-Pickup

Un normale pickup consiste di uno o più magneti avvolti in spire di filo. Il filo molto sottile (meno di 0,1mm di diametro). Inoltre è filo smaltato, perché  le spire non devono entrare in contatto fra loro. Vi sono poi le espansioni polari che concentrano il flusso magnetico all’interno delle spire. Infatti tutte le linee di flusso che si troveranno all’esterno (flusso disperso) non influiranno in nessuna misura sulla corrente indotta e, per ottenere il miglior rendimento possibile dal p-u, bisognerà fare in modo che tale flusso disperso sia minimo. Le espansioni polari sono spesso ricavate con delle viti. Servono a concentrare il campo magnetico in una regione più o meno vicina alla corda. Nel caso delle viti, una per ogni corda, si ha la possibilità di regolare l’intensità sonora di ciascuna di queste. Tali viti (che possono essere anche delle barrette o dei tondini fissi di materiale ferromagnetico) devono essere posizionate in modo da trovarsi esattamente sotto ciascuna corda.
Il pickup rileva la vibrazione delle corde di metallo in movimento nel campo magnetico prodotto pickup stesso. Ciò produce un voltaggio che può essere rilevato, amplificato e convertito in "suono" da un altoparlante.
Il segnale prodotto dal pickup ha bisogno di essere amplificato; i pickup passivi non amplificano affatto il segnale e delegano del tutto tale processo all'amplificatore. I pickup attivi contengono nel loro alloggiamento un piccolo amplificatore che amplifica il segnale. Gli ampli più completi hanno due ingressi, uno per i bassi attivi (Inptu Low) ed uno per i passivi (input  Hight). Alcuni bassi (detti bassi attivi) hanno dei preamplificatori incorporati (a volte dotati di controlli di tono ed altri controlli) che non fanno parte del pickup. Un ristretto numero di costosi pickup attivi presentano dei controlli di tono nell'alloggiamento dei pickup.

Il segnale dei pickup si può modificare in tre modi: usando un magnete più potente (aumento del campo magnetico), aumentando il numero degli avvolgimenti di filo sul magnete (le corde in movimento producono una maggiore differenza di voltaggio nel campo magnetico), o alzando il pickup più vicino alle corde (il pickup si inserisce in una zona più sensibile). Ognuno di questi accorgimenti crea una maggiore differenza di voltaggio che equivale ad un segnale più forte. Modificare i pickup ha anche un effetto sul suono che potresti gradire o meno. Se si sistema un pickup troppo vicino alle corde queste potrebbero sbattervi contro.
Non esiste una distanza ottimale fra pickup e corde. I pickup si possono sistemare ad altezze diverse ed è generalmente possibile sistemare ad altezze diverse ciascun lato minore di un singolo pickup. Ciò risulta utile nel caso in cui una o più corde tendessero a suonare meno di altre. In alcuni casi è possibile sistemare l'altezza di ogni singolo magnete.

I pickup sono di due tipi, detti single-coil e double-coil dal numero dei magneti e relativi avvolgimenti. Il vantaggio della maggior parte dei double-coil è che il filo è avvolto al contrario e i magneti sono fuori fase. Dal momento che i magneti sono invertiti, raccolgono fuori fase il segnale della corda , mentre raccolgono in fase qualsiasi rumore o ronzio (alte frequenze). Dato che gli avvolgimenti sono avvolti al contrario, il segnale di uno dei due avvolgimenti è di fatto invertito prima che i due segnali siano sommati di nuovo: ciò rimette i segnali dalle corde in fase, e quelli dei rumori fuori fase, cancellando qualsiasi disturbo che il pickup avesse ricevuto. Questi pickup sono a volte chiamati humbucker ("elimina rumori") per questo motivo. Non tutti i double-coil sono humbucker; in alcuni double-coil i due avvolgimenti sono in fase e non cancellano il ronzio come gli humbucker.
Un altro effetto collaterale dei double-coil è che gli avvolgimenti, non trovandosi esattamente nello stesso posto, raccolgono segnali leggermente diversi. Quando i segnali sono sommati di nuovo alcune alte frequenze vengono cancellate insieme al rumore e al ronzio. Ciò dà un suono particolare al pickup humbucking, più caldo e pastoso e meno definito. A molti questa cosa è piaciuta parecchio ed è stata la principale caratteristica delle chitarre Gibson.

