Nello strenuo confronto che ci oppone civilmente e con nonviolenza a quel modello di societa' e di organizzazione del territorio che nel nome del profitto privato, violentemente distrugge ogni traccia dell'ambiente naturale e del paesaggio agrario da cui molti veneti hanno tratto le origini, continuiamo a fare ostinata controinformazione con il seguente intervento di due riconosciuti divulgatori naturalisti, perchè almeno si sappia quanto ci viene imposto di rinunciare con il pretesto della necessita' di rendere sicura la viabilità stradale perseguita realizzando un'opera devastante per la quale esistevano valide e piu' appropriate alternative .

AMBIENTE E NATURA DEI PALU’ DI S. VENDEMIANO

Note tecniche per una definizione dei valori ambientali e naturalistici

dell’area e delle sue unità geografico-paesaggistiche

Di Nadia Breda e Michele Zanetti

  1. Premessa
  2. L’ambiente, il paesaggio
  3. Le unità geografico-ambientali
  4. I caratteri e le emergenze naturalistiche
  5. La normativa nazionale e comunitaria di riferimento
  6. L’impatto distruttivo della A28
  7. Bibliografia essenziale
  8. Documentazione fotografica (in allestimento)

  1. Premessa
  2. L’area dei Palù non rappresenta una emergenza naturalistica di livello continentale: più precisamente essa non rappresenta soltanto un’emergenza naturalistica, in quanto i valori e le valenze che esprime sono dovuti alla mirabile sintesi (che si traduce in altrettanto mirabile equilibrio estetico, ecologico e produttivo) tra situazioni determinate dall’opera dell’uomo agricoltore e da esso governate e situazioni in cui la dotazione e le dinamiche bio-ecologiche sono dovute principalmente a fattori naturali.

    In questi stessi termini, l’area in oggetto rappresenta una testimonianza rara di compromesso ambientale ed ecologico che si traduce nell’equilibrio estetico di quello che viene da più autori descritto come il paesaggio della campagna veneta d’alta pianura.

    Un paesaggio che è sintesi di valori culturali, etnostorici e naturalistici e che costituisce un esempio irripetibile di compatibilità tra sfruttamento produttivo in sintonia con l’ambiente e conservazione della biodiversità; tra domesticazione della palude primigenia e conservazione del suo patrimonio biotico ed ecologico; tra conservazione della memoria e dei valori e continuità culturale.

    Un paesaggio che non appartiene al passato, ma al futuro, come si evince dalla normativa comunitaria degli ultimi decenni, tesa alla ricomposizione di equilibri agro-forestali ed idrogeologici che in questi luoghi non sono mai stati smarriti.

    Documentare i caratteri dell’ambiente e la dotazione naturalistica di questi luoghi e in particolare degli ambiti che conservano un alto livello di integrità, significa pertanto integrare le già cospicue ed esaustive testimonianze di carattere etnografico e culturale e completare un quadro d’insieme che esprime i propri elevatissimi valori proprio in relazione alla diversità delle sue componenti ed alla complessità delle relazioni che ne determinano la strettissima interdipendenza.

     

  3. L’ambiente, il paesaggio
  4. L’area genericamente indicata come "I Palu' di S. Vendemiano" si colloca in termini geografico amministrativi nel territorio dell’alta pianura orientale della provincia di Treviso e comprende superfici appartenenti ai comuni di S. Vendemiano, di S. Fior, di Codogné, di Orsago e di Godega S. Urbano.

    Si tratta di antichi terrazzi diluviali caratterizzati da dislivelli relativamente accentuati e formati da sedimento grossolano a ciottoli, alternato con depositi a lente di natura argilloso-limosa; il tutto ricoperto da uno strato edafico di antica origine forestale, che rende fertile l’area.

    Il fenomeno più rilevante in termini ambientali e la componente ambientale di maggior rilievo è comunque costituita dall’acqua. Copiose acque di natura sorgiva, dovute alla vicinanza delle dorsali prealpine, scorrono infatti in superficie, dopo essere emerse dal sottosuolo che ne risulta densamente permeato e che esprime per tale ragione la propria prevalente vocazione palustre.

    Questa stessa vocazione, del resto, ha determinato, con il relativo infrigidimento del suolo e la frequente impossibilità delle lavorazioni meccaniche dei suoli stessi, la particolare organizzazione fondiaria e produttiva dell’area. Organizzazione che resiste, spesso integralmente, alle pressioni socio-economiche dovute ai dilaganti processi di urbanizzazione residenziale o produttiva.

