|
La
storia di una grande rock band appare spesso come un
processo casuale, in cui gli avvenimenti sembrano rispondere a
un disegno complessivo: la suggestione della musica avvicina
persone diverse unendole in un sodalizio artistico e umano
unico, nel quale ogni elemento concorre a creare lo spirito
del gruppo, quella specie di magia che pervade suoni e melodie
e permette di lasciare il segno.
I Queen sono il frutto
dell'incontro irripetibile di quattro personalità fortemente
caratterizzate, nonostante le apparenze, sull'armonia
delle rispettive potenzialità artistiche, su una grande
amicizia e sul rispetto di ogni singolo membro della band,
volto a creare un sound regale e unico. La
consapevolezza dell'importanza di tale unione è ciò che ha
permesso a Brian May, Roger Taylor, Freddie Mercury e John
Deacon di imporsi come gruppo tra i più importanti e famosi
della storia del rock ed è anche l'unica ragione per cui il
nome Queen ha smesso definitivamente di esistere in seguito
alla tragica e prematura scomparsa di uno dei suoi membri. La
morte di Freddie Mercury ha segnato in modo irrevocabile la
fine di un percorso durato vent'anni, costellato di clamorosi
successi come di momenti difficili, di critiche roventi e di
facili entusiasmi, iniziato per caso nelle vie di Londra alla
fine degli anni '60, che ha contribuito a influenzare in modo
determinante l'evoluzione della musica rock.
L'atmosfera esplosiva della Swingin' London anni '60 attira nei suoi club e nei suoi
quartieri alla moda centinaia di giovani artisti e musicisti
da tutto il Regno Unito, che li trovano l'ambiente più
creativo e all'avanguardia del momento e le possibilità per
realizzare i propri sogni. La scena musicale londinese, dopo
l'esplosione dei Beatles e dei Rolling Stones e la tempesta
Who di My Generation, continua a essere punto di
origine delle nuove tendenze musicali, dal "blues britannico"
degli Yardbirds di Jeff Beck e dei Cream di Eric Clapton alle
sperimentazioni dei primi Pink Floyd del lisergico Syd Barrett,
mentre attende l'arrivo del genio psichedelico di Jimi Hendrix,
il cui Are you experienced? infiamma l'anno 1967.Il
circuito universitario, e dei college in particolare, risulta
un'interessante rampa di lancio per molti gruppi, per la buona
organizzazione dei concerti, la possibilità di ottenere
compensi più alti rispetto al circuito dei pub e il grande
fervore dell'ambiente musicale studentesco. Le scuole d'arte
sono un vivace punto d'incontro e in alcuni college, come per
esempio all'Imperial College di Londra, iniziano a farsi
strada gruppi dell'area progressive quali i Genesis di
Peter Gabriel, i Jethro Tull di lan Anderson e gli Yes, mentre
nel 1968, alla Surrey University, si esibisce per la prima
volta una nuova formazione, i Led Zeppelin.
Fra le tante bands che
animano la scena dell'Imperial College nell'inverno del 1967,
scontrandosi con le difficoltà del mondo rock, c'è anche un
gruppo chiamato 1984 in cui suona un
giovane chitarrista, Brian May.
Brian Harold May, nato il 19
luglio 1947 a Hampton, Middlesex, viene ammesso all'Imperial
College di Londra nel 1965 presso la facoltà di fisica
astronomica. Arriva a Londra animato anche dalla speranza di
farsi strada nell'effervescente ambiente musicale della
capitale. Porta con sé la chitarra che si è costruito da solo
nel 1963 utilizzando il legno di un vecchio camino e altri
materiali trovati in casa (tra cui pezzi di motore, bottoni di
madreperla, elementi di un telefono) e che suona usando come
plettro una moneta da sei pence: è la leggendaria "Red
Special" che lo accompagnerà in ogni disco e in ogni
apparizione live dei Queen. In compagnia di Tim Staffel,
iscritto all'Ealing College of Art, inizia a frequentare la
Jazz Room dell'Imperial College in cerca dell'occasione
giusta. Il loro gruppo 1984, nato sui banchi di scuola a
Hampton e cresciuto nei club di Twickenham, cerca di imporsi
sulla scena rock blues e inizia una serie di apparizioni in
piccoli club. Nel 1967 alcuni concerti di supporto sembrano
premiare gli sforzi di Brian e Tim; il 13 maggio sono chiamati
ad aprire il concerto di Jimi Hendrix all'Imperial College e
in quell'occasione Brian incontra il suo idolo il quale,
incrociandolo fuori dal camerino, visibilmente stonato gli
domanda: "Scusa, amico, sai dov'è il palco?". Il 23 dicembre
1967 prendono parte a un grande concerto di Natale cui
partecipano anche T-Rex, Pink Floyd, Traffic e ancora Hendrix
ma salgono sul palcoscenico solo alle 5 del mattino di fronte
a una dozzina di spettatori e la grande occasione si rivela
una delusione. Brian e Tim comprendono che al gruppo manca
l'energia necessaria per sfondare ed escono dai 1984 per
dedicarsi agli studi. Dopo alcuni mesi, però, i due decidono
di mettere in piedi una nuova formazione e appendono alla
bacheca dell'lmperial College un avviso: "Cercasi batterista
stile Mitch Mitchell/Ginger Baker". L'annuncio viene raccolto
da uno studente, Les Brown, il quale passa l'informazione al
suo compagno di stanza Roger Taylor.
Roger Meddows Taylor, nato il
26 luglio 1949 a King's Lynn, Norfolk, cresciuto a Truro,
Cornovaglia, è uno studente di medicina della London Hospital
Medical School giunto a Londra nel 1967. Come molti altri
ragazzi della provincia, Roger è arrivato con l'intenzione di
entrare in un gruppo rock e di sfondare, armato di un
carattere estroverso e di una grande fiducia in se stesso.
"Non ho mai voluto essere il ragazzo della porta accanto, ho
sempre pensato che sarei stato qualcosa di più, ma non è
facile per un ragazzo di provincia, non è per niente
facile..... (Drowse, 1976). A differenza di altri ha
già raccolto un discreto successo in Cornovaglia con i
Reaction, una cover band di soul
formatasi nel 1965 che, dopo l'esplosione della bomba Hendrix,
si orienta verso un genere rock blues psichedelico stile Cream.
Roger, leader del gruppo e per un certo periodo anche cantante
oltre che batterista, tra il 1965 e il 1968 lavora duro per
procurare date e ingaggi e i Reaction si fanno una buona
reputazione come local band con numerosi concerti nei
club della Cornovaglia e alcune prestigiose apparizioni come
supporto di T-Rex, Slade e Ritchie Blackmore del periodo
pre-Deep Purple. Durante la "Summer of Love" del 1968 riescono
perfino a organizzare un festival psichedelico sulla spiaggia
di Perranporth, il "Summer Coast Sound Experience", che attira
più di trecento spettatori ma viene inevitabilmente interrotto
dalla polizia di Truro. Nel settembre dello stesso anno il
gruppo si scioglie e Roger cerca a Londra l'occasione per fare
il grande salto.
Pochi giorni dopo aver risposto
all'annuncio, Roger riceve una lettera da parte di Brian May,
il quale in poche righe descrive molto puntualmente che tipo
di persona e di musicista sta cercando. Nonostante le tante
incertezze e timori tipici del suo carattere e soprattutto la
volontà di non abbandonare del tutto gli studi, Brian ha idee
chiare sul tipo di musica che vuole suonare ed è seriamente
intenzionato a mettere in piedi un gruppo con possibilità di
carriera, che esca dal circuito delle cover bands
universitarie e si proponga con pezzi propri e una precisa
fisionomia. Tim Staffel ha avuto l'idea di un progetto
chiamato Smile.
Per il primo incontro Roger
invita Brian e Tim nel proprio appartamento a Shepherd's Bush
dove ha un set di bongos (la batteria è ancora a Truro) e i
due si presentano con le chitarre acustiche. Brian ricorda di
essersi particolarmente stupito nel vedere Roger accordare le
percussioni:"... Mi sembrava una cosa molto professionale, e
subito ho capito che era l'uomo giusto per noi; il suo modo di
suonare era straordinario, preciso ed esuberante. Io e Tim ci
siamo guardati in faccia e abbiamo pensato: "Questo tipo è un
grande".
Dopo una serie di prove nella
Jazz Room dell'lmperial College, Roger, Brian e Tim scoprono
di pensarla allo stesso modo; sono ambiziosi, motivati e
devoti alla buona musica e scatta in loro una grande
confidenza e simpatia. «Brian era un tipo tranquillo, gentile
e sensibile" ricorda Tim Staffel, «un vero gentleman; io ero
molto più rude e scontroso. Roger invece era espansivo,
vitale, esuberante; un vero batterista anche come persona. È
come se avesse tracciato la terza riga di un triangolo.
L'energia del gruppo era frutto della fusione dei nostri
rispettivi caratteri." Qualificatisi come una formazione
progressive, gli Smile intraprendono una serie di concerti
importanti all'imperial College e in Cornovaglia come supporto
di gruppi affermati quali Pink Floyd, Yes e T-Rex e
partecipano a un festival alla prestigiosa Royal Albert Hall
con Joe Cocker; Free e Bonzo Dog Band. Nell'aprile 1969, dopo
un concerto al Revolution Club, vengono contattati dalla
Mercury Records, firmano un contratto per la pubblicazione di
un singolo e registrano un demo presso i Trident
Studios. Risultato del lavoro sono sei pezzi di raffinato
progressive rock firmati da Brian e Tim: Earth, Step On
Me, Polar Bear, April Lady (unica cover), Blag e
Doin' Alright, brano che verrà ripreso dai Queen e
inserito nel primo album.
