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Biografia

 

La storia di una grande rock band appare spesso come un processo casuale, in cui gli avvenimenti sembrano rispondere a un disegno complessivo: la suggestione della musica avvicina persone diverse unendole in un sodalizio artistico e umano unico, nel quale ogni elemento concorre a creare lo spirito del gruppo, quella specie di magia che pervade suoni e melodie e permette di lasciare il segno.

I Queen sono il frutto dell'incontro irripetibile di quattro personalità fortemente caratterizzate, nonostante le apparenze, sull'armonia delle rispettive potenzialità artistiche, su una grande amicizia e sul rispetto di ogni singolo membro della band, volto a creare un sound regale e unico. La consapevolezza dell'importanza di tale unione è ciò che ha permesso a Brian May, Roger Taylor, Freddie Mercury e John Deacon di imporsi come gruppo tra i più importanti e famosi della storia del rock ed è anche l'unica ragione per cui il nome Queen ha smesso definitivamente di esistere in seguito alla tragica e prematura scomparsa di uno dei suoi membri. La morte di Freddie Mercury ha segnato in modo irrevocabile la fine di un percorso durato vent'anni, costellato di clamorosi successi come di momenti difficili, di critiche roventi e di facili entusiasmi, iniziato per caso nelle vie di Londra alla fine degli anni '60, che ha contribuito a influenzare in modo determinante l'evoluzione della musica rock.

L'atmosfera esplosiva della Swingin' London anni '60 attira nei suoi club e nei suoi quartieri alla moda centinaia di giovani artisti e musicisti da tutto il Regno Unito, che li trovano l'ambiente più creativo e all'avanguardia del momento e le possibilità per realizzare i propri sogni. La scena musicale londinese, dopo l'esplosione dei Beatles e dei Rolling Stones e la tempesta Who di My Generation, continua a essere punto di origine delle nuove tendenze musicali, dal "blues britannico" degli Yardbirds di Jeff Beck e dei Cream di Eric Clapton alle sperimentazioni dei primi Pink Floyd del lisergico Syd Barrett, mentre attende l'arrivo del genio psichedelico di Jimi Hendrix, il cui Are you experienced? infiamma l'anno 1967.Il circuito universitario, e dei college in particolare, risulta un'interessante rampa di lancio per molti gruppi, per la buona organizzazione dei concerti, la possibilità di ottenere compensi più alti rispetto al circuito dei pub e il grande fervore dell'ambiente musicale studentesco. Le scuole d'arte sono un vivace punto d'incontro e in alcuni college, come per esempio all'Imperial College di Londra, iniziano a farsi strada gruppi dell'area progressive quali i Genesis di Peter Gabriel, i Jethro Tull di lan Anderson e gli Yes, mentre nel 1968, alla Surrey University, si esibisce per la prima volta una nuova formazione, i Led Zeppelin.

Fra le tante bands che animano la scena dell'Imperial College nell'inverno del 1967, scontrandosi con le difficoltà del mondo rock, c'è anche un gruppo chiamato 1984 in cui suona un giovane chitarrista, Brian May.

Brian Harold May, nato il 19 luglio 1947 a Hampton, Middlesex, viene ammesso all'Imperial College di Londra nel 1965 presso la facoltà di fisica astronomica. Arriva a Londra animato anche dalla speranza di farsi strada nell'effervescente ambiente musicale della capitale. Porta con sé la chitarra che si è costruito da solo nel 1963 utilizzando il legno di un vecchio camino e altri materiali trovati in casa (tra cui pezzi di motore, bottoni di madreperla, elementi di un telefono) e che suona usando come plettro una moneta da sei pence: è la leggendaria "Red Special" che lo accompagnerà in ogni disco e in ogni apparizione live dei Queen. In compagnia di Tim Staffel, iscritto all'Ealing College of Art, inizia a frequentare la Jazz Room dell'Imperial College in cerca dell'occasione giusta. Il loro gruppo 1984, nato sui banchi di scuola a Hampton e cresciuto nei club di Twickenham, cerca di imporsi sulla scena rock blues e inizia una serie di apparizioni in piccoli club. Nel 1967 alcuni concerti di supporto sembrano premiare gli sforzi di Brian e Tim; il 13 maggio sono chiamati ad aprire il concerto di Jimi Hendrix all'Imperial College e in quell'occasione Brian incontra il suo idolo il quale, incrociandolo fuori dal camerino, visibilmente stonato gli domanda: "Scusa, amico, sai dov'è il palco?". Il 23 dicembre 1967 prendono parte a un grande concerto di Natale cui partecipano anche T-Rex, Pink Floyd, Traffic e ancora Hendrix ma salgono sul palcoscenico solo alle 5 del mattino di fronte a una dozzina di spettatori e la grande occasione si rivela una delusione. Brian e Tim comprendono che al gruppo manca l'energia necessaria per sfondare ed escono dai 1984 per dedicarsi agli studi. Dopo alcuni mesi, però, i due decidono di mettere in piedi una nuova formazione e appendono alla bacheca dell'lmperial College un avviso: "Cercasi batterista stile Mitch Mitchell/Ginger Baker". L'annuncio viene raccolto da uno studente, Les Brown, il quale passa l'informazione al suo compagno di stanza Roger Taylor.

Roger Meddows Taylor, nato il 26 luglio 1949 a King's Lynn, Norfolk, cresciuto a Truro, Cornovaglia, è uno studente di medicina della London Hospital Medical School giunto a Londra nel 1967. Come molti altri ragazzi della provincia, Roger è arrivato con l'intenzione di entrare in un gruppo rock e di sfondare, armato di un carattere estroverso e di una grande fiducia in se stesso. "Non ho mai voluto essere il ragazzo della porta accanto, ho sempre pensato che sarei stato qualcosa di più, ma non è facile per un ragazzo di provincia, non è per niente facile..... (Drowse, 1976). A differenza di altri ha già raccolto un discreto successo in Cornovaglia con i Reaction, una cover band di soul formatasi nel 1965 che, dopo l'esplosione della bomba Hendrix, si orienta verso un genere rock blues psichedelico stile Cream. Roger, leader del gruppo e per un certo periodo anche cantante oltre che batterista, tra il 1965 e il 1968 lavora duro per procurare date e ingaggi e i Reaction si fanno una buona reputazione come local band con numerosi concerti nei club della Cornovaglia e alcune prestigiose apparizioni come supporto di T-Rex, Slade e Ritchie Blackmore del periodo pre-Deep Purple. Durante la "Summer of Love" del 1968 riescono perfino a organizzare un festival psichedelico sulla spiaggia di Perranporth, il "Summer Coast Sound Experience", che attira più di trecento spettatori ma viene inevitabilmente interrotto dalla polizia di Truro. Nel settembre dello stesso anno il gruppo si scioglie e Roger cerca a Londra l'occasione per fare il grande salto.

 

Pochi giorni dopo aver risposto all'annuncio, Roger riceve una lettera da parte di Brian May, il quale in poche righe descrive molto puntualmente che tipo di persona e di musicista sta cercando. Nonostante le tante incertezze e timori tipici del suo carattere e soprattutto la volontà di non abbandonare del tutto gli studi, Brian ha idee chiare sul tipo di musica che vuole suonare ed è seriamente intenzionato a mettere in piedi un gruppo con possibilità di carriera, che esca dal circuito delle cover bands universitarie e si proponga con pezzi propri e una precisa fisionomia. Tim Staffel ha avuto l'idea di un progetto chiamato Smile.

Per il primo incontro Roger invita Brian e Tim nel proprio appartamento a Shepherd's Bush dove ha un set di bongos (la batteria è ancora a Truro) e i due si presentano con le chitarre acustiche. Brian ricorda di essersi particolarmente stupito nel vedere Roger accordare le percussioni:"... Mi sembrava una cosa molto professionale, e subito ho capito che era l'uomo giusto per noi; il suo modo di suonare era straordinario, preciso ed esuberante. Io e Tim ci siamo guardati in faccia e abbiamo pensato: "Questo tipo è un grande".

Dopo una serie di prove nella Jazz Room dell'lmperial College, Roger, Brian e Tim scoprono di pensarla allo stesso modo; sono ambiziosi, motivati e devoti alla buona musica e scatta in loro una grande confidenza e simpatia. «Brian era un tipo tranquillo, gentile e sensibile" ricorda Tim Staffel, «un vero gentleman; io ero molto più rude e scontroso. Roger invece era espansivo, vitale, esuberante; un vero batterista anche come persona. È come se avesse tracciato la terza riga di un triangolo. L'energia del gruppo era frutto della fusione dei nostri rispettivi caratteri." Qualificatisi come una formazione progressive, gli Smile intraprendono una serie di concerti importanti all'imperial College e in Cornovaglia come supporto di gruppi affermati quali Pink Floyd, Yes e T-Rex e partecipano a un festival alla prestigiosa Royal Albert Hall con Joe Cocker; Free e Bonzo Dog Band. Nell'aprile 1969, dopo un concerto al Revolution Club, vengono contattati dalla Mercury Records, firmano un contratto per la pubblicazione di un singolo e registrano un demo presso i Trident Studios. Risultato del lavoro sono sei pezzi di raffinato progressive rock firmati da Brian e Tim: Earth, Step On Me, Polar Bear, April Lady (unica cover), Blag e Doin' Alright, brano che verrà ripreso dai Queen e inserito nel primo album.

