La Dottoressa Federica Carlieri

Odontoiatra

Riceve Presso L' ambulatorio Polispecialistico Dental-Kappa

a Roma

Via Asinari di San Marzano, 23-25-27-29 - Roma  tel. 06-89010165 


 

MaterialiCompositi

  

MATERIALI COMPOSITI

 

Il primo materiale di otturazione estetico introdotto sin dagli inizi del novecento è stato il cemento al silicato costituito da fosfato di alluminio e gel di acido silicico derivati dalla reazione del silicato di alluminio con acido fosforico. Federica Carlieri       Dr. Roberto Rossi  

La causa dell'insuccesso di questo materiale è dipeso dal fatto che la solubilità nell'ambiente orale era altissima. Pertanto la chiusura marginale era inesistente con infiltrazioni batteriche e discromie. Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

Attualmente il miglior tipo di materiale estetico per conservativa sembra essere la resina composita.          Dr. Roberto Rossi  

 Che cosa si intende per resina composita. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Si definiscono resine composite particolari materiali formati dalla combinazione di un polimero sintetico con particelle organiche di natura ceramica. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

 Data la loro speciali caratterisiche, le resine composite vengono impiegate per la ricostruzione di  tutte le cavità di I II III IV  e  V classe.  

Inoltre le resine composite vengono utilizzate per :         Dr. Roberto Rossi  

Ricostruzione di incisivi fratturati; Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Ricopertura di difetti dello smalto;         Dr. Roberto Rossi  

Restauro di abrasioni cervicali;           Dr. Roberto Rossi  

Ricostruzione di denti anteriori malformati; Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

costruzioni di monconi per corone;           Dr. Roberto Rossi  

cementazione di attacchi diretti in ortodonzia:           Dr. Roberto Rossi  

Cementazione di mantenitori di spazio:           Dr. Roberto Rossi  

Fissaggio di denti paradontalmente indeboliti           Dr. Roberto Rossi  

Cementazione adesiva di intarsi in porcellana o in resina composita.Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

La maggior parte dei prodotti commerciali attuali sono composti da :           Dr. Roberto Rossi  

     Matrice                      (detta anche Resina di base) Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

     Agente legante         ( per migliorare l'adesione tra matrice e riempitivo)  Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

     Riempitivo                 (detto anche Rinforzante, Carica, Filler ) Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

         

Inoltre sono inserite delle altre sostanze che modificano le caratteristiche della matrice a seconda dell'uso che ne deve essere fatto e sono :  

      - Iniziatori (servono per innescare la fotopolimerizzazione ) Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

      - Inibitori            Dr. Roberto Rossi  

      - Acceleranti (servono per accelerare il tempo di polimerizzazione) Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

      - Ritardanti    (       "       "     Ritardare       "         "            "               )         Dr. Roberto Rossi  

 Matrice Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

La fase organica della maggior parte dei compositi oggi in commercio è costituita dal composto chimico sintetizzato da Bowen e conosciuto come " Resina di Bowen ". Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

        La resina di Bowen è composta da una successione di monomeri ognuno dei quali deriva da una reazione di sintesi tra :           Dr. Roberto Rossi  

 Bisfenolo A ( BIS) Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

e due molecole di          Dr. Roberto Rossi  

Glicidil Metacrilato (GMA). Federica Carlieri            Dr. Roberto Rossi  

Dalle iniziali dei sue due componenti è comunemente chiamato:  BIS - GMA. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

  Il monomero BIS-GMA è però notevolmente viscoso, e per questo viene generalmente diluito con diversi monomeri od oligomeri con basso peso molecolare in modo da raggiungere una adeguata fluidità e quindi ottenere un incorporazione migliore. Il diluente più usato è il EGDMA. Federica Carlieri dottore  ssa          Dr. Roberto Rossi  

 Nella matrici sono inoltre dispersi elementi organici aventi lo scopo di impartire ai materiali le più adatte tonalità di colore. Tra questi ricordiamo  l'ossido di titanio e gli ossidi di ferro.           Dr. Roberto Rossi  