In questo periodo, Tim Staffel
presenta a Roger e Brian uno stravagante compagno di corso,
Freddie Bulsara, che, entusiasta del sound degli Smile e
diventato presto grande amico del gruppo, li accompagna in
ogni concerto ed è prodigo di consigli su come suonare e come
presentarsi sul palco. Il singolo Earth /Step On Me
viene pubblicato solo in America ma non ottiene il successo
sperato. Gli Smile suonano per l'ultima volta al Marquee di
Londra e nel 1970 Tim Staffel lascia il gruppo per entrare
negli Humpy Bong capitanati da Colin Peterson, ex batterista
dei Bee Gees.
Freddie Mercury (vero nome:
Farooldì Bulsara), nato il 5 settembre 1946 sull'isola di
Zanzibar, allora colonia britannica, da genitori di etnia
parsi, ha trascorso un'infanzia agiata a Bombay, in India,
dove il padre, diplomatico al servizio della Corona, era stato
trasferito prima di emigrare in Inghilterra nel 1964 dopo il
riconoscimento d'indipendenza della Tanzania. Freddie, come
veniva chiamato dai compagni di scuola già in India, frequenta
le superiori a Feltham, Middlesex, poco lontano dal futuro
amico Brian; viene poi ammesso all'Ealing College of Art e nel
1966 si trasferisce a Londra, nel quartiere di Kensington,
allora punto di ritrovo di artisti e gente "in".
"Sebbene Freddie non fosse
ancora nient'altro che uno studente squattrinato" ricorda
Roger, che in quel periodo gestiva insieme a lui uno stand di
vestiti al Kensington Market, "andava in giro per Kensington
High Street come una vera star, con pantaloni di seta
attillatissimi e giacche di pelliccia e con un modo di fare
raffinato e straordinariamente affascinante. Si comportava
come un vero dandy effeminato, completamente fuori dalla
realtà; non aveva i soldi per mangiare ma si muoveva sempre in
taxi e credo di non averlo mai visto salire su un mezzo
pubblico. Inoltre era una persona di una generosità senza
limiti ed estremamente sensibile". Nel corso del 1969 Freddie,
accanito fan di Jimi Hendrix ed eccellente pianista, entra a
far parte di un gruppo di Liverpool, gli Ibex,
e nel corso di alcuni concerti a Londra e a Liverpool, dove il
gruppo si trasferisce per alcuni mesi in cerca di successo,
inizia ad affinare le sue doti vocali e sceniche.
Gli Ibex si sciolgono nel 1970
e Freddie forma una propria band, i Wreckage;
per i quali scrive il suo primo pezzo, Stone Cold Crazy.
L'esperienza, però, finisce nel giro di pochi mesi.
Nell'aprile 1970, quando anche
l'avventura Smile si è conclusa, Brian, Roger e Freddie
decidono di formare un gruppo insieme e si mettono alla
ricerca di un bassista. In questo periodo Freddie cambia il
proprio cognome in Mercury e crea il nome Queen: "È un nome
corto, semplice e facile da ricordare e poi esprime quello che
vogliamo essere, maestosi e regali.Il glam è parte di
noi e vogliamo essere dandy." Dopo aver cambiato due bassisti
nel corso delle iniziali apparizioni con il nome Queen (la
prima a Truro, 27 giugno 1970), Brian e Roger, a una festa,
incontrano John Deacon.
John Richard Deacon, nato a
Leicester il 19 agosto 1951, studente di elettronica, molto
tranquillo e timido, ha già fatto esperienza come bassista in
gruppi R&B, gli Art e gli
Opposition. Dopo una prima audizione nel corso
della quale suonano per la prima volta Son And Daughter,
un pezzo di Brian, diventa il quarto membro dei Queen.
Ricorda Roger: «Noi eravamo molto affiatati e avevamo una
personalità piuttosto forte, e abbiamo pensato che, essendo un
tipo così calmo, lui poteva entrare nel gruppo senza traumi.
Era un grande bassista e il fatto che fosse anche un genio
dell'elettronica è stato sicuramente un elemento decisivo". La
prima apparizione con la formazione definitiva è del luglio
1971.
Nonostante fossero impegnati a
finire i propri studi universitari (tutti e quattro
conseguiranno la laurea), i Queen si lanciano in un lungo
tour in Cornovaglia per acquisire confidenza con il
palcoscenico. Nel 1972 sono invitati a collaudare
l'attrezzatura dei rinnovati DeLane Lea Studios di Wembley e
hanno la possibilità di registrare il primo demo,
contenente Liar, The Night Comes Down, See What A
FooI l've Been (che rimarrà inedito) e Stone Cold Crazy,
canzone poi inclusa in SHEER HEART ATTACK. Nella speranza
di trovare l'occasione giusta, continuano a frequentare i
DeLane Lea e incontrano John Anthony, discografico della
Mercury che Roger e Brian hanno conosciuto ai tempi degli
Smile. John è in compagnia di Roy Thomas Baker, della Trident
Records, che rimane folgorato dal sound e dal talento
dei Queen e propone il loro demo al manager Norman
Sheffield, il quale però non si dimostra molto interessato.
Grazie alla determinazione di Roy Thomas Baker i Queen
riescono a firmare un contratto di produzione con la Trident
ed entrano in studio per preparare il loro primo album, con un
compenso di venti sterline a settimana, mentre il responsabile
Jack Nelson cerca per più di un anno di procurare il primo
contratto discografico. Nel frattempo Roger, Brian e Freddie
collaborano a una cover di I Can Hear Music dei
Beach Boys accompagnata da Goin' Back, un singolo
prodotto da Robin Cable e pubblicato con lo pseudonimo Larry
Lurex. Nel marzo 1973 i Queen firmano il primo contratto
ufficiale con la EMI e il 9 aprile Jack Nelson organizza uno
showcase al prestigioso Marquee di Londra per la
presentazione ufficiale che, nonostante la scarsa affluenza
degli addetti ai lavori, si rivela un successo.
Nei mesi seguenti i quattro
intraprendono una serie di concerti nei club per perfezionare
il loro sound e soprattutto il modo di stare sul palco,
sperimentando ogni tipo di soluzione scenica e di
abbigliamento. Freddie è intenzionato a fare di ogni concerto
un'opera d'arte, uno spettacolo di danza; canto e recitazione
e sviluppa uno stile originale che sarà in futuro il marchio
distintivo del gruppo, capace di infiammare la platea come
pochissimi altri. In particolare i Queen adottano in questo
periodo il tema del bianco e nero, che li accompagna come
soluzione scenica e tematica nella produzione di tutto il
primo periodo; Freddie e Brian iniziano a comparire sul palco
truccati e con le unghie dipinte rispettivamente di bianco e
nero, un gioco inventato da un gruppo di fans di
Liverpool.
Il 6 luglio 1973 viene
pubblicato il primo singolo dei Queen, Keep Yourseff Alive/Son
And Daughter, che viene accolto abbastanza bene dalla
stampa ma, incredibilmente, non riceve alcun tipo di
promozione radiofonica.
QUEEN, album
d'esordio, esce pochi giorni dopo, il 13 luglio in Inghilterra
e il 4 settembre negli Stati Uniti (massima posizione in
classifica: numero 83. È il momento d'oro del movimento
glam e gruppi quali Roxy Music e Sweet dominano le
classifiche; lo stile dei Queen, basato sui taglienti riff di
Brian, l'aggressività e nitidezza delle parti vocali di
Freddie e una ritmica precisa e coinvolgente, è un superamento
di questo genere e avrà grande influenza sull'evoluzione del
rock attraverso gli anni '70. QUEEN è un album completo e già
maturo, che rivela un sound personale e versatile, in
grado di passare dall' hard rock di Modem Times Rock 'n'
Roll ai virtuosismi progressive di My Fairy King,
dalle raffinate melodie di The Night Comes Down al
rock maestoso di Liar e ai fulminei cambi di tempo
della versione riarrangiata di Doin' Alright. La stampa
inglese però non riconosce il valore dì questo primo lavoro e
liquida i Queen come un gruppo di "rock da supermarket" o come
una brutta copia dei Led Zeppelin; si inaugura così una lunga
stagione di pessimi rapporti con il quartetto inglese , durata
vent'anni e ancora non del tutto terminata. Freddie Mercury,
soprattutto, fu sempre restio a incontrare la stampa,
particolarmente ostile nei suoi confronti, e sono molto rare
le interviste da lui rilasciate. I Queen instaurano invece da
subito un rapporto stretto con il pubblico, principalmente
grazie ad apparizioni live sempre più coinvolgenti che
attirano centinaia di fans devoti e sono caratterizzate
da un'atmosfera e un entusiasmo fuori del comune.
Nel novembre 1973, per una data
all'Imperial College, i biglietti vanno esauriti in poche ore;
subito dopo i Queen partono per un tour di supporto ai
Mott The Hoople di lan Hunter che si conclude con un concerto
all'Hammersmith Odeon di Londra davanti a 7.000 paganti. «In
quegli anni era di moda apparire trascurati» ricorda Brian. «I
musicisti salivano sul palco, abbassavano la testa e suonavano
senza mai guardare il pubblico; noi reagivamo a quella
tendenza, abbiamo sempre voluto che ogni concerto fosse per
gli spettatori un evento indimenticabile e abbiamo sempre
cercato di dare tutto di noi stessi per farli divertire». In
questo periodo Freddie chiude ogni concerto lanciando rose dal
palco o brindando con champagne e dialoga molto con il
pubblico, che intona l'inno britannico God Save The Queen
al termine delle esibizioni: un rito che durerà anni.
