, ordinando al trombettiere di suonare la carica, come se alle sue spalle avesse un Battaglione di mille uomini.
- Andiamo!…
Ordinò, e i sette uomini partirono al galoppo scomparendo nel fumo. Mesto, Winkler scosse il capo.
- Temo che non li rivedrò mai più…..
- Eccolo là!…
Esclamò il Sergente Dick, indicando il becchino, che cavalcando il suo nero destriero, stava penetrando all’interno del Canyon.
- Ormai è nostro!….
Esultò il soldato Semson.
- Aumentare l’andatura!….
Comandò Wayne, ma proprio in quel momento, il suo cavallo incespicò in un cactus franando in una nuvola di polvere e sbalzandolo di sella.

Concentrati nell’inseguimento, nessuno dei suoi uomini si accorse dell’accaduto e continuarono a galoppare decisi, infilandosi nella stretta gola rocciosa. Una volta scomparsi lì dentro, il sole si oscurò davanti agli occhi di un esterrefatto Wayne.
- Sarà per via della caduta… - Si disse, ma in pochi secondi tornò la luce e i sei cavalli uscirono dal Canyon senza cavalieri. Gli spaventati animali, galopparono verso di lui raggiungendolo e circondandolo, come se stessero ubbidendo ad un preciso ordine. Ora che gli erano vicini, Wayne si accorse che erano cosparsi di sangue, vestiti lacerati, e pezzetti di pelle e carne. Notando le bisacce gonfie, con movimenti lenti e tremolanti, osò aprirne una.
- Noooh!
Urlò, ritrovandosi tra le mani la testa mozzata del Sergente Dick…..

Nel Ranch del ricco allevatore Mitchelder, Callas stava vantando le sue doti di militare perfetto, senza staccare gli occhi dalla bella e giovane Matilda.
- Vede signor Mitchelder, io la disciplina l’ ho nel sangue….
Disse infilandosi in bocca una patatina arrosto. Dalla grande vetrata del salone, si poteva osservare la luna appena sorta e le prime stelle far capolino in una limpida notte senza vento.
- Bravo!….
Commentò il vecchio allevatore con la bocca satura di cibo.
- Si capisce subito che lei è una brava persona, Maggiore Callas. Io ho il vanto di essere un uomo che sa giudicare immediatamente le persone che ha di fronte….
- Papà!…
Intervenne, timidamente, la giovane e unica figlia.
- Il Maggiore mi ha chiesto se posso mostragli il resto del Ranch….
- Ma certo, andate pure e poi, quando sarete di ritorno, la voglio sfidare a biliardo. Va bene?….
- Benissimo! Mi aspetti qui….
Rispose Callas, che poi non mancò di complimentarsi con la moglie dell’allevatore per la magnifica cena.

Nel frattempo uno sfinito e delirante Wayne, aveva raggiunto il Ranch dei Mitchelder ed ora stava scavalcando la recinzione esterna con le sue ultime, disperate, forze. Barcollando come un ubriaco sull’orlo del tracollo, il Capitano si addentrò tra i primi edifici adibiti a magazzino nel tentativo di chiedere soccorso, quando udì il grido improvviso di una ragazza. Stringendo i pugni cercò di farsi forza e affrettò il passo, riuscendo ad ascoltare alcune parole affannate trasportate fino a lui dalla notte.
- Stia su!… Schifoso!….
Wayne estrasse la pistola e si precipitò nel fienile poco lontano, dove sorprese Callas che, con i calzoni calati e i suoi mutandoni a fiorellini in bella vista, con una mano teneva l’avvenente Matilda sdraiata nel fieno.
- Levagli le mani di dosso, porco!….
Callas tentò d’impugnare a sua volta la Colt che teneva appesa al collo grazie ad una sottile cinghia di cuoio, ma con un colpo preciso, Wayne gli ferì la mano. Terrorizzata, la giovane Matilda sgattaiolò in un angolo cercando di sistemarsi in qualche modo gli abiti strappati dalla violenza del Maggiore.
- Questa volta è proprio finita per te, Callas!…
Ruggì Wayne, con la voce che tremava per la collera.
- Ti faccio fuori qui, adesso, come un cane!…..
Ma non ebbe neppure il tempo di finire la frase, che un nero forcone si sollevò dal fieno e lo infilzò alla gola con una forza tale da sollevarlo da terra e scaraventarlo lontano.
- Quesssto è il premio per aver interrotto la violenza…..
Sibilò il becchino, mentre Wayne moriva soffocando nella bava e nel sangue, dopo un ultimo, terribile, gemito.