In questo periodo, Tim Staffel presenta a Roger e Brian uno stravagante compagno di corso, Freddie Bulsara, che, entusiasta del sound degli Smile e diventato presto grande amico del gruppo, li accompagna in ogni concerto ed è prodigo di consigli su come suonare e come presentarsi sul palco. Il singolo Earth /Step On Me viene pubblicato solo in America ma non ottiene il successo sperato. Gli Smile suonano per l'ultima volta al Marquee di Londra e nel 1970 Tim Staffel lascia il gruppo per entrare negli Humpy Bong capitanati da Colin Peterson, ex batterista dei Bee Gees.

Freddie Mercury (vero nome: Farooldì Bulsara), nato il 5 settembre 1946 sull'isola di Zanzibar, allora colonia britannica, da genitori di etnia parsi, ha trascorso un'infanzia agiata a Bombay, in India, dove il padre, diplomatico al servizio della Corona, era stato trasferito prima di emigrare in Inghilterra nel 1964 dopo il riconoscimento d'indipendenza della Tanzania. Freddie, come veniva chiamato dai compagni di scuola già in India, frequenta le superiori a Feltham, Middlesex, poco lontano dal futuro amico Brian; viene poi ammesso all'Ealing College of Art e nel 1966 si trasferisce a Londra, nel quartiere di Kensington, allora punto di ritrovo di artisti e gente "in".

"Sebbene Freddie non fosse ancora nient'altro che uno studente squattrinato" ricorda Roger, che in quel periodo gestiva insieme a lui uno stand di vestiti al Kensington Market, "andava in giro per Kensington High Street come una vera star, con pantaloni di seta attillatissimi e giacche di pelliccia e con un modo di fare raffinato e straordinariamente affascinante. Si comportava come un vero dandy effeminato, completamente fuori dalla realtà; non aveva i soldi per mangiare ma si muoveva sempre in taxi e credo di non averlo mai visto salire su un mezzo pubblico. Inoltre era una persona di una generosità senza limiti ed estremamente sensibile". Nel corso del 1969 Freddie, accanito fan di Jimi Hendrix ed eccellente pianista, entra a far parte di un gruppo di Liverpool, gli Ibex, e nel corso di alcuni concerti a Londra e a Liverpool, dove il gruppo si trasferisce per alcuni mesi in cerca di successo, inizia ad affinare le sue doti vocali e sceniche.

Gli Ibex si sciolgono nel 1970 e Freddie forma una propria band, i Wreckage; per i quali scrive il suo primo pezzo, Stone Cold Crazy. L'esperienza, però, finisce nel giro di pochi mesi.

Nell'aprile 1970, quando anche l'avventura Smile si è conclusa, Brian, Roger e Freddie decidono di formare un gruppo insieme e si mettono alla ricerca di un bassista. In questo periodo Freddie cambia il proprio cognome in Mercury e crea il nome Queen: "È un nome corto, semplice e facile da ricordare e poi esprime quello che vogliamo essere, maestosi e regali.Il glam è parte di noi e vogliamo essere dandy." Dopo aver cambiato due bassisti nel corso delle iniziali apparizioni con il nome Queen (la prima a Truro, 27 giugno 1970), Brian e Roger, a una festa, incontrano John Deacon.

John Richard Deacon, nato a Leicester il 19 agosto 1951, studente di elettronica, molto tranquillo e timido, ha già fatto esperienza come bassista in gruppi R&B, gli Art e gli Opposition. Dopo una prima audizione nel corso della quale suonano per la prima volta Son And Daughter, un pezzo di Brian, diventa il quarto membro dei Queen. Ricorda Roger: «Noi eravamo molto affiatati e avevamo una personalità piuttosto forte, e abbiamo pensato che, essendo un tipo così calmo, lui poteva entrare nel gruppo senza traumi. Era un grande bassista e il fatto che fosse anche un genio dell'elettronica è stato sicuramente un elemento decisivo". La prima apparizione con la formazione definitiva è del luglio 1971.

Nonostante fossero impegnati a finire i propri studi universitari (tutti e quattro conseguiranno la laurea), i Queen si lanciano in un lungo tour in Cornovaglia per acquisire confidenza con il palcoscenico. Nel 1972 sono invitati a collaudare l'attrezzatura dei rinnovati DeLane Lea Studios di Wembley e hanno la possibilità di registrare il primo demo, contenente Liar, The Night Comes Down, See What A FooI l've Been (che rimarrà inedito) e Stone Cold Crazy, canzone poi inclusa in SHEER HEART ATTACK. Nella speranza di trovare l'occasione giusta, continuano a frequentare i DeLane Lea e incontrano John Anthony, discografico della Mercury che Roger e Brian hanno conosciuto ai tempi degli Smile. John è in compagnia di Roy Thomas Baker, della Trident Records, che rimane folgorato dal sound e dal talento dei Queen e propone il loro demo al manager Norman Sheffield, il quale però non si dimostra molto interessato. Grazie alla determinazione di Roy Thomas Baker i Queen riescono a firmare un contratto di produzione con la Trident ed entrano in studio per preparare il loro primo album, con un compenso di venti sterline a settimana, mentre il responsabile Jack Nelson cerca per più di un anno di procurare il primo contratto discografico. Nel frattempo Roger, Brian e Freddie collaborano a una cover di I Can Hear Music dei Beach Boys accompagnata da Goin' Back, un singolo prodotto da Robin Cable e pubblicato con lo pseudonimo Larry Lurex. Nel marzo 1973 i Queen firmano il primo contratto ufficiale con la EMI e il 9 aprile Jack Nelson organizza uno showcase al prestigioso Marquee di Londra per la presentazione ufficiale che, nonostante la scarsa affluenza degli addetti ai lavori, si rivela un successo.

Nei mesi seguenti i quattro intraprendono una serie di concerti nei club per perfezionare il loro sound e soprattutto il modo di stare sul palco, sperimentando ogni tipo di soluzione scenica e di abbigliamento. Freddie è intenzionato a fare di ogni concerto un'opera d'arte, uno spettacolo di danza; canto e recitazione e sviluppa uno stile originale che sarà in futuro il marchio distintivo del gruppo, capace di infiammare la platea come pochissimi altri. In particolare i Queen adottano in questo periodo il tema del bianco e nero, che li accompagna come soluzione scenica e tematica nella produzione di tutto il primo periodo; Freddie e Brian iniziano a comparire sul palco truccati e con le unghie dipinte rispettivamente di bianco e nero, un gioco inventato da un gruppo di fans di Liverpool.

 

Il 6 luglio 1973 viene pubblicato il primo singolo dei Queen, Keep Yourseff Alive/Son And Daughter, che viene accolto abbastanza bene dalla stampa ma, incredibilmente, non riceve alcun tipo di promozione radiofonica. QUEEN, album d'esordio, esce pochi giorni dopo, il 13 luglio in Inghilterra e il 4 settembre negli Stati Uniti (massima posizione in classifica: numero 83. È il momento d'oro del movimento glam e gruppi quali Roxy Music e Sweet dominano le classifiche; lo stile dei Queen, basato sui taglienti riff di Brian, l'aggressività e nitidezza delle parti vocali di Freddie e una ritmica precisa e coinvolgente, è un superamento di questo genere e avrà grande influenza sull'evoluzione del rock attraverso gli anni '70. QUEEN è un album completo e già maturo, che rivela un sound personale e versatile, in grado di passare dall' hard rock di Modem Times Rock 'n' Roll ai virtuosismi progressive di My Fairy King, dalle raffinate melodie di The Night Comes Down al rock maestoso di Liar e ai fulminei cambi di tempo della versione riarrangiata di Doin' Alright. La stampa inglese però non riconosce il valore dì questo primo lavoro e liquida i Queen come un gruppo di "rock da supermarket" o come una brutta copia dei Led Zeppelin; si inaugura così una lunga stagione di pessimi rapporti con il quartetto inglese , durata vent'anni e ancora non del tutto terminata. Freddie Mercury, soprattutto, fu sempre restio a incontrare la stampa, particolarmente ostile nei suoi confronti, e sono molto rare le interviste da lui rilasciate. I Queen instaurano invece da subito un rapporto stretto con il pubblico, principalmente grazie ad apparizioni live sempre più coinvolgenti che attirano centinaia di fans devoti e sono caratterizzate da un'atmosfera e un entusiasmo fuori del comune.

Nel novembre 1973, per una data all'Imperial College, i biglietti vanno esauriti in poche ore; subito dopo i Queen partono per un tour di supporto ai Mott The Hoople di lan Hunter che si conclude con un concerto all'Hammersmith Odeon di Londra davanti a 7.000 paganti. «In quegli anni era di moda apparire trascurati» ricorda Brian. «I musicisti salivano sul palco, abbassavano la testa e suonavano senza mai guardare il pubblico; noi reagivamo a quella tendenza, abbiamo sempre voluto che ogni concerto fosse per gli spettatori un evento indimenticabile e abbiamo sempre cercato di dare tutto di noi stessi per farli divertire». In questo periodo Freddie chiude ogni concerto lanciando rose dal palco o brindando con champagne e dialoga molto con il pubblico, che intona l'inno britannico God Save The Queen al termine delle esibizioni: un rito che durerà anni.

