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YOU GET WHAT YOU GIVE
by Akira14 & Koibito8

Breve intro by Stella: Akira14 e Koibito8 si sono conosciute a Lucca Comics... una cosa tira l’altra, a un certo punto hanno deciso di scrivere questa fic “a quattro mani”. Koibito8 si occupa della coppia Hanamichi-Rukawa, mentre Akira14 di quella Sendo-Koshino... e adesso, a loro la parola!^__^

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YOU GET WHAT YOU GIVE
Parte 04
by Koibito8 & Akira14

Pairing: Ru-Hana e Sen/Kosh
Rating: PG13
Note: Bla … bla … bla … i personaggi non sono nostri (purtroppo) e non ci guadagniamo niente ad usarli.
Warning: linguaggio molto scurrile

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Hanamichi iniziò il suo racconto …

“Come ci siamo incontrati Kaede ed io penso che lo sappiano anche le pulci di questi due stupidi animali” disse il rossino indicando il cane di Kosh ed il gatto di Kaede.

“Incredibile, riesco ad essere geloso anche del gatto adesso!”

“Ci credo” rispose Sendoh “dedica più attenzioni a lui che a chiunque altro. Ed Hiroaki non è diverso, pensa che un pomeriggio, dopo essere tornato a casa, ho trovato Hiroaki che dormiva sul letto e Yago era sdraiato sopra di lui e …..”

“E che cosa? Perché sei arrossito?” chiese il rossino curioso.

“Non ci crederai ma a quella stupida creatura era venuto duro, s.. si… si voleva fare il mio ragazzo capisci? IL CANE!”

“Oh! A quanto pare allora siamo proprio tutti finocchi in questa casa, animali compresi!” rispose Hanamichi senza scomporsi.

“Perche? Anche il gatto..” chiese Sendoh puntando il dito verso l’animale che sentitosi chiamato in causa aveva iniziato a soffiare guardandoli con mal celata antipatia.

“Già, Kaede è così affezionato a Shadow che arriva addirittura a preoccuparsi delle necessità sessuali di quella bestia; un paio di volte alla settimana lo aiuta …come dire … a rilassarsi, ecco”

“Non ci posso credere” gli rispose Sendoh con un espressione tra lo stupefatto ed il disgustato.

“Kaede fa sesso con il gatto?” gli chiese

“Ma no! Che hai capito scemo, quando dicevo che lo aiuta a rilassarsi intendevo dire che lo porta a casa dei suoi genitori, anche loro hanno un gatto, maschio, ed i due …. Beh hai capito no!”

“E’ sempre meglio che con il tuo ragazzo però!” rispose Sendoh.

“Su questo non c’è dubbio, ma se potessi avere anche solo la metà delle attenzioni che riceve quel sacco di pulci mi potrei già considerare un uomo felice; invece a me toccano solo gli avanzi, come se fossi un sacco di immondizia.”

“Mi spieghi come hanno fatto due persone come voi a finire insieme? Non dovrei essere proprio io a chiederlo, vista la situazione, però penso che la vostra coppia sia assortita peggio della nostra."

“Bisogna essere uguali per capirsi ma bisogna essere diversi per amarsi, non è un pensiero mio l’ho letto da qualche parte, non ricordo dove, ed ho sempre pensato che si adattasse alla perfezione a noi due.” Disse Hanamichi.

“è vero, ma non hai ancora risposto alla mia domanda” gli fece notare Sendoh.

“Dai, dimmi chi ha fatto la prima mossa?”

“Kaede chi altro! Ed in un modo davvero difficile da dimenticare. Sebbene io mi fossi accorto di essere attratto da lui, non credo che sarei mai riuscito a dirglielo, è stato già molto difficile riuscire ad accettare la mia omosessualità figuriamoci.

Mi limitavo a guardarlo, a scuola, in palestra, nello spogliatoio, sotto la doccia” disse con un tono malizioso calcando sull’ultima affermazione.

“Però! Hai capito il nostro timido Hanamichi! Niente male per uno che arrossisce per niente. Ma poi, vai avanti, sono più curioso di una scimmia” chiese ancora Sendoh scherzando sul soprannome che molti avevano rifilato al suo amico.

“Cosa ha fatto Kaede da non poter essere dimenticato?”

“Mi ha quasi violentato” gli rispose.