    La campagna dei Palu’ è, per questa ragione, una campagna tipicamente a misura d’uomo, caratterizzata da piccole proprietà fondiarie condotte direttamente e organizzate secondo il tradizionale modello produttivo che vede coesistere il seminativo annuale a rotazione, l’erbaio da sfalcio ed il vigneto. L’erbaio da sfalcio, ovvero le praterie da foraggio, occupano in particolare le superfici basse, permeate come tali da acque di scorrimento ipogeo e per questa ragione di elevata resa produttiva.

    Anche l’insediamento risente delle particolari caratteristiche e vocazioni palustri della campagna; le abitazioni non sono infatti disperse, secondo il modello dell’insediamento puntiforme sparso tipico delle aree di bassa pianura del Veneto, bensì raggruppate in "colmelli", spesso abitati da gente avente legami di parentela. La stessa soluzione di continuità che caratterizza l’insediamento determina la presenza di vaste superfici di campagna quasi del tutto priva di edifici: condizione assai rara nell’attuale ambiente rurale veneto, dove il processo di urbanizzazione ha distrutto pressoché completamente la trama storica del paesaggio agrario.

    Nell’area dei Palu’ la campagna risulta pertanto esprimere una situazione in antitesi con la monocoltura dominante nella bassa pianura e la complessità del paesaggio stesso si esprime innanzitutto mediante la presenza di un ricco e frammentato mosaico di colture.

    La trama del paesaggio agrario risulta disegnata dai ruscelli-scolina, dai ruscelli naturali e dai piccoli fiumi che solcano l’area con andamento reticolare. La dimensione media degli appezzamenti risulta generalmente ridotta, anche se negli ultimi decenni la tendenza all’accorpamento delle superfici ha cominciato a manifestarsi. Soprattutto il mosaico degli appezzamenti è segnato dalla presenza dei tipici elementi verticali del paesaggio agrario di pianura, costituiti dalle siepi, dalle siepi-alberate e dai filari arborei.

    Si tratta, in questo caso di un’autentica foresta reticolare, che chiude gli orizzonti visuali e favorisce un particolare microclima fresco-umido. Il binomio paesaggistico "prateria-alberata", in particolare, esprime situazioni di pregio estetico elevatissimo ed evidenzia il valore dell’area anche in termini di archeologia del paesaggio, ovvero di situazioni letteralmente assimilabili a paesaggi agrari di tipo medioevale, attualmente estinti nella devastata campagna del Veneto industrializzato.

    Non mancano tuttavia, accanto alle colture tradizionale, esempi di colture innovative, come certi impianti di vigneto o come le colture arboree specializzate a noce da legno che la stessa Comunità Europea ha incoraggiato mediante sovvenzioni.

    In ultima analisi una realtà, quella dei Palu’, in cui ambiente e paesaggio rappresentano due parametri paralleli, in stretta connessione funzionale e formale, secondo la consolidata tradizione dell’agricoltura veneta del passato, che proprio in questi anni sembra riproporre la validità del proprio modello ecocompatibile.

     

  5. Le unità geografico-ambientali

Le aree dotate di pregio ambientale, paesaggistico e naturalistico del Palù di S. Venedemiano, ovvero quelle che conservano un elevato livello di integrità, costituiscono un mosaico formato da superfici agro-fluviali contigue e disgiunte, di entità variabile tra alcune decine e qualche centinaio di ettari. Queste stesse sono costituite da tre macro unità: Le Sere, Le Sangole e I Palù, cui se ne affiancano altre, di minore superficie ma di pari importanza bio-ecologica, in qualche caso costituite dall’alveo e dalla fascia di sponda dei principali corsi d’acqua e dunque di configurazione lineare e nastriforme. Nello schema che segue sono riportate le unità territoriali che formano il complesso ambientale, con la superficie relativa e il comune di appartenenza.

 

Pos.

Denominazione

Sup. ha

Comune

1

Le Sere

50

S. Vendemmiano TV

2

Palù di S. Vendemiano

260

S. Vendemmiano TV

3

Le Sangole

200

S. Fior TV

4

Le Piane

40

Codogné TV

5

Sorgenti e ambito fluviale dell’Albina

7 e 2 km di fiume

Godega S. Urbano TV

6

Sorgenti del torrente Aralt

200

Orsago TV

7

Bar de Spin

40

Codogné TV

8

Ambito fluviale della Zigana

1.5 km

Godega S. Urbano TV

 

Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche delle tre unità principali sono documentate in sintesi nelle schede seguenti:

Le Sere

Superficie: 50 ettari circa - Proprietà: privata Comune di S. Vendemiano

Biotopo caratterizzato dal fenomeno della risorgenza dell'acqua e da una strutturazione paesaggistica di antiche origini, derivata da interventi esclusivamente agrari su un’area che presenta caratteri di zona umida. Non a caso la denominazione dialettale "Sère" è un fitonimo locale che indica piante del genere Typha sp..