L'esordio dei Queen nel mondo rock è quindi caratterizzato da diverse componenti. Va sottolineato che il materiale dell'album QUEEN era già superato al momento della pubblicazione, in quanto frutto del lavoro di alcuni anni prima e basato prevalentemente su pezzi composti nel corso delle rispettive esperienze giovanili. Brian rammenta il disappunto della band: "Il nostro primo disco ci appariva già fuori moda. Erano successe molte cose: per esempio era esploso David Bowie, che era della nostra generazione e ce l'aveva fatta, e ci preoccupavamo che sembrasse che noi ci fossimo accodati, mentre eravamo glam rockers già da molto tempo.» Emergono però anche certezze su cui i Queen costruiscono il proprio successo. Nonostante siano un gruppo esordiente sono seguiti da un pubblico numeroso e affezionato e sono capaci di straordinarie prestazioni dal vivo. Hanno inoltre già pronti i pezzi del nuovo album, tra i quali Seven Seas Of Rhye, lanciato con un'apparizione al prestigioso show televisivo «Top Of The Pops», e sono animati da grande determinazione oltre che da una professionalità che stupisce tutti; curano da soli la propria immagine in ogni dettaglio, indossando soprattutto gli eccentrici abiti disegnati per loro da Zandra Rhodes, stilista del gruppo per molti anni, e si occupano della grafica degli album e dell'impianto luci dei concerti. Il logo del gruppo, basato sui segui zodiacali dei componenti, è stato disegnato da Freddie Mercury.

Il 5 marzo 1974 Seven Seas Of Rhye entra nella classifica britannica al 45 posto. Tre giorni dopo viene pubblicato QUEEN II, che raggiungerà la 35 posizione: album complesso, ambizioso, enigmatico, è il manifesto definitivo di quello che i Queen dei primi anni rappresentano dal punto di vista musicale ed è importante per l'immagine che propone del gruppo. Brian May dichiarava: "Per me, QUEEN II rappresenta il tipo di musica che ho sempre sognato di suonare; cercavamo un sound intenso che fosse davvero qualcosa di nuovo e abbiamo voluto spingere al massimo le tecniche di studio, in cerca di nuovi orizzonti per una rock band". Anche i testi riflettono la presenza di un preciso progetto artistico: il tema del bianco e nero, nato ai tempi del primo album, diventa dominante; QUEEN II si basa infatti sul contrasto tra un "lato nero", composto di brani scritti da Freddie Mercury, e un "lato bianco" firmato da Brian May, con l'aggiunta di un pezzo di Roger Taylor. Il dualismo tra l'anima bianca e l'anima nera del gruppo è esemplificato dalla contrapposizione di White Queen, poetica storia d'amore, e di The March Of The Black Queen, inquietante e multiforme brano sulla conversione alle forze del male, in cui sono presenti richiami alle tradizioni orientali e mistiche che hanno sempre affascinato Freddie Mercury. I suoi testi in particolare risultano enigmatici e contorti, anche perché Freddie si è sempre rifiutato di spiegarne origine e significato, sostenendo che l'interpretazione che ogni ascoltatore riesce a dare è quella giusta. Le storie fantastiche raccontate da Brian May traggono invece spunti dalla mitologia anglosassone e soprattutto dalle opere di J.R.R. Tolkien, medievalista, filologo e autore della celebre trilogia Il signore degli anelli, fonte d'ispirazione per molti gruppi, dai Marillion ai Led Zeppelin.

I primi due brani, Procession e Father To Son, introducono un racconto sulla eterna lotta tra il bene e il male, che si svolge sotto forma di battaglie (Ogre Battle), amori contrastati (Nevermore) e conflitti tra potenze oscure (Seven Seas Of Rhye) e che risulta incentrato sulla compresenza nell'uomo delle forze opposte e sulla ricerca della propria via e della propria regina e amante. The Fairy Feller's Master Stroke esula dal tema: pur rimanendo in ambito fantasy, è frutto di una differente operazione artistica. All'apparenza un elenco disordinato di strampalate figure, il testo rappresenta invece una precisa descrizione dei personaggi dell'omonimo quadro del visionario pittore inglese Richard Dadd, tuttora esposto alla Tate Gallery di Londra, raffigurante un incontro di abitanti del regno delle fate. La copertina e la grafica dell'album, curate da Mick Rock e basate su una foto di Marlene Dietrich, propongono un'immagine ambigua e raffinata di Freddie Mercury che è passata alla storia ed è diventata simbolo del gruppo, fino a essere sostituita dall'apparizione al "Live Aid" negli anni '80, che ha segnato una svolta radicale consacrando Freddie come sex symbol.

Subito dopo la pubblicazione dell'album, come d'abitudine, i Queen partono per un lungo tour britannico nel corso del quale QUEEN II raggiunge il posto in classifica mentre anche QUEEN entra in 45 posizione. Nell'aprile dello stesso anno i quattro attraversano l'Atlantico alla conquista dell'America, di nuovo in compagnia dei Mott The Hoople e, in alcune date, degli Aerosmith di Steven Tyler e Joe Perry. La tournee si interrompe improvvisamente dopo meno di un mese a causa del ricovero di May in ospedale per una grave forma di epatite. I sogni di gloria terminano con un risveglio drammatico, soprattutto per Brian che attraversa una grave crisi sentendosi in qualche modo responsabile di un eventuale fallimento del gruppo dovuto alla lunga sosta forzata. Freddie, Roger e John, che non hanno mai pensato di sostituire Brian, impiegano il tempo per registrare nuove canzoni, sulle quali aggiungere in seguito le parti di chitarra e i cori, mentre Brian in ospedale compone testi, alcuni dei quali, come Now I'm Here sull'esperienza del tour americano, risulteranno tra i maggiori successi del gruppo. Nel settembre 1974 i Queen vengono premiati da una sosia della regina d'Inghilterra con il disco d'argento per la vendita di 100.000 pezzi di QUEEN II.

La consacrazione definitiva arriva con la pubblicazione di Killer Queen /Flick Of The Wrist, una perla nel contesto glam e un esempio perfetto dello stile del gruppo: il singolo entra direttamente al 50° posto in classifica, per raggiungere poi il 20°, e viene nominato miglior singolo dell'anno dalla stampa specializzata. "La gente si aspettava da noi un po' di musica energica, un po' di hard rock" dichiarò Freddie Mercury, "e invece noi abbiamo fatto questo pezzo che nessuno avrebbe mai immaginato, e abbiamo dato ai fans un po' del nostro art rock". Sull'onda del loro primo hit, in ottobre viene pubblicato SHEER HEART ATTACK e per promuoverlo i Queen si esibiscono per due serate di tutto esaurito al Rainbow Theatre di Londra che li consacrano definitivamente come star.

Il nuovo album non è più basato sul binomio May-Mercury ma contiene preziosi contributi di Roger e John; non ha una particolare linea tematica ma è considerato un classico del rock, fonte d'ispirazione per numerosi gruppi degli anni '80 e '90, dagli Extreme di Nuno Bettencourt ai Metallica, i quali hanno anche reinterpretato Stone Cold Crazy, brano precursore dell'heavy metal. Il lavoro di chitarra di Brian May, che trova ampio spazio in brani come Brighton Rock e Now I'm Here, è stato materia di studio per tutti i grandi chitarristi dei tempi recenti, da Joe Satriani a Eddie Van Halen a Steve Vai, e ha riscosso l'ammirazione di tutti i protagonisti della sua generazione, da Joe Walsh a Jeff Beck e a Eric Clapton, inserendolo tra i migliori solisti del mondo. SHEER HEART ATTACK raggiunge il 20° posto in Gran Bretagna e apre ai Queen le porte degli Stati Uniti, dove raggiunge la 12 posizione in classifica.

Il 1975 segna l'inizio di un grande amore tra i Queen e il Giappone; al suo arrivo all'aeroporto di Tokyo in occasione della prima tournee nella terra del Sol Levante la band viene accolta da una folla di più di 3.000 fans in delirio. Il "Japan Tour '75" è contrassegnato dal fenomeno di una "Queenmania" degna dei Beatles e da allora si instaura un rapporto molto profondo con il popolo giapponese; Freddie, in particolare, resta affascinato dalla cultura orientale e ispirandosi a essa imposta un nuovo look che verrà mantenuto per alcuni anni, fino alla svolta "macho" della fine degli anni '70.