L'esordio dei Queen nel mondo
rock è quindi caratterizzato da diverse componenti. Va
sottolineato che il materiale dell'album QUEEN era già
superato al momento della pubblicazione, in quanto frutto del
lavoro di alcuni anni prima e basato prevalentemente su pezzi
composti nel corso delle rispettive esperienze giovanili.
Brian rammenta il disappunto della band: "Il nostro
primo disco ci appariva già fuori moda. Erano successe molte
cose: per esempio era esploso David Bowie, che era della
nostra generazione e ce l'aveva fatta, e ci preoccupavamo che
sembrasse che noi ci fossimo accodati, mentre eravamo glam
rockers già da molto tempo.» Emergono però anche certezze
su cui i Queen costruiscono il proprio successo. Nonostante
siano un gruppo esordiente sono seguiti da un pubblico
numeroso e affezionato e sono capaci di straordinarie
prestazioni dal vivo. Hanno inoltre già pronti i pezzi del
nuovo album, tra i quali Seven Seas Of Rhye, lanciato
con un'apparizione al prestigioso show televisivo «Top Of The
Pops», e sono animati da grande determinazione oltre che da
una professionalità che stupisce tutti; curano da soli la
propria immagine in ogni dettaglio, indossando soprattutto gli
eccentrici abiti disegnati per loro da Zandra Rhodes, stilista
del gruppo per molti anni, e si occupano della grafica degli
album e dell'impianto luci dei concerti. Il logo del gruppo,
basato sui segui zodiacali dei componenti, è stato disegnato
da Freddie Mercury.
Il 5 marzo 1974 Seven Seas
Of Rhye entra nella classifica britannica al 45
posto. Tre giorni dopo viene pubblicato
QUEEN II,
che raggiungerà la 35 posizione: album complesso, ambizioso,
enigmatico, è il manifesto definitivo di quello che i Queen
dei primi anni rappresentano dal punto di vista musicale ed è
importante per l'immagine che propone del gruppo. Brian May
dichiarava: "Per me, QUEEN II rappresenta il tipo di musica
che ho sempre sognato di suonare; cercavamo un sound
intenso che fosse davvero qualcosa di nuovo e abbiamo voluto
spingere al massimo le tecniche di studio, in cerca di nuovi
orizzonti per una rock band". Anche i testi riflettono
la presenza di un preciso progetto artistico: il tema del
bianco e nero, nato ai tempi del primo album, diventa
dominante; QUEEN II si basa infatti sul contrasto tra un "lato
nero", composto di brani scritti da Freddie Mercury, e un
"lato bianco" firmato da Brian May, con l'aggiunta di un pezzo
di Roger Taylor. Il dualismo tra l'anima bianca e l'anima nera
del gruppo è esemplificato dalla contrapposizione di White
Queen, poetica storia d'amore, e di The March Of The
Black Queen, inquietante e multiforme brano sulla
conversione alle forze del male, in cui sono presenti richiami
alle tradizioni orientali e mistiche che hanno sempre
affascinato Freddie Mercury. I suoi testi in particolare
risultano enigmatici e contorti, anche perché Freddie si è
sempre rifiutato di spiegarne origine e significato,
sostenendo che l'interpretazione che ogni ascoltatore riesce a
dare è quella giusta. Le storie fantastiche raccontate da
Brian May traggono invece spunti dalla mitologia anglosassone
e soprattutto dalle opere di J.R.R. Tolkien, medievalista,
filologo e autore della celebre trilogia Il signore degli
anelli, fonte d'ispirazione per molti gruppi, dai
Marillion ai Led Zeppelin.
I primi due brani,
Procession e Father To Son, introducono un
racconto sulla eterna lotta tra il bene e il male, che si
svolge sotto forma di battaglie (Ogre Battle), amori
contrastati (Nevermore) e conflitti tra potenze oscure
(Seven Seas Of Rhye) e che risulta incentrato sulla
compresenza nell'uomo delle forze opposte e sulla ricerca
della propria via e della propria regina e amante. The
Fairy Feller's Master Stroke esula dal tema: pur rimanendo
in ambito fantasy, è frutto di una differente
operazione artistica. All'apparenza un elenco disordinato di
strampalate figure, il testo rappresenta invece una precisa
descrizione dei personaggi dell'omonimo quadro del visionario
pittore inglese Richard Dadd, tuttora esposto alla Tate
Gallery di Londra, raffigurante un incontro di abitanti del
regno delle fate. La copertina e la grafica dell'album, curate
da Mick Rock e basate su una foto di Marlene Dietrich,
propongono un'immagine ambigua e raffinata di Freddie Mercury
che è passata alla storia ed è diventata simbolo del gruppo,
fino a essere sostituita dall'apparizione al "Live Aid" negli
anni '80, che ha segnato una svolta radicale consacrando
Freddie come sex symbol.
Subito dopo la pubblicazione
dell'album, come d'abitudine, i Queen partono per un lungo
tour britannico nel corso del quale QUEEN II raggiunge il
7° posto in classifica mentre anche QUEEN entra in 45
posizione. Nell'aprile dello stesso anno i quattro
attraversano l'Atlantico alla conquista dell'America, di nuovo
in compagnia dei Mott The Hoople e, in alcune date, degli
Aerosmith di Steven Tyler e Joe Perry. La tournee si
interrompe improvvisamente dopo meno di un mese a causa del
ricovero di May in ospedale per una grave forma di epatite. I
sogni di gloria terminano con un risveglio drammatico,
soprattutto per Brian che attraversa una grave crisi
sentendosi in qualche modo responsabile di un eventuale
fallimento del gruppo dovuto alla lunga sosta forzata. Freddie,
Roger e John, che non hanno mai pensato di sostituire Brian,
impiegano il tempo per registrare nuove canzoni, sulle quali
aggiungere in seguito le parti di chitarra e i cori, mentre
Brian in ospedale compone testi, alcuni dei quali, come Now
I'm Here sull'esperienza del tour americano,
risulteranno tra i maggiori successi del gruppo. Nel settembre
1974 i Queen vengono premiati da una sosia della regina
d'Inghilterra con il disco d'argento per la vendita di 100.000
pezzi di QUEEN II.
La consacrazione definitiva
arriva con la pubblicazione di Killer Queen /Flick Of The
Wrist, una perla nel contesto glam e un esempio
perfetto dello stile del gruppo: il singolo entra direttamente
al 50° posto in classifica, per raggiungere poi il 20°, e
viene nominato miglior singolo dell'anno dalla stampa
specializzata. "La gente si aspettava da noi un po' di musica
energica, un po' di hard rock" dichiarò Freddie Mercury, "e
invece noi abbiamo fatto questo pezzo che nessuno avrebbe mai
immaginato, e abbiamo dato ai fans un po' del nostro
art rock". Sull'onda del loro primo hit, in ottobre
viene pubblicato
SHEER HEART ATTACK e per
promuoverlo i Queen si esibiscono per due serate di tutto
esaurito al Rainbow Theatre di Londra che li consacrano
definitivamente come star.
Il nuovo album non è più basato
sul binomio May-Mercury ma contiene preziosi contributi di
Roger e John; non ha una particolare linea tematica ma è
considerato un classico del rock, fonte d'ispirazione per
numerosi gruppi degli anni '80 e '90, dagli Extreme di Nuno
Bettencourt ai Metallica, i quali hanno anche reinterpretato
Stone Cold Crazy, brano precursore dell'heavy metal. Il
lavoro di chitarra di Brian May, che trova ampio spazio in
brani come Brighton Rock e Now I'm Here, è stato
materia di studio per tutti i grandi chitarristi dei tempi
recenti, da Joe Satriani a Eddie Van Halen a Steve Vai, e ha
riscosso l'ammirazione di tutti i protagonisti della sua
generazione, da Joe Walsh a Jeff Beck e a Eric Clapton,
inserendolo tra i migliori solisti del mondo. SHEER HEART
ATTACK raggiunge il 20° posto in Gran Bretagna e apre ai Queen
le porte degli Stati Uniti, dove raggiunge la 12 posizione in
classifica.
Il 1975 segna l'inizio di un
grande amore tra i Queen e il Giappone; al suo arrivo
all'aeroporto di Tokyo in occasione della prima tournee
nella terra del Sol Levante la band viene accolta da
una folla di più di 3.000 fans in delirio. Il "Japan
Tour '75" è contrassegnato dal fenomeno di una "Queenmania"
degna dei Beatles e da allora si instaura un rapporto molto
profondo con il popolo giapponese; Freddie, in particolare,
resta affascinato dalla cultura orientale e ispirandosi a essa
imposta un nuovo look che verrà mantenuto per alcuni anni,
fino alla svolta "macho" della fine degli anni '70.