Sono presenti polle di risorgiva di dimensioni interessanti, con portata d'acqua notevole e di ottima qualità. Le polle risorgive danno origine ad un complesso e fitto reticolo di ruscelli sinuosi e in alcuni punti profondamente incassati. Ai lati dei corsi principali si conservano spazi di prateria stabile ricca di elementi floristici interessanti. La struttura agraria è caratterizzata da parcellizzazione minuta, con campi che conservano una caratteristica forma bombata "a schiena d'asino", funzionale allo sgrondo delle acque, contornati da imponenti e ben conservate siepi-alberate che generano una struttura a campi chiusi senza soluzione di continuità.

La zona è racchiusa tra l'omonimo Vicolo Sère e Via Adige, che anticamente costituiva il confine tra Cosniga e Zoppé di S. Vendemiano. E' una zona dai caratteri accentuatamente conservativi, con accessi assai limitati costituiti da qualche carrareccia privata e priva di altre infrastrutture.

Punti di particolare interesse sono:

 


Palu' di S. Vendemiano

Superficie: 260 ettari circa - Proprietà: privata Comune di S. Vendemiano

Biotopo complesso, caratterizzato dalla tipica struttura dei palù e dalla presenza del fenomeno delle risorgive.

La zona si presenta come un'ampia isola notevolmente abbassata rispetto al circostante piano di campagna (dislivello percepibile anche a vista d'occhio), con strutturazione paesaggistica omogenea, senza soluzione di continuità sull’intero fronte visivo e priva di insediamenti di qualsiasi tipo. Le stesse strutture viarie si riducono ben presto a carrarecce bianche ed a viottoli che si perdono nella campagna formando un singolare labirinto.

La struttura agraria in molti punti presenta le caratteristiche dei campi chiusi, con fitto reticolo di siepi che insistono su un altrettanto fitto reticolo di corsi d'acqua in gran parte di risorgive, che si intersecano vicendevolmente. La portata d'acqua è mediamente elevata e si arricchisce procedendo verso sud-est, fino a raggiungere il massimo nella zona "Mulino di sopra", in comune di Codognè, effettivamente dotata di un mulino.

I campi sono spesso bombati, in qualche punto con elevature notevoli, che raggiungono anche i due metri sul piano di campagna. Si rinvengono campi surtumosi o torbosi. In alcuni punti si ritrova la caratteristica struttura della "piantata veneta" con viti maritata a gelsiin filare, alternati all’arativo. In altri punti le caratteristiche delle risorgive si fanno così evidenti da rendere l’area una vera e propria zona palustre.

Si segnalano alcuni punti salienti:

La storia dei palù è relativa alla sistemazione agraria di un'antica palude avviata dai monaci benedettini, bonificatori cistercensi presenti nella zona fin dall'Alto Medioevo, di cui gli archivi hanno tramandato preziose testimonianze. Alle proprietà dei benedettini si alternava la presenza imponente dei possedimenti collettivi comunali, conservatasi tale dal X° secolo fino al '700. Di questa particolare gestione esiste abbondante documentazione negli archivi, dalla quale risulta che i palù erano la parte più consistente di un grande latifondo di beni comunali superiore ai 1000 ettari, senza soluzione di continuità e visibile ancora in mappe del primo Ottocento. Di questo grande patrimonio storico-culturale i palù rappresentano attualmente una preziosa testimonianza d’ambiente, di paesaggio e di natura.

 


Le Sangole

Superficie: quasi 200 ettari - Proprietà: privata Comune di S. Fior

Biotopo complesso, di grande interesse paesaggistico e naturalistico, compreso tra i corsi d’acqua Ghebo (che oggi come nei secoli scorsi costituisce il confine tra S. Fior e S. Vendemiano) e Codoletto.

Si trovano notevoli praterie lungo il Ghebo, parallele a quelle dei Palù di S. Vendemiano, e conservatesi dai tempi dell'esistenza millenaria dei beni comunali. Alcune praterie conservano ancora la struttura tipica delle bonifiche manuali delle zone umide, con elevatura centrale del prato e scoline perimetrali per l'acqua, ricche di una interessante flora tipica dei prati umidi.

Ci sono notevoli fasce boscate, e un fitto reticolo di siepi di notevoli dimensioni che formano campi chiusi, spesso di piccole dimensioni, alternandosi con le ampie distese delle praterie. Terreno particolarmente surtumoso ed umido, dal caratteristico colore nero e rossiccio, da cui si dice provenire il nome locale della zona, appunto Sàngoe o "sangue", a causa di questa terra scura come il sangue.