Bonding  Federica Carlieri 

Il bonding è semplicemente del BIS - GMA reso liquido con l'aggiunta di solvente e serve per favorire l'adesione tra tessuti (smalto e dentina) e composito caricato, contengono  generalmente una quantità preponderante di EGDMA.           Dr. Roberto Rossi  

 Agente legante Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Serve a mantenere unito il BIS -GMA il materiale inorganico.  Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

La metodica più usuale, è l'impiego di un collante organico a base di silicio detto Silano, con il quale, vengono ricoperte le particelle inorganiche, in questo modo si realizza un ponte tra la matrice e il riempitivo. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Riempitivo rinforzante         Dr. Roberto Rossi  

La parte inorganica dei compositi, è formata da piccolissime particelle minerali incorporate nella matrice resinosa.           Dr. Roberto Rossi  

In base alla composizione chimica, alle dimensioni, alla quantità in peso del riempitivo inorganico rinforzante, le resine composite sono state classificate secondo questi criteri.  

 Resine composite convenzionali. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Le prime resine introdotte in odontoiatria conservativa il cui riempimento rinforzante, costituisce circa il 70 - 80% in peso, che dopo la polimerizzazione si riduce approssimativamente al 55% in volume, inglobato in circa il 45% di matrice organica.            Dr. Roberto Rossi  

Tali microparticelle hanno forma di scaglie, la cui dimensione media è di circa 10 - 12 nanometri. I materiali riempitivi        Dr. Roberto Rossi   (Sinonimi :carica,rinforzo,riempimento) più comunemente usati sono : quarzo, vetri, ceramiche, silicati di alluminio e litio. Federica Carlieri   

 Resine composite con microriempiti. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Costituite da microparticelle con dimensioni molto più piccole rispetto quelle presenti nelle resine convenzionali, che consentono una lucidatura del restauro, ottimale. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

La resina che funge da matrice in questi materiali, è analoga a quella delle resine composite tradizionali, mentre il riempitivo rinforzane, è costituito da particelle di silice colloidale, ottenute per pirolisi o per precipitazione. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Con questa tecnica si ottengono piccole sfere di dimensioni comprese tra 5 e 50 nanometri, di dimensioni inferiori a quelle della luce visibile che è di 400 - 520 nanometri. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

La concentrazione di questi invisibili riempitivi, non può superare il 10% in peso della massa del composito, notevolmente inferiore alla percentuale di quella delle resine composite tradizionali. Federica Carlieri            Dr. Roberto Rossi  

La principale caratteristica di queste resine è la lucidabilità che consente di ottenere  restauri dentali con superfici lisce e ben levigate. Sono indicate per i restauri di III IV e V classe. Sono soggette a notevoli ritiri dato la grande quantità di resina legante.           Dr. Roberto Rossi  

Complessi resinosi a base di microparticelle Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

Allo scopo di realizzare dei prodotti caricati con valori più elevati di microparticelle, sono stati creati diversi tipi di questi materiali, in pratica il composito risulta formato da una miscela di particelle pre polimerizzate con il monomero, matrice e silice colloidale. In questo modo il riempitivo, è di circa il 50% in peso del composito. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

 Resine composite con riempimento misto.         Dr. Roberto Rossi  

Il problema dell'alta viscosità delle resine composite microriempite è stato superato anche con l'introduzione di riempitivi misti o ibridi.Questo tipo di compositi sono analoghi, come composizione, alle resine composite tradizionali anche se le dimensioni medie delle particelle rinforzanti sono molto più piccole.           Dr. Roberto Rossi  

Ciò consente a questi compositi, definiti come RBC,(Resin Bonded Ceramic), Rdi raggiungere una percentuale di riempitivo di circa l'85% in peso (74% in volume), pertanto, il contenuto della matrice in resina BIS -GMA si riduce di circa il 15% in peso e del 26% in volume. L'aumento del rinforzante produce un materiale di proprietà meccaniche migliorate, la diminuita quantità di resina legante diminuisce al percentuale di retrazione durante la fase di polimerizzazione.  dot  toressa 

 POLIMERIZZAZIONE           Dr. Roberto Rossi  

La Polimerizzazione è una reazione a catena che produce, partendo da un monomero, ad un complesso macromolecolare.  

