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In Italia si cominciarono a vedere i primi soggetti solo alla fine degli anni venti, ma si deve aspettare il 1938 per avere un campione nato e allevato in Italia: Raoul di Ponente del conte Douglas Scotti che, tra gli italiani, è il primo allevatore di boxer con affisso.
Subito dopo il dott. Tomaso Bosi inizia ad allevare con affisso "della Val di Senio": potrà vantare innumerevoli campioni di grande importanza per l'allevamento italiano.
Nel 1941 l'allevamento "Virmar" di Mario Confalonieri darà un altro fondamentale contributo alla razza, anche grazie all'importazione di soggetti tedeschi, tra cui, importantissimo per la straordinaria discendenza che ha lasciato, Alf von Christofbald, nipote di Lustig von Dom.
Il 3 novembre del 1946 venne fondato il Boxer Club d'Italia che si impegno a far conoscere al pubblico la razza e ad orientare la selezione prestando attenzione tanto alla morfologia quanto al carattere.
Nel 1950 nacque l'Atibox (associazione tecnica internazionale del Boxer) che attuava severi controlli sui riproduttori per cercare di far raggiungere alla razza la massima uniformità.
Dal 1950 gli allevamenti italiani divennero sempre più numerosi così come accrebbe la popolarità del boxer.