LIBERARSI

 

Il Drago è stato evocato, risvegliato dal sonno del mito, lo si è fatto aggirare tra i gas delle metropoli affinché fiammeggianti potessero stagliarsi le immagini dei nuovi San Giorgio rilucenti d'armi e di parole.
Il Drago di oggi si chiama Droga. Ma ovviamente, trattandosi di professionisti della menzogna, nessuno dice la verità: né i pretesi San Giorgio, né i molti untorelli, né gli specialisti d'ogni specialismo, né i terapeuti interessati, né i preti voraci d'anime, né i "liberals" illuminati dalla vanità, né, certo, i poliziotti, i giudici, gli avvocati, i giornalisti. Né i mafiosi e gli spacciatori. Nessuno dice: in verità siamo tutti amici del Drago, l'abbiamo costruito, imposto, prodotto e riprodotto, sceneggiato, è la merce per eccellenza, quella che tutte le contiene e le spiega, spiegandone i perversi meccanismi.
Nessuno dice: abbiamo gonfiato e arricchito le mafie perché Stato e Mafia devono vivere in simbiosi mutualistica, devono presupporsi ed alimentarsi a vicenda, rappresentarsi come Società, la Seconda Natura, per la maggior gloria del Dio-Capitale, della sua Merce, del suo Spettacolo.
Liberarsi dalla subordinazione alla droga, compresa quella ideologica e produttivistica, significa liberarsi dalla società mercantil-spettacolare. Liberarsi dalle Mafie è liberarsi dallo Stato. 
I Draghi e i San Giorgio stanno dalla stessa parte. Già solo questa ragione, e mille di più ne esistono, basterebbe per scegliere di stare dalla parte opposta: quella della sua liberazione.





INTORNO AL DRAGO - La droga e il suo spettacolo sociale QUEL RAMO DELL'AGO DI NARCO   ARTICOLO    LA DEVIANZA

 

 

L'inganno droga
di Don Andrea Gallo

Quel ramo dell'ago di Narco
di Riccardo D'Este

Il piacere e il male
Sesso, droga e filosofia
di Giulia Sissa

Intorno al Drago
La droga e il suo spettacolo sociale

a cura di Riccardo D'Este

Marihuana
Uno scandalo internazionale
di Guido Blumir

Mara come me
di Marco Salvia

Psicologia degli adolescenti e dei giovani
di Gerard Lutte











LA DROGA E IL SUO SPETTACOLO SOCIALE



PROIBIZIONISMO E ANTI-PROIBIZIONISMO


Proibizionismo e anti-proibizionismo sono le due facce della stessa moneta: quella del sistema che non cambia. Difficile è collocarsi oltre questa sterile antitesi.

Proibizionisti e anti-proibizionisti sono i veri protagonisti del carnevale sulla droga, del suo spettacolo sociale. I primi giurano che il carnevale non può essere che così, i secondi giurano che il carnevale non dovrebbe comunque esistere. Degli uni e degli altri non ne manca mai uno.

In una situazione travagliata da due morali: una maggioritaria, l’altra gruppuscolare, si direbbe che l’idea del PIACERE o GODIMENTO non lusinghi più nessuno. Al loro posto subentra la frigidità e l’impotenza…. 

Sciogliere l’interrogativo: “E’possibile intervenire nel carnevale con un carnevale non solo DI/VERSO ma DIF/FERENTE?” Col medesimo alibi rovesciato “Ma questi sono di quelli – Ma quelli sono di questi”, proibizionisti e anti-proibizionisti hanno liquidato a loro modo l’interrogativo: che le cose rimangano così come sono…

Il dovere dei proibizionisti, il dovere degli anti-proibizionisti è quello di identificarsi col proprio gruppo di appartenenza e col proprio acquisito atteggiamento. Virtù dell’integralismo vecchio e nuovo: “O SEI CON NOI, O SEI CONTRO DI NOI”. Morale e anti-morale si incontrano nel bollare il differente da sé. Entrambi giudicano prima sulle persone che sui fatti….

“BELLO COME SEMPRE” per i proibizionisti, “BRUTTO COME SEMPRE” per gli anti-proibizionisti: il carnevale continua. Per buona pace dell’organizzazione, dei primi e dei secondi non ne mancherà mai uno…

 

 



 

 

 






Taoagi