Il monomero BIS - GMA, è caratterizzato da due doppi legami C=C situati ciascuno ad una estremità della molecola, facenti parte cioè dei gruppi metacrilati. Federica Carlieri            Dr. Roberto Rossi  

La polimerizzazione, può avvenire in modalità differenti che sono :  

Attivazione fisica Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

Le resine composite attivate fisicamente, vengono fornite sotto forma di due componenti contenuti in due distinti recipienti. Ad esempio due paste o una pasta e un liquido.   

Attivazione chimica. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

I prodotti attivati fisicamente vengono forniti in una unica pasta, che contiene un iniziatore che si decompone se sottoposto all'azione della luce visibile di circa 400 - 520 nanometri.  

Caratteristiche fisico meccaniche Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

Le proprietà del polimero sono determinate in gran parte dal grado di estensione della polimerizzazione, cioè dalla quantità relativa dei doppi legami dei gruppi metacrilati impegnati nella reazione di polimerizzazione.           Dr. Roberto Rossi  

Per i compositi in commercio, questo varia dal 35 al 75%.         Dr. Roberto Rossi  

Nei sistemi fotoattivati, il grado di conversione diminuisce man mano che ci si allontana dalla fonte di luce, a causa dell'attenuazione dell'intensità luminosa che si perde nel passaggio attraverso il materiale. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

In altre parole, la parte più esterna del materiale composito a diretto contatto della luce, indurisce prima e di più rispetto le parti interne più lontane dalla fonte di luce e a cui la luce arriva attenuata come intensità dovendo superare gli strati di materiale interposto.           Dr. Roberto Rossi  

Nelle resine a polimerizzazione chimica, la reazione avviene uniformemente nella massa del materiale ed è indipendente dallo spessore dell'otturazione.           Dr. Roberto Rossi  

Ciononostante, il grado di conversione di questo tipo di compositi, è inferiore a quello delle foto polimerizzanti. Federica Carlieri    

E' stato osservato che il processo di polimerizzazione continua per un giorno dopo l'attivazione sia nei compositi foto polimerizzanti che in quelli auto polimerizzati.           Dr. Roberto Rossi  

Questo suggerisce di rimandare ad un'altra seduta la fase della lucidatura dei restauri. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

                        CONTRAZIONE DA POLIMERIZZAZIONE        Dr. Roberto Rossi  

La contrazione sarà strettamente legata alla quantità dei legami formatesi per un dato volume.  I valori riscontrati da vari studi oscillano da   1,7%  al  5,7%.         Dr. Roberto Rossi  

La contrazione è favorita dalla maggior concentrazione dei monomeri diluenti a bassa viscosità. In pratica maggiore è il contenuto in BIS - GMA , minore è la contrazione di polimerizzazione, migliore è la chiusura marginale.           Dr. Roberto Rossi  

Espansione termica.         Dr. Roberto Rossi  

Allo stesso tempo la maggior concentrazione di BIS - GMA è causa di un alto coefficiente di espansione termica. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Questa scarsa stabilità del materiale può favorire le infiltrazioni di saliva e batteri attraverso la fessura che si forma in seguito alle successive contrazioni ed espansioni del restauro causate dalle variazioni di temperatura.           Dr. Roberto Rossi  

Espansione igroscopica Federica Carlieri            Dr. Roberto Rossi  

E' causata dall'assorbimento di acqua che inizia dopo 4 - 6 ore dall'esecuzione del restauro e raggiunge il massimo entro una settimana e prosegue fino ad un mese circa, determinando un'espansione volumetrica di 0,36 fino a 3,1% che può compensare in parete la contrazione da polimerizzazione.           Dr. Roberto Rossi  

I compositi microriempiti assorbono in misura maggiore a causa dell'elevato contenuto di materiale organico. Federica Carlieri         Dr. Roberto Rossi  