Nell'estate del 1975 il gruppo
comincia a lavorare al nuovo album, portandosi sulle spalle il
peso di un tour molto impegnativo, parzialmente
annullato a causa di problemi alla gola accusati da Freddie e
di controversie relative alla risoluzione del rapporto con la
Trident. I Queen firmano un nuovo contratto con la EMI. Felici
di essersi lasciati alle spalle un manager come Jack Nelson,
cui dedicano la canzone-invettiva Death On Two Legs,
entrano in studio molto motivati, convinti di avere le
potenzialità per conquistare il mondo del rock. Da queste
premesse si sviluppa e prende forma
A NIGHT AT THE
OPERA, album complesso e tra i più costosi mai
realizzati fino ad allora. La grande energia dei quattro e
soprattutto la voglia di Brian di sperimentare nuovi suoni e
complesse orchestrazioni danno vita a pezzi che combinano in
modo equilibrato grandeur ed epicità. In brani come
Good Company, Seaside Rendezvous e Lazing On A Sunday
Afternoon, ispirati anche nei testi ad atmosfere anni '20
tipiche dell'art rock e particolarmente gradite a
Freddie, Brian sperimenta suoni particolarissimi, riuscendo a
riprodurre fiati, archi e ottoni. Particolare evidenza assume
l'uso sapiente delle armonie vocali costruite con numerose
sovraincisioni, che hanno già portato il gruppo all'attenzione
della critica. The Prophet Song, una canzone di Brian
ispirata da una visione avuta in sogno, è un esempio di questa
tecnica inventata e sviluppata dai Queen. Il massimo risultato
di questo modo di comporre è Bohemian Rhapsody, canzone
simbolo del progetto musicale e artistico chiamato Queen, in
cui un testo enigmatico si sviluppa in una successione di
quattro diversi momenti musicali che ruotano intorno alla
celebre sezione operistica per la quale occorse una settimana
di lavoro. Roy Thomas Baker, testimone della genesi di un
pezzo che è un classico del rock, ricorda: «E stato un lavoro
terribile, una settimana intera per cercare di realizzare le
idee di Freddie; ogni volta che m'illudevo di aver finito con
i cori arrivava Freddie e diceva: 'Ho pensato di aggiungere
ancora un po' di «Galileo»!...". Il brano dura quasi sei
minuti ed è giudicato da tutti troppo lungo per essere
promosso in radio. Un DJ amico di Freddie, Kenny Everett,
innamorato della canzone, nonostante gli sia stato
espressamente vietato lo trasmette alla radio per 14 volte nel
corso di una giornata. La EMI viene inondata da una tale massa
di richieste da essere costretta a pubblicarlo: in due
settimane Bohemian Rhapsody vende 150.000 copie,
segnando una svolta epocale per tutta la musica rock. A
favorire il successo del pezzo c'è anche la realizzazione di
un videoclip per i circuiti televisivi, uno fra i primi nella
storia del nuovo mezzo promozionale.
Grazie a queste premesse
l'album riscuote un successo clamoroso, raggiunge il primo
posto nelle classifiche di tutta Europa e conquista il primo
disco di platino per i Queen. Il boom di A NIGHT AT THE OPERA
fa tornare in classifica gli album precedenti, mentre il
gruppo parte per una tournee in Europa, Stati Uniti,
Giappone e Australia che si conclude il 18 settembre 1976 con
un concerto gratuito all'Hyde Park di Londra, in occasione del
quale un pubblico di quasi 150.000 persone festeggia la
band, che propone anche brani del nuovo album.
Il quinto disco,
A
DAY AT THE RACES, viene pubblicato il 10 dicembre
1976 e, come A NIGHT AT THE OPERA, porta un titolo ispirato a
un film dei fratelli Marx. Somebody to Love,
esemplare dello stile compositivo di Mercury, si impone subito
ai vertici delle classifiche, preannunciando l'affermazione
dell'album che però, nonostante l'indubbia qualità, viene da
molti giudicato inferiore al precedente e non ne ripete il
successo. Teo Torriatte, omaggio ai fans
nipponici con un'intera strofa cantata in giapponese, diventa
il momento centrale delle successive esibizioni del gruppo nel
paese del Sol Levante. Tie Your Mother Down, composta
appositamente per aprire gli spettacoli dal vivo, diventa uno
dei cavalli di battaglia del gruppo mentre brani come Good
OId-Fashioned Lover Boy e The Millionaire Waltz
esaltano lo stile di Freddie basato sull'unione di armonie
vocali e raffinate esecuzioni pianistiche, con testi romantici
e dandy. Drowse, You And I e Long Away (dedicato
alle stelle, grande passione di Brian) sono esempi della
raggiunta maturità esecutiva e compositiva di Taylor; Deacon e
May; canzoni mai eseguite dal vivo, rivelano la loro capacità
di esprimere in musica sottili sensazioni capaci di colpire al
cuore gli appassionati.
Dopo le affermazioni a livello
planetario ormai consolidate con A DAY AT THE RACES e dopo i
trionfali concerti all'Earls Court, il gruppo decide di
rimettersi in gioco e di stravolgere parzialmente alcuni dei
cardini sui quali, fino a quel momento, si era basato in gran
parte il suo successo. I Queen stabiliscono di fare a meno del
loro produttore Roy Thomas Baker e di autoprodurre il nuovo
disco; luogo prescelto sono gli studi londinesi di Basing
Street. Poco prima di cominciare le prove, Roger Taylor
pubblica il suo primo singolo da solista, I Wanna Testify,
rivisitazione di un brano dei Parliaments di George
Clinton, in cui Taylor suona tutti gli strumenti. Il singolo
non riscuote alcun successo. Nell'Inghilterra di questi anni
si è ormai definitivamente imposto il punk con la sua carica
distruttiva nei confronti della maggioranza dei prodotti
musicali realizzati negli anni precedenti; i gruppi di art
e progressive rock si trovano smarriti e anche i
Queen percepiscono questa sensazione che si diffonde
nell'ambiente musicale. Malgrado tutto, il gruppo pare deciso
a dimostrare che gli stimoli per continuare non sono esauriti
e che c'è ancora posto per la sua creatività.
NEWS OF THE WORLD,
settimo album della serie, esce il 28 ottobre 1977 dopo soli
due mesi e mezzo di lavoro e si rivela uno dei prodotti piu
riusciti della carriera dei Queen. In questo disco
confluiscono astutamente tutti gli ingredienti per
accontentare la vecchia guardia dei fans e per soddisfare gli
appassionati dei nuovi generi musicali. Le due canzoni che
aprono il lavoro, We Will Rock You e We Are The
Champions, omaggio agli spettatori dell'ultima tournee,
sembrano nate apposta per diventare un tutt'uno e in quasi
tutto il mondo vengono pubblicate come singolo a doppio lato
A. Sia May sia Mercury, sensibili alle ovazioni raccolte dal
vivo, propongono due inni da stadio che accompagneranno tutte
le più grandi manifestazioni sportive degli anni a venire.
Brian May spiega così questo legame: "La nostra musica è
sempre stata molto coinvolgente, capace di unire le persone e
abbracciare una folla in un comune stato di gioia ed
esaltazione; è esattamente quello che succede in un evento
sportivo, per esempio in una partita di calcio, solo che con
noi sono tutti dalla stessa parte". A sorprendere è tuttavia
soprattutto la facciata B, contenente brani di valore
arrangiati in modo più scarno rispetto alle abitudini (Sleeping
On The Sidewalk è addirittura in presa diretta). I Queen
scoprono un sound grezzo e immediato, di indubbia
efficacia, che pone in evidenza i riff taglienti di Brian e i
vocalizzi potenti di Freddie, limitando le sovraincisioni, i
cori e gli strumenti tipici dello stile precedente. Sebbene
l'album sia fortemente orientato in senso rock blues, i Queen
non rinunciano alle sperimentazioni, cimentandosi in un pezzo
come Who Needs You di Deacon, che attinge ai ritmi
latini e della black music, e in un brano come Sheer
Heart Attack che si può considerare precursore
del thrash. Il pubblico americano, in particolare,
apprezza questo nuovo sound e l'album raggiunge il
3° posto in classifica, mentre in patria si ferma al 4°
ma viene premiato con il disco di platino.
In novembre il gruppo si
rimette in pista per un nuovo tour che parte proprio
dagli Stati Uniti; i concerti suscitano tale entusiasmo da
costringere i Queen ad ampliare il set delle canzoni proposte.
In questa tournee viene eseguita per la prima volta dal
vivo Love Of My Life, destinata a divenire un cavallo
di battaglia di tutte le future esibizioni.
Nell'estate
del 1978 la band torna in studio; questa volta, per
ragioni fiscali, ai Mountain Studios di Montreux e poi ai
Super Bear di Nizza. Il risultato finale è l'album
JAZZ, il cui titolo non corrisponde a un radicale
cambio di genere musicale. Viene pubblicato nel novembre 1978
e bissa il successo di NEWS OF THE WORLD in Gran Bretagna e
negli USA. Il party di presentazione alla stampa mondiale,
svoltosi a New Orleans, è un evento memorabile e inaugura una
serie di feste leggendarie per cui il gruppo è poi diventato
famoso, pur attirando critiche sul suo stile di vita. Nel
corso della serata oltre 400 ospiti vengono intrattenuti da
prestigiatori, mangiatori di fuoco, ballerini voodoo,
danzatrici del ventre, spogliarelliste e generosissime
groupies.
Il primo singolo dell'album è
un doppio lato A firmato May-Mercury. Fat Bottomed Girls
è un rock blues impostato sulla più classica sonorità
Queen, il cui testo svela come alcuni altri un aspetto
sfrenato del carattere di Brian, che si contrappone alla
sensibilità e dolcezza delle sue canzoni d'amore. Bicycle
Race, composta da Freddie dopo il passaggio del Tour de
France nelle strade adiacenti allo studio di
registrazione, è una dichiarazione di disimpegno che risponde
alla volontà del gruppo di non assumere atteggiamenti da
profeti o da leader ideologici e di volersi impegnare soltanto
nell'intrattenimento del proprio pubblico.
