La Dottoressa Federica Carlieri Odontoiatra Riceve Presso L' ambulatorio Polispecialistico Dental-Kappa a Roma Via Asinari di San Marzano, 23-25-27-29 - Roma tel. 06-89010165 |
I primi amalgami dentali furono sviluppati in Inghilterra
agli inizi del 1800.
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Nel 1896 Black apportando ulteriori modifiche sviluppò
degli amalgami con proprietà fisiche e meccaniche superiori. La nuova
composizione conteneva il 68% di argento mentre la restante parte era costituita
da stagno rame e zinco. Le amalgami d'argento sono ancora oggi, il materiale
maggiormente utilizzato per il restauro diretto dei settori laterali e
posteriori. I fattori fondamentali che fanno sì che questo materiale sia di
difficile sostituzione sono l'economicità e la semplicità d'uso.
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COMPOSIZIONE
CHIMICA E MICRO STRUTTURA
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Definizione di amalgami. Le Amalgami
sono una lega polifasica derivata dalla reazione tra una lega in polvere e il
mercurio, mediante un processo meccanico di miscelazione che mette a contatto
tra di loro i vari componenti.
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ELEMENTI
COSTITUENTI LE AMALGAMI
Le leghe per amalgami hanno subito negli anni diverse
variazioni, le quantità percentuali dei componenti non si discostavano molto dalla lega messa a punto da Black nel 1896 e che venne così codificata
nel 1928 dall' American Dentistry Asocietion ADA :
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Argento 68% Stagno 29% Rame 6% Zinco 2% Mercurio 3% Una significativa variazione nelle caratteristiche fisiche
e chimiche dell'amalgama è stata apportata ultimamente (Anni 90) con
l'introduzione di un maggior contenuto in rame la cui percentuale passa dal 6%
al 12 - 30%.
Amalgami
convenzionali sono amalgami di prima generazione costituiti da limatura al
tornio con una bassa percentuale di rame che è responsabile della
formazione di una grande quantità di fase gamma due che influenza negativamente
la resistenza alla corrosione e alla compressione del prodotto terminale.
Amalgami
convenzionali modificati. Rappresentano una evoluzione dei precedenti amalgami con un
aumento del contenuto in rame fino a 9% erroneamente chiamati non gamma
due. Sono costituiti da limatura al tornio più particelle sferiche che
consentono di ridurre la quantità di Il rame viene introdotto sotto forma di particelle
autettiche e la sua maggiore percentuale permette una diminuzione della fase
gamma 2, ma non la sua scomparsa.
Il rame, infatti, si lega stabilmente con Stagno non saturato dalla fase gamma
sottraendo quest'ultimo alla reazione con il mercurio per la formazione della
fase gamma 2. Amalgami non gamma 2 miscelati.
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Sono costituiti da limatura e sfere in rapporto 2 / 1. In
queste leghe miste la percentuale di rame è ulteriormente aumentata dal 9 al
20%; ciò comporta una maggiore saturazione di Stagno da parte del rame a
formare le fasi epsilon ed eta 1 quindi una quasi scomparsa della fase gamma 2
responsabile della gran parte delle caratteristiche negative del prodotto finale.
Amalgami
non gamma 2 a composizione singola Sono amalgami ad alto contenuto di rame 12-45% costituiti
essenzialmente da particelle sferiche le quali consentono l'impiego di una
minore quantità di mercurio, data la più piccola superficie per unità di
volume delle particelle, con conseguente riduzione del mercurio residuo e della
porosità intrinseca.
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La forma sferica delle particelle permette di esercitare
una forza di condensazione di circa un terzo e inferiore rispetto agli altri
amalgami con ferendo inoltre una superficie più omogenea e più levigata al
materiale.
Caratteristiche
fisiche e meccaniche. Porosità. La porosità dell'amalgama è influenzata da fattori diversi che possono esser distinti in fattori intriseci e fattori estrinseci.