Nell'estate del 1975 il gruppo comincia a lavorare al nuovo album, portandosi sulle spalle il peso di un tour molto impegnativo, parzialmente annullato a causa di problemi alla gola accusati da Freddie e di controversie relative alla risoluzione del rapporto con la Trident. I Queen firmano un nuovo contratto con la EMI. Felici di essersi lasciati alle spalle un manager come Jack Nelson, cui dedicano la canzone-invettiva Death On Two Legs, entrano in studio molto motivati, convinti di avere le potenzialità per conquistare il mondo del rock. Da queste premesse si sviluppa e prende forma A NIGHT AT THE OPERA, album complesso e tra i più costosi mai realizzati fino ad allora. La grande energia dei quattro e soprattutto la voglia di Brian di sperimentare nuovi suoni e complesse orchestrazioni danno vita a pezzi che combinano in modo equilibrato grandeur ed epicità. In brani come Good Company, Seaside Rendezvous e Lazing On A Sunday Afternoon, ispirati anche nei testi ad atmosfere anni '20 tipiche dell'art rock e particolarmente gradite a Freddie, Brian sperimenta suoni particolarissimi, riuscendo a riprodurre fiati, archi e ottoni. Particolare evidenza assume l'uso sapiente delle armonie vocali costruite con numerose sovraincisioni, che hanno già portato il gruppo all'attenzione della critica. The Prophet Song, una canzone di Brian ispirata da una visione avuta in sogno, è un esempio di questa tecnica inventata e sviluppata dai Queen. Il massimo risultato di questo modo di comporre è Bohemian Rhapsody, canzone simbolo del progetto musicale e artistico chiamato Queen, in cui un testo enigmatico si sviluppa in una successione di quattro diversi momenti musicali che ruotano intorno alla celebre sezione operistica per la quale occorse una settimana di lavoro. Roy Thomas Baker, testimone della genesi di un pezzo che è un classico del rock, ricorda: «E stato un lavoro terribile, una settimana intera per cercare di realizzare le idee di Freddie; ogni volta che m'illudevo di aver finito con i cori arrivava Freddie e diceva: 'Ho pensato di aggiungere ancora un po' di «Galileo»!...". Il brano dura quasi sei minuti ed è giudicato da tutti troppo lungo per essere promosso in radio. Un DJ amico di Freddie, Kenny Everett, innamorato della canzone, nonostante gli sia stato espressamente vietato lo trasmette alla radio per 14 volte nel corso di una giornata. La EMI viene inondata da una tale massa di richieste da essere costretta a pubblicarlo: in due settimane Bohemian Rhapsody vende 150.000 copie, segnando una svolta epocale per tutta la musica rock. A favorire il successo del pezzo c'è anche la realizzazione di un videoclip per i circuiti televisivi, uno fra i primi nella storia del nuovo mezzo promozionale.

Grazie a queste premesse l'album riscuote un successo clamoroso, raggiunge il primo posto nelle classifiche di tutta Europa e conquista il primo disco di platino per i Queen. Il boom di A NIGHT AT THE OPERA fa tornare in classifica gli album precedenti, mentre il gruppo parte per una tournee in Europa, Stati Uniti, Giappone e Australia che si conclude il 18 settembre 1976 con un concerto gratuito all'Hyde Park di Londra, in occasione del quale un pubblico di quasi 150.000 persone festeggia la band, che propone anche brani del nuovo album.

Il quinto disco, A DAY AT THE RACES, viene pubblicato il 10 dicembre 1976 e, come A NIGHT AT THE OPERA, porta un titolo ispirato a un film dei fratelli Marx. Somebody to Love, esemplare dello stile compositivo di Mercury, si impone subito ai vertici delle classifiche, preannunciando l'affermazione dell'album che però, nonostante l'indubbia qualità, viene da molti giudicato inferiore al precedente e non ne ripete il successo. Teo Torriatte, omaggio ai fans nipponici con un'intera strofa cantata in giapponese, diventa il momento centrale delle successive esibizioni del gruppo nel paese del Sol Levante. Tie Your Mother Down, composta appositamente per aprire gli spettacoli dal vivo, diventa uno dei cavalli di battaglia del gruppo mentre brani come Good OId-Fashioned Lover Boy e The Millionaire Waltz esaltano lo stile di Freddie basato sull'unione di armonie vocali e raffinate esecuzioni pianistiche, con testi romantici e dandy. Drowse, You And I e Long Away (dedicato alle stelle, grande passione di Brian) sono esempi della raggiunta maturità esecutiva e compositiva di Taylor; Deacon e May; canzoni mai eseguite dal vivo, rivelano la loro capacità di esprimere in musica sottili sensazioni capaci di colpire al cuore gli appassionati.

Dopo le affermazioni a livello planetario ormai consolidate con A DAY AT THE RACES e dopo i trionfali concerti all'Earls Court, il gruppo decide di rimettersi in gioco e di stravolgere parzialmente alcuni dei cardini sui quali, fino a quel momento, si era basato in gran parte il suo successo. I Queen stabiliscono di fare a meno del loro produttore Roy Thomas Baker e di autoprodurre il nuovo disco; luogo prescelto sono gli studi londinesi di Basing Street. Poco prima di cominciare le prove, Roger Taylor pubblica il suo primo singolo da solista, I Wanna Testify, rivisitazione di un brano dei Parliaments di George Clinton, in cui Taylor suona tutti gli strumenti. Il singolo non riscuote alcun successo. Nell'Inghilterra di questi anni si è ormai definitivamente imposto il punk con la sua carica distruttiva nei confronti della maggioranza dei prodotti musicali realizzati negli anni precedenti; i gruppi di art e progressive rock si trovano smarriti e anche i Queen percepiscono questa sensazione che si diffonde nell'ambiente musicale. Malgrado tutto, il gruppo pare deciso a dimostrare che gli stimoli per continuare non sono esauriti e che c'è ancora posto per la sua creatività.

NEWS OF THE WORLD, settimo album della serie, esce il 28 ottobre 1977 dopo soli due mesi e mezzo di lavoro e si rivela uno dei prodotti piu riusciti della carriera dei Queen. In questo disco confluiscono astutamente tutti gli ingredienti per accontentare la vecchia guardia dei fans e per soddisfare gli appassionati dei nuovi generi musicali. Le due canzoni che aprono il lavoro, We Will Rock You e We Are The Champions, omaggio agli spettatori dell'ultima tournee, sembrano nate apposta per diventare un tutt'uno e in quasi tutto il mondo vengono pubblicate come singolo a doppio lato A. Sia May sia Mercury, sensibili alle ovazioni raccolte dal vivo, propongono due inni da stadio che accompagneranno tutte le più grandi manifestazioni sportive degli anni a venire. Brian May spiega così questo legame: "La nostra musica è sempre stata molto coinvolgente, capace di unire le persone e abbracciare una folla in un comune stato di gioia ed esaltazione; è esattamente quello che succede in un evento sportivo, per esempio in una partita di calcio, solo che con noi sono tutti dalla stessa parte". A sorprendere è tuttavia soprattutto la facciata B, contenente brani di valore arrangiati in modo più scarno rispetto alle abitudini (Sleeping On The Sidewalk è addirittura in presa diretta). I Queen scoprono un sound grezzo e immediato, di indubbia efficacia, che pone in evidenza i riff taglienti di Brian e i vocalizzi potenti di Freddie, limitando le sovraincisioni, i cori e gli strumenti tipici dello stile precedente. Sebbene l'album sia fortemente orientato in senso rock blues, i Queen non rinunciano alle sperimentazioni, cimentandosi in un pezzo come Who Needs You di Deacon, che attinge ai ritmi latini e della black music, e in un brano come Sheer Heart Attack che si può considerare precursore del thrash. Il pubblico americano, in particolare, apprezza questo nuovo sound e l'album raggiunge il posto in classifica, mentre in patria si ferma al ma viene premiato con il disco di platino.

In novembre il gruppo si rimette in pista per un nuovo tour che parte proprio dagli Stati Uniti; i concerti suscitano tale entusiasmo da costringere i Queen ad ampliare il set delle canzoni proposte. In questa tournee viene eseguita per la prima volta dal vivo Love Of My Life, destinata a divenire un cavallo di battaglia di tutte le future esibizioni.

Nell'estate del 1978 la band torna in studio; questa volta, per ragioni fiscali, ai Mountain Studios di Montreux e poi ai Super Bear di Nizza. Il risultato finale è l'album JAZZ, il cui titolo non corrisponde a un radicale cambio di genere musicale. Viene pubblicato nel novembre 1978 e bissa il successo di NEWS OF THE WORLD in Gran Bretagna e negli USA. Il party di presentazione alla stampa mondiale, svoltosi a New Orleans, è un evento memorabile e inaugura una serie di feste leggendarie per cui il gruppo è poi diventato famoso, pur attirando critiche sul suo stile di vita. Nel corso della serata oltre 400 ospiti vengono intrattenuti da prestigiatori, mangiatori di fuoco, ballerini voodoo, danzatrici del ventre, spogliarelliste e generosissime groupies.

Il primo singolo dell'album è un doppio lato A firmato May-Mercury. Fat Bottomed Girls è un rock blues impostato sulla più classica sonorità Queen, il cui testo svela come alcuni altri un aspetto sfrenato del carattere di Brian, che si contrappone alla sensibilità e dolcezza delle sue canzoni d'amore. Bicycle Race, composta da Freddie dopo il passaggio del Tour de France nelle strade adiacenti allo studio di registrazione, è una dichiarazione di disimpegno che risponde alla volontà del gruppo di non assumere atteggiamenti da profeti o da leader ideologici e di volersi impegnare soltanto nell'intrattenimento del proprio pubblico.

