Commenti, valutazioni, discussioni dalla/sulla/per la società del XXI° secolo

QUANDO VENEZIA TENEVA ALLA SUA LAGUNA
di Giuseppe "Pino" Rosa Salva

Io Porto di Venezia... porto investimenti, innovazione, sviluppo, un mondo di servizi, occupazione...
Ma non posso dimenticare quali pesanti vincoli venivano imposti alle attività del porto ai tempi della Serenissima, per non compromettere l'equilibrio idraulico della laguna. Per non scavare le bocche di S. Nicolò, S. Erasmo, Treporti, si obbligavano i naviganti a scaricare parte del carico al “Pelo Rosso” o a farsi affiancare dai“camelli” e aspettare il “punto” dell'alta marea per entrare in laguna. Si preferiva ridurre l'efficienza dei traffici marittimi piuttosto che aumentare il rischio di “portare el mar in laguna”.

Dopo il 1660 la Repubblica incominciò a costruire “vascelli in linea o di primo rango, riducendone la carena a forma piatta per minorare l'immersione”. Piuttosto che scavare lungo il perimetro delle fondamenta, la Repubblica preferiva diminuire l'efficenza delle navi. Io, Porto sono responsabile di tutti i danni provocati alla laguna, a Venezia, alle isole, per aver voluto creare all'interno di uno dei bacini più delicati del mondo un grande porto petrolifero che richiede fondali 4-5 volte più profondi di quelli fissati dalla natura. La frequenza delle acque alte e basse, l'aumento della velocità delle correnti, l'erosione dei fondali, la scomparsa di velme, barene, intere isole, è (dovuta alla volontà di aumentare la profondità delle bocche di porto, per consentire l'accesso a navi sempre più grandi.

Chi ha permesso lo scavo del bacino di S. Marco, Canale della Giudecca, Vittorio Emanuele, Marghera, dai 4 ai 12 metri, mettendo a nudo le fondamenta dei monumentali edifici, rettificando i canali naturali, per facilitare il percorso delle navi dirette a Marghera? Dal dopoguerra i grafici dei mareografi denunciano l'aumento delle “ampiezze” che determinano livelli, spesso superiori a Marghera che a Venezia, mentre alla periferia della laguna si verificano ancora riduzioni del 30-50%. In nome di chi sono state fatte le sciagurate scelte di creare gli impianti industriali portuali? Economisti, affaristi, urbanisti veri e finti, professori, ricercatori — di incarichi — succedutisi allo sgoverno di Venezia, incapaci di guardare “al mar”, oltre la spiaggia e i Murazzi del Lido.

Incapaci di vedere le enormi petroliere e le decine di navi che aspettano il turno per entrare nella più vulnerabile laguna del mondo. Petroliere che potrebbero attraccare a un terminale “provvisorio” in attesa che vengano realizzate le opere prescritte dalla Legge Speciale 171/73 e dagli “Indirizzi Governativi” del 1975, parte integrante della legge. Un tempo le grandi navi da guerra e i transatlantici non entravano in laguna. Equipaggi e passeggeri venivano trasportati a terra con i mezzi di bordo, motoscafi o vaporini. Come si possono autorizzare mastodontiche navi crociera a transitare per il bacino San Marco e Canale della Giudecca? Non si può tacere il pericolo rappresentato dalla presenza in laguna di tali colossi, dal poco pescaggio ma da enormi superfici delle murate, in caso di forti venti, che portassero alla deriva una di queste città galleggianti.

Altro danno è provocato a ogni transito delle supernavi che dislocano 80-100.000 tonnellate d'acqua che infliggono un pesante “enteroclisma” alle viscere del sottosuolo e agli edifici. In piazza San Marco, quando le acque alte affiorano dai “gatoli”, si può osservare, all'avvicinarsi della nave, un lento risucchio, poi un innalzamento e la fuoriuscita dell'acqua e infine il ritorno al livello normale. Perché non creare un avamporto, fuori della bocca del Lido dove, a qualche chiometro dalla spiaggia, dove sono fondali sufficienti per le navi crociera, collegato con un viadotto, parallelo alla diga Sud, servito da mezzi per merci e passeggeri?

Liberata dal traffico delle petroliere e delle navi supercrociera, ridotte le profondità delle bocche di porto, aperte all'espansione delle maree valli da pesca e casse di colmata, la laguna in pochi anni riacquisterebbe l'equilibrio idrogeologico.

* Già Presidente della sezione di Italia nostra di Venezia


Interventi 4: Un bosco per Mestre e la terrafermaTerritorio veneto - Indicetorna suInterventi  6: Beghe veneto-friulane sulla societa' autostradale Autovie venete
Territorio veneto - Home page Territorio veneto - Indice Territorio veneto - Fonti scientifiche Territorio veneto - Istituzioni Territorio veneto - Media & ipermedia Territorio veneto - Eventi Territorio veneto - Biblioteche banche dati Territorio veneto - Comunita' virtuale Territorio veneto - Approdi Territorio veneto - Strumenti e ricerche Territorio veneto - Mail box
Questo piccolo sito e' stato visitato daterritorio veneto - visitatori utenti dal 1 gennaio 2001