Porosità intrinseca
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È essenzialmente una porosità di diffusione legata a
passaggio di ioni metallici nel mercurio e di mercurio nelle particelle della
lega. Ciò determina la formazione di nuovi composti o fasi che formeranno un
reticolo all'interno del quale vi saranno spazi vuoti. Questo tipo di porosità
è altresì legata alla forma delle particelle. Il mercurio
residuo può comunque essere ridotto diminuendo il contenuto iniziale: ciò è
facilmente attuabile nelle nuove leghe sferiche a composizione singola. Nelle
leghe in trucioli, invece, non è possibile ridurre la percentuale di mercurio
oltre determinati valori, poiché ciò porterebbe a una scarsa bagnabilità
della lega e a una minore plasticità della stessa. Porosità estrinseca È legata alle fasi di manipolazione dell'amalgama:
miscelazione e condensazione.
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Un errato tempo di miscelazione influenza
negativamente la plasticità del materiale e la percentuale di mercurio residuo,
inducendo un aumento della porosità.
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Manipolazione
dell'amalgama.
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La qualità
finale di un restauro in amalgama dipende da fattori intrinseci al materiale e
da variabili legate all'operatore. Miscelazione. Il fine della miscelazione è quello di
consentire una completa bagnabilità delle particelle costituenti la lega da
parte del mercurio. Attualmente si realizza mediante appositi apparecchi detti
vibratori o miscelatori.
Condensazione =
Compattazione
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Obiettivo
della condensazione è quello di ottenere il migliore adattamento possibile del
prodotto alle strutture dentarie residue, riducendo al minimo la porosità
intrinseca del materiale.
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L'intervallo massimo consentito per miscelazione e
condensazione è di tre quattro minuti, per un amalgama medio. L'amalgama, attraverso un inserto del carrier viene
svuotato in cavità con una adeguata pressione, in modo da ottenere un primo
adattamento alle pareti dentarie.
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La compattazione dell'amalgama inizia con la zeppatura
accurata nelle zone di preparazione più profonde utilizzando compressori
sottili, poi via via strumenti più ampi sulla massa del restauro.
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La direzione di condensazione deve essere quanto più
possibile perpendicolare alle pareti della cavità e va effettuata prima sul
fondo della cavità e poi obliquamente contro le pareti.
La condensazione vera e
propria si effettua premendo con uno strumento cilindrico a testa piatta o coc
uno srumento a pallina sopra ogni strato di amalgama che sarà inserito nella
cavità, fino a portare in superficie di ogni strato, il mercurio in eccesso.
Questo procedimento ha il duplice scopo di indurire la parte sottostante
dell'amalgama e di preparare il terreno allo strato successivo che aderirà
fortemente allo strato superficiale del precedente ammorbidito dal mercurio in
eccesso. Questo procedimento sarà effettuato fino al riempimento totale della
cavità, strato dopo strato. Un altro accorgimento per la parte finale della
condensazione è che questa va effettuata sempre in eccesso rispetto l'altezza
della cavità preparata. Infatti se si finisse il riempimento della cavità a
filo dello smalto, il successivo allontanamento della parte superficiale, piena
di mercurio residuo dei vari strati di condensazione, causerebbe una concavità
della preparazione.
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La parte eccedente verrà
poi allontanata, nella fase conclusiva dell'otturazione, con un batuffolo di
ovatta.
Modellazione.
Dopo la fase di condensazione, con la modellazione si tende
a modellare il restauro secondo una forma congrua anatomica uguale a quella del
dente originale. La modellazione deve essere effettuata prima di togliere la
matrice ed eventuali cunei interdentali, con strumenti affilati mediante
raschiatura, con una lievissima pressione, eliminando piccole quantità alla
volta, onde evitare una frattura della massa ancora fresca. La frattura di una parte dell'otturazione in amalgama
durante la fase di cristallizzazione non si risalda.