Alcuni double-coil non sistemano entrambi gli avvolgimenti sotto tutte le corde e sono chiamati anche split coil. La configurazione più comune è la sistemazione di un avvolgimento in un senso sotto le corde Mi e La e dell'altro sotto le corde Re e Sol. È di questo tipo il pickup del basso Fender Precision. Pickup di questo tipo non cancellano il ronzio come i normali double-coil, dato che gli avvolgimenti sono lontani fra loro, ma non comportano nemmeno la cancellazione delle alte frequenze dal segnale che viene raccolto da un solo avvolgimento.

I pickup single-coil, gli split, e gli humbucker hanno ciascuno un suono caratteristico e vengono perciò usati comunemente aldilà della loro capacità di ridurre il ronzio. Un basso con due single-coil o due double-coil in fase è inoltre in grado di cancellare il ronzio se i due pickup hanno fase opposta e sono sistemati a volume uguale: in questo caso ogni single-coil agisce esattamente come uno dei due avvolgimenti di un double-coil. Dato che i pickup sono più lontani fra loro di quanto sarebbero i due avvolgimenti di un singolo pickup, la cancellazione delle alte frequenze è in qualche modo differente, meno pronunciata ma operante su un più ampio spettro di frequenze. La maggior parte dei bassi Fender Jazz sono costruiti con due pickup single-coil fuori fase e possono cancellare il ronzio in questo modo (a volume uguale). Alcuni bassi hanno un "deviatore di fase" che permette di cambiare la fase dell'avvolgimento di un pickup in modo tale da ottenere il suono "fuori fase" con la cancellazione del ronzio, o il suono in fase con qualche rumore.
Alcuni double-coil presentano anche un interruttore detto "pickup tap" che permette di far passare il segnale attraverso uno solo dei due avvolgimenti, convertendo di fatto il double-coil in un single-coil. E altri pickup, sia single che double-coil, presentano un interruttore detto "coil tap" che prende il segnale dal pickup dopo che ha attraversato solo parte dell'avvolgimento (di solito la metà). Questo dispositivo è pensato per dare ad un pickup suoni diversi, dal momento che il suono di un pickup è influenzato dal numero di giri di ogni avvolgimento.
Alcuni bassi costosi hanno dei pickup non magnetici, detti piezo o piezoelettrici. Questi non contengono magneti, ma operano invece attraversi un piccolo cristallo sistemato sul ponte. Quando la corda vibra contro il cristallo la vibrazione produce un segnale elettrico che viene inviato all'amplificatore. Bassi che utilizzano corde non metalliche sono dotati necessariamente di pickup piezoelettrici, e alcuni bassi (ad esempio lo Yamaha TRB-6P) li utilizzano in aggiunta ai pickup magnetici per offrire una più ampia varietà di suoni. Comunque i pickup piezoelettrici hanno un'impedenza molto più alta di quelli magnetici e richiedono degli speciali preamplificatori e altri dispositivi sullo strumento per suonare bene.


