Le notizie che troverete in queste pagine sono state raccolte da internet ("bass f.a.q." del newsgroup americano rec.music.makers.bass, traduttore: Lello Gnesutta, pagine originali: http://xoomer.virgilio.it/ragnesut), da libri e dalla mia esperienza. Alcune pati sono semplicemente curiosità, altre possono servire anche a chi non è alle prime armi. Buon lavoro.

-Acquisto

I bassi elettrici nuovi o usati possono darvi una sensazione errata se sono mal regolati o se non ci siete abituati. La prima sensazione (estetica a parte) vi è data dal peso e dalla sua distribuzione; un bilanciamento confortevole è importante per suonare da seduti. Subito dopo vi impressionerà il manico: passando da un 4 corde ad un 5 o 6 lo troverete molto grosso e pesante. Viceversa, impugnando un 4 anziché  un 5 avrete l'impressione di un basso esile. Infine, prima di suonare farete attenzione allo spessore delle corde e alla distanza dal manico. Difficilmente il negoziante sarà disposto a regolarvi ad hoc il basso e alla fine dovrete usare una gran dose di immaginazione oltre all'orecchio. Se notate problemi rilevanti come il manico storto scartate il basso; se il basso è "d'epoca" sappiate che i tasti eccessivamente usurati si possono cambiare. I bassi in legno a corpo unico costano molto di più, ma dovrebbero suonare meglio. Ascolta il suono naturale dello strumento senza amplificarlo, assicurati che le note più basse siano sonore. Se suoni blues non preoccuparti se lo strumento ha un cattivo suono quando slappi; se vuoi suonare funk non dovrebbe interessarti il suono ottenuto con il plettro, ecc...

Nei prossimi paragrafi capirete come scegliere il basso che fa al caso vostro o come farvi diventare quello che già possedete (miracoli a parte).


-Tipi e modelli

4, 5 0 6 corde? I primi hanno una distanza tra le corde maggiore e un manico più leggero: sono i più adatti per imparare. Molti bassisti blues, jazz ,rock... non hanno bisogno di usare una maggiore estensione per dimostrare comunque tutta la loro bravura, tanto più che il basso a 4 corde è molto comodo ed agile. Detto ciò bisogna anche ammettere che nella musica moderna il basso è più di un semplice accompagnamento e una corda in più rende uno strumento più versatile. Nei bassi a 5 corde si aggiunge solitamente alle quattro corde tradizionali un Si più grosso (Si Mi La Re Sol) o più raramente  un Do più fino (Mi La Re Sol Do): estendendo il registro basso si aumentano le possibilità di creare linee interessanti. L'estensione del registro alto è più utile a chi intende servirsene per improvvisare. I bassi a 6 corde hanno entrambe le estensioni (Si Mi La Re Sol Do). Ovviamente il costo di una muta di corde aumenta e non tutti vendono corde sfuse come per la chitarra poiché il suono sarebbe molto diverso tra le vecchie e la nuova. Per questo motivo bisognerebbe cambiarle tutte periodicamente, anche se quelle che si rompono più facilmente sono quelle più sottili. Una corda che si rompe non fa male a nessuno; ferimenti di bassisti colpevoli solamente di aver tirato un po' troppo una corda sono una leggenda molto in voga tra i principianti. Le corde vanno cambiate molto di frequente; se suonate un po' ogni giorno dopo poche settimane il suono diventa cupo e pastoso. Potete farle bollire in acqua un paio minuti: suoneranno come nuove, ma degraderanno velocemente (provare per credere!).
Ogni marca propone dei modelli adatti a particolari usi.
I bassi attivi (riconoscibili per una batteria da 9V interna) preamplificano il segnale e ciò è particolarmente utile per i toni bassi.

Bassi speciali:
Sul basso a 6 corde alcuni utilizzano due corde fine (Mi La Re Sol Do Fa). Nei bassi ad 8 corde a ciascuna corda ne viene affiancata un'altra da accordare un'ottava sopra. Ciascuna coppia va pizzicata simultaneamente. La maggior parte dei bassi a 12 corde è pensata in quattro gruppi di tre corde, di cui una identica al tradizionale 4 corde, e due da accordare un'ottava sopra, per rafforzare appunto l'ottava superiore. Alcuni 12 corde hanno sei paia di corde, così come i bassi a 10 corde che ne hanno cinque secondo lo schema visto sopra. Sono stati costruiti anche dei bassi a 18 corde ma più per dimostrare la resistenza dei manici in grafite che per un uso proprio. La caratteristica degli strumenti a 8, 10 e 12 corde è la maggior pienezza del suono rispetto ai bassi tradizionali.