L'album, pubblicato il 10 novembre 1978, viene accolto negativamente da buona parte della stampa, ma verrà rivalutato in seguito; le sperimentazioni di Mustapha, con richiami alla musica turca, l' hard rock di Dead On Time, con assoli in stile Van Halen, il blues di Dreamers Ball sono serviti a convincere anche i più scettici che i Queen hanno saputo impossessarsi dei più disparati generi musicali senza mai perdere la loro inconfondibile identità.

Sul fronte concertistico la band, a detta di molti, raggiunge il suo zenith in questo periodo. Il tour parte ancora una volta dagli Stati Uniti e a gennaio si sposta in Europa; i luoghi prescelti per le esibizioni sono palasport e grandi spazi. Le prestazioni risultano davvero sconvolgenti sia dal punto di vista scenico sia da quello musicale e i Queen si confermano una delle migliori live bands in circolazione. Freddie si presenta sul palco completamente vestito di pelle, con un look "macho" da motociclista, ma ironizza su di sé indossando un paio di scarpe "ballerine"; il gruppo intende offrire uno spettacolo completo che valga davvero il prezzo del biglietto e alla fine riesce a raggiungere lo scopo. La scaletta degli show è serratissima e prevede ben pochi momenti di pausa. Le esibizioni rimaste famose sono quelle di Parigi e Monaco e i tre concerti in Jugoslavia dove, a Zagabria e Lubiana, il pubblico non abituato ai grandi eventi tributa alla band un' accoglienza indimenticabile.

Frutto di questa tournee è LIVE KILLERS, doppio album dal vivo. Tutto il calore e il fragore dei palasport vengono restituiti all'ascoltatore in modo ineccepibile e il punto di forza dell'opera sta proprio nell'autenticità conseguita dalla produzione. Roger Taylor dichiara pubblicamente di non gradire queste registrazioni ma crediamo che abbia avuto modo di ricredersi, mentre la stampa, per una volta, riconosce all'album tutti i suoi meriti. Il riascolto di tutto il materiale si è svolto a Montreux e i membri del gruppo, sempre più contenti degli studi Mountain, decidono di comprarseli.

 Passata l'estate i Queen si ripresentano al loro pubblico con il nuovo singolo Crazy Littie Thing CalIed Love, pubblicato sebbene non ci sia nessun album pronto da promuovere. La composizione è molto diversa da quelle del passato e la critica pare apprezzarla; il successo è notevolissimo in tutto il mondo e viene raggiunta la prima posizione in molti Paesi, in particolare negli Stati Uniti.

Il 1979 è un anno che i Queen dedicano al piacere di fare musica senza preoccuparsi di lavorare a un album. Dopo l'uscita del nuovo singolo si sentono pronti per affrontare un nuovo tour e decidono di suonare in piccoli spazi per avere un più stretto contatto con il proprio pubblico; il loro entourage viene dunque incaricato di trovare locali adatti, che non siano veri e propri teatri. All'iniziativa viene subito data la denominazione di "tour folle": tutti si dimostrano felici di poter suonare senza subire alcuna pressione o esigenza promozionale. In dicembre il gruppo è invitato a suonare all'Hammersmith Odeon per il festival benefico "Rock For Kampuchea"; nella serata a loro disposizione (quella di apertura) i Queen danno il massimo dimostrando di non temere l'agguerrita concorrenza che si sta aprendo nel panorama musicale e riescono a mettere in scena una peformance serratissima, di grande presa sugli spettatori. Alla fine della tournee viene pubblicato un altro singolo che nelle previsioni non deve far parte di nessun album: Save Me, composizione di Brian, riscuote buon successo.

 Con il mese di gennaio il gruppo si trasferisce al gran completo a Monaco dove inizia a lavorare a due progetti contemporanei: il nuovo album e la colonna sonora per il film Flash Gordon. In loro compagnia c'è un nuovo produttore, il tedesco Mack. Il singolo che prepara il lancio dell'album è Play The Game. Il video aumenta lo sconcerto fra i fans della vecchia guardia e l'apparizione di Freddie con capelli corti e baffi fa sì che agli uffici della EMI inglese pervenga una massiccia spedizione di rasoi. L'album THE GAME vede la luce il 30 giugno 1980 e contiene anche le due canzoni pubblicate l'anno precedente. Per la prima volta il gruppo si è cimentato con sintetizzatori in alcuni brani; il risultato finale non è deludente. Le composizioni risultano meno elaborate che in passato e la loro durata media è inferiore ai quattro minuti. Dal disco verrà estratto un altro singolo di grande successo: Another One Bites The Dust sarà il singolo più venduto della storia del gruppo e farà triplicare le vendite dell'album in tutto il mondo. Il lato B, anch'esso tratto dall'album, è Dragon Attack, brano funk rock con un testo enigmatico. Il tour che segue ottiene, come sempre, un successo clamoroso e durante il suo svolgimento la scaletta si arricchisce di alcuni frammenti dell'album FLASH GORDON, colonna sonora del film omonimo pubblicata in dicembre. Il disco raccoglie tutti i commenti musicali che accompagnano le scene del film e anche i dialoghi dei personaggi. Per la verità il film appare un colossale B-Movie e la sua colonna sonora, pur meritando maggiore attenzione rispetto al lungometraggio, resta condizionata dal livello generale. lì singolo e motivo portante Flash riscuote comunque una notevole affermazione.

Il 1980 giunge al termine e i Queen, dopo soli sette anni di carriera discografica, hanno venduto 45 milioni di album e 25 milioni di singoli. Galvanizzati da un successo così imponente e vogliosi di trovare nuovi stimoli, i quattro componenti del gruppo decidono di organizzare una tournee in Paesi fino ad allora mai visitati. Nel 1981 si esibiscono per la prima volta in Argentina, Brasile, Messico e Venezuela (dove danno un solo concerto mentre altri quattro vengono annullati), aprendo una strada che sarà battuta in seguito da molti altri gruppi rock. I risultati sono clamorosi; in Argentina, nel periodo successivo alla loro visita, figurano addirittura dieci loro album nella classifica dei dieci album più venduti. Nel marzo 1981 vede la luce il primo esperimento solistico di uno dei membri della band: Roger Taylor pubblica FUN IN SPACE, in cui suona tutti gli strumenti e con il quale vuole sperimentare generi altrimenti preclusi all'interno del gruppo. Il successo è buono ma il batterista non dimostra alcuna intenzione di avviarsi verso una carriera solistica. La predisposizione a collaborare con altri è vivamente sentita: in questo periodo, durante una visita casuale di David Bowie (anch'egli frequentatore dei Mountain Studios), il gruppo si produce in una jam session notturna dalla quale nascerà Under Pressure.

Il singolo, pubblicato nell'ottobre 1981 con la brillante Soul Brother sul lato B, anticipa l'uscita del primo GREATEST HITS della band, messo in vendita in novembre insieme a un libro fotografico e a una videocassetta contenente tutti i videoclip dei Queen. Con le vendite dell'antologia che vanno a gonfie vele e i clamorosi successi live ancora nell'aria, il morale del gruppo è alto ma i singoli componenti cominciano ad avvertire segni di stanchezza dovuti alla massacrante attività che non ha mai consentito loro di rilassarsi per periodi sufficientemente lunghi. Malgrado tutto tornano a Monaco di Baviera per lavorare su un album; Mercury, May, Taylor e Deacon sembrano tuttavia distratti dalla vita di questa città (in particolare quella notturna) che considerano molto eccitante e non arrivano quasi mai in studio in condizioni psicologiche perfette. Questa voglia di sfuggire alla condizione di rockstars e parallelamente di vivere la vita fino alle estreme conseguenze è così forte che viene interpretata nel modo sbagliato e ben presto si ripercuote sul lavoro che il gruppo sta portando avanti.

HOT SPACE, preceduto dal singolo Body Language, esce il 21 maggio 1982 e delude la maggioranza dei fans storici. Le composizioni risultano frettolose e dall' LP traspare lo stile di vita attuale del gruppo. La velocità dei tempi di lavoro va a scapito della qualità effettiva: con rammarico, in questo disco si ascoltano canzoni dall'ottimo potenziale rivestite di arrangiamenti approssimativi e poco meditati. Stranamente, la critica pare comunque apprezzare il risultato finale e tutto sommato anche il pubblico dimostra di gradire le canzoni.

