Commenti, valutazioni, discussioni dalla/sulla/per la società del XXI° secolo

Alcune note esplicative sulle nuove strategie regionali, nazionali e comunitarie per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchè della flora e della fauna selvatiche.

LE NUOVE FRONTIERE DELLA CONSERVAZIONE DELLA NATURA:
LA RETE NATURA 2000 NEL VENETO
di Giuseppe "Pino" Sartori

La “Rete Natura 2000” è promossa dal Consiglio delle Comunità Europee per mezzo della Direttiva 92/43 CEE ed è finalizzata alla salvaguardia della biodiversità.

L’obiettivo
E' la realizzazione di una rete ecologica europea idonea a garantire il mantenimento, e all’occorrenza il ripristino, di uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di ecosistemi naturali e degli habitat delle specie individuati dalla direttiva, nella rispettiva area di ripartizione naturale. Non mira alla creazione di nuove riserve naturali ma a conservare gli elementi naturalistici di pregio, a evitare interventi (anche esterni ai biotopi) capaci di produrre danni alle specie e agli habitat indicati dalla direttiva. Ciò non comporta il blocco di qualsiasi intervento, la creazione di nuove aree protette nel senso corrente della legislazione italiana (ad esempio, non è automatico il divieto di svolgere attività venatoria), ma la valorizzazione del patrimonio naturalistico presente nei diversi ambiti, con l’opportunità di ottenere risorse per progetti di sviluppo sostenibile-durevole, e la sua tutela con la preventiva valutazione di incidenza per la verifica degli effetti dei piani e progetti.

La struttura
La rete sarà costituita dall’insieme degli ambiti territoriali, denominati “zone speciali di conservazione”; questi ospitano gli habitat naturali e gli habitat delle specie di interesse comunitario, i quali conseguono alla valutazione in sede comunitaria dei SIC segnalati dagli stati membri, nel caso dell’Italia conseguentemente all’invio del programma Bioitaly. In essa sono comprese le zone di protezione speciale (ZPS) che gli Stati membri hanno individuato in attuazione di un’altra direttiva CEE, la 79/409 per la conservazione degli uccelli selvatici.

Il progetto BioItaly
In complesso interessa l’intero ambito territoriale nazionale con il fine di realizzare un sistema informativo territoriale delle aree di valenza naturalistica, anche nella prospettiva della redazione della rete Natura 2000; a livello nazionale attua la fase preliminare della Direttiva 92/43.

Il ruolo della Regione Veneto
Conseguentemente a una convenzione stipulata con il Ministero dell’Ambiente quale cofinanziatore del progetto unitamente alla CEE, La Regione Veneto ha coordinato la elaborazione dei dati per l’ambito territoriale di competenza e, dopo la prescritta validazione da parte di un gruppo di referenti scientifici specificamente incaricati, ha trasmesso la documentazione al Ministero dell’Ambiente nel novembre ’96. Gli stessi dati sono prodotti anche ai fini della realizzazione da parte del Ministero della Carta della Natura, quest’ultima in attuazione dell’art.3 della Legge 394/91 (“Legge quadro sulle aree protette”).

Le tutele
Si tenga presente che già con la trasmissione da parte del Ministero dell’Ambiente all’UE, nel dicembre 1997, della documentazione del programma Bioitaly, la direttiva CEE è da ritenere applicabile nelle parti che dispongono misure di tutela direttamente applicabili, ciò in applicazione del Trattato dell’Unione europea e delle direttive sopra indicate, ambedue emanati dal Consiglio europeo.

Tipologie di territori protetti
Gli ambiti territoriali individuati con BioItaly sono 207, suddivisi in tre categorie: i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) sono 156, i SIN (Siti di Importanza Nazionale) sono 15, i SIR (Siti di Importanza Regionale) 36. I soli SIC sono riferiti a Natura 2000, gli altri ambiti territoriali sono invece utilizzabili al livello nazionale per la predisposizione della Carta della Natura e delle conseguenti linee fondamentali per l’assetto del territorio che dal Ministero dovrebbero derivare (anche se finora non hanno ancora prodotto nulla). I SIN sono spesso adiacenti o prossimi ai SIC e contengono habitat di valore analogo; non è da escludere che a questi ultimi possano divenire assimilati e integrati, anche sollecitando ciò nel contesto della revisione dei SIC avviata dalla Regione o per effetto dei procedimenti di infrazione già avviati dalla CEE nei confronti del nostro Paese.

Le proposte della Regione Veneto
I 156 SIC individuati sono parzialmente interessati dalla deliberazione della G.R. n.4824 del 21.12.1998 (attuativa del DPR 357/97 che a sua volta recepisce la direttiva comunitaria per Natura 2000), la quale stabilisce che 17 divengono anche ZPS, ambiti territoriali che di fatto corrispondono ai parchi già presenti sul territorio regionale o ad aree del demanio regionale. Con la medesima deliberazione la Regione Veneto ha anche ritenuto validi soltanto 45 SIC, limitazione che però non è stata considerata accettabile dal Ministero e dalla CE. Per le carenze di questo provvedimento (e quello di altre Regioni italiane), è già stata attivata contro il nostro Governo, dalla Comunità Europea, la Procedura di Infrazione n.93/2165 per insufficiente designazione di ZPS ai sensi della Direttiva 79/409.Si consideri inoltre che sulla base dello studio del Birdlife International (la fonte conoscitiva della CE per i dati ornitologici di riferimento al fine della individuazione delle ZPS) che individua le IBA (Important Bird Areas), sono mancanti di questa classificazione ambiti territoriali che comprendono la Laguna di Venezia, Laguna di Caorle, Delta del Po, Ambiti fluviali del Reghena e del Lemene, limitandoci alle sole maggiori zone umide.