L'album, pubblicato il 10
novembre 1978, viene accolto negativamente da buona parte
della stampa, ma verrà rivalutato in seguito; le
sperimentazioni di Mustapha, con richiami alla musica
turca, l' hard rock di Dead On Time, con assoli in
stile Van Halen, il blues di Dreamers Ball sono serviti
a convincere anche i più scettici che i Queen hanno saputo
impossessarsi dei più disparati generi musicali senza mai
perdere la loro inconfondibile identità.
Sul fronte concertistico la
band, a detta di molti, raggiunge il suo zenith in questo
periodo. Il tour parte ancora una volta dagli Stati
Uniti e a gennaio si sposta in Europa; i luoghi prescelti per
le esibizioni sono palasport e grandi spazi. Le prestazioni
risultano davvero sconvolgenti sia dal punto di vista scenico
sia da quello musicale e i Queen si confermano una delle
migliori live bands in circolazione. Freddie si
presenta sul palco completamente vestito di pelle, con un look
"macho" da motociclista, ma ironizza su di sé indossando un
paio di scarpe "ballerine"; il gruppo intende offrire uno
spettacolo completo che valga davvero il prezzo del biglietto
e alla fine riesce a raggiungere lo scopo. La scaletta degli
show è serratissima e prevede ben pochi momenti di pausa. Le
esibizioni rimaste famose sono quelle di Parigi e Monaco e i
tre concerti in Jugoslavia dove, a Zagabria e Lubiana, il
pubblico non abituato ai grandi eventi tributa alla band
un' accoglienza indimenticabile.
Frutto di questa tournee
è
LIVE KILLERS, doppio album dal vivo.
Tutto il calore e il fragore dei palasport vengono restituiti
all'ascoltatore in modo ineccepibile e il punto di forza
dell'opera sta proprio nell'autenticità conseguita dalla
produzione. Roger Taylor dichiara pubblicamente di non gradire
queste registrazioni ma crediamo che abbia avuto modo di
ricredersi, mentre la stampa, per una volta, riconosce
all'album tutti i suoi meriti. Il riascolto di tutto il
materiale si è svolto a Montreux e i membri del gruppo, sempre
più contenti degli studi Mountain, decidono di comprarseli.
Passata l'estate i Queen si
ripresentano al loro pubblico con il nuovo singolo Crazy
Littie Thing CalIed Love, pubblicato sebbene non ci sia
nessun album pronto da promuovere. La composizione è molto
diversa da quelle del passato e la critica pare apprezzarla;
il successo è notevolissimo in tutto il mondo e viene
raggiunta la prima posizione in molti Paesi, in particolare
negli Stati Uniti.
Il 1979 è un anno che i Queen
dedicano al piacere di fare musica senza preoccuparsi di
lavorare a un album. Dopo l'uscita del nuovo singolo si
sentono pronti per affrontare un nuovo tour e decidono
di suonare in piccoli spazi per avere un più stretto contatto
con il proprio pubblico; il loro entourage viene dunque
incaricato di trovare locali adatti, che non siano veri e
propri teatri. All'iniziativa viene subito data la
denominazione di "tour folle": tutti si dimostrano
felici di poter suonare senza subire alcuna pressione o
esigenza promozionale. In dicembre il gruppo è invitato a
suonare all'Hammersmith Odeon per il festival benefico "Rock
For Kampuchea"; nella serata a loro disposizione (quella di
apertura) i Queen danno il massimo dimostrando di non temere
l'agguerrita concorrenza che si sta aprendo nel panorama
musicale e riescono a mettere in scena una peformance
serratissima, di grande presa sugli spettatori. Alla fine
della tournee viene pubblicato un altro singolo che
nelle previsioni non deve far parte di nessun album: Save
Me, composizione di Brian, riscuote buon successo.
Con il mese di gennaio il
gruppo si trasferisce al gran completo a Monaco dove inizia a
lavorare a due progetti contemporanei: il nuovo album e la
colonna sonora per il film Flash Gordon. In loro
compagnia c'è un nuovo produttore, il tedesco Mack. Il singolo
che prepara il lancio dell'album è Play The Game. Il
video aumenta lo sconcerto fra i fans della vecchia
guardia e l'apparizione di Freddie con capelli corti e baffi
fa sì che agli uffici della EMI inglese pervenga una massiccia
spedizione di rasoi. L'album
THE GAME
vede la luce il 30 giugno 1980 e contiene anche le due canzoni
pubblicate l'anno precedente. Per la prima volta il gruppo si
è cimentato con sintetizzatori in alcuni brani; il risultato
finale non è deludente. Le composizioni risultano meno
elaborate che in passato e la loro durata media è inferiore ai
quattro minuti. Dal disco verrà estratto un altro singolo di
grande successo: Another One Bites The Dust sarà il
singolo più venduto della storia del gruppo e farà triplicare
le vendite dell'album in tutto il mondo. Il lato B, anch'esso
tratto dall'album, è Dragon Attack, brano funk rock con
un testo enigmatico. Il tour che segue ottiene, come
sempre, un successo clamoroso e durante il suo svolgimento la
scaletta si arricchisce di alcuni frammenti dell'album
FLASH GORDON, colonna sonora del film omonimo
pubblicata in dicembre. Il disco raccoglie tutti i commenti
musicali che accompagnano le scene del film e anche i dialoghi
dei personaggi. Per la verità il film appare un colossale
B-Movie e la sua colonna sonora, pur meritando maggiore
attenzione rispetto al lungometraggio, resta condizionata dal
livello generale. lì singolo e motivo portante Flash
riscuote comunque una notevole affermazione.
Il 1980
giunge al termine e i Queen, dopo soli sette anni di carriera
discografica, hanno venduto 45 milioni di album e 25 milioni
di singoli. Galvanizzati da un successo così imponente e
vogliosi di trovare nuovi stimoli, i quattro componenti del
gruppo decidono di organizzare una tournee in Paesi
fino ad allora mai visitati. Nel 1981 si esibiscono per la
prima volta in Argentina, Brasile, Messico e Venezuela (dove
danno un solo concerto mentre altri quattro vengono
annullati), aprendo una strada che sarà battuta in seguito da
molti altri gruppi rock. I risultati sono clamorosi; in
Argentina, nel periodo successivo alla loro visita, figurano
addirittura dieci loro album nella classifica dei dieci album
più venduti. Nel marzo 1981 vede la luce il primo esperimento
solistico di uno dei membri della band: Roger Taylor
pubblica FUN IN SPACE, in cui suona tutti gli strumenti e con
il quale vuole sperimentare generi altrimenti preclusi
all'interno del gruppo. Il successo è buono ma il batterista
non dimostra alcuna intenzione di avviarsi verso una carriera
solistica. La predisposizione a collaborare con altri è
vivamente sentita: in questo periodo, durante una visita
casuale di David Bowie (anch'egli frequentatore dei Mountain
Studios), il gruppo si produce in una jam session
notturna dalla quale nascerà Under
Pressure.
Il singolo, pubblicato
nell'ottobre 1981 con la brillante Soul Brother sul
lato B, anticipa l'uscita del primo
GREATEST HITS
della band, messo in vendita in novembre insieme a un
libro fotografico e a una videocassetta contenente tutti i
videoclip dei Queen. Con le vendite dell'antologia che vanno a
gonfie vele e i clamorosi successi live ancora nell'aria, il
morale del gruppo è alto ma i singoli componenti cominciano ad
avvertire segni di stanchezza dovuti alla massacrante attività
che non ha mai consentito loro di rilassarsi per periodi
sufficientemente lunghi. Malgrado tutto tornano a Monaco di
Baviera per lavorare su un album; Mercury, May, Taylor e
Deacon sembrano tuttavia distratti dalla vita di questa città
(in particolare quella notturna) che considerano molto
eccitante e non arrivano quasi mai in studio in condizioni
psicologiche perfette. Questa voglia di sfuggire alla
condizione di rockstars e parallelamente di vivere la
vita fino alle estreme conseguenze è così forte che viene
interpretata nel modo sbagliato e ben presto si ripercuote sul
lavoro che il gruppo sta portando avanti.
HOT SPACE,
preceduto dal singolo Body Language, esce il 21 maggio
1982 e delude la maggioranza dei fans storici. Le composizioni
risultano frettolose e dall' LP traspare lo stile di vita
attuale del gruppo. La velocità dei tempi di lavoro va a
scapito della qualità effettiva: con rammarico, in questo
disco si ascoltano canzoni dall'ottimo potenziale rivestite di
arrangiamenti approssimativi e poco meditati. Stranamente, la
critica pare comunque apprezzare il risultato finale e tutto
sommato anche il pubblico dimostra di gradire le canzoni.
Il tour di quell'anno è
l'ultimo per i Queen negli Stati Uniti dove, da quel momento
in poi, la loro popolarità subirà un netto calo. Alla fine del
1982 i Queen decidono di separarsi per un certo periodo. Non
si tratta di uno scioglimento definitivo ma di un momento di
pausa per ritrovare lo spirito giusto. HOT SPACE s'è lasciato
dietro una scia di insoddisfazione e di malcontento, tra i
fans come nella band, che stenta a riconoscersi
nell'ultimo lavoro. Le tensioni che iniziano a sorgere anche
sul piano personale spingono i quattro membri dei Queen a
prendere questa decisione e a dedicarsi a progetti solistici.