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Una otturazione in amalgama fratturata deve essere
rifatta da capo. La lucidatura deve essere effettuata almeno 24 ore dopo.
Lucidatura
Per prima cosa si sgrossa la parte occlusale passando una
fresa a rosetta multilame di calibro grande inserita nel micromotore per
rifinire ed eliminare gli ossidi superficiali formati dalla saliva. Poi si
inseriscono delle strisce abrasive prossimali per lucidare i punti di contatto,
quindi si passa a dischi abrasivi montati su contrangolo e si lucidano le
superfici occlusali, vestibolari e linguali.
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In fine si passa alla levigatura con gommini di differente
granulometria prima di colore marrone e poi verde.
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Caratteristiche
generiche L'otturazione in amalgama non aderisce alla dentina.
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La chiusura marginale avviene per deposito di ossido tra
amalgama e dentina.
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Infatti se per motivi estetici si vuole sostituire una
vecchia otturazione in amalgama, con una in composito, si noterà che dopo
l'eliminazione dell'amalgama, la cavità sarà di colore scuro dovuto agli
ossidi e pertanto sarà necessario eliminare la parte ossidata per non
compromettere l'estetica del nuovo restauro.
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La conduzione termica è molto elevata come in tutti i
metalli. Pertanto soprattutto se la carie è molto profonda, si cerca di isolare
la polpa da sbalzi termici che se non sempre fatali per la polpa, sono comunque
molto fastidiosi per il paziente.
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Per evitare tali disagi si sono usate molte e svariate soluzioni :
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A) Vernici cavitarie quali Copalite, Copalex, poco efficaci
perché si dissolvono B) Idrossido di calcio tipo Dycal che non aderisce alla
dentina, si consuma, e per la sua inconsistenza pregiudica la tenuta
dell'amalgama che, come diceva Akester, : " Usare il Dycal come
rivestimento sotto una amalgama è come costruire una casa sulle sabbie
mobili."
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C) Adesivi dentinali tipo Schotc Bond della 3M si sono
rivelati ottimi per la loro caratteristica di sigillare i
tubuli dentinali ed impedire il passaggio degli stimoli verso la polpa. In questi ultimi tempi sono stati effettuati studi per
realizzare otturazioni miste tra composito ed amalgama questo soprattutto per
lesioni di grande entità interessanti oltre i ¾ della corona.
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Sono stati usati i compositi per la loro alta adesione alla
parte residua delle strutture dentali e sono stati ricreati i contorni del dente
fino a ottenere una cavità
ritentiva secondo i principi di Black, per poi chiuderla in amalgama secondo i
criteri tradizionali. Questa soluzione unisce i vantaggi delle due differenti
metodiche, l'alto indice di adesione e l'estetica dei compositi e la migliore
adattabilità marginale e resistenza all'abrasione dell'amalgama. STRUMENTARIO
Frese
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Lo strumento
fondamentale che ci consente di effettuare in maniera corretta una preparazione
cavitaria è rappresentato dalle frese, strumenti ruotanti.
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La forma della testa della fresa è progettata in relazione
al tipo di utilizzo, potendo, infatti, variare dalla sferica alla cilindrica e
dalla troncoconica alla ovoidale.
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Frese diamantate
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Sono costituite da cristalli di diamante naturale o
sintetico trattenuti sulla struttura portante in acciaio da un legante
elettrolitico. Una fresa con buone caratteristiche tecniche iniziali si può
alterare in tempi brevi, anche dopo la preparazione di una sola cavità.
Comunque le frese diamantate sono attualmente quanto di meglio esista per
tagliare lo smalto dei denti.
Frese al carburo di
tungsteno
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Sono costituite nella parte lavorante da carburo
di tungsteno, un materiale di elevata durezza che non può essere
lavorato per produrre frese di piccolo diametro. Il punto critico di questo tipo
di fresa è costituito dalla saldatura tra la testa in tungsteno e il gambo in
acciaio. Normalmente vengono usate per rimuovere otturazioni in amalgami o per
tagliare metalli ( rimozione ponti fissi metallici).