Incentivi e disincentivi
Più recenti provvedimenti della Regione Veneto hanno rivisto la precedente limitazione del numero dei SIC, anche per evitare la minaccia di taglio dei finanziamenti comunitari (nel complesso subordinati al rispetto della direttiva per la tutela della biodiversità quale componente essenziale degli indirizzi in materia di sviluppo sostenibile) oltre che di ulteriori procedure di infrazione delle norme comunitarie. La prima è la DGR n.1662 del 2.06.2001 che recepisce quanto emanato dal Ministero con DM 3.04.2000 per l’individuazione dei SIC proposti, per le ZPS già designate che rimangono invariate, e l’applicazione delle misure per evitare il loro degrado quale la “valutazione di incidenza”.

Con tale atto amministrativo la Regione riconosce tutti gli ambiti territoriali classificati SIC dal programma Bioitaly, prescrive l’applicazione delle procedure vigenti in materia di VIA (se già prevista per alcune categorie di opere) o della valutazione di incidenza negli altri casi di progetti, piani e programmi che direttamente o indirettamente possono produrre alterazioni dei luoghi con effetti significativi per la conservazione di habitat e di specie di importanza comunitaria (vedi anche art.6 della direttiva 92/43 CEE e art. 5 del DPR357/1997).

Al precedente provvedimento si aggiunga il DOCUP per i finanziamenti comunitari di cui all’Obiettivo 2 (valido per i fondi strutturali del periodo 2000-2006), prodotto dalla Regione e approvato dalla CE con decisione n.2889 del 26.11.2001, che a pagina 13 impegna la Regione “… a garantire gli obiettivi di conservazione di cui alle direttive 92/43 CEE e 79/409 CEE per tutti i SIC individuati, le ZPS designate e le IBA oggetto della procedura di infrazione, e ad applicare la procedura della valutazione di incidenza …”. Il DOCUP è accompagnato dal Complemento di Programmazione approvato dalla Giunta regionale con DGR n.920 del 21.03.2000 e modificato e approvato dal Comitato di Sorveglianza il 12.12.2001, il quale non solo subordina i finanziamenti nei vari settori di intervento al rispetto della normativa fin qui considerata ma attribuisce priorità ai progetti favorevoli alla conservazione dei siti di interesse comunitario.

In quest’ultimo documento significativo appare, ai fini della modalità di gestione di detti fondi comunitari, il ruolo dell’”Autorità Ambientale”, designata dalla Giunta regionale con deliberazione n.137 del 26.01.2001 nel persona del Segretario regionale per l’Ambiente e i Lavori Pubblici.

Gli ultimi provvedimenti regionali sono la DGR n.3766 del 21.12.2001, che individua “quale autorità competente per l’attuazione nel Veneto della rete ecologica europea Natura 2000 il Segretario Regionale per il Territorio”, e la DGR n.4018 del 31.12.01 per il “Conferimento degli incarichi per la revisione dei proposti Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di protezione speciale”. La prima è finalizzata alla individuazione delle procedure e dei contenuti riguardanti la relazione di incidenza, il monitoraggio dei siti e le linee guida per la realizzazione dei loro piani di gestione; la seconda ha l’obiettivo di rivedere i perimetri dei siti per ovviare a errori o imprecisioni del progetto Bioitaly, oltre che per dare risposta alla richiesta CEE di nuova designazione di ZPS e alla connessa procedura di infrazione contro l’Italia.

Per quanto riguarda in particolare la valutazione di incidenza e le misure di conservazione vigenti per i siti della rete Natura 2000, si segnala il documento “La Gestione dei Siti della Rete Natura 2000 – Guida all’interpretazione dell’art.6 della direttiva «Habitat» 92/43 CEE “ reperibile anche all’indirizzo del sito internet della Commissione Europea sotto indicato.

Principali riferimenti normativi:

• Direttiva 92/43 del Consiglio CE;
• Direttiva 79/409 del Consiglio CE;
• tDPR n.357/97- Regolamento di attuazione della direttiva 92/43 CEE;
• DGR n.4824 del 21.12.98 – Designazione ZPS e segnalazione SIC
• DM 3.4.2000 - Elenco SIC e ZPS
• DGR n.1662 del 22.06.2001- Atti di indirizzo

Ulteriori informazioni sull’argomento è possibile reperirle sui seguenti siti Internet:

Ministero dell’Ambiente-SCN-La Rete Natura 2000;

Commissione Europea – DG Ambiente

Regione Veneto;

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