Vi si rinviene una notevole fauna e flora tipiche delle zone umide e boscose, con buona presenza di rapaci e un fitto reticolo di piccoli corsi d'acqua.

Nella parte a nord e ad est si osservano scorci di notevole interesse paesaggistico, caratterizzati da campi a schiena d'asino, campi chiusi alberati, carrarecce e scoline popolate di erbe palustri.

 

  1. I caratteri e le emergenze naturalistiche

La naturalità dei Palù costituisce una preziosa sintesi delle biocenosi di tipo agroforestale e sorgivo tipiche dell’alta pianura del Veneto. La presenza contestuale di molteplici biotopi determina infatti una inedita ricchezza biotica e crea i presupposti affinché l’area assuma la valenza di autentica riserva biogenetica.

In particolare, i biotopi rappresentati nell’area risultano essere i seguenti:

  1. Biotopi agroforestali
  1. Biotopi acquatici e palustri

La dotazione floro-faunistica di ciascun biotopo costituisce una componente particolare della biodiversità dell’area, caratterizzata complessivamente da un livello elevato, anche se priva di elementi di particolare rarità, evidentemente incompatibili con l’agroecosistema di cui i Palù sono espressione.

Le presenze più significative rilevate nei biotopi a maggior dotazione risultano essere le seguenti:

- Siepe-alberata spontanea

FLORA ARBOREA ARBUSTIVA ERBACEA
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Salix alba

Salice bianco

F

 

2

Salix cinerea

Salice cinereo

Pf

 

3

Salix caprea

Salicone

R

 

4

Populus alba

Pioppo bianco

Pf

 

5

Populus nigra

Pioppo nero

Ff

 

6

Alnus glutinosa

Ontano nero

Ff

 

7

Platanus hybrida

Platano ibrido

Ff

 

8

Ulmus minor

Olmo campestre

F

 

9

Quercus robur

Farnia

Pf

 

10

Acer campestris

Acero campestre

F

 

11

Fraxinus ornus

Orniello

R

 

12

Robinia pseudacacia

Robinia

F

 

13

Morus alba

Gelso

F

 

14

Cornus sanguinea

sanguinella

F

 

15

Frangula alnus

Frangola

F

 

16

Rhamnus cathartica

Spin cervino

Pf

 

17

Sambucus nigra

Sambuco

F

 

18

Corylus avellana

Nocciolo

Pf

 

19

Euonymus europaeus

Fusaggine

Pf

 

20

Viburnum opulus

Pallon di maggio

F

 

21

Prunus spinosa

Prugnolo

Pf

 

22

Rosa canina

Rosa di macchia

Pf

 

23

Rubus ulmifolius

Rovo turchino

F

 

24

Rubus caesius

Rovo azzurro

F

 

25

Clematis vitalba

Vitalba

Pf

 

26

Clematis viticella

Viticella

F

 

27

Lonicera caprifolium

Caprifoglio

Pf

 

28

Lonicera japonica

Caprifoglio del Giappone

F

 

29

Hedera helix

Edera

F

 

30

Humulus lupulus

Luppolo

F

 

31

Anemone nemorosa

Anemone bianca

F

 

32

Valeriana officinalis

Valeriana

Ff

 

33

Glechoma hederacea

Falsa edera

Ff

 

34

Lamium maculatum

Falsa ortica

Pf

 

35

Lamium album

Falsa orica bianca

R

 

36

Viola reichenbachiana

Viola di Reichenbach

Pf

 

37

Solanum dulcamara

Dulcamara

F

 

38

Eupatorium cannabinum

Falsa canapa

F

 

39

Thalyctrum aquilegifolim

Pigamo a foglie di aquilegia

R

 

40

Parietaria officinalis

Parietaria

F

 

41

Euphorbia amygdaloides

Euforbia delle faggete

Rr

 

42

Polygonatum officinalis

Sigillo di Salomone maggiore

Pf

 

43

Oxalis fontana

Acetosella minore

F

 

44

Urtica dioica

Ortica

F

 

45

Campanula trachelium

Campanula selvatica

Pf

 

46

Galium aparine

Caglio asprello

F

 

47

Calystegia sepium

Convolvolo

Ff

 

48

Arctium lappa

Bardanna

F

 

49

Aster squamatus

Astro annuale

Pf

 

50

Ranunculus ficaria

Favagello

F

 

51

Symphytum officinalis

Consolida maggiore

F

 

52

Carex pendula

Carice pendula

Ff

 

53

Listera ovata

Listera maggiore

Rr

P

54

Silene alba

Silene bianca

Pf

 