Il tour di quell'anno è l'ultimo per i Queen negli Stati Uniti dove, da quel momento in poi, la loro popolarità subirà un netto calo. Alla fine del 1982 i Queen decidono di separarsi per un certo periodo. Non si tratta di uno scioglimento definitivo ma di un momento di pausa per ritrovare lo spirito giusto. HOT SPACE s'è lasciato dietro una scia di insoddisfazione e di malcontento, tra i fans come nella band, che stenta a riconoscersi nell'ultimo lavoro. Le tensioni che iniziano a sorgere anche sul piano personale spingono i quattro membri dei Queen a prendere questa decisione e a dedicarsi a progetti solistici. Freddie Mercury collabora con Giorgio Moroder, profeta della disco music, e registra il brano Love Kills per la colonna sonora della nuova versione di Metropolis, un classico del cinema muto diretto da Fritz Lang. Inoltre inizia a lavorare al suo primo album da solista, MR. BAD Guy, in cui si diverte a cimentarsi con vari generi musicali, dal reggae alla disco alle ballate piano-voce, e in cui compaiono anche pezzi di grande valore, ripresi poi dai Queen, come Made In Heaven o I Was Born To Love You. L'album verrà pubblicato nel 1985 ottenendo un buon successo (6 posto nella classifica britannica.).

Brian May registra invece il mini LP STARFLEET, frutto di infuocate jam sessions in compagnia di musicisti del calibro di Eddie Van Halen e del batterista dei REO Speedwagon, Alan Gratzer: sono soltanto tre lunghissimi pezzi, tra i quali si segnala Bluesbreaker, saggio di bravura di Van Halen e May lungo 13 minuti, dedicato a Eric Clapton. Roger Taylor lavora al suo secondo progetto solistico, STRANGE FRONTIER, in collaborazione con Rick Parfin degli Status Quo; in repertorio due covers di lusso, Masters Of War di Bob Dylan e Racing In The Streets di Bruce Springsteen. L'album verrà comunque pubblicato in un secondo tempo, nel luglio 1984. John Deacon è l'unico membro dei Queen a non impegnarsi in progetti solistici, anche perché privo di doti canore, e trascorre il tempo in compagnia della sua numerosa famiglia (in questo periodo nasce il quarto dei suoi sei figli). I Queen si riuniscono a Los Angeles alla fine del 1983; avendo sentito molto la mancanza del lavoro nel gruppo e ritrovato l'entusiasmo, iniziano subito a registrare nuovo materiale, per la prima volta negli Stati Uniti.

 Il primo singolo, pubblicato il 23 gennaio 1984, è Radio Ga Ga, brano composto da Roger Taylor, ispirato dal piccolo figlio Felix il quale, commentando una musica ascoltata alla radio, aveva detto che era "radio ka-ka". Il singolo è accompagnato da un famoso video diretto da David Mallet, che contiene spezzoni del film Metropolis e in cui più di 300 membri del Queen Fan Club battono le mani al tempo della canzone, gesto divenuto mitico che verrà ripetuto con perfetta sincronia dal pubblico di tutti i seguenti concerti della band.

A partire da THE WORKS, i Queen iniziano a sfruttare intensamente il fenomeno dei videoclip, realizzando lavori sempre più sofisticati e originali. Celebre è per esempio il video del singolo successivo, I Want to Break Free, in cui i quattro membri della band, su suggerimento della fidanzata di Roger, Dominique, compaiono travestiti da donna, interpretando i personaggi di una famosa soap opera inglese, Coronation Street. Il risultato è molto divertente ma non particolarmente apprezzato da stampa e pubblico americani. L'album THE WORKS viene pubblicato il 27 febbraio 1984; in Gran Bretagna raggiunge il 2 posto, ma va direttamente al primo posto in 19 Paesi, tra cui anche l'Italia, che scopre in quegli anni il gruppo inglese. Freddie e compagni partecipano anche come ospiti d'onore al Festival di Sanremo e nel tour europeo che segue l'uscita dell'album si esibiscono per la prima e unica volta in Italia, al Palasport di Milano (che quello stesso inverno crollerà sotto il peso della neve). THE WORKS può essere considerato un album di passaggio dalle sperimentazioni di HOT SPACE alla ritrovata vena degli ultimi lavori e consegna alla band alcuni tra i suoi magiori hits .Per la prima volta, i testi accolgono anche tematiche sociali e politiche, raramente presenti nella produzione precedente, sebbene i Queen si siano sempre impegnati in svariate iniziative benefiche. Hammer To Fall è una presa di posizione contro le armi e l'energia nucleari, mentre i diritti relativi a Is This The World We Created, che verrà presentata al "Live Aid", vengono tuttora devoluti al fondo inglese per l'assistenza ai bambini in difficoltà.

La dimensione live, sempre più importante per il gruppo, in questo periodo assume proporzioni grandiose. I Queen riempiono gli stadi di tutta Europa muovendosi su un enorme palco ispirato alle atmosfere futuriste del film Metropolis, con enormi ruote in movimento, esplosioni e un impianto luci sempre più spettacolare. Ai concerti europei fa seguito una tournée mondiale, che registra ampio successo anche in Paesi come l'Australia. Tuttavia, un episodio fa vacillare la solida fama della band; i Queen accettano di effettuare dodici concerti a Sun City, città-Stato per bianchi ricchi in Sud Africa, simbolo della vergogna dell'apartheid. La stampa, gran parte dell'opinione pubblica e la stessa Unione dei Musicisti si scagliano violentemente contro di loro, tacciandoli di comportamento razzista. Per far fronte alle critiche, i Queen intraprendono numerose iniziative benefiche a favore dei bambini di colore durante il loro soggiorno in, Sud Africa, per esempio pubblicando in esclusiva un album live i cui proventi sono interamente devoluti alla costruzione di scuole e ospedali per l'infanzia. La reputazione del gruppo si oscura ma nei mesi seguenti due grandiosi eventi musicali ne confermano definitivamente la popolarità a livello mondiale.

 In virtù del grande successo ottenuto nel corso dei precedenti tours nell'America meridionale, i Queen vengono invitati a partecipare come attrazione principale a un grande festival a Rio De Janeiro :Rock in RiO, in compagnia di molti altri artisti quali AC/DC, Yes, George Benson, James Taylor, Iron Maiden, Def Leppard. È uno dei più grandi festival di tutti i tempi, trasmesso in diretta televisiva in tutto il Sudamerica, e ai Queen viene riservato l'onore di chiudere la manifestazione. La band sale sul palco il 12 gennaio alle due del mattino e rimane a bocca aperta di fronte alla sterminata distesa di spettatori; al momento del concerto dei Queen sono presenti 250.000 persone, il più grande pubblico pagante per un singolo concerto, un record assoluto ancora imbattuto. Il duetto di Freddie con la marea di persone sulle note di Love Of My Life è uno dei momenti più intensi e grandiosi della storia del gruppo.

Il 13 luglio 1985 è una data molto importante per il rock; per la prima volta, i più grandi artisti del mondo decidono di unirsi per dare vita a un enorme spettacolo di beneficenza, il "Live Aid", in favore delle popolazioni dell'Etiopia colpite da una grave carestia. Organizzato da Bob Geldof, l'avvenimento si svolge in contemporanea al Wembley Stadium di Londra e a Philadelphia, negli Stati

Uniti, e viene trasmesso in diretta in tutto il mondo, registrando l'adesione di uno sterminato numero di gruppi e musicisti. Definito dallo stesso Geldof un "juke box globale", lo show si basa su una veloce alternanza di esibizioni, ognuna della durata di 20 minuti. I Queen salgono sul palco alle sei di sera, senza aver fatto alcun soundcheck e con solo alcuni dei tecnici di palcoscenico a disposizione, e presentano un set esplosivo e molto rapido, in modo da condensare nel breve tempo concesso tutta la loro energia. I venti minuti del "Live Aid" consegnano alla storia i Queen e fanno di Freddie Mercury una leggenda. Tutti gli artisti, il pubblico, i critici e per una volta la stampa sono d'accordo nel considerarli i migliori in assoluto, capaci di monopolizzare l'attenzione e sbalordire il mondo. Freddie in particolare domina l'evento, ipnotizzando lo stadio di Wembley e facendolo esplodere: davanti a tutto il mondo costruisce il suo mito di insuperabile frontman. L'immagine di Freddie sorridente mentre la folla canta We Will Rock You è il simbolo della musica e della personalità dei Queen.

 Per tutti i componenti della band il "Live Aid" rappresenta una svolta, una scarica di adrenalina che cancella ogni dubbio e riaccende l'entusiasmo. John Deacon dichiara: "I Queen non erano più un gruppo unito ma quattro individualità che lavoravano insieme. Il 'Live Aid' ci ha totalmente rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo". I Queen si chiudono subito in studio e iniziano a lavorare per registrare un album e poi partire per una nuova tournée europea. Il 14 novembre 1985 viene pubblicato il singolo One Vision, brano travolgente in cui il riff tagliente di Brian sembra ingaggiare una gara con i vocalizzi potenti di Freddie, ispirato dal famoso discorso del sogno di Martin Luther King e inserito nella colonna sonora del film Iron Eagle (L’aquila d'acciaio).