“NANI?”  Urlò l’altro “Hanamichi starai scherzando spero.”

“Per niente, è successo dopo che sono tornato dalla clinica dove ho fatto la riabilitazione alla schiena. Per festeggiare i miei compagni hanno organizzato una festa a sorpresa in palestra.

Siamo andati avanti a festeggiare fino a tardi, ed eravamo tutti un po’ brilli. Haruko ha proposto di fare un gioco di cui ancora adesso non mi ricordo assolutamente nulla; e non ho mai avuto il coraggio di chiedere. L’unica cosa che ricordo è che Ryota, Kogure, ed io abbiamo perso e per punizione gli altri hanno deciso di farci fare uno spogliarello.

Ryota e Kogure che ballavano assieme è stato davvero uno spettacolo esilarante e molto buffo; e poi mi ricordo che io non avevo voglia di unirmi a loro,  d’accordo che avevo bevuto ma non ero ancora arrivato al punto di non riuscire a connettere. Ma non ci è voluto molto a farmi cambiare idea: è bastato fare leva sul mio ego, proprio Kaede ha detto che evidentemente sapevo di non essere all’altezza dei miei compagni, meno di dieci dopo stavo ballando con Riochin e Megane con solo i boxer addosso.”

“Accidenti” esclamò Sendoh “deve essere stato proprio uno spettacolo. E poi? Vai avanti.”

“Beh dopo il nostro show la serata si è praticamente conclusa. Akagi e Micchi hanno portato via Megane, mentre Yasuda e Shiozaki si sono occupati di Riochin.

Yohei ed i ragazzi hanno detto che si sarebbero occupati di me, invece quei quattro maledetti mi hanno solo portato nello spogliatoio, mi hanno adagiato su una panca e mi hanno lasciato lì a dormire; così mi sono ritrovato intrappolato nella ragnatela che il super arrapato volpino aveva intessuto apposta per me.

“Ma i tuoi amici sapevano cosa aveva intenzione di fare Rukawa?” chiese la testa a punta.

“Ovviamente no! Yohei non glielo avrebbe mai permesso se avesse saputo, è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. Come tutti gli altri, pensavano che se ne fosse andato, e dato che loro non avevano voglia di portarmi in spalle mi hanno lasciato a dormire nello spogliatoio; ignari dei fatto che Kaede non era andato via davvero. E questo è tutto, se pensi che abbia intenzione di darti ulteriori dettagli sei in errore. Usa la fantasia se vuoi, ma non ho proprio voglia di raccontarti cose così intime e personali.” Finì di dire il rossino.

“Di dettagli me ne hai dati a sufficienza, io non avrò nove in matematica come te, ma sono perfettamente in grado di fare 2+2” gli rispose l’amico, la cui mente stava già lavorando freneticamente …….

- NELLA MENTE DI SENDOH -

R: “svegliati   do’hao”  scuotendo  Hanamichi  “Ho altri  progetti  per te  questa  notte  e lasciarti dormire non rientra tra questi.

H: “grrr. Kitsune” aprendo gli occhi “Che diavolo vuoi? Lasciami in pace.”  Tornando a dormire

R: “Hn. NO” infilando le mani tra i boxer del povero Hanamichi

H:  “Aaaaah! Kitsune c.. c… che st… stai facendo?” spalancando gli occhi per la sorpresa

R: “Tu cosa pensi? Sto cercando di svegliarti idiota!”

H: “P… perché?”

R: “Perché  ho  intenzione  di  fotterti. Fino  allo  sfinimento. Non ti  darò  pace fino a domattina, quando sarò  obbligato  a smettere  perché gli  altri  studenti torneranno a  scuola.  Hn, avevo detto ad Akagi che era meglio fare la festa di venerdì, avrei avuto più tempo”

H: “SEI FORSE  IMPAZZITO?  LASCIAMI  SUBITO  BRUTTO  PERVERTITO.  IO NON TI VOGLIO. LASCIAMIIIIIII.”

R: “Non mi vuoi? Ma se mi mangi con gli occhi! Anche adesso lo stai facendo…   Ed anche io ti voglio, TI VOGLIO e non ti lascerò andare prima di aver messo in atto ciò che ho in mente. Che ti piaccia o meno tu farai quello che dico io.”

