ASPETTI
GENERALI: Il
pesce serra (vedi
scheda) non è una preda comune per il pescatore subacqueo. E'
infatti un pesce in continuo movimento che appare all'improvviso come un
fantasma per poi sparire quasi subito. E' infatti un pesce pelagico, un
forte nuotatore che si sposta incessantemente restando sempre a contatto
con la superficie o, al massimo, a mezz'acqua. Predilige le acque calde
e temperate, ma è in grado di adattarsi anche a repentini sbalzi di
temperatura e di livello d'inquinamento. Pertanto, pur frequentando si
solito zone con acque incontaminate come le secche isolate e le piccole
isole di roccia al largo delle coste, non disdegna di frequentare le
scogliere portuali, i dintorni dei porti e le foci dei fiumi entro le
quali insegue le sue prede. Altri siti in cui è più probabile
incontrarlo sono gli agglomerati rocciosi poggiati sulla sabbia e i
relitti.
Spesso
viene definito come un incrocio tra la spigola e la ricciola vista la
sua somiglianza con entrambe questi pesci. Si sposta di solito in
branchi soprattutto in età giovanile per poi abbandonare il
comportamento gregario e rimanere solo o al massimo in coppia da adulto.
Spesso si mescola tra i branchi di altri pesci predatori, soprattutto
spigole, per avvicinarsi più facilmente alle sue prede.
E'
carnivoro, feroce e quasi crudele. Non si accontenta di sfamarsi, ma
ingaggia lotte cruente mutilando e spezzando con le sue mascelle
taglienti come lame le sue vittime. E' un predatore così vorace che è
in grado di attaccare qualsiasi pesce, anche di dimensioni simili alla
sua. In particolare, è ghiotto di cefali che caccia fin sulla battigia,
in pochi centimetri d'acqua, inseguendoli anche nei loro salti fuori
dall'acqua.
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TATTICA
DI PESCA: La tattica di pesca varia a seconda
della tipologia di fondale in cui ci troveremo ad operare. Nelle zone con
scarsa visibilità come le foci dei fiumi o davanti ai tavolati costieri
di roccia con mare mosso, ci comporteremo diversamente che sulle secche,
sui relitti o in prossimità delle pareti a picco nell'acqua cristallina.
Ancora diversa sarà la nostra condotta di caccia a seconda che il serra
sia o meno impegnato a cibarsi. E' comunque importante sottolineare che
non esiste una vera e propria fase di ricerca, poiché la grande mobilità
del serra e la sua relativa rarità non consentono di impostare una
battuta di pesca su questo pinnuto. Comunque, ogni volta che pescheremo in
zone potenzialmente frequentate da pelagici, come ricciole, lecce e
palamite, avremo la possibilità di incontrare questa preda. Sono quindi
molto indicate le zone di mare aperto, punte e secche a contatto col blu
come anche siti con forte corrente e buona mangianza.
ATTREZZATURE:
Per quanto riguarda le attrezzature da utilizzare sono da preferire armi
lunghe, dai 90 centimetri in su, con aste a doppia aletta e dotate di
mulinello per contrastare la sua violenta e rabbiosa reazione fatta di
scatti repentini e disordinati e addirittura di balzi fuori dall'acqua. In
condizioni di acqua torbida opteremo per un arma sui 75 centimetri, magari
con elastici da 17,5 centimetri di diametro, e avendo cura di portare
comunque un mulinello in cintura. Le pinne saranno lunghe ma non troppo
dure perchè non si pesca in profondità ma si compiono lunghi tragitti.
La maschera sarà ad ampio campo visivo e la zavorra abbondante per
consentire immersioni silenziose e con poco sforzo a basse profondità.
Per quanto riguarda la muta saranno indicate colorazioni mimetiche con
colori simili a quelli del fondale in cui si svolge l'azione di pesca.
Indispensabile sarà un buon coltello sia per porre fine alle sofferenze
dell'animale sia per evitare di essere morsi da questo pesce combattivo
che cercherà di difendersi in tutti i modi.
TECNICHE:
In condizioni di buona visibilità le tecniche utilizzabili saranno l'aspetto,
l'aspetto a mezz'acqua e la pesca in caduta. Mentre, in condizioni di acqua
torbida le tecniche che utilizzeremo saranno l'agguato e la
pesca in
controluce.
Per
quanto riguarda l'aspetto, bisogna dire che non è possibile fare degli
aspetti appositamente per il pesce serra. Capiterà spesso di fare l'aspetto
ad altre specie, come i cefali, per ritrovarsi all'improvviso davanti ad un
serra. Quindi, si deve sempre applicare una delle regole fondamentali
dell'aspetto: quando ci sfilano davanti branchi di pesci di minor rango, come
i cefali, conviene non sparare subito e farli passare attendendo l'arrivo di
prede pregiate e magari di mole come le spigole e i serra. Ovviamente, in
condizioni di acqua limpida, sarà più facile portare a tiro il serra quando
è impegnato nell'azione di caccia e presterà meno attenzione al pericolo
rappresentato dal pescatore in apnea.
Per
quanto riguarda la pesca a mezz'acqua, essa verrà attuata su fondali profondi
con una zavorra abbondante e scendendo legati alla boa fino ad una profondità
di 15 metri mettendo in trazione il filo. Ci si posiziona quindi in
orizzontale e si rimane sospesi nel blu attendendo che le prede vengano a tiro
o passino nelle vicinanza. Anche in questo caso l'azione di caccia sarà
rivolta in genere ai pelagici tra i quali potrà capitare a tiro anche il
serra.
Altre
volte, soprattutto nei pressi di relitti sulla sabbia e di secche profonde,
attuando la tecnica della pesca in caduta sarà possibile portare a tiro oltre
alle ricciole, alle lecce e alle palamite anche il serra, ma non sarà
possibile impostare anche in questo caso un battuta di pesca apposta per il
serra.
In
ogni caso il serra arriverà all'improvviso, come un fantasma, per poi andare
subito via per la sua strada e ci darà pertanto appena una frazione di
secondo per sparare e colpirlo in un punto vitale. Quindi, bisogna essere
molto reattivi e fare dei tiri fulminei, basandosi più che altro sull'istinto
e senza perdere attimi preziosi a scegliere la preda dal branco.
Nel
caso di acqua torbida e mare mosso, adotteremo ed alterneremo le tecniche
dell'agguato e della
pesca in controluce, battendo i punti canonici di
appostamento dei predoni come canali e strettoie nella roccia, bassi tavolati
battuti dalle onde e pareti esposte ai marosi. Porteremo quindi i nostri
agguati strisciando sul fondo e aggirando massi e rocce, per poi risalire
lungo le pareti tentando di cogliere di sorpresa le nostre prede. In queste
condizioni sarà indispensabile una zavorra abbondante, meglio se costituita
da cavigliere, schienalino e cintura per meglio distribuirne il peso.
Riepilogando,
non esiste una vera e propria tecnica di pesca del serra ma la sua cattura
sarà spesso fortuita e accadrà mentre stiamo cacciando altre prede. Sarà
comunque un evento memorabile!
Daniele
Pancosta
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Illustrazione tratta da "I taccuini di Airone" - Mondadori,
1984.
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