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DATA: 24 giugno 1985

Personaggio: Francesco Cossiga

Dedichiamo questo piccolo spazio al Senatore a vita, F. Cossiga, che in questa data di dieciasette anni venne eletto, al primo scutinio, Capo dello Stato.

Cossiga verrà ricordato come il Presidente Picconatore.

 

LA STORIA

FRANCESCO COSSIGA nato a Sassari il 26 luglio 1928.
Laureatosi in giurisprudenza è professore incaricato di diritto costituzionale presso l'Università di Sassari. Partecipa all'attività dell'Azione Cattolica e della Fuci, si iscrive nel 1945 alla Democrazia cristiana e diviene segretario provinciale dal 1956 al 1958 e Capogruppo consiliare a Sassari fino al 1966.
Nel 1958 entra nel Consiglio nazionale del partito, eletto deputato per la Circoscrizione di Cagliari nel 1958 e nel 1963. In questi anni fa parte della Commissione Affari Costituzionali e della Giunta del Regolamento. È membro del Comitato direttivo del gruppo parlamentare e Sottosegretario alla Difesa nel III governo Moro (1966), carica che mantiene nel II governo Leone e nel I governo Rumor. Riconfermato deputato nella V e nella VI legislatura, è Ministro senza portafoglio per l'organizzazione amministrativa del IV governo Moro (1974). Rieletto deputato il 20 giugno 1976, è Ministro dell'Interno nel II e IV governo Andreotti; si dimette nel maggio del 1978 all'indomani dell'uccisione dell'onorevole Aldo Moro. Riconfermato deputato per la sesta volta il 3 giugno 1979 è Presidente della Commissione affari esteri della Camera. Il 4 agosto 1979 è a capo di un governo di coalizione formato da DC, PSDI e PLI e, dal 4 aprile 1980 al 18 ottobre dello stesso anno, di un secondo governo composto da DC, PSI e PRI. Nel 1983, senatore nel collegio di Tempio-Orieri, è eletto Presidente del Senato. Il 24 giugno 1985 è eletto al primo scrutinio Presidente della Repubblica. Presta giuramento e rivolge il suo messaggio al Parlamento il 3 luglio 1985. Si dimette dalla carica il 28 aprile 1992 ed è proclamato senatore a vita.

 

L'ULTIMA PICCONATA?

Ecco uno stralcio di una recente lettera di Cossiga al Presidente della Repubblica Ciampi:

"......Mi rivolgo a Lei, come senatore e uomo di diritto, io, non certo Lei! Non mi rivolgo a Lei come sarebbe più conveniente e giusto in una buona democrazia, da semplice cittadino, perché dei semplici cittadini, che sono il popolo vero della gente comune, Lei nulla sa e mai di essi ha sentito di far parte o si interessa, salvo che per farsi applaudire scompostamente con smodati sorrisi anche ai funerali, preferendo con la Sua Signora e con la Sua famiglia le barche dei ricchi industriali e le case di radical-chic, di cui Lei è uno dei tipici anche se “modesti” esemplari.

 ......E chiedo, e pretendo da cittadino e da membro del Parlamento, che Lei difenda pubblicamente il diritto di critica, quale garante dei diritti di libertà dei cittadini, il diritto di critica anche dura nei confronti dei magistrati, vuoi giudici vuoi soprattutto pubblici ministeri, ché in ogni Stato di diritto questi ultimi sono solo funzionari civili incaricati della pubblica accusa e non “unti del Signore”. E che difenda anche il diritto di criticare perfino le sentenze, che in uno Stato di diritto non sono accertamenti di “verità storiche ed etiche”, ma solo di “verità convenzionali”, anche necessarie per la certezza dei rapporti giuridici, che anche se ingiuste sono purtroppo necessarie, sono pur sempre però un valore per una società ordinata e che solo può vivere di libertà secondo leggi fondate su basi “civili” e non di diritto divino, naturale o positivo.

.......E questa energica presa di posizione avevo richiesto tramite alti funzionari della Sua Casa. Ero proprio curioso di sapere se Lei fosse un vero Capo dello Stato, come De Nicola, Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga e Scalfaro, o solo un moralmente poveruomo e ricchissimo pensionato, ex-Direttore Generale della Banca d’Italia, che in vita sua ebbe quattro insperate fortune: esser da me nominato a Governatore della Banca Centrale - contro l’ostilità della maggioranza degli esperti - , e solo perché la sapevo un buon uomo, una persona onesta, non certo un grande economista!; esser stato indi nominato Presidente del Consiglio dei Ministri, per crisi della politica e del Parlamento; e quindi perfino Ministro del Tesoro, forse come presumo per la catastrofica gestione della lira, che portò ad una svalutazione dei 14% e alla nostra uscita dallo SME! E infine Ella fu eletto per le beghe dei partiti, udite! udite!, presidente della Repubblica Italiana, e che dovrebbe passare alla Storia come successore, tra gli altri, cli Einaudi e Pertini: e se Lei Signor Presidente della Repubblica, non avrà un sussulto di dignità e coraggio, in un forte soprassalto di consapevolezza, Lei passerà alla Storia come il ‘Presidente Tentenna” o peggio! •"

 (1 giugno 2002)

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Aggiornato il: 03 luglio 2002