H: “Bastardo, nel caso non lo sapessi quello che hai intenzione di fare si chiama stupro”

R: “No, se tu non farai resistenza (baciando il collo di Hanamichi)….. lasciati andare e proverai il piacere più grande di tutta la tua vita.”

H: “Dio kitsune (inarcando la schiena sotto l’attacco dei baci di Rukawa) … smettila, …io”

 

“Hei Sendoh sei ancora in questa stanza o ti sei incantato?” chiese il rossino all’amico seduto vicino a lui

“Scusami Hanamichi mi sono distratto” gli rispose senza nascondere uno dei suoi leggendari sorrisi “sciupafemmine”.

“Credo sia meglio non chiederti a cosa stavi pensando….

Allora vuoi che continui o preferisci perderti di nuovo nei tuoi pensieri?”

“Ma no Hanamichi figurati, vai pure avanti ti ascolto”

“Vedi quello che stavo cercando di dirti è che il rapporto tra me e Kaede è sempre stato così: lui decide cosa, come, quando, dove e perché.

Forse era l’amore che provavo nei suoi confronti a rendermi così cieco, a farmi accettare sempre tutto; ma ora sono stanco non posso permettergli di continuare a calpestarmi come uno zerbino, se non faccio qualcosa subito, se continuo a lasciar correre sarà troppo tardi per poter recuperare qualcosa nel nostro rapporto. Sempre se c’è ancora qualcosa da recuperare”

“E che dire poi del fatto che disprezza mio nonno,  non riesce a fare a meno di parlare male di lui ed io proprio non lo sopporto.  Quello che sono, quello che sono diventato è solo merito suo. E’ stato lui con i suoi consigli e la sua saggezza ad indicarmi sempre la strada giusta da seguire; a farmi capire ciò che è giusto.

Quando si è ancora bambini difficilmente si hanno dei principi, ma si hanno comunque dei modelli da seguire, reali o astratti, come ad esempio gli eroi della televisione. Io adoravo tutti gli eroi dei manga o degli anime, volevo diventare come loro da grande. Forse è per questo che non mi sono mai tirato indietro quando c’era da fare a botte: volevo di mostrare di essere forte, che non avevo paura di niente e di nessuno.

Poi un giorno tornando dal supermercato con mio nonno,  un ragazzo con un coltello ci ha fermato e ci ha imposto di consegnargli tutti i soldi che avevamo. Mio nonno si è rifiutato di obbedire, io ero preoccupato per lui, pensavo che avrebbe potuto fargli del male solo per portargli via i pochi jen che ci erano rimasti dopo aver fatto la spesa. Quel ragazzo non era certo una di quelle persone che rubano per fame, era un vero e proprio criminale, anche se doveva avere solo sei o sette anni più di me.

Quello che più mi ha colpito è il fatto che mio nonno gli si è avvicinato, e usando solo le parole è riuscito a farsi consegnare il coltello. Ho visto quel ragazzo arrendersi alle parole di un vecchio che non conosceva e a cui solo qualche istante prima voleva fare del male. Non ci crederai ma meno di un’ora dopo quel ragazzo era seduto nel salotto di casa del nonno davanti ad una tazza di te; proprio come noi due adesso; e ci raccontava la sua storia.”

“Accidenti! Tuo nonno deve essere davvero una persona in gamba.”

“Si è vero, ma non ti ho raccontato questa storia per tessere le lodi mio nonno; ma perché da quel giorno sono cambiato anche io.

Il nonno mi diceva sempre che non dovevo usare la violenza senza motivo; la violenza porta altra violenza, l’odio altro odio, mi ha sempre detto che io  guardavo le persone che mi stavano di fronte solo con gli occhi. Mentre invece non avrei dovuto limitarmi a “guardare”, dovevo anche “vedere” le persone che mi stavano di fronte anche con il cuore.

Non ci sono mai riuscito prima, e ancora adesso non ci riesco quasi mai.

Lui aveva invece aveva capito che era ancora possibile recuperare Hidetoshi. Il nonno non lo  ha denunciato, anzi gli ha dato una mano. Poco meno di due anni fa,  lui e la sua ragazza hanno deciso di sposarsi, e siccome Midori non aveva più rapporti con la sua famiglia da anni, ha chiesto al nonno di accompagnarla all’altare; perché in pochi mesi lui è riuscito ad insegnarle molto più del suo stesso padre in tanti anni.