USURA           Dr. Roberto Rossi  

Può essere definita come distacco di materiale solido da una superficie per effetto di azione meccanica.         Dr. Roberto Rossi  

Usura della matrice sulla superficie del composito. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Distacco delle particelle di riempitivo superficiale           Dr. Roberto Rossi  

Perdita delle particelle per mancanza di adesione con la resina.           Dr. Roberto Rossi  

 ADESIONE           Dr. Roberto Rossi  

 L'adesione si ottiene quando due sostanze eterogenee messe a contatto fra di loro, si legano. Ciò può avvenire per unione meccanica o per adesione chimica.  

Caratteristiche di superficie Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Per ottenere l'adesione con un adesivo liquido, è necessario che questo entri in stretto contatto con il sub strato, ovvero sia in grado di distendersi in un sottile film e di bagnare la superficie dello smalto e dentina. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Lo smalto è costituito principalmente da idrossiapatite 95% del peso totale, mentre il 4% è rappresentato da acqua e il restante 1% da sostanza organica o collagene.           Dr. Roberto Rossi  

La dentina è composta per il 70% da idrossiapatite, per il 18% da collagene e per il 12% da acqua. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

La componente organica e acquosa è più rilevante che nello smalto, essendo distribuita irregolarmente rendendo il tessuto dentinale, molto eterogeneo.           Dr. Roberto Rossi  

Quando si usano strumenti rotanti per la preparazione delle cavità, i detriti prodotti dal taglio vanno ad imbrattare la superficie dello smalto e della dentina, formando quello che viene chiamato "fango dentinale", il cui spessore varia fra 1 e 5 micron che deve essere assolutamente eliminato.           Dr. Roberto Rossi  

Il pretrattamento dei tessuti Federica Carlieri       Dr. Roberto Rossi  

Mordenzatura dello smalto.  

La maggior parte dei sistemi adesivi oggi in commercio, utilizza  come agente mordenzante un gel contenente acido ortofosforico ad una concentrazione del 37%. La mordenzatura modifica la superficie dello smalto rendendola porosa consentendo al Bonding di penetrarvi e di legarsi al tessuto.           Dr. Roberto Rossi  

Condizionamento della dentina Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Serve per rendere la superficie della dentina idonea all'uso di adesivi attraverso la modificazione delle caratteristiche del tessuto. La rimozione del "fango dentinale", dovrebbe fornire una superficie pulita e pertanto con caratteristiche migliori per il conseguimento dell'adesione. Questo risultato si ottiene con l'uso di una soluzione acquosa di EDTA , di un praimer, costituito da una soluzione acquosa di glutaraldeide ed EMA e di un bonding costituito dal BIS - GMA fortemente diluito. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Adesivi dentinali di IV generazione Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

Nakabaiasci e colleghi, anno sviluppato e messo a punto un adesivo per lo smalto in cui vengono aggiunti monomeri contenenti sia gruppi idrofili (Carbossilici) che gruppi idrofobi (fenilici) raggiungendo la massima stabilità di adesione con aggiunta di 4-META .           Dr. Roberto Rossi  

Con questa formula sono riusciti od ottenere una forte adesione alla dentina della forza di 18 MPa sostituendo l'acido ortofosforico con una soluzione acquosa di acido citrico al 10% e di cloruro ferrico al 10% evitando la rimozione di collagene.           Dr. Roberto Rossi  

Gli adesivi discendenti da questo sistema sono detti di IV generazione e sono caratterizzati da buona adesione oltre che allo smalto e dentina, anche all'amalgama d'argento, a fusioni metalliche, a resine acriliche e composite.         Dr. Roberto Rossi  

PREPARAZIONE DI UNA CAVITA' DI III CLASSE Federica Carlieri  

PER COMPOSITO DI V GENERAZIONE           Dr. Roberto Rossi  

La fase di preparazione cavitaria sarà eseguita lingualmente per lasciare, se possibile, una porzione di smalto vestibolare onde rendere invisibile il restauro.           Dr. Roberto Rossi  

E' opportuno proteggere il dente attiguo dall'azione della fresa diamantata che sarà a pallina del diametro adatto alla grandezza della carie.  