-Accordatura

Principio fisico.
L'altezza di un suono si misura in hertz (Hz) = oscillazioni al secondo. Il La sopra il Do centrale del pianoforte va accordato convenzionalmente a 440 Hz. La corda La di un basso produce un suono inferiore di tre ottave. Dal momento che la frequenza si dimezza per ogni ottava discesa la frequenza del La prodotta dalla corda vuota dovrebbe essere 55 Hz (440:2=220; 220:2=110; 110:2=55). Le altezze delle altre note si possono ottenere in due modi. Secondo l'accordatura naturale o secondo il sistema temperato.

Accordatura naturale
Si basa sul fatto che un accordo maggiore suona nella maniera migliore se il rapporto fra le frequenze è esattamente 4:5:6:8. Perciò un accordo maggiore che avesse come nota fondamentale un La 440 Hz presenterebbe queste frequenze: La 440 Hz, Do# 550 Hz, Mi 660 Hz, La 880 Hz (cioè il doppio della nota di partenza). Il basso normalmente è accordato per quarte giuste e (come si vede ad esempio tra il Mi 660 Hz e il La 880 Hz) il  rapporto tra le frequenze di due note che formano un intervallo di quarta giusta è 6:8 (o 3:4). Usando questo rapporto, e sapendo che il La prodotto dalla corda vuota del basso vibra a 55 Hz, si può individuare la frequenza delle altre corde moltiplicando o dividendo per 4/3 o 1.33333.
     -Attenzione: nonostante il rigore matematico un accordo naturale risulta "stonato". Secondo i rapporti descritti sopra, la terza del La 440 Hz è un Do# e dovrebbe avere un rapporto di 5:4 con quel La, perciò la sua frequenza dovrebbe essere 440x(5/4)=550 Hz. Partendo da quel Do# è possibile costruire a sua volta un Fa come sua terza. Il rapporto fra Do# e Fa deve essere 5:4, perciò quel Fa dovrebbe vibrare a 550x(5/4) = 687.5 Hz. Allo stesso modo un accordo maggiore di Fa avrebbe un La come sua terza che, secondo il solito rapporto di 5:4, dovrebbe vibrare a 687.5 * (5/4) = 859 Hz, una frequenza decisamente lontana dagli 880 Hz individuati col metodo precedente. Se in uno strumento accordaste il Fa a 687 Hz e il La a 880 Hz un accordo maggiore di Fa suonerebbe molto stonato.

Accordatura temperata
La soluzione, resa canonica da Johann Sebastian Bach, è di calare leggermente la frequenza "naturale" di ogni nota per "temperare" gli errori. Ciascun accordo è leggermente stonato ma nessun accordo lo è molto, ed è così possibile suonare in qualsiasi tonalità. La formula che regola il sistema temperato si basa su una divisione dell'ottava in 12 suoni secondo la formula:

2N/12 = rapporto tra due note N semitoni distanti tra loro

Il rapporto di terza maggiore è dunque: 24/12 = 1.260.
A partire da un La 440 Hz si individua un Do# = 554 Hz, Fa = 698 Hz  e infine un La = 880 Hz poiché risulta:
(1.26)3 = [24/12]3 = 212/12 = 21 = 2  cioè una frequenza esattamente doppia per l'ottava superiore.

Per una quarta giusta, un distanza di 5 semitoni, la formula rende un rapporto di 25/12 = 1.33484
Questo risultato è di poco superiore al rapporto di 1.33333 dato dall'accordatura naturale, una differenza trascurabile nella pratica. Tornando alla domanda di partenza: la frequenza di una corda La è 55 Hz, e la frequenza delle altre, in un basso a 6 corde, è:

 