Freddie Mercury collabora con Giorgio Moroder, profeta della
disco music, e registra il brano Love Kills per
la colonna sonora della nuova versione di Metropolis,
un classico del cinema muto diretto da Fritz Lang. Inoltre
inizia a lavorare al suo primo album da solista, MR. BAD Guy,
in cui si diverte a cimentarsi con vari generi musicali, dal
reggae alla disco alle ballate piano-voce, e in cui
compaiono anche pezzi di grande valore, ripresi poi dai Queen,
come Made In Heaven o I Was Born To Love You.
L'album verrà pubblicato nel 1985 ottenendo un buon successo
(6 posto nella classifica britannica.).
Brian May registra invece il
mini LP STARFLEET, frutto di infuocate jam sessions in
compagnia di musicisti del calibro di Eddie Van Halen e del
batterista dei REO Speedwagon, Alan Gratzer: sono soltanto tre
lunghissimi pezzi, tra i quali si segnala Bluesbreaker,
saggio di bravura di Van Halen e May lungo 13 minuti, dedicato
a Eric Clapton. Roger Taylor lavora al suo secondo progetto
solistico, STRANGE FRONTIER, in collaborazione con Rick Parfin
degli Status Quo; in repertorio due covers di lusso,
Masters Of War di Bob Dylan e Racing In The Streets
di Bruce Springsteen. L'album verrà comunque pubblicato in un
secondo tempo, nel luglio 1984. John Deacon è l'unico membro
dei Queen a non impegnarsi in progetti solistici, anche perché
privo di doti canore, e trascorre il tempo in compagnia della
sua numerosa famiglia (in questo periodo nasce il quarto dei
suoi sei figli). I Queen si riuniscono a Los Angeles alla fine
del 1983; avendo sentito molto la mancanza del lavoro nel
gruppo e ritrovato l'entusiasmo, iniziano subito a registrare
nuovo materiale, per la prima volta negli Stati Uniti.
Il primo
singolo, pubblicato il 23 gennaio 1984, è Radio Ga Ga,
brano composto da Roger Taylor, ispirato dal piccolo figlio
Felix il quale, commentando una musica ascoltata alla radio,
aveva detto che era "radio ka-ka". Il singolo è accompagnato
da un famoso video diretto da David Mallet, che contiene
spezzoni del film Metropolis e in cui più di 300 membri
del Queen Fan Club battono le mani al tempo della canzone,
gesto divenuto mitico che verrà ripetuto con perfetta
sincronia dal pubblico di tutti i seguenti concerti della
band.
A partire da
THE WORKS,
i Queen iniziano a sfruttare intensamente il fenomeno dei
videoclip, realizzando lavori sempre più sofisticati e
originali. Celebre è per esempio il video del singolo
successivo, I Want to Break Free, in cui i
quattro membri della band, su suggerimento della
fidanzata di Roger, Dominique, compaiono travestiti da donna,
interpretando i personaggi di una famosa soap opera
inglese, Coronation Street. Il risultato è molto
divertente ma non particolarmente apprezzato da stampa e
pubblico americani. L'album THE WORKS viene pubblicato il 27
febbraio 1984; in Gran Bretagna raggiunge il 2 posto, ma va
direttamente al primo posto in 19 Paesi, tra cui anche
l'Italia, che scopre in quegli anni il gruppo inglese. Freddie
e compagni partecipano anche come ospiti d'onore al Festival
di Sanremo e nel tour europeo che segue l'uscita
dell'album si esibiscono per la prima e unica volta in Italia,
al Palasport di Milano (che quello stesso inverno crollerà
sotto il peso della neve). THE WORKS può essere
considerato un album di passaggio dalle sperimentazioni di HOT
SPACE alla ritrovata vena degli ultimi lavori e consegna alla
band alcuni tra i suoi magiori hits .Per la
prima volta, i testi accolgono anche tematiche sociali e
politiche, raramente presenti nella produzione precedente,
sebbene i Queen si siano sempre impegnati in svariate
iniziative benefiche. Hammer To Fall è una presa di
posizione contro le armi e l'energia nucleari, mentre i
diritti relativi a Is This The World We Created, che
verrà presentata al "Live Aid", vengono tuttora devoluti al
fondo inglese per l'assistenza ai bambini in difficoltà.
La dimensione live, sempre più
importante per il gruppo, in questo periodo assume proporzioni
grandiose. I Queen riempiono gli stadi di tutta Europa
muovendosi su un enorme palco ispirato alle atmosfere
futuriste del film Metropolis, con enormi ruote in
movimento, esplosioni e un impianto luci sempre più
spettacolare. Ai concerti europei fa seguito una tournée
mondiale, che registra ampio successo anche in Paesi come
l'Australia. Tuttavia, un episodio fa vacillare la solida fama
della band; i Queen accettano di effettuare dodici
concerti a Sun City, città-Stato per bianchi ricchi in Sud
Africa, simbolo della vergogna dell'apartheid. La stampa, gran
parte dell'opinione pubblica e la stessa Unione dei Musicisti
si scagliano violentemente contro di loro, tacciandoli di
comportamento razzista. Per far fronte alle critiche, i Queen
intraprendono numerose iniziative benefiche a favore dei
bambini di colore durante il loro soggiorno in, Sud Africa,
per esempio pubblicando in esclusiva un album live i cui
proventi sono interamente devoluti alla costruzione di scuole
e ospedali per l'infanzia. La reputazione del gruppo si oscura
ma nei mesi seguenti due grandiosi eventi musicali ne
confermano definitivamente la popolarità a livello mondiale.
In virtù del grande successo
ottenuto nel corso dei precedenti tours nell'America
meridionale, i Queen vengono invitati a partecipare come
attrazione principale a un grande festival a Rio De Janeiro
:Rock in RiO, in compagnia di molti altri artisti quali AC/DC,
Yes, George Benson, James Taylor, Iron Maiden, Def Leppard. È
uno dei più grandi festival di tutti i tempi, trasmesso in
diretta televisiva in tutto il Sudamerica, e ai Queen viene
riservato l'onore di chiudere la manifestazione. La band
sale sul palco il 12 gennaio alle due del mattino e rimane
a bocca aperta di fronte alla sterminata distesa di
spettatori; al momento del concerto dei Queen sono presenti
250.000 persone, il più grande pubblico pagante per un singolo
concerto, un record assoluto ancora imbattuto. Il duetto di
Freddie con la marea di persone sulle note di Love Of My
Life è uno dei momenti più intensi e grandiosi della
storia del gruppo.
Il 13 luglio 1985 è una data
molto importante per il rock; per la prima volta, i più grandi
artisti del mondo decidono di unirsi per dare vita a un enorme
spettacolo di beneficenza, il "Live Aid", in favore delle
popolazioni dell'Etiopia colpite da una grave carestia.
Organizzato da Bob Geldof, l'avvenimento si svolge in
contemporanea al Wembley Stadium di Londra e a Philadelphia,
negli Stati
Uniti, e viene trasmesso in
diretta in tutto il mondo, registrando l'adesione di uno
sterminato numero di gruppi e musicisti. Definito dallo stesso
Geldof un "juke box globale", lo show si basa su una veloce
alternanza di esibizioni, ognuna della durata di 20 minuti. I
Queen salgono sul palco alle sei di sera, senza aver fatto
alcun soundcheck e con solo alcuni dei tecnici di
palcoscenico a disposizione, e presentano un set esplosivo e
molto rapido, in modo da condensare nel breve tempo concesso
tutta la loro energia. I venti minuti del "Live Aid"
consegnano alla storia i Queen e fanno di Freddie Mercury una
leggenda. Tutti gli artisti, il pubblico, i critici e per una
volta la stampa sono d'accordo nel considerarli i migliori in
assoluto, capaci di monopolizzare l'attenzione e sbalordire il
mondo. Freddie in particolare domina l'evento, ipnotizzando lo
stadio di Wembley e facendolo esplodere: davanti a tutto il
mondo costruisce il suo mito di insuperabile frontman.
L'immagine di Freddie sorridente mentre la folla canta We
Will Rock You è il simbolo della musica e della
personalità dei Queen.
Per tutti i
componenti della band il "Live Aid" rappresenta una
svolta, una scarica di adrenalina che cancella ogni dubbio e
riaccende l'entusiasmo. John Deacon dichiara: "I Queen non
erano più un gruppo unito ma quattro individualità che
lavoravano insieme. Il 'Live Aid' ci ha totalmente
rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo". I
Queen si chiudono subito in studio e iniziano a lavorare per
registrare un album e poi partire per una nuova tournée
europea. Il 14 novembre 1985 viene pubblicato il singolo
One Vision, brano travolgente in cui il riff tagliente di
Brian sembra ingaggiare una gara con i vocalizzi potenti di
Freddie, ispirato dal famoso discorso del sogno di Martin
Luther King e inserito nella colonna sonora del film
Iron Eagle (L’aquila d'acciaio).
Durante queste prime
sessions di prove i Queen vengono contattati da Russel
Mulchay, regista e produttore di videoclip che sta lavorando
al suo primo film, Highlander, destinato a diventare un
cult movie. La band accetta di scriverne la
colonna sonora e di pubblicarla come un proprio album e inizia
a registrare brani ispirati alle scene del film.