Ogni sabato vanno a trovarlo, la loro famiglia è anche cresciuta, dopo la primogenita  Rika, che adesso ha 18 mesi ed è la mia figlioccia, è arrivato Keishi; i bambini lo chiamano nonno e Midori, dopo un primo momento di imbarazzo, lo chiama papà perché dice sempre che è così che considera, suo padre.” Terminò di raccontare Hanamichi.

“Davvero notevole! Mi piacerebbe conoscere tuo nonno Hanamichi.”

“Non c’è problema, mentre tornavo a casa stavo giusto pensando di andare a trovarlo. Puoi venire con me se ne hai voglia, contavo di andarci domani dopo la amichevole; e da un po’ che non ci vado, mi sento ancora in imbarazzo dopo l’ultima volta…. Hidetoshi e Midori hanno chiesto a Kaede di fare da padrino per il loro secondogenito. Visto che non hanno rapporti con le loro famiglie, che io ho già battezzato Rika e che noi due stiamo insieme, hanno pensato che fosse una buona idea…. Lo pensavamo tutti, per essere precisi.

Tutti tranne Kaede, che gli ha risposto di non avere tempo per certe cazzate e non poteva certo sprecare una giornata di allenamento per degli sconosciuti di cui non gli fregava un cazzo. È stato davvero umiliante, se mi avesse preso a pugni mi avrebbe fatto sicuramente meno male. E per la prima volta ho visto negli occhi di mio nonno tristezza, disappunto e rabbia. Ma non ha reagito come avrei fatto io, anche se lo avrei voluto davvero.”

“E cosa ha fatto?” chiese Sendoh sempre più intrigato dalla storia di Hanamichi.

“Con molta calma ha chiesto a Kaede di andarsene da casa sua, e di non ritornarci fino a che non fosse stato pronto a fare le sue scuse per il suo comportamento.

Da allora, sono passate più o meno tre settimane, non ho più avuto il coraggio di presentarmi alla sua porta; tanta è la vergogna che ho provato per il comportamento di Kaede” finì di dire Hanamichi con gli occhi di nuovo pieni di lacrime.

“Scusami ma non ho voglia di continuare a parlare adesso” terminò singhiozzando.

Sendoh gli si avvicinò posandogli un braccio intorno alle spalle, come a volerlo consolare silenziosamente, sembrava un cucciolo abbandonato in preda alla disperazione, ed Hanamichi posò la testa sulla sua spalla, bisognoso e grato all’amico per quel conforto di cui sentiva una disperata necessità.

Dopo qualche minuto di silenzio il ragazzo più alto iniziò a raccontare.

" Pensa, Hana-kun, io e Hiroaki ci conosciamo da quasi quattordici anni. Ero in classe con lui in 1° elementare e seppure i nostri caratteri erano già a quel tempo diametralmente opposti, facemmo amicizia subito, come due poli opposti che si attraggono. Probabilmente perchè allora ci sentivamo attratti da ciò che mancava alle nostre personalità.

Io non avevo la forza d'animo, la testardaggine che ti spinge a tentare in qualsiasi modo, a qualsiasi costo, di raggiungere i tuoi obiettivi. Lui invece difettava, e difetta ancora, della spensieratezza e della mia serafica tranquillità.

Da come si sono evolute le cose, cioè da come tu mi vedi adesso, non posso che ringraziare di aver incontrato Hiroaki, perchè la sua amicizia è la cosa più bella che mi sia mai stata concessa dalla vita. Peccato che lui non la pensi come me. Non sono stato altro che un peso, per lui, in tutti questi anni.

E ciò che mi fa più male, e che in questa storia non sto perdendo solo il mio amante ma soprattutto il migliore amico.

Tornando al mio racconto, mi sono innamorato di lui cinque anni fa, o almeno quello è stato il momento in cui mi sono accorto di volergli bene, ma in modo più profondo di una semplice amicizia.

Alla fioritura dei ciliegi, che inaugurava il nostro primo anno di superiori, scorsi il suo viso in lontananza. Dopo essermi trasferito da Tokyo a Kanagawa, non pensavo che lo avrei rincontrato ancora. Ci eravamo persi, ma adesso eravamo di nuovo insieme.