55

Scrophularia auriculata

Scrofularia acquatica

R

 

56

Ruscus aculeatus

Pungitopo

R

P

57

Primula vulgaris

Primula comune

F

 

58

Vinca minor

Pervinca

Pf

 

59

Corydalis cava

Colombina cava

F

 

60

Alliaria petiolata

Alliaria

Pf

 

61

Cyrtomium fortunei

Felce falcata

Rr

 

62

Colchicum autumnale

Colchico

Pf

 
FAUNA SUPERIORE
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Hyla intermedia

Raganella

F

E P AD

2

Rana latastei

Rana di Lataste

Pf

E P AB AD

3

Rana dalmatina

Rana agile

Pf

P

4

Bufo bufo

Rospo comune

Pf

P

5

Podarcis muralis

Lucertola muraiola

Pf

AD

6

Anguis fragilis

Orbettino

F

 

7

Accipiter nisus

Sparviero

F

P

8

Pernis apivorus

Falco pecchiaiolo

Pf

P AI

9

Buteo buteo

Poiana

F

P

10

Picus viridis

Picchio verde

Ff

N P

11

Picoides major

Picchio rosso maggiore

F

N P

12

Jynx torquilla

Torcicollo

F

N P

13

Lascinia megarhynchos

Usignolo

Pf

N P

14

Muscicapa striata

Pigliamosche

Pf

N P

15

Cuculus canorus

Cuculo

F

N P

16

Columba palumbus

Colombaccio

Ff

N

17

Streptopelia decaocto

Tortora dal collare orientale

Ff

N P

18

Streptopelia turtur

Tortora selvatica

Pf

N

19

Turdus merula

Merlo

Ff

N

120

Turdus philomelos

Tordo sassello

F

 

21

Parus major

Cinciallegra

F

N P

22

Aegithalos caudatus

Codibugnolo

F

N P

23

Remiz pendulinus

Pendolino

R

P

24

Ficedula hypoleuca

Balia nera

F

P

25

Phylloscopus collybita

Luì piccolo

F

P

26

Tyto alba

Barbagianni

R

N P

27

Sturnus vulgaris

Storno

Ff

N

28

Lanius collurio

Averla piccola

Pf

N P AI

29

Garrulus glandarius

Ghiandaia

F

N

30

Pica pica

Gazza

Ff

N

31

Corvus corone cornix

Cornacchia grigia

Ff

N

32

Passer montanus

Passera mattugia

Ff

N

33

Serinus serinus

Verzellino

F

N P

34

Fringilla coelebs

Fringuello

F

N P

35

Carduelis chloris

Verdone

Ff

N P

36

Carduelis spinus

Lucherino

F

P

37

Emberiza cia

Zigolo muciatto

Pf

P

38

Phasianus colchicus

Fagiano

F

N

39

Erithacus rubecula

Pettirosso

Ff

P

40

Coccothraustes coccothraustes

Frosone

Pf

P

41

Troglodytes troglodytes

Scricciolo

Ff

P

42

Upupa epops

Upupa

R

N P

43

Oriolus oriolus

Rigogolo

Pf

N P

44

Scolopax rusticola

Beccaccia

Pf

 

45

Sorex araneus

Toporagno

F

 

46

Crocidura leucodon

Crocidura ventre bianco

Pf

 

47

Erinaceus europaeus

Riccio

Ff

 

48

Micromys minutus

Topolino delle risaie

F

 

49

Apodemus sylvaticus

Topo selvatico

F

 

50

Apodemus agrarius

Topo selvatico a dorso striato

Pf

 

51

Muscardinus avellanarius

Moscardino

R

AD

52

Martes foina

Faina

R

P

- Praterie umida e prato stabile

FLORA ERBACEA
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Ranunculus acris

Ranuncolo comune

F

 

2

Ranunculus reptans

Ranuncolo strisciante

F

 

3

Ranunculus bulbosus

Ranuncolo bulboso

F

 

4

Trifolium pratensis

Trifoglio pratense

Ff

 

5

Trifolium repens

Trifoglio strisciante

Ff

 

6

Lotus corniculatus

Ginestrino

F

 

7

Vicia cracca

Veccia

F

 

8

Plantago lanceolata

Piantaggine minore

F

 

9

Plantago major

Piantaggine maggiore

F

 

10

Prunella vulgaris

Prunella

F

 

11

Taraxacum officinalis

Dente di leone

F

 

12

Leucanthemum vulgare

Margherita tetraploide

F

 

13

Daucus carota

Carota selvatica

Ff

 

14

Achillea millefolium

Millefoglio

Ff

 

15

Centaurea bracteata

Fiordaliso bratteato

Ff

 