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Frese in acciaio
Tale tipo di fresa, costruita in acciaio temperato,
presenta specifiche indicazioni nella rimozione del tessuto dentinale nella
preparazione cavitaria. La forma della testa, il profilo e l'angolazione delle
lame taglienti, ne fanno la categoria di frese maggiormente usate in
odontoiatria conservatrice. La disposizione elicoidale delle lame facilita
l'eliminazione del materiale fresato e migliora il rendimento della fresa. Tale
tipo di fresa trova la sua indicazione, solo
nel fresaggio della dentina, l'utilizzo è principalmente in
accoppiamento a un micromotore elettrico. Se impiegate sullo smalto, vibrano,
non tagliano affatto e si rovinano.
FRESE PER LA
PREPARAZIONE DELLA CAVITÀ
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Punta diamantata :
L'arrotondamento
dell'angolo tra parete e fondo della cavità proposto da Marmasse, viene
attualmente considerato indispensabile per evitare fratture del dente e per
diminuire le tensioni che il materiale deve subire quando sottoposto allo sforzo
della masticazione.
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Riassumendo Per evitare la rottura del dente, la cavità
deve essere eseguita con una punta a pera per ottenere degli angoli arrotondati
tra la parete e il fondo della cavità.
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La fresa a pera non consente di preparare un fondo piatto
liscio pertanto, secondo Goracci si deve usare una fresa a cono rovesciato
modificata che permetta di eseguire un fondo liscio senza creare uno spigolo
acuto tra la parete della cavità e il fondo stesso.
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Questa fresa è simile a quella a cono rovesciato solo che
taglia solo sulla parte del fondo non avendo diamante sulle altre facce.
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Fresa cilindrica Per concludere
la cavità per amalgama deve essere eseguita con una fresa a pera, poi con una
fresa a cono rovesciato modificata si esegue la spianatura del fondo. La parete dello smalto, deve avere, rispetto il piano di
masticazione, un angolo di 90 ° per impedire la rottura del bordo di amalgama
che provocherebbe carie secondaria. Pertanto deve essere eseguita con una fresa
cilindrica posta perpendicolarmente ai piani di sfaldamento dello smalto.
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Ricostruzioni
complesse Una ricostruzione in amalgama su un dente molto compromesso
ha delle precise indicazioni.
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Paziente di età inferiore ai 20 anni per il quale è
controindicata una soluzione protesica.
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Mantenimento della vitalità
pulpare. Basso costo atto a superare difficoltà economiche del
paziente che comunque permettono la conservazione dell'elemento per una
eventuale futura protesi.
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Gli elementi più spesso interessati al restauro complesso
sono i premolari e il primo e secondo molare. Di questi elementi devono essere
interessate anche le cuspidi altrimenti ci troveremo in prime o seconde classi.
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Questo particolare è molto importante in questo tipo di
restauro perché ci porta a considerazioni gnatologiche. Inoltre è fondamentale
creare quella "ritenzione" che è fondamentale per la tenuta delle
ricostruzioni in amalgama.
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Valgono sempre i principi generali delle ricostruzioni in
amalgama : 1) Fondi piatti.
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2) Angoli interni arrotondati.
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3) Interfaccia amalgama smalto tendente a 90 gradi.
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4) Rettifica delle pareti della cavità.
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5) Disegno adeguato per uno spessore di amalgama non
inferiore ai due tre millimetri.
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Questi restauri si devono attuare esclusivamente sotto
diga, con matrici circonferenziali, cunei interdentali con l'ausilio di perni
parapulpari filettati, pozzetti, gradini e se necessario con il supporto di
perni intracanalari anche loro filettati per aumentare la superficie di presa
dell'amalgama. La rifinitura deve eliminare qualsiasi debordamento marginale e
precontatto occlusale.