Contemporaneamente i Queen, con la regia di Russel Mulchay,
girano i videoclip di A Kind of Magic, nel quale
Freddie è un mago che trasforma tre barboni impersonati da
Brian, Roger e John in tre rockstars, e di Princes
Of The Universe, nel quale compare anche il protagonista
di Highlander, Christopher Lambert. Il singolo A
Kind Of Magic viene pubblicato il 17 maggio 1986 ed entra
nella classifica britannica al 3 posto, raggiungendo la
prima posizione in altri 35 Paesi. L'album
A KIND OF
MAGIC entra invece direttamente al numero 1 oltre
Manica, dove guida i Top 10 per 13 settimane consecutive,
conquistando per due volte il disco di platino. L'album non è
una colonna sonora tradizionale ma un lavoro autonomo i cui
brani accompagnano in modo perfetto le scene del film. Mulchay
ha dichiarato: "Ho sempre desiderato lavorare con i Queen
perché hanno un approccio molto visivo alla musica; le
composizioni per Highlander sono potenti, perfette per
il mio film cui serve questa energia".
Una grande energia pervade in
effetti il quattordicesimo album dei Queen, i quali
trasmettono nei brani tutta la carica e l'entusiasmo
dell'esperienza «Live Aid», ritrovando la vena rock più
genuina. I membri del gruppo si esprimono ai massimi livelli,
come musicisti e soprattutto come autori, per esempio firmando
ciascuno i quattro singoli tratti dall'album (One Vision
di May e Mercury, A Kind OfMagic di Taylor, Who
Wants To Live Forever di May, Friends Will be Friends
di Deacon e Mercury), tutti di successo. L'atmosfera
magica ispirata dal film si unisce alla consueta versatilità e
creatività, dando luogo a efficaci soluzioni musicali, che
fanno dell'album uno dei migliori della band per
intensità e potenza.
L'estate del 1986 vede i Queen
ancora padroni dell'Europa con il grandioso "Magic Tour",
iniziato il 6 giugno al Rasunda Stadium di Stoccolma e
conclusosi a Knebworth il 9 agosto. La macchina live dei Queen
raggiunge nel corso di questo tour il suo apice; il
palco è il più grande mai costruito, come anche l'impianto
luci, e il set di canzoni preparato per la tourné è un
mix ben studiato di brani nuovi e del passato, tutti
riarrangiati in versioni particolarmente potenti, sorta di
carrellata sulla storia del gruppo che attira sia i fans
più accaniti sia chi li conosce poco. Una data
particolarmente importante è quella al Nepstadium di Budapest
il 27 luglio; è la prima volta che oltre la cortina di ferro
il rock viene presentato in grandi spazi. Freddie e compagni
danno vita a uno spettacolo memorabile, come documenta il
relativo video, riuscendo a conquistare in un attimo un
pubblico assolutamente nuovo, in particolare quando eseguono
in segno di gratitudine una canzone popolare ungherese
duettando con la folla.
In patria, i Queen raccolgono
in sole sei date più di 400.000 spettatori, stabilendo un
record assoluto, con due concerti consecutivi al Wembley
Stadium (11 e 12 luglio) da cui verrà tratto un doppio album.
Freddie chiude lo spettacolo vestito da re, con manto di
pelliccia e corona, e smentisce ogni voce di problemi nel
gruppo con parole che risultano purtroppo profetiche: "Non
siamo poi tanto male per essere quattro vecchie regine del
rock, staremo assieme finché, cazzo!, non saremo morti!". Il
"Magic Tour" si chiude il 9 agosto a Knebworth davanti a quasi
200.000 persone; è l'ultimo concerto dei Queen, che lasciano
al loro pubblico il ricordo della loro esibizione più
spettacolare e grandiosa e l'immagine di un gruppo che ha
saputo esaltare la dimensione live come nessun altro. Freddie
saluta per sempre i suoi fans alzando la corona con queste
parole: «Arrivederci, bellissime bellezze! Siete stati un
pubblico straordinario, buonanotte, sogni d'oro, vi amo!". In
questo periodo, Freddie ha già contratto il virus dell'Aids
sebbene i test cui si sottopone diano ancora esito negativo.
Il 1987 è un anno tranquillo
per i Queen che smaltiscono la sbornia del "Magic Tour", da
cui viene tratto l'album dal vivo
LIVE MAGIC.
Freddie si impegna in progetti solistici, il remake del
brano dei Platters The Great Pretender di cui realizza
un divertente video dove compare travestito da donna in
compagnia di Roger Taylor e dell'amico Peter Straker, la
partecipazione al musical Time di Dave Clark e
l'innovativo progetto di BARCELONA, crossover di lirica
e rock realizzato in coppia con la grande interprete
operistica Montserrat Caballé,la cui title track sarà
l'inno dei giochi olimpici del 1992. Questo progetto è
l'inizio del grande sogno di Freddie di poter mettere in scena
un esempio di arte globale, in cui possano convivere danza,
musica classica e moderna. Purtroppo la malattia non gli
permetterà di concretizzare le sue idee. Roger Taylor invece
forma un gruppo, i Cross, di cui è chitarrista ritmico e
cantante solista, e nel gennaio 1988 pubblica l'album SHOVE IT,
cui faranno seguito MAD, BAD AND DANGEROUS To KNOW nel 1990 e
BLUE ROCK nel 1991.
Nel 1988 i Queen si ritrovano
in studio per preparare un nuovo lavoro, dopo il più lungo
intervallo tra un album di studio e il successivo, e decidono
di adottare una nuova politica nella registrazione del
materiale. Fin dagli anni '70, su suggerimento di Freddie,
ogni componente della band è solito scrivere e proporre
un brano completo, indicando agli altri membri esattamente
come vuole che sia suonato; questo crea molti problemi e
notevoli dissidi, soprattutto sulla scelta dei singoli, oltre
che un eccessivo individualismo nel modo di lavorare. A
partire da
THE MIRACLE ogni canzone viene
accreditata ai Queen, senza indicare di chi è l'idea
originale, e tutte le composizioni vengono discusse e
realizzate da tutti gli elementi del gruppo. THE MIRACLE viene
pubblicato nel maggio 1989 e va direttamente al primo posto in
classifica, anticipato dal singolo I Want it All
entrato al terzo posto, la più alta new entry del
gruppo. I Queen ormai dominano completamente il mercato
discografico mondiale e ogni lavoro è accompagnato da una
massiccia campagna pubblicitaria e d'immagine, curata
personalmente dai quattro. La copertina dell'album è una
particolare realizzazione grafica in cui i quattro volti
elaborati al computer sono uniti in un'unica testa, a
sottolineare la grande coesione del gruppo; anche i videoclip
sono molto originali, soprattutto quello di Breakthru
in cui i Queen suonano su un treno lanciato in corsa.
THE MIRACLE viene accolto in
modo vario da stampa e pubblico; molti giudicano il lavoro
inferiore al precedente e troppo blando dal punto di vista
musicale e dei testi, che rientrano nello stile del disimpegno
caratteristico del gruppo. In realtà l'album è al solito una
carrellata di generi diversi, personalizzati con gli elementi
del tipico sound Queen, dal funk/soul di My Baby
Does Me al pop rock di Breakthru, e contiene
momenti di potente rock, dalla travolgente I Want it All
in cui Brian dimostra ancora una volta la sua abilità, a
Party e Khashoggi’s Ship, registrati
praticamente in presa diretta, fino a Was It All Worth it,
celebrazione della vita esaltante della rockstar il
cui testo può essere considerato il vero testamento di Freddie
Mercury. Contrastano con questi alcuni brani piuttosto easy
listening, come Scandal o Invisible Man, ma
la band dimostra di non aver perso energia: lo
testimonia anche la presenza di varie B-sides di grande
valore, non inserite nell'album ma frutto delle medesime
sedute di registrazione.
L'assenza di qualsiasi progetto
per un tour alimenta voci sullo stato di salute di
Freddie, che pure appare in buona forma nei video di THE
MIRACLE. L'Aids ha già iniziato a minare la salute del
cantante il quale, volendo mantenere una riservatezza assoluta
e conoscendo i metodi della stampa scandalistica, decide di
non rivelare niente per non allarmare chi gli sta intorno e si
concentra sul suo lavoro. In realtà i Queen riempiono ancora
le pagine dei giornali per le loro sregolatezze, come il
grande party che nel 1990 celebra il ventennale della carriera
o la festa per il 40 compleanno di Roger Taylor, che con uno
spettacolo di luci laser mette in allarme tutti i centri di
osservazione degli Ufo. Il gruppo ritorna in studio nel 1990,
mentre lo stato di salute di Freddie finisce sulle prime
pagine dei giornali in seguito a un'apparizione in pubblico -
per la consegna di un premio alla carriera ai Queen da parte
dell'Industria fonografica britannica - in cui il cantante
appare piuttosto provato e smagrito. Gli altri componenti
della band sottolineano l'unità del gruppo sul piano
personale rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni e
confermando l'uscita dell'album. Il lavoro di registrazione si
svolge tra Londra e Montreux, dove Freddie sfugge spesso alle
attenzioni della stampa.
Ormai molto debilitato dalla
malattia, Mercury concentra tutte le sue energie nella
registrazione dell'album, in cui trova uno stimolo per
continuare la propria battaglia. Il frutto di questa
commovente forza di volontà è
INNUENDO,
capolavoro assoluto in cui la voce di Freddie e tutto il
gruppo toccano i vertici: lo stile musicale dei primi album,
recuperato e rinnovato, si fonde con le nuove sonorità e le
sperimentazioni musicali che caratterizzano la maturità della
band, e ne emerge una sintesi che rappresenta un
traguardo per tutta la musica rock.