Non puoi immaginare che salti di gioia feci, nel constatare che avremmo frequentato la stessa classe. A quel tempo, la sua riservatezza e il suo carattere così pieno di spigoli non mi ferivano, semplicemente la mia autostima che allora si aggirava verso lo zero, mi faceva pensare che dovessi essere gentile e disponibile verso quelle poche persone che mi dimostravano un po’ di affetto.

Non sono mai stato una cima nei rapporti interpersonali, checchè ne dica la gente. Il mio sentimento per lui non era ancora radicato in me.  Anzi ero affascinato dalla sua impenetrabilità`, mentre io ero capace solamente di nascondere i miei problemi dietro un sorriso. Se lo abbracciavo e lui mi respingeva quasi come se avessi avuto la lebbra, non mi offendevo. Era fatto così. Era un lato del suo carattere, e gli volevo bene per quello che era, non per quello che mi aspettavo che fosse o diventasse.

La svolta è accaduta pochi giorni dopo che eravamo stati eliminati da voi nel campionato della prefettura. Ero ancora in preda a una crisi depressiva, quando Kosh suona alla porta, interrompendomi nel bel mezzo di un’ennesima autocritica distruttiva. Già ero arrabbiato perchè era appena andata via la luce, proprio nel momento in cui stavo per finire l’ultimo livello di Final Fantasy IX, a causa di un maledetto temporale, e quello scocciatore non mi faceva certo piacere.

Nell’aprire la porta, però rischiai di rimanerci secco.

Non aveva la divisa, ma indossava un paio di pantaloni attillati neri, e una maglietta bianca che, fradicia, lasciava ben poco all’immaginazione. Arrossii, mentre il mio basso ventre dimostrava tutto il suo apprezzamento nell’assistere a quello spettacolo. Sentivo bruciarmi perfino le orecchie E il mio respiro e il suo che mi rimbombavano nelle orecchie, mentre le mie mani, sudatissime, si torturavano l’un l’altra e il cuore minacciava di uscirmi da un momento all’altro dal petto.

<< Hai intenzione di farmi prendere una polmonite? Basta dirlo e torno un altro giorno, quando non sarai così impegnato da non prestarmi neanche attenzione.>>

La mia voce non usciva, la lingua mi si attorcigliava in bocca, e avevo la bocca che era sulla buona strada per diventare il deserto del Sahara. In più avevo la vaga sensazione che, andando avanti così, sarei passato per una pessima imitazione di un pesce palla.

<< Perchè sei qui Hiro-kun?>> Ero felice di aver messo finalmente insieme quelle quattro parole in croce.

<< Mi fai entrare o no Sendoh?>>

Regolare.

Non era cambiato di una virgola. Spostandomi malevolmente, lo feci passare e mi precipitai a velocità supersonica nella mia stanza, e dopo aver preso dei vestiti asciutti per lui, scesi per sapere che cosa lo aveva spinto a venire a casa mia.

Ma era già alla porta.

<< Ho preso il mio CD, grazie.>>

Non so bene perchè, forse perchè ero depresso, stressato, oppure perchè avevo compreso che per Hiro valevo meno di un soldo bucato, ma cominciai a piangere di riflesso. E man mano che continuavo, i singhiozzi si facevano più forti e intensi. Kosh deve essersi sentito in colpa, perchè mi venne incontro e mi abbracciò.

Fu il momento più bello della mia vita. L’unico in cui sentii realmente il suo affetto verso di me.

Non resistetti a lungo. Il mio abbraccio si fece più stretto, e gli feci sentire quali reazioni provocava al mio corpo lo stargli vicino.

<< A-Akira? SentiSe ho detto o fatto qualcosa che possa averti ferito, ti prego di perdonarmi. Non mi importa se non siamo riusciti a passare il turno, sai? Ma non ce la faccio a vederti così giù di morale Perchè ci tengo a te, più che a qualsiasi altra cosa nella mia esistenza.>>

Ti sembrerà impossibile, ma fu proprio quel che mi disse. Quelle furono le parole più dolci che mi abbia mai rivolto. Furono un elisir per me, in men che non si dica ritrovai tutto il mio brio. Presi il suo mento, e tenendolo stretto, lo baciai dolcemente sulle labbra.

