Alle 18.00 mi dicono che ci dovrebbe essere il soundcheck di Steve Hackett. Altri mi dicono che è stato già fatto, altri mi dicono che non ha bisogno di farlo. Sarà, ma alle 17.45 mentre inizia a cadere una leggera pioggerellina che interrompe le prove di Lindsay Kemp, da un taxi ai lati del palco vien fuori prima Billy Budis (a cui chiedo se ha portato merchandising, e mi dice di no), e poi dopo qualche minuto compare Steve e gli chiedo di farmi autografare le copertine dei cd...
La pioggia non lo fa salire sul palco. Allora decido di restare comunque nei dintorni, e così appena la pioggia smette, vedo salire sul palco Billy Budis per preparare le chitarre e gli effetti di Steve. Intorno restano ad osservare estasiati, i Garden Wall.
Il soundcheck dura solo 15 minuti. Steve dai primi tocchi si rende conto che l'acustica della piazza è buona e che il Service (di Roma) è ottimo, tanto è vero che esclamerà subito: "it sounds good". Per le altre piccole regolazioni dialoga col solito Billy che si è posizionato al mixer audio. Tra i due c'è un'intesa perfetta, e noto con curiosità che Billy in realtà è un factotum, fa quasi da servo a Steve che non sposta nemmeno le chitarre dal palco, tutti questi compiti sono lasciati a Billy che fa anche da guardia del corpo... infatti a fine soundcheck, nell'andare via verso l'hotel Fontecesia dove era l'alloggio dei due inglesi, li seguo a distanza (proprio per capire in quale albergo andassero) e vedo Billy che lascia entrare prima Steve e l'interprete, e poi lui per ultimo dopo essersi girato introno per l'ultima volta... incredibile... e dire che poi ci ha fatto le spese proprio il mio amico Paolo Noro...
Steve al soundcheck
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