A tale scopo si deve interporre una matrice metallica tenuta ferma o da un cuneo di legno a da un portamatrice Ivory.

Modalità di preparazione :           Dr. Roberto Rossi  

  1) Sotto getto d'acqua, si taglia lo smalto con fresa diamantata a palla.  Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

  2) Con un escavatore di grandezza adatta, rimuoviamo il tessuto cariato. Se con l'escavatore non riusciamo ad eliminare tutto il tessuto cariato che traspare attraverso lo smalto vestibolare, allora dobbiamo usare una fresa a rosetta montata su micromotore. A velocità ridotta, con piccoli tocchi discontinui, eliminiamo tutto il tessuto dentinale compromesso.           Dr. Roberto Rossi  

    3) Per aumentare la superficie di adesione dei compositi è opportuno preparare un bisello che non è altro che una superficie a scivolo su smalto e dentina che delimitano la cavità cariosa. A tale scopo si dovrà usare una fresa  diamantata a forma di oliva.           Dr. Roberto Rossi  

    4) Ora si deve detergere la cavità per eliminare il "fango dentinale", perciò useremo un batuffolo di cotone imbevuto di cloruro di benzacoino o con ipoclorito di sodio  Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

    5) Ora inizia la fase di mordenzatura che consiste nell'applicazione di acido ortofosforico sulla superficie dello smalto e della dentina per un tempo di circa 10 - 15 secondi. Quindi si esegue un abbondante lavaggio con acqua per circa 30 secondi.  Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

    6) Asciugatura leggera della dentina che deve rimanere leggermente umida perché i nuovi adesivi penetrano meglio nei tubuli dentinali umidi.           Dr. Roberto Rossi  

La superficie dello smalto deve risultare di colore bianco gesso per evidenziare l'avvenuta mordenzazione, se ciò non si verificasse si deve ripetere la fase di applicazione dell'acido ortofosforico. Federica Carlieri          Dr. Roberto Rossi  

    7) Si applica poi con un pennellino monouso un liquido adesivo (Bonding) su tutta la zona mordenzata.         Dr. Roberto Rossi  

Si fa evaporare il solvente con un leggerissimo getto d'aria, quindi si polimerizza il bonding con la lampada a luce alogena posizionata in corrispondenza della cavità.            Dr. Roberto Rossi  

La polimerizzazione del bonding avverrà solo nella parte a contatto con lo smalto e la dentina del dente, mentre, la presenza di ossigeno, impedirà la polimerizzazione della parte superficiale. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

 Questo meccanismo assicurerà un ottimo legame tipo sandwic  tra lo smalto/dentina + il bonding + la resina del composito.           Dr. Roberto Rossi  

    8) Verranno quindi applicate in cavità delle piccole quantità di pasta composita del colore scelto e saranno polimerizzate con tecnica incrementale, vale a dire in strati successivi. Ogni apporto di materiale sarà seguito da applicazione della luce per circa 30 secondi.   

Ricordare che anche la resina composita in pasta si comporta come il bonding, pertanto ogni stratificazione successiva, aderirà alla precedente proprio perché sulla parte superficiale il composito non si è polimerizzato per la presenza di ossigeno che inibisce la reazione. Federica Carlieri  

Attenzione proprio per quanto appena detto non si deve mai alterare in nessun modo lo strato superficiale opaco che si nota sulla parte superficiale del Bonding o degli strati successivi di resina composita.           Dr. Roberto Rossi  

La polimerizzazione del composito può essere effettuata anche dall'esterno, applicando la luce sullo smalto anziché direttamente sul composito.           Dr. Roberto Rossi  

Secondo Goracci questo procedimento sarebbe da preferire perché diminuisce la retrazione complessiva del materiale attuando un più efficace sigillo marginale.           Dr. Roberto Rossi  