Mi beccai il più forte calcio nelle palle di cui i miei coglioni abbiano memoria. E dire che gli avevo appena sfiorato le labbra. Ero ancora a terra che mi contorcevo, quando lo vidi chinarsi per vedere come stavo.

<< Ti sta bene! Hai rubato il mio primo bacio, senza nemmeno chiedermi il permesso! Che cosa ti è saltato in mente?"

Sempre gentile e disponibile come al solito.

<< Hiro-kun, IO TI AMO!>>

Rimase pensieroso per un momento, e poi sussurrò nel mio orecchio

<< Anch’io, ma dammi un po’ di tempo per pensarci, ok?>>

Poi lo sanno anche i muri come andò a finire.

Per andare a letto con lui dovetti fare i salti mortali, tanto che ancora mi sorprendo di esserci riuscito. La nostra sfortuna, probabilmente, fu la mia frenesia. Come sai, quando qualcosa arriva al suo apogeo, dopo è destinata a sbriciolarsi.

A innescare la distruzione, che ora vede i suoi frutti in questo triste racconto, fu un avvenimento accaduto più o meno due anni fa.

La sera del mio diciottesimo compleanno. Solo come un cane. A rimettere a posto la casa che lui, la sera prima, approfittando della mia assenza, aveva ridotto a un bordello dando una festa.

MA DICO SIAMO PAZZI? HAI COSI’  POCA CONSIDERAZIONE DI ME? ADESSO CI METTIAMO PURE A DARE FESTE A CASA D’ALTRI MENTRE IL PADRONE NON E’ NEPPURE PRESENTE! TI FOSSI ALMENO DEGNATO DI AUGURARMI BUON COMPLEANNO!

Lì per lì ci passai sopra. Ma lo dimenticò anche l’anno dopo. Per non parlare di S. Valentino.

In fondo a me serbavo un rancore che aveva l’odore del sangue rappreso. ( Fabrizio De Andrè)

E se ti dovessi raccontare per filo e per segno, tutte le angherie i soprusi, gli abusi psichici di cui sono stato vittima, a causa di quel bastardo aguzzino conosciuto come Hiroaki Koshino, beh ne nascerebbe una tragedia più lunga della Divina Commedia."

Calde lacrime solcavano il suo viso, e questa volta fu Sakuragi a prenderlo tra le braccia.

Circa due ore dopo, un giovane tanto bello quanto stronzo  infilava la chiave nella serratura di casa.

- Quell’idiota non è venuto in palestra per tutto il pomeriggio -

Ma lo attendeva un’amara sorpresa al suo rientro, non appena ebbe aperto la porta il suo sguardo si posò sulle due figure distese sul divano, teneramente abbracciate. Richiuse la porta e vi si appoggiò, sconvolto.

- Non è possibile, non posso aver visto quello che ho appena visto. Ho avuto un’allucinazione -

Riaprì la porta, convinto che questa volta la scena sarebbe stata diversa…. Ma non fu così. Richiuse la porta ancora più sconvolto e scivolò a terra prendendosi la testa tra le mani ed appoggiandola sulle ginocchia.

Nella sua mente solo una frase: <non è vero, è uno scherzo. Non è vero, è uno scherzo. Non è vero, è uno scherzo…> finchè non si addormentò in quella posizione.

Nel frattempo anche Kosh ritornò assonnato verso casa. La sessione di studio con Kogure era stata molto soddisfacente. Ora si sarebbe mangiato una bella cenetta cucinata da Akira, e sarebbe andato a dormire. E se Sendoh non gli aveva preparato niente? Beh, avrebbe mangiato nella mensa il giorno seguente.

Incontrò Kaede che dormiva sulla soglia di casa e dopo averlo svegliato, gli chiese il perché fosse ancora fuori all’ora di cena. A quanto pareva anche lui aveva litigato con il suo ragazzo.  Era più che evidente vista la sua espressione priva della sua consueta freddezza, il viso di un pallore quasi mortale e la mancanza di reazione quando lo aveva svegliato.

Aprì la porta lentamente, sentendo sotto pelle che c’era qualcosa che non andava. E ne ebbe la conferma non appena la aprì del tutto.

Il SUO Akira dormiva abbracciato a quella scimmia decerebrata.

Il suo ….

No….Non era possibile….

Koshino svenne per la prima volta in tutta la sua vita.

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