Un sorriso di vittoria si disegnò sul volto di Callas.
- Amico, noi parliamo la stessa lingua…

Disse al becchino, talmente euforico da dimenticarsi il dolore alla mano.
- Non ho mai detto d’essssere tuo amico!….
In quel momento, il becchino azionò un verricello e il gancio, che serviva per spostare i pesanti fasci di fieno, calò dal soffitto e si agganciò alla cinghia cui il Maggiore aveva appeso la Colt. Calls fu sollevato come un fuscello e la cinghia gli si aggrovigliò attorno al collo, strozzandolo. Rimase appeso così, dimenandosi furiosamente con la lingua penzoloni e gli occhi sbarrati, fino all’ultimo respiro. Davanti a tutto quell’orrore Matilda trovò la forza per fuggire. La giovane iniziò a correre verso casa voltandosi in continuazione: il becchino era sempre dietro di lei. Dopo essersi scorticata la pelle nei rovi e spezzata le unghie scalando il muro che separava la villa dal resto del Ranch, la giovane infranse la vetrata del salone e rotolò all’interno della casa.
Vedendola in quello stato, il padre esplose dalla collera.
- Chi è stato!…
Urlò, abbracciando la moglie che gli stava accanto impietrita.
- Sono ssstato io…..
Sibilò il becchino, affacciandosi contemporaneamente a tutte le finestre. Fu allora che sulla casa dei Mitchelder calò il definitivo gelo della morte.
- Quesssta notte, era scritto che dovevate morire tutti….. Sscusate…. Avrei finito….
E se ne andò.

In seguito, furono recuperati i cadaveri di Callas e Wayne, ma la fine toccata alla ricca e potente famiglia Mitchelder restò sempre un mistero. L’unica cosa certa, furono le tre tombe che i cittadini di El Paso trovarono l’indomani al cimitero, con tanto di lapidi e ritratti raffiguranti i tre defunti. Il nuovo medico, appena stabilitosi in città, comandò l’immediata riesumazione dei corpi per costatarne l’identità. Tutti, però, si rifiutarono di eseguire quell’ordine.
Erano le tombe del becchino.
- Forse lei, dottore, non ha ancora capito cosa succede qui!…
Gli fece notare il sindaco in persona, dopo averlo convocato nel suo ufficio.
- Quelle tombe appartengono al becchino e nessuno, in tutta El Paso, oserà profanarle!….
Seccato, il giovane medico, se ne uscì sbattendo la porta.
- Allora lo farò io!…
Pensò tra se, esasperato da quel clima d’omertà.
In una notte di luna piena, l’intraprendente dottore si rimboccò le maniche ed iniziò il suo macabro lavoro mentre l’ignara città dormiva. Dopo i primi colpi di pala, il giovane, poco abituato ai lavori manuali, si ritrovò la fronte madida di sudore e le braccia doloranti. Si fermò, così, per sgranchirsi le ossa con alcune lievi flessioni della schiena indolenzita, e così facendo, posò gli occhi sul ritratto della bella Matilda appoggiato sotto la lapide davanti a lui.
- Che viso da sogno! Che ragazza stupenda….
Pensò, chinandosi verso quel volto dipinto, illuminato dalla fievole e argentata luce lunare. Malgrado il luogo in cui si trovava e l’oscurità che l’avvolgeva, non provava alcun timore, anzi, quella pazzesca situazione iniziava ad eccitarlo al punto d’immaginare, con gli occhi della fantasia, quella splendida creatura viva, accanto a lui.
- Non è giusto che una bella figliuola come te sia volata in cielo prima che arrivassi io!…. Che peccato….
Sussurrò intimamente al piccolo ritratto sbiadito accarezzandolo, ma proprio in quell’istante fatale, una nera mano putrida uscì dal terreno e l’afferrò per la gola, conficcandogli nella carne le sue taglienti unghie spezzate, e trascinandolo poi, giù all’inferno.

Del dottore rimase soltanto il bianco camice che aveva appeso ad una croce prima d’iniziare a scavare e che ora, sventolava tra le tombe come un terribile monito per tutti: a El Paso il bianco significava una cosa sola..Morte!

                                                                                                                           Fine

 " Il Predicatore "

"Sciack!"
- yahhh!
Il vecchio Tim Bronson, frustò i sei cavalli attaccati alla diligenza in partenza per Abilene, travolgendo un gruppo di bambini che stavano giocando in mezzo alla strada con una rivoltella rubata ad un ubriaco nel Saloon. Erano cose normali a El Paso.

Mentre lo sbilenco mezzo si muoveva tra le pozzanghere, un grumo di stracci e fango si staccò dal fondo rotolando goffamente per poi ergersi in piedi.
- Pentitevi dannati!…. L’apocalisse è vicina!…..
Urlò quella sagoma indefinita. A quelle parole, un passante estrasse la sua arma e fece per eliminarlo, ma l’individuo fu velocissimo, e afferrata la sua Colt, con un preciso colpo gli fece saltare la pistola dalle mani.