Durante queste prime sessions di prove i Queen vengono contattati da Russel Mulchay, regista e produttore di videoclip che sta lavorando al suo primo film, Highlander, destinato a diventare un cult movie. La band accetta di scriverne la colonna sonora e di pubblicarla come un proprio album e inizia a registrare brani ispirati alle scene del film. Contemporaneamente i Queen, con la regia di Russel Mulchay, girano i videoclip di A Kind of Magic, nel quale Freddie è un mago che trasforma tre barboni impersonati da Brian, Roger e John in tre rockstars, e di Princes Of The Universe, nel quale compare anche il protagonista di Highlander, Christopher Lambert. Il singolo A Kind Of Magic viene pubblicato il 17 maggio 1986 ed entra nella classifica britannica al 3 posto, raggiungendo la prima posizione in altri 35 Paesi. L'album A KIND OF MAGIC entra invece direttamente al numero 1 oltre Manica, dove guida i Top 10 per 13 settimane consecutive, conquistando per due volte il disco di platino. L'album non è una colonna sonora tradizionale ma un lavoro autonomo i cui brani accompagnano in modo perfetto le scene del film. Mulchay ha dichiarato: "Ho sempre desiderato lavorare con i Queen perché hanno un approccio molto visivo alla musica; le composizioni per Highlander sono potenti, perfette per il mio film cui serve questa energia".

Una grande energia pervade in effetti il quattordicesimo album dei Queen, i quali trasmettono nei brani tutta la carica e l'entusiasmo dell'esperienza «Live Aid», ritrovando la vena rock più genuina. I membri del gruppo si esprimono ai massimi livelli, come musicisti e soprattutto come autori, per esempio firmando ciascuno i quattro singoli tratti dall'album (One Vision di May e Mercury, A Kind OfMagic di Taylor, Who Wants To Live Forever di May, Friends Will be Friends di Deacon e Mercury), tutti di successo. L'atmosfera magica ispirata dal film si unisce alla consueta versatilità e creatività, dando luogo a efficaci soluzioni musicali, che fanno dell'album uno dei migliori della band per intensità e potenza.

L'estate del 1986 vede i Queen ancora padroni dell'Europa con il grandioso "Magic Tour", iniziato il 6 giugno al Rasunda Stadium di Stoccolma e conclusosi a Knebworth il 9 agosto. La macchina live dei Queen raggiunge nel corso di questo tour il suo apice; il palco è il più grande mai costruito, come anche l'impianto luci, e il set di canzoni preparato per la tourné è un mix ben studiato di brani nuovi e del passato, tutti riarrangiati in versioni particolarmente potenti, sorta di carrellata sulla storia del gruppo che attira sia i fans più accaniti sia chi li conosce poco. Una data particolarmente importante è quella al Nepstadium di Budapest il 27 luglio; è la prima volta che oltre la cortina di ferro il rock viene presentato in grandi spazi. Freddie e compagni danno vita a uno spettacolo memorabile, come documenta il relativo video, riuscendo a conquistare in un attimo un pubblico assolutamente nuovo, in particolare quando eseguono in segno di gratitudine una canzone popolare ungherese duettando con la folla.

In patria, i Queen raccolgono in sole sei date più di 400.000 spettatori, stabilendo un record assoluto, con due concerti consecutivi al Wembley Stadium (11 e 12 luglio) da cui verrà tratto un doppio album. Freddie chiude lo spettacolo vestito da re, con manto di pelliccia e corona, e smentisce ogni voce di problemi nel gruppo con parole che risultano purtroppo profetiche: "Non siamo poi tanto male per essere quattro vecchie regine del rock, staremo assieme finché, cazzo!, non saremo morti!". Il "Magic Tour" si chiude il 9 agosto a Knebworth davanti a quasi 200.000 persone; è l'ultimo concerto dei Queen, che lasciano al loro pubblico il ricordo della loro esibizione più spettacolare e grandiosa e l'immagine di un gruppo che ha saputo esaltare la dimensione live come nessun altro. Freddie saluta per sempre i suoi fans alzando la corona con queste parole: «Arrivederci, bellissime bellezze! Siete stati un pubblico straordinario, buonanotte, sogni d'oro, vi amo!". In questo periodo, Freddie ha già contratto il virus dell'Aids sebbene i test cui si sottopone diano ancora esito negativo.

Il 1987 è un anno tranquillo per i Queen che smaltiscono la sbornia del "Magic Tour", da cui viene tratto l'album dal vivo LIVE MAGIC. Freddie si impegna in progetti solistici, il remake del brano dei Platters The Great Pretender di cui realizza un divertente video dove compare travestito da donna in compagnia di Roger Taylor e dell'amico Peter Straker, la partecipazione al musical Time di Dave Clark e l'innovativo progetto di BARCELONA, crossover di lirica e rock realizzato in coppia con la grande interprete operistica Montserrat Caballé,la cui title track sarà l'inno dei giochi olimpici del 1992. Questo progetto è l'inizio del grande sogno di Freddie di poter mettere in scena un esempio di arte globale, in cui possano convivere danza, musica classica e moderna. Purtroppo la malattia non gli permetterà di concretizzare le sue idee. Roger Taylor invece forma un gruppo, i Cross, di cui è chitarrista ritmico e cantante solista, e nel gennaio 1988 pubblica l'album SHOVE IT, cui faranno seguito MAD, BAD AND DANGEROUS To KNOW nel 1990 e BLUE ROCK nel 1991.

Nel 1988 i Queen si ritrovano in studio per preparare un nuovo lavoro, dopo il più lungo intervallo tra un album di studio e il successivo, e decidono di adottare una nuova politica nella registrazione del materiale. Fin dagli anni '70, su suggerimento di Freddie, ogni componente della band è solito scrivere e proporre un brano completo, indicando agli altri membri esattamente come vuole che sia suonato; questo crea molti problemi e notevoli dissidi, soprattutto sulla scelta dei singoli, oltre che un eccessivo individualismo nel modo di lavorare. A partire da THE MIRACLE ogni canzone viene accreditata ai Queen, senza indicare di chi è l'idea originale, e tutte le composizioni vengono discusse e realizzate da tutti gli elementi del gruppo. THE MIRACLE viene pubblicato nel maggio 1989 e va direttamente al primo posto in classifica, anticipato dal singolo I Want it All entrato al terzo posto, la più alta new entry del gruppo. I Queen ormai dominano completamente il mercato discografico mondiale e ogni lavoro è accompagnato da una massiccia campagna pubblicitaria e d'immagine, curata personalmente dai quattro. La copertina dell'album è una particolare realizzazione grafica in cui i quattro volti elaborati al computer sono uniti in un'unica testa, a sottolineare la grande coesione del gruppo; anche i videoclip sono molto originali, soprattutto quello di Breakthru in cui i Queen suonano su un treno lanciato in corsa.

THE MIRACLE viene accolto in modo vario da stampa e pubblico; molti giudicano il lavoro inferiore al precedente e troppo blando dal punto di vista musicale e dei testi, che rientrano nello stile del disimpegno caratteristico del gruppo. In realtà l'album è al solito una carrellata di generi diversi, personalizzati con gli elementi del tipico sound Queen, dal funk/soul di My Baby Does Me al pop rock di Breakthru, e contiene momenti di potente rock, dalla travolgente I Want it All in cui Brian dimostra ancora una volta la sua abilità, a Party e Khashoggi’s Ship, registrati praticamente in presa diretta, fino a Was It All Worth it, celebrazione della vita esaltante della rockstar il cui testo può essere considerato il vero testamento di Freddie Mercury. Contrastano con questi alcuni brani piuttosto easy listening, come Scandal o Invisible Man, ma la band dimostra di non aver perso energia: lo testimonia anche la presenza di varie B-sides di grande valore, non inserite nell'album ma frutto delle medesime sedute di registrazione.

L'assenza di qualsiasi progetto per un tour alimenta voci sullo stato di salute di Freddie, che pure appare in buona forma nei video di THE MIRACLE. L'Aids ha già iniziato a minare la salute del cantante il quale, volendo mantenere una riservatezza assoluta e conoscendo i metodi della stampa scandalistica, decide di non rivelare niente per non allarmare chi gli sta intorno e si concentra sul suo lavoro. In realtà i Queen riempiono ancora le pagine dei giornali per le loro sregolatezze, come il grande party che nel 1990 celebra il ventennale della carriera o la festa per il 40 compleanno di Roger Taylor, che con uno spettacolo di luci laser mette in allarme tutti i centri di osservazione degli Ufo. Il gruppo ritorna in studio nel 1990, mentre lo stato di salute di Freddie finisce sulle prime pagine dei giornali in seguito a un'apparizione in pubblico - per la consegna di un premio alla carriera ai Queen da parte dell'Industria fonografica britannica - in cui il cantante appare piuttosto provato e smagrito. Gli altri componenti della band sottolineano l'unità del gruppo sul piano personale rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni e confermando l'uscita dell'album. Il lavoro di registrazione si svolge tra Londra e Montreux, dove Freddie sfugge spesso alle attenzioni della stampa.

Ormai molto debilitato dalla malattia, Mercury concentra tutte le sue energie nella registrazione dell'album, in cui trova uno stimolo per continuare la propria battaglia. Il frutto di questa commovente forza di volontà è INNUENDO, capolavoro assoluto in cui la voce di Freddie e tutto il gruppo toccano i vertici: lo stile musicale dei primi album, recuperato e rinnovato, si fonde con le nuove sonorità e le sperimentazioni musicali che caratterizzano la maturità della band, e ne emerge una sintesi che rappresenta un traguardo per tutta la musica rock.