16

Cirsium oleraceum

Cardo giallastro

Pf

 

17

Salvia pratensis

Salvia di prato

F

 

18

Convulvulus reptans

Convolvolo strisciante

F

 

19

Scabiosa columbaria

Vedovina selvatica

F

 

20

Silene vulgaris

Silene rigonfia

F

 

21

Lychnis flos-cuculi

Fior di cuculo

R

 

22

Sanguisorba officinalis

Salvastrella maggiore

Pf

 

23

Asparagus tenuifolius

Asparago selvatico

Pf

 

24

Rumex obtusifolium

Romice comune

F

 

25

Galium album

Caglio bianco

Pf

 

26

Carex sylvatica

Carice delle selve

Pf

 

27

Setaria viridis

Setaria

Ff

 

28

Agropyron

Gramigna comune

F

 

29

Dactylis glomerata

Erba mazzolina

Pf

 

30

Lolium multiflorum

Loglio maggiore

Ff

 

31

Lolium perenne

Loglio comune

FF

 

32

Holcus lanatus

Bambagine pubescente

F

 

33

Veronica chamaedrys

Veronica comune

Pf

 

34

Ajuga reptans

Bugula

Pf

 
FAUNA SUPERIORE
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Rana dalmatina

Rana agile

Pf

P AD

2

Natrix natrix

Biscia d’acqua

F

 

3

Lacerta viridis

Ramarro

Pf

AD

4

Coronella austriaca

Colubro liscio

Pf

AD

5

Ardea cinerea

Airone cenerino

Pf

P

6

Falco tinnunculus

Gheppio

Pf

N P

7

Falco columbarius

Falco cuculo

F

P

8

Falco subbuteo

Lodolaio

R

P

9

Apus apus

Rondone

F

N P

10

Delichon urbica

Balestruccio

F

N P

11

Hirundo rustica

Rondine comune

F

N P

12

Coturnix coturnix

Quaglia

Pf

N

13

Turdus pilaris

Cesena

F

 

14

Anthus pratensis

Pispola

F

P

15

Alauda arvensis

Allodolo

F

N

16

Saxicola rubetra

Stiaccino

F

P

17

Saxicola torquata

Saltimpalo

F

N P

18

Athene noctua

Civetta

F

N P

19

Carduelis carduelis

Cardellino

F

N P

20

Crocidura suaveolens

Crocidura minore

Pf

 

21

Sorex arunci

Toporagno dell’Arvonchi

Pf

E

22

Talpa europaea

Talpa

F

 

23

Lepus europaeus

Lepre

F

 

24

Microtus savii

Arvicola del Savi

R

 

25

Mustela nivalis

Donnola

Pf

P

- Ruscello, fosso, scolina di risorgiva

FLORA ACQUATICA E PALUSTRE
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Callitriche stagnalis

Erba gamberaia

Ff

 

2

Potamogeton pusillus

Brasca palermitana

R

 

3

Potamogeton nodosus

Brasca nodosa

Pf

 

4

Potamogeton pectinatus

Brasca delle lagune

F

 

5

Lemna minor

Lenticchia d’acqua

F

 

6

Elodea canadensis

Peste d’acqua

Pf

 

7

Berula erecta

Sedanina

F

 

8

Nasturtium officinalis

Nasturzio

F

 

9

Myosotis scorpioides

Non ti scordar di me

F

 

10

Sparganium erectum

Coltellaccio maggiore

Ff

 

11

Alisma plantago aquatica

Mestolaccia

F

 

12

Veronica beccabunga

Veronica beccabunga

Pf

 

13

Hottonia palustris

Ottonia

R

 

14

Typha latifolia

Mazzasorda

Ff

P

15

Iris pseudacorus

Giaggiolo acquatico

F

 

16

Phragmites australis

Canna di palude

F

 

17

Lythrum salicaria

Salcerella

Ff

 

18

Scutellaria galericulata

Scutellaria palustre

R

 

19

Schoenoplectus lacustris

Lisca lacustre

R

 

20

Althea officinalis

Altea

F

 

21

Chara sp.

Alghe del genere Chara

F

 
FAUNA INFERIORE E SUPERIORE
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Austropotamobius pallipes ital.