Il singolo Innuendo è un
brano maestoso e complesso che riassume tutto lo stile Queen,
collegato direttamente al manifesto Bohemian Rhapsody
con cui gareggia in lunghezza (più di sei minuti). Pubblicato
il 14 gennaio 1991, vende 100.000 copie nella prima settimana
entrando in classifica al numero 1, seguito dall'album
omonimo, pubblicato il 4 febbraio, che raggiunge la prima
posizione nelle classifiche di tutta Europa. INNUENDO è un
lungo e contrastato discorso musicale e poetico sui temi
dell'esistenza, dell'amore, una ricerca dei valori più veri e
preziosi che possano dare serenità e pace. Non è del tutto
giustificato cercare in ogni brano accenni alla malattia di
Freddie, perché le idee originali risalgono in certi casi ad
alcuni anni prima, ma certamente l'album è pervaso da una
malinconia e serietà che lo rendono emotivamente molto
intenso. The Show Must Go On non è il testamento di
Freddie, perché è stato scritto da Brian May in onore di
Mercury stesso, ma riflette la drammatica situazione interiore
in cui si sono trovati i Queen durante la difficile
preparazione dell'album, che Freddie ha fermamente voluto
completare, mentre assistevano al declino inarrestabile del
loro grande amico e cercavano di non pensare al dolore
sofferto per esaudire i suoi ultimi desideri. Anche These
Are The Days Of Our Lives, brano composto da Roger Taylor,
è un testo triste ma sereno, un ripercorrere con la memoria i
momenti felici di una vita trascorsa insieme all'insegna della
musica. Nel video che accompagna il singolo, Freddie appare
per l'ultima volta e, mostrando coraggiosamente il suo volto
distrutto dalla malattia, trova la forza per sorridere e dire
per l'ultima volta ai suoi fans "I still love you".
Il 23 novembre 1991 Freddie
Mercury diffonde un comunicato stampa in cui dichiara
ufficialmente di essere malato di Aids e dichiara di voler
aiutare la ricerca per la cura del terribile male, invitando
amici e fans a fare altrettanto. Il 24 novembre 1991,
alle sette di sera, l'uomo perde la sua lunga battaglia. Muore
serenamente nella sua casa di Kensington, stroncato da una
polmonite causata dal virus dell'Aids. lì mondo precipita nel
dolore, centinaia di fans si radunano per tutta la notte in
lacrime davanti alla sua abitazione e ovunque la notizia
riempie le pagine dei giornali. Il suo corpo viene cremato
secondo il rito zoroastriano, la religione praticata dai
genitori. Freddie Mercury lascia in eredità gran parte della
sua fortuna al "Terence Higgins Trust" e istituisce una
propria fondazione, il "Mercury Phoenix Trust", per l'aiuto
alle persone affette dall'Aids.
Brian, Roger
e John rilasciano la seguente dichiarazione ufficiale:
«Abbiamo perso il più grande e più amato membro della nostra
famiglia. Proviamo un dolore indescrivibile per la sua morte,
una tristezza che è mitigata dal pensiero della sua
straordinaria creatività e dell'onore e del coraggio con cui
ha vissuto e
con
cui ha vissuto e con cui ha affrontato la morte. E stato un
privilegio per noi dividere con Freddie momenti così magici.
Appena sarà possibile, vorremmo celebrare la sua vita nello
stile in cui era abituato".
Alcuni mesi dopo Brian May
scrive ai membri del Fan Club: "Freddie ha combattuto l'Aids
per molti anni. L'arte e gli amici erano per lui la cosa più
importante e si è dedicato ad ambedue con estremo vigore. Non
ha voluto che nulla rovinasse la nostra musica e affrontando
il dolore ha deciso di continuare fino all'ultimo a lavorare
ai nuovi dischi, senza ascoltare le nostre preghiere e
cantando miracolosamente sempre più forte. Freddie non ha mai
voluto simpatia ma solo ciò che i fans gli hanno sempre
dato, fiducia, sostegno e compagnia, lungo la difficile strada
che noi, Queen, abbiamo cercato di percorrere. Voi gli avete
dato l'aiuto per essere lo straordinario spirito libero che è
stato e tuttora è. Freddie, la sua musica, la sua brillante
energia creativa, queste cose sono per sempre".
Il 20 aprile
1992 allo stadio di Wembley si svolge il più grande concerto
degli ultimi anni, il "Freddie Mercury Tribute". Vincendo la
disperazione, Brian, Roger e John salgono sullo stesso palco
per l'ultima volta, per celebrare la vita e l'arte di Freddie
Mercury in compagnia dei più importanti nomi del panorama rock
mondiale. Il concerto viene aperto dalle esibizioni di Extreme,
Metallica, Guns N' Roses, Def Leppard e Bob Geldof. Alle sei
di sera è il turno di Brian, Roger e John: una schiera di
straordinari artisti si unisce a loro per cantare le canzoni
dei Queen ed esprimere le proprie considerazioni su Freddie
Mercury e sull'Aids. George Michael, Robert Plant, Roger
Daltrey, Elton John, Mick Ronson, lan Hunter, Annie Lennox e
molti altri altri danno vita a un concerto leggendario,
trasmesso in diretta in tutta Europa. David Bowie canta forse
per l'ultima volta Heroes e al termine del pezzo si
inginocchia e recita una preghiera per tutte le vittime
dell'Aids, riducendo al silenzio l'intero stadio. La serata si
chiude con una splendida interpretazione di We Are The
Champions da parte di Liza Minnelli cui si uniscono tutti
gli artisti presenti per un grande coro finale. Sull'ultima
nota Roger Taylor, vero motore dell'evento, prende in mano il
microfono e grida al cielo di Londra: "Buonanotte Freddie, ti
amiamo!".
Gli anni
seguiti alla morte di Freddie Mercury sono senz'altro stati,
dal punto di vista umano, i più duri per la band. Nella
loro carriera non erano mancati i momenti di crisi ma l'idea
di un reale scioglimento non era mai stata presa neanche in
considerazione. Brian May e Roger Taylor si sono così messi
alla ricerca degli stimoli necessari nel momento in cui
bisogna ricominciare tutto daccapo. Ritrovare un'identità
lontano dal gruppo, dopo che questo era stata la ragione
principale della loro vita, non è certo stato facile; John
Deacon, per esempio, non ha ancora deciso quale strada
percorrere per il suo futuro.
May ha
pubblicato il singolo Driven by You all'indomani della morte
di Freddie e, dopo il "Freddie Mercury Tribute", ha pubblicato
l'album BACK To Tur LIGHT riscuotendo un buon successo.
Soprattutto ha costituito una vera live band con cui ha girato
per tutto il mondo e i consensi riscossi nel corso degli
spettacoli (testimoniati dall'album dal vivo LIVE AT THE
BRIXTON ACADEMY) lo hanno caricato sufficientemente da
convincerlo a proseguire per l'avventura solistica. Per Roger
Taylor vale lo stesso discorso: uscito con l'album HAPPINESS
nel settembre 1994, ha portato in giro per l'Europa e per il
Giappone una tournée; il successo ottenuto (a livello di
vendite e di pubblico) è stato però inferiore a quello del
collega. Per tutti questi anni i tre musicisti hanno
conservato la voglia di lasciare la testimonianza di quanto
avevano realizzato con Freddie quando egli, ormai troppo
malato, poteva entrare in studio solo per poche ore. Dal 1988
infatti il cantante aveva coinvolto i compagni a tal punto da
passare il maggior numero di ore possibile in studio. Le idee che aveva erano moltissime
ed era suo desiderio terminarle tutte. Per fare in modo che
non andasse perso lo spirito che si era creato in quei giorni
i tre Queen rimasti, dopo avere atteso che i tempi fossero
maturi e dopo aver superato lo shock di dover lavorare sulle
tracce vocali in assenza del loro esecutore, si sono
incontrati prima sporadicamente e poi più intensamente per
dare un senso a tutto il lavoro svolto. Il risultato è
testimoniato da
MADE IN HEAVEN. In questo
album, non essendoci abbastanza materiale inedito(si è sparsa
questa voce ma non è assolutamente vero …), i Queen hanno
voluto riproporre pezzi che erano stati concepiti dal gruppo
per essere inclusi su alcuni dei suoi dischi ma che poi, per
diverse ragioni, erano stati esclusi dalle scalette finali e
utilizzati nei lavori solistici. Qui ritroviamo quindi
l'originale solarità della title track, un tempo
pensata per THE WORKS, così come I Was Born To Love You,
destinata allo stesso album ma poi portata al successo da
Freddie come solista. Catturare l'antico spirito di alcune
canzoni, anche se a posteriori, non è l'unico elemento che
sorprende del lavoro. Let Me Live, per esempio, tipico
standard dei Queen (dove per la prima volta Roger, Brian e
Freddie si trovano tutti impegnati come voci soliste) è un
trascinante inedito; Mother Love è l'ultima canzone che
Freddie abbia mai cantato e rivela una dolcezza d'animo
raramente fatta trasparire nei precedenti testi dal suo
autore.
Il significato di tutto è
comunque celato nella canzone che apre il lavoro. It’s A
Beautiful Day è una dichiarazione di voglia di vivere
fatta da Freddie nell'unico modo che conosceva: sedendosi al
piano e cantando l'amarezza di quei momenti. È un brano in cui
Mercury dimostra il suo grande coraggio perché, sebbene
ammetta il dispiacere, è deciso a non cedere finché fuori ci
sarà un altro bellissimo giorno da vivere.
Biografia tratta
dal libro "Queen", ed. Giunti
torna all'inizio
|
|