I presenti rimasero ammutoliti, accorgendosi che nel loro paese era giunto niente meno che il celeberrimo Reverendo Chester: "il predicatore della polvere", conosciuto da tutti anche come il prete più veloce del West.

Ripulito, rozzamente, il suo nero e lacerato abito sacerdotale dalla sporcizia che lo ricopriva, Chester, acciuffò lo sventurato passante col suo corto ma possente braccio e lo trascinò selvaggiamente verso la chiesa.

- Adesso ti battezzerò!…. Tu sei un essere immondo ma io ti ridarò la luce!….
- Qualcuno mi aiuti!…..
Implorava il poveraccio, trascinato da quella forza della natura.

Impauriti, tutti gli abitanti di El Paso si dileguarono.
Con un calcio, il reverendo Chester, spalancò la porta dell’ombrosa chiesa e vi gettò dentro il malcapitato. Il prete locale protestò, ma si ritrovò immediatamente sommerso da pugni e calci violentissimi e in fine, sbattuto per strada con la veste fatta a pezzi.
- Tu non sei degno di dire messa!….
Lo rimproverò il predicatore indicandolo con disprezzo.
- Da oggi qui comando io!…. Vattene!…
Mesto, il pover’uomo si avviò, e scomparve nel deserto con l’umiltà che l’aveva sempre contraddistinto.

Intanto Chester non perse tempo, legato lo sventurato ad una balaustra, iniziò ad annegarlo con secchiate d’acqua benedetta da lui stesso.
- Senti la purezza penetrarti nelle ossa?…. Ne sei conscio?…
- Aurg!.. Soffoco!…
- Allora l’acqua non è sufficiente!…. Dovrò mondarti con la sofferenza!….
- Nooh!….
Dalla borsa di cuoio consumata che portava con se, il predicatore estrasse una lunga frusta.
TUM! TUM!….

In quel momento, lo sceriffo Winkler bussò al pesante portone. Era accompagnato dai tre fratelli dello sventurato: i fratelli Santana. Chester aprì impugnando il fucile.
- Cosa cercate?….
- Pazzo furioso!… Quell’uomo che hai appeso è nostro fratello!….
Urlò uno dei tre. Il predicatore tentò di sparare ma i quattro lo aggredirono insieme e, dopo una lotta furiosa, in cui volarono bestemmie irripetibili da parte di Chester, che fecero addirittura tremare le possenti mura della chiesa, riuscirono a catturarlo e a portarlo in prigione.
- Non sapete cosa avete fatto!… Io sono l’unico che può salvarvi da lui….
Gridava Chester, con la sua faccia ricoperta di spinosa barba selvatica e quegli occhi fuori del normale, incastrati in un volto rossastro d’uomo che rasentava il confine del regno animale.
- Salvarci da chi?…
Chiese il vecchio Jeremiads mentre ripuliva la sua dentiera.
- Sciocchi!… Voi non conoscete il motivo che mi ha spinto a venire in questo paese dimenticato da Dio!…. Io cerco lui!….
- Ma chi?….
Domandò anche Winkler al limite della sopportazione.
- Il becchino…..
- Ooooh!….
Esclamarono tutti, facendosi il segno della croce.
- Avete paura eh?… Ma sappiate che il male è solo metà della grande equazione della vita. Tutto ciò che esiste ha la sua controparte, e la controparte del becchino sono io!….

Per niente impressionato dai deliranti proclami del predicatore, Winkler decise di lasciarlo sbollire in galera.

Durante la notte, piombò su El Paso un’oscurità più densa della fuliggine dell’inferno.
Barricati nel Saloon, gli impauriti abitanti del paese imprecavano contro Chester.
- Maledetto, porterà in città il becchino…
Urlava, inviperito, un giovane mandriano.
- Si vede che la notte ha qualcosa che non va… Arriva!…- Puntualizzò il vecchio Tercidy Luke.
- State calmi signori…- Intervenne l’oste.
- Qui non è mai entrato, se stiamo buoni ci salveremo……

Infatti, il becchino era da tutt’altra parte: stava osservando, con le fessure dei suoi occhi, quell’animale randagio di Chester, che ronfava e digeriva contemporaneamente sulla branda della cella. Il becchino appoggiò il palmo della mano alla serratura delle sbarre e questa sembrò ubbidire ad un suo silenzioso comando.
- CLACK!….

Un attimo dopo, il corridoio era deserto e un vento gelido svegliò il predicatore. La prima cosa che vide Chester, fu la porta della cella spalancata. Con tutta calma uscì e si avviò verso il Saloon. Entrato nel locale si pose davanti ai terrorizzati cittadini ritto e con le braccia sui fianchi.