Gambero di fiume

R

 

2

Cottus gobio

Scazzone

R

AB

3

Padogobius martensi

Ghiozzo padano

Pf

E

4

Gasterosteus aculeatus

Spinarello

F

 

5

Alburnus albidus

Alborella

F

AB

6

Rutilus erythriphthalmus

Triotto

F

 

7

Scardinius erythrophthalmus

Scardola

F

 

8

Cobitis taenia

Cobite comune

Pf

AB

9

Lampetra zanandreai

Lampreda padana

R

AB

10

Rana synk.esculenta

Rana verde

F

 

11

Triturus vulgaris

Tritone comune

Pf

P

12

Natrix tessellata

Biscia tessellata

F

AD

13

Emys orbicularis

Tartaruga palustre

F

P AB AD

14

Alcedo atthis

Martin pescatore

F

N P AI

15

Gallinula chloropus

Gallinella d’acqua

Ff

N

16

Anas platyrhynchos

Germano reale

F

N

17

Motacilla alba

Ballerina bianca

F

N P

18

Tringa glareola

Piro piro boschereccio

Pf

P

19

Tringa hypoleucos

Piro piro piccolo

F

P

20

Arvicola terrestris

Arvicola d’acqua

F

 

- Magnocariceto e polla sorgiva

FLORA IGROFILA
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Juncus bufonius

Giunco annuale

F

 

2

Cyperus glaber

Zigolo glabro

R

 

3

Cyperus fuscus

Zigolo nero

Pf

 

4

Carex elata

Carice

F

 

5

Carex palustris

Carice

FF

 

6

Lysimachia nummularia

Mazza d’oro minore

FF

 

7

Lysimachia vulgaris

Mazza d’oro comune

F

 

8

Molinia coerulea

Gramigna liscia

Pf

 
FAUNA SUPERIORE
Pos. Genere e specie Denominazione Freq. Note

1

Gallinago gallinago

Beccaccino

R

 

2

Anas querquedula

Marzaiola

Pf

 

3

Rallus aquaticus

Porciglione

R

 

4

Neomys anomalus

Toporagno d’acqua

R

 

 

Legenda delle note

Legenda della frequenza

 

 

  1. La normativa nazionale e comunitaria di riferimento
  2. Il patrimonio di biodiversità di cui è stata delineata la fisionomia si conferma come uno dei giacimenti più interessanti dell’alta pianura veneta, sia per la ricchezza che per la specificità, relative ambedue a situazioni ecosistemiche di tipo agrario, derivate dalla foresta mesofila e palustre ed espressione di sintesi di ambienti agrari di tipo colturale, forestale e prativo.

    Gli strumenti di tutela di questo stesso patrimonio risultano oggettivamente presenti nella normativa nazionale e regionale, ma anche e soprattutto nel dispositivo di norme comunitarie costituito dalle direttive Habitat e Uccelli, ambedue recepite dal Parlamento italiano.

    Con riferimento alla normativa nazionale ed agli aspetti faunistici, è nella legge 11 febbraio 1992, n° 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che si rinvengono norme applicabili alla realtà ambientale, biotica ed ecosistemica dell’area in oggetto. In particolare, all’art.1, comma 5 la legge recita "Le regioni e le province autonome, in attuazione delle citate direttive 79/409/CEE, 85/411/CEE e 91/244/CEE provvedono ad istituire lungo le rotte di migrazione dell’avifauna……zone di protezione finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione, conforme alle esigenze ecologiche, degli habitat interni a tali zone e ad essi limitrofi……". Ebbene, il sistema reticolare di siepi e di campi chiusi dei Palù costituiscono un’area particolarmente vocata alla sosta ed al transito migratorio dell’avifauna forestale e prativa minore; come tale l’area dovrebbe essere segnalata all’Istituto Nazionalee per la Fauna Selvatica al fine di essere inserita nell’elenco previsto dalla legge. All’art. 2 (oggetto della tutela) della stessa legge, inoltre, si legge: "….sono particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio, le seguenti specie:….b) Uccelli:…..tutte le specie di rapaci diurni (Accipitriformes e Falconiformes),….tutte le specie di rapaci notturni (Strigiformes)…c) tutte le altre specie che direttive comunitarie o convenzioni internazionali o apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri indicano come minacciate di estinzione…". Tra le specie di uccelli censite per l’area considerata figurano almeno tre specie di falconiformi, due di accipitridi e due di strigidi.

    Con riferimento alla normativa regionale il dispositivo la cui applicazione riguarda l’area dei Palù è quello relativo alla legge n° 53 del 1974 e successive modifiche e integrazioni (Norme per la tutela della flora spontanea e della fauna minore). Detta legge indica infatti le specie floristiche oggetto di tutela e tra queste sono comprese specie come Typha latifolia, Hottonia palustris, Polygonatum multiflorum, Listera ovata, etc., presenti nei biotopi dell’area in oggetto.

    La normativa comunitaria di riferimento, nel caso specifico riguarda le direttive seguenti: Direttiva del Consiglio 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici (79/409/CEE); Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.

