Difficilmente, il consiglio sarebbe potuto arrivare da una fonte piu' sorprendente. "Se qualcuno ti dice che gli OGM nutriranno il mondo", ha sostenuto Steve Smith, un dirigente della piu' grande societa' di biotecnologie al mondo, la Novartis, "digli che non e' cosi'. . . Per nutrire il mondo ci vogliono volonta' politiche e finanziarie, non c'entra la produzione e la distribuzione."
Il Sig. Smith stava dicendo una verita' che la maggior parte dei suoi colleghi nelle societa' biotecnologiche hanno negato per un lungo pezzo. Su un pianeta che sguazza nell'abbondanza, la gente muore di fame perche' ne' ha la terra su cui produrre il cibo ne' i soldi per comprarlo. Non c'e' dubbio che, come aumentera' la popolazione, il mondo dovra' crescere di piu' ma se questo compito e' lasciato alle grandi industrie ed alle grandi aziende, allora, senza tener conto della crescita, la gente diventera' progressivamente piu' affamata. Solo una ridistribuzione della terra e della ricchezza puo' salvare il mondo dalla fame di massa.
Ma in un particolare il Sig. Smith sbaglia. E', in parte, nei confronti della produzione. Una serie di notevoli esperimenti, ha mostrato che le tecniche di coltivazione, che la sua compagnia e molte altre hanno cercato di imporre al mondo, sono, in contraddizione con tutto quello al quale siamo stati portati a credere, in realta' meno produttive di alcuni dei metodi sviluppati dagli agricoltori tradizionali negli ultimi 10. 000 anni.
La scorsa settimana, la rivista Nature ha riportato i risultati di uno
dei piu' grandi esperimenti di agricoltura mai eseguiti. Un gruppo di
scienziati cinesi ha testato il principio chiave dell'attuale
coltivazione del riso (piantare una singola varieta', ad alta
tecnologia su centinaia di ettari) contrario ad una molto piu' vecchia
tecnica (piantare molte varieta' in un campo). Hanno trovato, tra lo
stupore dei coltivatori che sono stati martellati per anni dai
benefici della "monocoltura", che tornare al vecchio metodo portava ad
uno straordinario aumento del raccolto. Il "rice blast"-un fungo
devastante che normalmente richiede ripetute applicazioni di veleno
per contenerne la diffusione-era diminuito del 94%. I coltivatori che
avevano piantato un mix di varieta' sono stati in grado di interrompere
completamente l'uso del veleno, mentre hanno prodotto il 18% in piu' di
riso per acro di quanto producessero prima.
Un altro saggio, pubblicato su Nature due anni fa, mostro' che i raccolti di mais organico sono uguali ai raccolti di mais cresciuto con fertilizzanti e pesticidi, mentre la qualita' del terreno nei campi organici migliora decisamente. In esperimenti nello Hertfordshire, il grano coltivato con il concime ha prodotto rese piu' alte degli ultimi 150 anni del grano coltivato con sostanze nutrienti artificiali. Il professore Jules Pretty dell'Universita' dell'Essex ha mostrato come i coltivatori in India, Kenya, Brasile, Guatemala ed Honduras hanno raddoppiato o triplicato i loro raccolti passando a tecniche organiche o semi-organiche. Uno studio negli USA dimostra che piccole imprese agricole che coltivano una vasta scelta di piante possono rendere 10 volte di piu', in denaro per acro, di grandi imprese che coltivano singole varieta'. Cuba, forzata all'agricoltura organica dal blocco economico, ora ha scelto questa come linea guida, avendo scoperto che cio' migliora sia la produttivita' che la qualita' del suo raccolto.
La coltivazione hi-tech, in contrasto, sta diffondendo problemi sempre piu' seri. Quest'anno, la produzione alimentare in Punjab e Haryana, gli stati indiani a lungo celebrati come grandi storie ben riuscite di moderna coltivazione intensiva, per poco non e' crollata. Le nuove colture, che gli agricoltori sono stati spinti a coltivare, esigono molta piu' acqua e sostanze nutrienti delle vecchie con il risultato che, in molti luoghi, sia l'acqua dei pozzi che il terreno sono stati consumati. In altre parole, siamo stati ingannati. L'agricoltura tradizionale e' stata schiacciata in tutto il mondo non perche' e' meno produttiva della monocoltura ma perche' e', in alcuni aspetti, piu' produttiva. La coltivazione organica e' stata dipinta come un nemico del progresso per la semplice ragione che non puo' essere monopolizzata: puo' essere scelta da ogni agricoltore in ogni luogo, senza l'aiuto delle compagnie multinazionali. Sebbene sia piu' produttivo crescere piu' specie o piu' varieta' di piante in un campo, le compagnie biotech devono ridurre la diversita' allo scopo di fare soldi, lasciando gli agricoltori senza scelta se non quella di comprare i loro semi piu' vantaggiosi. Ecco perche' hanno speso gli ultimi 10 anni comprando istituti di crescita dei semi e sollecitando i governi a fare cio' che i nostri hanno fatto: vietare la vendita di ogni sementa che non sia stata ufficialmente-ed a caro prezzo-registrata ed approvata. Tutto cio' richiede una guerra di propaganda costante contro le tecniche sperimentate e verificate di coltura tradizionale, mentre le grandi compagnie ed i loro scienziati le liquidano come improduttive, semplici ed insicure. La verita', cosi' efficacemente taciuta che ora e' quasi impossibile crederle, e' che l'agricoltura organica e' la chiave per nutrire il mondo.
Fonte: The Manchester Guardian del 24 agosto 2000.