Si

Mi La Re Sol Do

naturale

30.938

41.250

55.000

73.333 

97.777

130.369

temperata

30.868

41.203

55.000

73.416

97.999

130.812

Altre accordature sono rare. La più comune è l'abbassamento del Mi a Re, che genera la sequenza Re La Re Sol. Anche l'abbassamento di un semitono per tutte le corde: Mib, Lab, Reb, Solb. In questo modo si riduce la tensione delle corde facilitando il bending (piegamento delle corde).
Van Halen e il suo bassista usano questa accordatura in modo che il chitarrista possa beneficiare della minore tensione. Alcuni utilizzano accordature ancora più ardite: per quinte, per terze maggiori, per tritoni o addirittura all'unisono. Michael Manring è probabilmente il bassista più noto fra questi sperimentatori. Va ricordato che le corde sono pensate per produrre una data nota ad una data tensione e per produrre una tensione equilibrata sul manico. Modificando l'accordatura c'è il pericolo che lo squilibrio nella tensione delle varie corde pieghi il manico in maniera irreparabile. Manring risolve il problema con un manico in grafite, abbastanza costoso. Alcuni bassisti jazz come Red Mitchell accordano il loro strumento per quinte. Certi bassisti elettrici come Sascha Erniche preferiscono suonare un 4 corde, ma desiderano aumentarne l'estensione, usano questa accordatura, di tipo violinistico (Do Sol Re La). Se avete uno strumento con il manico in legno è meglio riaccordarlo in modo standard dopo i vostri esperimenti.

Si usa intonare il basso suonando il 5 tasto di una corda e la  successiva (ascendente) libera, regolando le chiavi con molta precisione, fino ad ottenere due suoni indistinti. E' frequente ed estremamente  precisa anche la regolazione con gli armonici, suonando una corda e la successiva (ascendente) mentre si tocca senza premere il 5o tasto della prima e il 7o tasto della seconda. Infine sarà opportuno controllare per maggiore precisione anche l'accordatura a metà manico tra una nota e la sua ottava.


-Regolazioni

Accorda il basso. Controlla che la curva concava del manico sia corretta, ma ricorda che la sistemazione dell'anima è un processo delicato che richiede competenza e precisione. Limitati possibilmente a regolare le sellette che si trovano tra il ponte e le corde. Normalmente le sellette non si assestano tutte sulla stessa altezza, ma dovrebbero seguire il leggero dosso del manico (come si osserva accentuatamente nel ponte degli strumenti ad arco) tenendo conto soprattutto che le corde più grosse hanno bisogno di più spazio per vibrare. Una regolazione standard può essere una distanza di 2mm al 24o tasto per il Sol e di 2,5mm per il Mi. Se sei costretto a spostare di molto le sellette considera anche la possibilità di agire direttamente sull'altezza del ponte rispetto al corpo del basso (non è un'operazione possibile in tutti i bassi). A volte si può regolare anche l'appoggio a fine manico (capotasto).
Bisogna considerare che l'azione è soggetta a preferenze personali. Alcuni considerano gli svantaggi di un'azione bassa (perdita di suono e maggiore ronzio prodotto dalle corde sui tasti) compensati da una maggiore suonabilità/velocità. Altri preferiscono tenere le corde a grande distanza dai tasti per maggiore chiarezza e per poter suonare più "energicamente". L'opzione più frequente è la prima.
Se una corda sembra troppo alta si devono usare il cacciavite o una chiave a brugola (esagonale) per abbassare un poco la relativa selletta sul ponte. Dopo aver riaccordato l'intero strumento (la tensione di ciascuna corda a volte influisce sulla curva del manico e dunque sull'accordatura delle altre) bisogna suonare la corda con decisione per controllare il ronzio prodotto dalla corda sugli altri tasti. È bene farlo provando prima la corda libera e poi ciascun tasto. Come detto sopra si può continuare ad abbassare la selletta fino ad un ideale compromesso fra altezza e ronzio. Nel caso in cui il ronzio sia già presente e lo si voglia eliminare le sellette andranno progressivamente alzate. Nel caso di una regolazione al limite ricorda che una muta di corde più sottili o più grosse richiede senza dubbio una diversa regolazione delle sellette.

Tira le corde per assestarle e controlla l'intonazione dopo ogni regolazione.  Dopo aver accordato il basso controlla che anche la nota prodotta al dodicesimo tasto sia corretta. Pochi sanno che se la nota è calante (più bassa) la selletta/ponte va spostata verso il manico per accorciare la lunghezza complessiva della corda e farle produrre le note previste per ciascun tasto. Se è crescente (più alta) la lunghezza della corda va aumentata spostando la selletta nell'altro senso. In genere si agisce su una vite posta sulla parte del ponte posta verso l'estremità dello strumento.
Le corde si segnano nei punti di appoggio e non è bene apportare notevoli variazioni al ponte e soprattutto alla scala (lunghezza della corda vibrante) così come è sconsigliato togliere e rimettere le corde o tenderle più del dovuto.