Il singolo Innuendo è un brano maestoso e complesso che riassume tutto lo stile Queen, collegato direttamente al manifesto Bohemian Rhapsody con cui gareggia in lunghezza (più di sei minuti). Pubblicato il 14 gennaio 1991, vende 100.000 copie nella prima settimana entrando in classifica al numero 1, seguito dall'album omonimo, pubblicato il 4 febbraio, che raggiunge la prima posizione nelle classifiche di tutta Europa. INNUENDO è un lungo e contrastato discorso musicale e poetico sui temi dell'esistenza, dell'amore, una ricerca dei valori più veri e preziosi che possano dare serenità e pace. Non è del tutto giustificato cercare in ogni brano accenni alla malattia di Freddie, perché le idee originali risalgono in certi casi ad alcuni anni prima, ma certamente l'album è pervaso da una malinconia e serietà che lo rendono emotivamente molto intenso. The Show Must Go On non è il testamento di Freddie, perché è stato scritto da Brian May in onore di Mercury stesso, ma riflette la drammatica situazione interiore in cui si sono trovati i Queen durante la difficile preparazione dell'album, che Freddie ha fermamente voluto completare, mentre assistevano al declino inarrestabile del loro grande amico e cercavano di non pensare al dolore sofferto per esaudire i suoi ultimi desideri. Anche These Are The Days Of Our Lives, brano composto da Roger Taylor, è un testo triste ma sereno, un ripercorrere con la memoria i momenti felici di una vita trascorsa insieme all'insegna della musica. Nel video che accompagna il singolo, Freddie appare per l'ultima volta e, mostrando coraggiosamente il suo volto distrutto dalla malattia, trova la forza per sorridere e dire per l'ultima volta ai suoi fans "I still love you".

Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury diffonde un comunicato stampa in cui dichiara ufficialmente di essere malato di Aids e dichiara di voler aiutare la ricerca per la cura del terribile male, invitando amici e fans a fare altrettanto. Il 24 novembre 1991, alle sette di sera, l'uomo perde la sua lunga battaglia. Muore serenamente nella sua casa di Kensington, stroncato da una polmonite causata dal virus dell'Aids. lì mondo precipita nel dolore, centinaia di fans si radunano per tutta la notte in lacrime davanti alla sua abitazione e ovunque la notizia riempie le pagine dei giornali. Il suo corpo viene cremato secondo il rito zoroastriano, la religione praticata dai genitori. Freddie Mercury lascia in eredità gran parte della sua fortuna al "Terence Higgins Trust" e istituisce una propria fondazione, il "Mercury Phoenix Trust", per l'aiuto alle persone affette dall'Aids.

Brian, Roger e John rilasciano la seguente dichiarazione ufficiale: «Abbiamo perso il più grande e più amato membro della nostra famiglia. Proviamo un dolore indescrivibile per la sua morte, una tristezza che è mitigata dal pensiero della sua straordinaria creatività e dell'onore e del coraggio con cui ha vissuto e con cui ha vissuto e con cui ha affrontato la morte. E stato un privilegio per noi dividere con Freddie momenti così magici. Appena sarà possibile, vorremmo celebrare la sua vita nello stile in cui era abituato".

Alcuni mesi dopo Brian May scrive ai membri del Fan Club: "Freddie ha combattuto l'Aids per molti anni. L'arte e gli amici erano per lui la cosa più importante e si è dedicato ad ambedue con estremo vigore. Non ha voluto che nulla rovinasse la nostra musica e affrontando il dolore ha deciso di continuare fino all'ultimo a lavorare ai nuovi dischi, senza ascoltare le nostre preghiere e cantando miracolosamente sempre più forte. Freddie non ha mai voluto simpatia ma solo ciò che i fans gli hanno sempre dato, fiducia, sostegno e compagnia, lungo la difficile strada che noi, Queen, abbiamo cercato di percorrere. Voi gli avete dato l'aiuto per essere lo straordinario spirito libero che è stato e tuttora è. Freddie, la sua musica, la sua brillante energia creativa, queste cose sono per sempre".

Il 20 aprile 1992 allo stadio di Wembley si svolge il più grande concerto degli ultimi anni, il "Freddie Mercury Tribute". Vincendo la disperazione, Brian, Roger e John salgono sullo stesso palco per l'ultima volta, per celebrare la vita e l'arte di Freddie Mercury in compagnia dei più importanti nomi del panorama rock mondiale. Il concerto viene aperto dalle esibizioni di Extreme, Metallica, Guns N' Roses, Def Leppard e Bob Geldof. Alle sei di sera è il turno di Brian, Roger e John: una schiera di straordinari artisti si unisce a loro per cantare le canzoni dei Queen ed esprimere le proprie considerazioni su Freddie Mercury e sull'Aids. George Michael, Robert Plant, Roger Daltrey, Elton John, Mick Ronson, lan Hunter, Annie Lennox e molti altri altri danno vita a un concerto leggendario, trasmesso in diretta in tutta Europa. David Bowie canta forse per l'ultima volta Heroes e al termine del pezzo si inginocchia e recita una preghiera per tutte le vittime dell'Aids, riducendo al silenzio l'intero stadio. La serata si chiude con una splendida interpretazione di We Are The Champions da parte di Liza Minnelli cui si uniscono tutti gli artisti presenti per un grande coro finale. Sull'ultima nota Roger Taylor, vero motore dell'evento, prende in mano il microfono e grida al cielo di Londra: "Buonanotte Freddie, ti amiamo!".  Gli anni seguiti alla morte di Freddie Mercury sono senz'altro stati, dal punto di vista umano, i più duri per la band. Nella loro carriera non erano mancati i momenti di crisi ma l'idea di un reale scioglimento non era mai stata presa neanche in considerazione. Brian May e Roger Taylor si sono così messi alla ricerca degli stimoli necessari nel momento in cui bisogna ricominciare tutto daccapo. Ritrovare un'identità lontano dal gruppo, dopo che questo era stata la ragione principale della loro vita, non è certo stato facile; John Deacon, per esempio, non ha ancora deciso quale strada percorrere per il suo futuro.

May ha pubblicato il singolo Driven by You all'indomani della morte di Freddie e, dopo il "Freddie Mercury Tribute", ha pubblicato l'album BACK To Tur LIGHT riscuotendo un buon successo. Soprattutto ha costituito una vera live band con cui ha girato per tutto il mondo e i consensi riscossi nel corso degli spettacoli (testimoniati dall'album dal vivo LIVE AT THE BRIXTON ACADEMY) lo hanno caricato sufficientemente da convincerlo a proseguire per l'avventura solistica. Per Roger Taylor vale lo stesso discorso: uscito con l'album HAPPINESS nel settembre 1994, ha portato in giro per l'Europa e per il Giappone una tournée; il successo ottenuto (a livello di vendite e di pubblico) è stato però inferiore a quello del collega. Per tutti questi anni i tre musicisti hanno conservato la voglia di lasciare la testimonianza di quanto avevano realizzato con Freddie quando egli, ormai troppo malato, poteva entrare in studio solo per poche ore. Dal 1988 infatti il cantante aveva coinvolto i compagni a tal punto da passare il maggior numero di ore possibile in studio. Le idee che aveva erano moltissime ed era suo desiderio terminarle tutte. Per fare in modo che non andasse perso lo spirito che si era creato in quei giorni i tre Queen rimasti, dopo avere atteso che i tempi fossero maturi e dopo aver superato lo shock di dover lavorare sulle tracce vocali in assenza del loro esecutore, si sono incontrati prima sporadicamente e poi più intensamente per dare un senso a tutto il lavoro svolto. Il risultato è testimoniato da MADE IN HEAVEN. In questo album, non essendoci abbastanza materiale inedito(si è sparsa questa voce ma non è assolutamente vero …), i Queen hanno voluto riproporre pezzi che erano stati concepiti dal gruppo per essere inclusi su alcuni dei suoi dischi ma che poi, per diverse ragioni, erano stati esclusi dalle scalette finali e utilizzati nei lavori solistici. Qui ritroviamo quindi l'originale solarità della title track, un tempo pensata per THE WORKS, così come I Was Born To Love You, destinata allo stesso album ma poi portata al successo da Freddie come solista. Catturare l'antico spirito di alcune canzoni, anche se a posteriori, non è l'unico elemento che sorprende del lavoro. Let Me Live, per esempio, tipico standard dei Queen (dove per la prima volta Roger, Brian e Freddie si trovano tutti impegnati come voci soliste) è un trascinante inedito; Mother Love è l'ultima canzone che Freddie abbia mai cantato e rivela una dolcezza d'animo raramente fatta trasparire nei precedenti testi dal suo autore.

Il significato di tutto è comunque celato nella canzone che apre il lavoro. It’s A Beautiful Day è una dichiarazione di voglia di vivere fatta da Freddie nell'unico modo che conosceva: sedendosi al piano e cantando l'amarezza di quei momenti. È un brano in cui Mercury dimostra il suo grande coraggio perché, sebbene ammetta il dispiacere, è deciso a non cedere finché fuori ci sarà un altro bellissimo giorno da vivere.

 

Biografia tratta dal libro "Queen", ed. Giunti

 

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