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MATRICI
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Le matrici sono strumenti che forniscono una o più pareti
provvisorie a una cavità per rimpiazzare quelle mancanti.
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In questo modo una cavità composta verrà trasformata in una cavità semplice con possibilità di condensare il materiale d'otturazione con migliore adattamento alle pareti della cavità. Le matrici che
normalmente vengono impiegate nella pratica clinica sono le seguenti:
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Matrici
circonferenziali si tratta di tipi di matrici ad anello in materiali diversi
che circondano l'elemento dentario.
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Ricordiamo tra
queste matrici gli anelli di Biagi, le bande ortodontiche, le Matrici
di Morphident, gli anelli di rame.
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Matrici ritenute con
mezzi meccanici : sono matrici d'acciaio, regolate e
mantenute sull'elemento dentario da una portamatrice.
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PREPARAZIONE DELLE
CAVITA' PER AMALGAMA
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7
Principi di Black
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1) Linea di contorno:
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Dev'essere una linea curva continua.
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Deve preservare il più possibile le creste anatomiche, in
quanto queste sono strutture di resistenza del dente, e deve includere
l'estensione preventiva, vale a dire l'interessamento di tutte quelle
depressioni anatomiche che potrebbero essere interessate da carie.
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2) Forma di
resistenza:
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E la forma della cavità che dovrà ospitare l'otturazione e che, pertanto, dovrà essere sagomata in modo tale da resistere ai carichi occlusali. Il fondo dovrà essere piatto e perpendicolare alla
direzione delle forze occlusali che si esercitano sul dente e dovrà inoltre
raccordarsi mediante angoli arrotondati, con le pareti verticali.
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3) Forma di
ritenzione:
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La cavità della avere una morfologia atta ad impedire che
l'otturazione subisca dislocazione nelle tre dimensioni dello spazio. È
ottenuta tagliando una cavità di profondità adeguata, rendendo le pareti
verticali leggermente convergenti verso l'alto (coda di rondine ) ed inoltre
ricavando pozzetti, nicchie, binarietti eccetera.
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4) Forma di
convenienza:
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La cavità deve avere una morfologia che consente un
adeguato accesso visivo è strumentale all'operatore.
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5) Rimozione dei
tessuti cariati:
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Il tessuti cariati vanno eliminati totalmente. A questo
scopo possono essere utilizzati strumenti a mano e scavatori oppure strumenti
ruotanti (frese a rosetta a 6 o 8 lame) montate su micromotore ad anello verde.
Va sempre data la preferenza agli strumenti più grandi poiché, sull'unità di
superficie, esercitano una pressione minore.
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6) Rifinitura dei
bordi smaltei:
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Riguarda l'angolo formato dalle pareti della cavità con la
superficie esterna del dente, definito " angolo cavità superficie ".
L'obiettivo è rimuovere i
prismi smaltei non sostenuti da dentina. La rifinitura dei bordi smaltei si
divide in sfaldatura eseguita manualmente ad esempio con gli scalpelli di black
e smussatura( eseguita con strumenti ruotanti). L'angolo cavità superficie
ottenuto con la rifinitura deve essere, per l'amalgama, di 90 gradi e ed in ogni
in un caso mai acuto.
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7) Detersione della
cavità:
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È necessario eliminare i trucioli accumulatisi durante il
taglio della cavità. Ciò si ottiene mediante disinfettanti e chelanti.
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Per nessun motivo questi appunti possono venire utilizzati ne interpretati come dati medici con i quali formulare diagnosi ne cercare cure per potenziali pazienti. Le nozioni indicate possono risultare incomplete e anche INESATTE e non devono essere considerate in nessun modo come mezzi diagnostici "fai da te" perché potrebbero indurre a errori di interpretazione. Le diagnosi possono essere fatte solo da laureati in medicina abilitati alla professione medica o da specialisti delle varie materie. |