- Il Verbo agisce tramite le mie mani…. Inginocchiatevi o voi tutti! Avete visto con che facilità mi libero dalle vostre fragili e mortali catene?…
- Ora basta!…
Si fece avanti Ted The Black Stapleton, un pericoloso fuorilegge che stava sconfinando in Messico.
- Qui dentro si beve!… Se vuoi farci la predica, prima sciacquati la bocca con questo!….
E gli tirò in faccia un bicchiere di whisky. Chester si ripulì rozzamente col dorso della mano.
- Fratello. Nella tua testa non albergano ne il bene e nemmeno il male…. C’è soltanto segatura…..
- Nessuno ha mai offeso Ted The Black Stapleton!… Sei morto!….
Stapleton estrasse la sua Colt e fece fuoco a ripetizione, ma i colpi rimbalzarono sulla ferrosa bibbia che Chester usò come scudo e ritornarono al mittente freddandolo.
Atterriti dagli eventi, tutti rimasero impietriti e Winkler in persona, riconsegnò le armi al predicatore.
- Forse tutti noi ci sbagliavamo. Forse tu puoi veramente farcela!….
Gli disse ammirato.
- Io non ho mai avuto dubbi!… In me alberga la forza dei dodici Apostoli uniti…
E dopo questa sconcertante frase uscì.

All’esterno, la notte continuava ad essere avvolta da un’oscurità immobile e impenetrabile. Improvvisamente un fulmine scoccò sopra il cimitero illuminando una sagoma indefinita che si aggirava tra le lapidi. Chester sapeva chi era quell’individuo. Impugnata la sua ferrosa bibbia se la portò al petto per infondersi forza.
- Io non ti temo spirito maligno!….. Arrivo!…
E balzato su un cavallo, galoppò verso il cimitero lanciando apocalittici sermoni, contro tutte le creature malvagie dell’Universo.
- Questa notte il Demonio perirà, tagliato in due dalla mia parola!….
Andò avanti così fino al Campo Santo, dove vide, questa volta ben distinta, una nuova croce accanto ad una fossa appena scavata, con inciso rozzamente il suo nome.
- Decido io quando è giunta la mia ora!….
Afferrato il lazo agganciato alla sella, sradicò la croce e la trascinò fino alla chiesa.
- Questa partita finirà nella casa del Signore, e si giocherà secondo le mie regole…..
Disse tra se mentre, con la croce sottobraccio varcava la soglia del Sacro Edificio. Dentro, però, fu paralizzato da una visione inattesa, il becchino era già lì, in piedi vicino all’altare, e con le braccia rivolte verso l’alto reggeva le ampolle dell’incenso.
- Sacrilegio!…
Urlò Chester estraendo la pistola, ma il becchino, rapidissimo come sempre, l’aveva già avvolto in una nube grigiastra e irritante.
- Chesssster…..
Si sentì sibilare tra la nebbia.
- Dove sei dannata canaglia!….
Ruggì il predicatore agitando le sue braccia a casaccio.
- Sssono qui…..
A quelle parole, il predicatore si ritrovò con la testa immersa nell’acquasantiera, e la scheletrica mano del becchino gli impediva di riemergere.
- Muori cossi… Bevi!….
Sussurrò alle sue orecchie mentre le forze l’abbandonavano. Chester era ridotto allo stremo quando gli fu risparmiata la vita. Il becchino lo lasciò respirare carponi sul pavimento mentre gli legava dietro la schiena la croce che portava il suo nome, e poi, l’obbligò a rifarsi a piedi il tragitto che portava al cimitero. Gli abitanti di El Paso assistevano terrorizzati a quel disgustoso supplizio mentre, inciampando e rialzandosi goffamente, Chester portò a termine la sua tragica sfilata punitiva fino a raggiungere la fossa che l’attendeva. Solo allora, al predicatore fu concesso un istante di pace che egli utilizzò per pregare il cielo.
- Dio!… Tu hai visto con quanto impegno ti ho servito…. Liberami da questa croce…. Brucia….. Dammi un segno!….
- Con le preghiere non si cambia il desssstino Chessster….

Il becchino alzò le mani al cielo e un fulmine s’abbatté sul Predicatore, carbonizzandolo. Rotolato nella fossa fangosa, Chester ebbe ancora un sussulto e tentò di uscire, ma il terreno molliccio iniziò a risucchiarlo come la bocca spietata del diavolo, e dopo un ultimo, disperato gemito, scomparve per sempre.
- Ciao Chessster…. Salutami i vermi!…..

Scomparso il becchino, al Saloon si riprese a suonare e a far baldoria. Il Predicatore fu dimenticato e l’umile pretino scacciato, tornò per riprendere la sua missione.

Erano cose normali a El Paso.

Fine!

 

Nome autore
Note sull'autore
sito
e-mail
Paolo ACCORSI
Coautore del ciclo di racconti BILLY BON con Fabrizio TESINI

satok@tiscali.it

Torna all'inizio