   9) E' opportuno inserire una striscia di acetato, stabilizzata con un cuneo di legno, tra i due denti per facilitare le manovre di ricostruzione. La striscia trasparente agisce da matrice guidando il posizionamento del composito. Federica Carlieri           Dr. Roberto Rossi  

  10) Rifinitura e lucidatura. Si utilizzano delle frese diamantate a grana molto sottile, appositamente create a tale scopo per dare la foma anatomica appropriata, poi la lucidatura viene effettuate con dischi a grana decrescente montate su apposite punte.           Dr. Roberto Rossi  

 VARIE  

Le resine composite vengono attualmente attivate mediante luce visibile con uno spettro compreso tra il quattrocento e cinquecento nanometri.  

Il massimo dovrebbe trovarsi in corrispondenza dei 400 -  500 nanometri.           Dr. Roberto Rossi  

Si avvia a questo punto una reazione a catena che porta alla formazione di un complesso macromolecolare strutturato in una rete tridimensionali e irreversibile.           Dr. Roberto Rossi  

Nei sistemi fotoattivati, la velocità di conversione, a parità di spessore, è direttamente proporzionale all'intensità della sorgente stessa e inversamente proporzionale alla sua distanza.           Dr. Roberto Rossi  

Le lampade convenzionali forniscono immediatamente e la massima intensità di luce, tale da determinare una notevole produzione di radicali liberi che provocano l'indurimento della resina composita in pochi secondi.           Dr. Roberto Rossi  

Si viene quindi a creare l'effetto gel che porta a un rapido innalzamento della viscosità del materiale composito.  

In presenza dell'effetto gel, la polimerizzazione diviene infatti difficile da controllare; il calore di reazione che si libera in breve tempo non può essere allontanato è porta a un ulteriore aumento della velocità di polimerizzazione.    

Questa polimerizzazione rapida porta ad un ritiro della massa del composito determinando un distacco dalla dentina e dallo smalto creando i presupposti per una invasione batterica.           Dr. Roberto Rossi  

La riduzione dell'intensità luminosa, evita il rapido innalzamento della viscosità, riducendo il gap dentinale.            Dr. Roberto Rossi  

Goracci, utilizzando un potenziometro collegato a una normale lampada per compositi, ha provato una polimerizzazione con una intensità di luce progressiva, consentendo un indurimento lento e progressivo del materiale composito.            Dr. Roberto Rossi  

Lo scopo di una polimerizzazione  progressiva è quello di aumentare la fase pre gel dove la contrazione è compensata, e ridurre la fase post gel che crea tensioni sulle pareti del restauro.           Dr. Roberto Rossi  

In un confronto eseguito con le due metodiche diverse si è potuto constatare che la polimerizzazione lenta evidenzia una migliore adesione della resina alle strutture dentarie.           Dr. Roberto Rossi  

La tecnica della polimerizzazione progressivamente crescente, ha permesso un ottimo adattamento interno del composito, senza che la contrazione riuscisse, nei diversi campioni, a determinare in alcun caso il distacco del materiale dalla superficie dentinale.           Dr. Roberto Rossi  

La fotopolimerizzazione convenzionale pur offrendo notevoli vantaggi operativi, comporta la formazioni di microfessure tra composito e dentina che, anche se ridotte con l'impiego di sistemi e adesivi di ultima generazione, raggiungono comunque spessore di circa 10 micron.

Al contrario nei campioni dove il materiale da restauro veniva fotoattivato in maniera progressiva non sono state osservate soluzioni di continuo evidenti tra il composito e dentina.           Dr. Roberto Rossi  

 

 

          

Per nessun motivo questi appunti possono venire utilizzati ne interpretati come dati medici con i quali formulare diagnosi ne cercare cure per potenziali pazienti.  Le nozioni indicate possono risultare incomplete e anche INESATTE e non devono essere considerate in nessun modo come mezzi diagnostici "fai da te" perché potrebbero indurre a  errori di interpretazione. Le diagnosi possono essere fatte solo da laureati in medicina abilitati alla professione medica o da specialisti delle varie materie.