    In particolare, nell’allegato I della Direttiva Uccelli sono elencate tre specie presenti e relativamente frequenti nell’area in oggetto: il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), il martin pescatore (Alcedo atthis) e l’averla piccola (Lanius collurio); due tra queste: il martin pescatore e l’averla piccola risultano inoltre nidificanti.

    Con riferimento alla Direttiva Habitat, nell’allegato I (A) "Tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione", sono indicati, al punto 3 "Habitat d’acqua dolce" 31. Acque stagnanti: 31.40 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentonica di Chara spp.; 32. Acque correnti: 32.60 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione di Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion. Al punto 6 "Formazioni erbose naturali e seminaturali" 65. Formazioni erbose mesofite: 65.10 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis). Ciascuno dei tre tipi di habitat citati è presente nell’area dei Palù, talvolta in misura ridotta o frammentata, ma significativa.

    Con riferimento agli aspetti faunistici della stessa direttiva, nell’allegato II (B) "Specie animali e vegetali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione", sono elencate le specie, la Emys orbicularis, Rana latastei, Lampetra zanandreai, Al burnus albidus, Cottus gobio e Cobitis tenia, la cui presenza è stata localmente accertata. Infine nell’allegato IV (D) "Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa", sono elencate le specie Muscardinus avellanarius, Emys orbicularis, Lacerta viridis, Podarcis muralis, Natrix tassellata, Coronella austriaca, Rana dalmatina, Rana latastei ed Hyla meridionalis la cui presenza è stata parimenti accertata nell’area in entità significative. (Queste stesse specie sono inoltre inserite negli allegati B e D al Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n° 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche").

     

  3. L’impatto distruttivo della A28
  4. Il tracciato autostradale previsto prevede l’attraversamento dell’area agraria in oggetto con orientamento est-ovest. Le conseguenze della nuova, grande infrastruttura sul fragile ambiente dei Palù sarebbero di portata devastante, con ripercussioni esiziali e irreversibili sul paesaggio, l’idrografia, l’assetto idrogeologico, le biocenosi descritte e gli antichi equilibri ecosistemici.

    La fascia di impatto diretto relativa al percorso autostradale e al suo sviluppo complessivo all’interno dell’area sensibile di cui sono stati descritti i caratteri ambientali, avrebbe una dimensione pari a decine di ettari.

    Assai più estesa apparirebbe la dimensione della superficie che dovrebbe subire l’impatto indotto (inquinamento acustico e chimico) determinato dall’intenso traffico automobilistico della arteria autostradale.

    Se a tutto questo si somma la prevedibile modifica degli strumenti urbanistici degli enti locali interessati alla presenza dell’arteria, a favore di nuovi insediamenti produttivi (zone industriali, artigianali, commerciali, etc.), si può facilmente dedurre che l’intera area dei Palù è destinata a scomparire definitivamente come tale.

    Prescindendo comunque da tali, scontate considerazioni, il solo dato relativo all’ecologia delle specie faunistiche di maggior interesse (elencate nella direttiva Habitat) indica conseguenze distruttive sulle popolazioni di vertebrati appartenenti alla ittiofauna (Pesci), alla erpetofauna (Anfibi, Rettili) ed alla teriofauna (Mammiferi) presente nell’area. L’autostrada costituisce infatti una barriera fisica invalicabile non soltanto per le centinaia e centinaia di specie di invertebrati del suolo, ma anche per gli anfibi, come la rana agile, la rana di Lataste e la raganella meridionale, per i rettili, come il ramarro e il colubro liscio, nonché per i mammiferi come i toporagno, le crocidure, i mustelidi e così via. Le popolazioni di tali specie che non venissero distrutte direttamente nel corso dei lavori di realizzazione dell’autostrada verrebbero in sostanza condannate ad un isolamento irreversibile, con conseguenze facilmente immaginabili.

    Anche l’impatto sulla flora, oltre a quello relativo all’ambiente ed alla fauna, sarebbe di portata notevolissima. Si pensi al tombinamento di lunghi tratti di piccoli corsi d’acqua, all’alterazione del microclima dei prati umidi, dovuto all’alterazione della rete idrografica; alla distruzione diretta degli stessi prati umidi e delle siepi-alberate o all’inquinamento idrico conseguente ai nuovi insediamenti.

    Un percorso alternativo, previsto e praticabile, eviterebbe pertanto costi elevatissimi di tipo ambientale, ecologico e naturalistico, che i bilanci economici della nuova arteria non considerano, ma che devono necessariamente essere considerati in un computo costi-benefici effettuato in un’ottica di respiro europeo anziché provinciale.

     

  5. Bibliografia essenziale

 

  1. Documentazione fotografica

(IN ALLESTIMENTO)

 


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