-Corde

Vi sono praticamente tre fattori che influiscono sul suono e sulla suonabilità: il primo è il tipo di corda (flatwound o roundwound), il secondo è il diametro delle corde e il terzo è il metallo di cui sono fatte.
Quasi tutte le corde per basso sono fatte di una corda centrale su cui sono avvolte altre spire di corda metallica che ne incrementano lo spessore. La corda centrale, detta nucleo, è generalemente rotonda, sebbene esistano nuclei esagonali. Le spire aggiuntive possono essere di filo piatto o rotondo. Nel primo caso le corde sono dette flatwound, hanno un suono "scuro" e sono lisce, cosa che giova alla tastiera e ai tasti, specialmente nei bassi senza tasti (fretless) perché non rovina il manico. Nel secondo sono dette roundwound, hanno un suono molto brillante, che le fa preferire ai più, ma tendono a logorare tasti, tastiera e, in qualche caso, le dita. Vi sono anche due tipi di corda ibrida: le groundround e le half-flatwound (o half-wound). Entrambi sono piatti su un lato e rotondi sull'altro, un risultato ottenuto appiattendo un lato nelle corde roundwound o avvolgendo il nucleo con un filo che sia alternativamente piatto e rotondo. Queste ultime non sono semplici da trovare.

Il diametro di una corda è definito dal suo spessore misurato in pollici. Spessori comuni per una muta light sono 0.040, 0.060, 0.075, 0.090 (dal Sol al Mi). Una muta medium potrebbe essere 0.050, 0.070, 0.085, 0.105 (le misure sono in pollici). Mute heavy sono molto difficili da trovare. la maggior parte dei costruttori fornisce mute light, medium-light e medium. Alcuni costruttori forniscono a caro prezzo corde singole per rimpiazzare una corda rotta, ma è consigliabile rimpiazzare l'intera muta poiché la differenza fra le corde vecchie e quella nuova è troppo marcata.
Le corde sottili tendono ad avere un suono più brillante ma più "fino". Il suono delle corde spesse è più "solido". Uno dei più grandi vantaggi derivati dall'uso di mute light è la minor energia necessaria per tirarle e farle vibrare. Per sapere quali corde sono montate munitevi di un calibro ed eseguite le misurazioni confrontandole con la seguente tabella:

mm

0.76

0.88

1.01

1.14

1.27

1.39

1.52

1.65

1.77

1.90

2.03

pollici

.030

.035

.040

.045

.050

.055

.060

.065

.070

.075

.080


mm

2.15

2.28

2.41

2.54

2.66

2.79

2.92

3.04

3.17

3.30

3.42

pollici

.085

.090

.095

.100

.105

.110

.115

.120

.125

.130

.135

 

Il terzo fattore è il metallo usato. Quasi tutte le corde sono fatte di acciaio inossidabile o di nickel. Non vi sono differenze sostanziali. L'acciaio inossidabile ha un suono più brillante ma è leggermente più duro al tatto. Certe corde sono cromate, dorate o rivestite di metalli scuri, ma solamente a fini estetici (d'effetto sono le corde nere su manico nero con effetto "invisibili"). Le corde per strumenti acustici possono essere fatte di nylon o di budello, queste ultime sono costose, ma suonano molto bene.
Vi sono altri fattori da considerare. Molte corde, non quelle economiche, presentano alle estremità un rivestimento in seta che previene lo svolgimento delle spire metalliche. Tale rivestimento non è necessario per corde con il nucleo esagonale da cui è meno probabile che l'avvolgimento si svolga.
Vanno acquistate corde della scala appropriata. La lunghezza della scala è la distanza, misurata in pollici, fra il ponte e il capotasto, cioè la distanza sulla quale la corda vibra. La maggior parte dei bassi hanno una scala lunga di 34 pollici = 2.54x34 = 86.36 cm. Alcuni bassi, ad esempio i vecchi Gibson e molti modelli economici hanno una scala corta di 30 pollici. I Modulus Graphite hanno tutti una scala di 35 pollici = 88.9 cm, scala sempre più diffusa per i bassi a cinque e sei corde. Esiste anche una scala media di 32 pollici su cui sono costruiti alcuni bassi acustici.

È utile notare che, di fatto, i principali costruttori americani di corde sono tre e ve sono pochi altri in Europa. Molte marche comprano le corde dai costruttori principali e le rivendono con il proprio nome. La varietà di corde è dunque minore dei marchi con cui sono vendute e, dato che la confezione non influisce sul suono, è bene documentarsi prima di comprarle (magari ad un prezzo gonfiato dalla pubblicità).