L'Aiab - Associazione italiana per l'agricoltura biologica e Greenpeace italia in collaborazione con la Rete dei gruppi di acquisto solidali hanno organizzato durante il SANA, la più importante Fiera italiana dell'agricoltura biologica, un seminario dal tema "GODO-Gruppi d'Offerta e Domanda Organizzata. Una rete nazionale per la vendita diretta". Sono intervenuti Andrea Ferrante Vice Presidente AIAB Andrea Saroldi autore del libro "Gruppi di acquisto solidali" - GAS, Marco Manzardo del GAS di Bassano del Grappa e Luca Colombo Responsabile campagna OGM Greenpeace Italia, Mario Cavani di Banca popolare Etica.
Il seminario è stato ideato per mettere insieme intorno al tavolo, realtà a volte lontane, ma che hanno obiettivi assolutamente coincidenti. La prima impressione positiva infatti è stata la consapevolezza che pur con linguaggi diversi e storie diverse alle spalle, si parlava e si volevano fare azioni assolutamente coincidenti. I produttori biologici si sono orientati sempre con maggiore interesse verso la vendita diretta: un rapporto diretto con i consumatori che è volutamente cercato per comunicare la storia, la fatica e la qualità che stanno dietro ai cibi che si vendono. La vendita diretta è vista non solo come occasione commerciale, ma soprattutto per garantire la qualità, accorciare il ciclo del prodotto, rispondere alla voglia del consumatore di sapere cosa mangia e da chi viene coltivato, trasformato e/o allevato.
Il concetto di tracciabiltà che viene più volte menzionato come panacea dei problemi della sicurezza alimentare, nella vendita diretta si incontra con il concetto di comunanza di interessi solidali che hanno produttori e consumatori. Si condivide un modello di sviluppo, il biologico non solo come prodotto dalle indubbie caratteristiche salutistiche, ma come espressione di un modello di sviluppo condiviso da chi produce e da chi consuma. Un modello che mette al centro la difesa del territorio, la valorizzazione della biodiversità, la valorizzazione della cultura locale, l'uomo, la sostenibilità ambientale basata sul mantenimento/aumento della fertilità del suolo e la conseguente diminuzione dell'emissione di CO2 ed aumento del suo assorbimento. E' fondamentale questa condivisone sul modello di sviluppo anche perché sono i consumatori, tutti, a mantenere oggi il sistema agro-alimentare europeo tramite la Politica agricola Comunitaria (PAC) che assorbe, da sola, la metà dell'intero bilancio dell'Unione Europea. Proprio su questo fronte più forte va stretta l'alleanza fra produttori e consumatori per lavorare affinché la revisione della PAC premi questo modello di sviluppo e la smetta di sostenere la rendita fondiaria, o peggio, i grandi esportatori che fanno dumping a livello internazionale con i cereali, il latte ed i suoi derivati ottenuti a basso costo.
Autorganizzazione ed aggregazione sono le due parole fondamentali che i produttori ed i consumatori utilizzano per avviare un processo sostenibile economicamente, socialmente ed ecologicamente. Il progetto GODO vuole offrire un'alternativa ad un sistema di distribuzione spesso appiattente e iniquo: cerca di avvicinare gruppi di produttori virtuosi a gruppi di consumatori associati, preferibilmente sulla base di un circuito locale di produzione e consumo.
I Gruppi di acquisto solidali (GAS) rappresentano oggi la formula più originale di associazionismo per una scelta più che consapevole dei propri consumi. I GAS possono avere le forme più varie, ad alta, media o bassa organizzazione interna. Il livello di organizzazione è sempre determinato dalla storia con cui nasce il singolo gruppo e non si può definire un modello. Quello che è sicuro, è che si può fare e che il modello organizzativo risponde alle esigenze/disponibilità dei componenti del gruppo. I GAS si incontrano e si scambiano una notevole mole di informazione tanto da poter essere considerata una vera e propria rete di informazione. Il momento centrale di questo scambio avviene in primavera nel convegno annuale. I GAS sono partiti dall'esperienza di scegliere consapevolmente con quali produttori avere a che fare. Le caratteristiche di questi produttori erano facilmente individuabili: piccoli, locali ed i cui metodi sociali ed ambientali erano condivisi. Un passaggio successivo è stata l'esperienza promossa da alcuni Gas di facilitare la creazione di una filiera locale mettendo in contatto i produttori, si sono così sviluppati dei circuiti locali di produzione e consumo. Il passo successivo di riflessione è evidentemente un vero Progetto per il territorio. Dove al centro c'è un modello di sviluppo del territorio dove avvengono anche le transazioni commerciali che portano al singolo consumatore il prodotto. Un esempio può essere i Buoni ordinari Bovini (BOB) dove il gruppo/consumatore finanzia l'allevatore e può sapere sin dalla nascita l'alimentazione del vitello che potrà mangiare. In un progetto locale interviene tutti gli aspetti, la produzione bio, la finanza, etica, il turismo responsabile, il commercio equo e solidale.
Risulta evidente che l'interesse dei produttori e dei consumatori consapevoli sono assolutamente coincidenti ed oggi più che mai va stretta un forte alleanza che va tradotta certamente in uno stimolo ad avere incontri/riflessioni comuni sullo sviluppo locale. Dalla nascita di questa riflessione possono partire progetti locali di filiera, commercializzazione diretta ed un coretto protagonismo di tutti gli attori.
GODO vuole essere un programma dove si faciliti sempre più l'incontro della produzione con quella del consumo.Un incontro che possa portare a un nuovo modello di progettazione locale partecipativo con un nuovo modello economico che sviluppi e valorizzi i mercati locali. Questa risulterà di straordinaria importanza anche nel mezzogiorno dove troppe volte si sceglie la via obbligata della produzione legata all'export ambientale poco sostenibile socialmente difficile che crea una spaccatura nella comunità di chi produce e di chi consuma ed
economicamente dipendente dalle bizze dei mercati esteri
Conclusioni.
Oggi GODO può rappresentare un rafforzamento di una strategia che vede nell' impronta ecologica una via maestra per lo sviluppo locale e l'innovativa alleanza fra consumatori consapevoli e produttori biologici può portare frutti straordinari per un sano sviluppo locale. Strategicamente l'obiettivo a breve che ci dovrebbe vedere uniti è la Revisione della PAC in senso sostenibile che potrebbe veramente favorire un sviluppo locale sostenibile secondo quanto teorizzato dall'impronta
ecologica. Lavorare insieme su questo obiettivo significa poter dare risorse vere per un cambiamento radicale della gestione del territorio.