-Watt, Ampère, Ohm (impedenza), potenza

I Watt espressi dai costruttori possono essere Watt max oppure Wattt musicali o RMS. Questi ultimi danno una misura della potenza che "mediamente" viene erogata dall'amplificatore agli altoparlanti e valgono la metà dei Watt max di assorbimento. I watt musicali sono una misura della potenza trasferita dall'altoparlante all'aria. Si tratta di lavoro per unità di tempo calcolato come il volume d'aria spostato dalla superficie dell'altoparlante. Questa è la potenza che interessa direttamente gli orecchi e ha sempre valori molto bassi, perché il rendimento di un altoparlante si aggira intorno all'1%, per cui l'energia effettivamente trasferita dai circuiti all'aria è veramente molto bassa.
Il sistema più pratico per conoscere la potenza in uscita di un amplificatore, è quello di leggere l'etichetta (obbligatoria) che indica il consumo massimo dell' apparecchiatura quando è collegata in rete. Se consuma 100W di sicuro non ne suona 200! Altrimenti spesso è indicato l'assorbimento in Ampère (A). In questo caso calcolate ad occhio i Watt = (220 x Ampère x 0.6). Una regola da ricordare è questa: se voglio duplicare il volume devo quadruplicare la potenza dell' amplificatore.
Su alcuni amplificatori è espressa l'impedenza di entrata: un'alta impedenza accetta ottimamente tutti i segnali (ronzii compresi), una bassa impedenza accetta solo segnali provenienti da bobine (microfoni, pickup magnetici).
L' impedenza di uscita dell'amplificatore è espressa in OHM. Se un amplificatore indica 8 ohm non posso collegare altoparlanti da 4 o da 2, pena la probabile bruciatura dell' amplificatore in quanto raddoppia il carico sui transistor finali. Se un amplificatore indica 4ohm in uscita e gli collego un altoparlante da 8ohm rende la metà, ma senza altri inconvenienti. 2 altoparlanti da 4ohm collegati in serie valgono come uno da 8ohm. Se collegati in parallelo mi danno 2ohm. Gli altoparlanti hanno una polarità che è bene rispettare nel caso se ne colleghi più di uno. Altrimenti è garantita una resa al 50% proprio sui bassi.
Un altoparlante da 20cm di diametro da 100W produce il volume di uno da 40cm da 50W; per questo motivo amplificatori poco potenti utilizzano altoparlanti grandi che producono però un suono meno brillante. Il nostro udito è più sensibile alle alte frequenze ed è bene che il basso abbia potenza molto superiore agli ampli degli altri strumenti.

Supponiamo di volere una testata (amplificatore) e una cassa. Ci accertiamo a che impedenza viene erogata la massima potenza, in genere sul retro dell' apparecchio dovremmo trovare quello che ci interessa, ad esempio:

400 Watt r.m.s. 4 ohm
200 Watt r.m.s. 8 ohm

Quindi a 4 ohm abbiamo la massima potenza. La cassa da sfruttare al meglio dovrà avere un impedenza di 4 ohm e poter sopportare 400 watt r.m.s. (che equivalgono a 800 watts di picco). Esempi:

Come si puo capire dagli schemi per sfruttare al meglio la potenza di un amplificatore, dobbiamo comprare una cassa con la stessa impedenza o due casse ciascuna con il doppio dell'impedenza richiesta (collegate in parallelo).

Le combinazioni di casse con diversa impedenza una dall'altra sono vivamente sconsigliate per evitare squilibri nella resa dei singoli altoparlanti.

Non basatevi MAI solo su quello che vi dice un amico (come me) o peggio il rivenditore. Ascoltate e provate sempre prima di fare una scelta e scegliete in base a qualche confronto, prima qualitativo e poi economico.


-Amplificatori

Gli amplificatori per basso, sia compatti (combo) che a più unità, contengono tre componenti: un preamplificatore, un amplificatore di potenza (o finale) e uno o più altoparlanti. Il segnale del basso attraversa tre stadi prima di giungere agli altoparlanti, con un amplificatore fra ciascuno stadio. Il segnale al primo livello viene amplificato dal preamplificatore. È dopo questo stadio che viene sottoposto ad eventuali effetti montati sul rack (la struttura che può contenere preamplificatore, finale, effetti, equalizzatore, accordatore, ecc.). Dato che il segnale è stato amplificato, gli effetti sul rack aggiungono meno rumore (ronzio, soffio, ecc.) degli effetti a pedale, ed è per questo che sono preferiti dai professionisti. Dopo essere stato processato dagli effetti il segnale passa attraverso uno o più amplificatori di potenza. La maggior parte degli oggetti che chiamiamo "amplificatori", ma di cui in realtà l'amplificatore vero e proprio è solo un elemento, sfruttano un solo amplificatore di potenza. Quelli che prevedono la biamplificazione ne usano due. Il finale amplifica il segnale ai livelli, molto più alti, usati per guidare gli altoparlanti. La potenza di un ampli si riferisce ai Watt indirizzati dal finale agli altoparlanti .

È possibile acquistare i tre elementi in un unico contenitore ("combo"), o separatamente. In quest'ultimo caso la formula più frequente è la coppia testata (che alloggia preampli e finale) e cassa (che contiene uno o più altoparlanti). I vantaggi del combo sono trasportabilità e costo. Nel caso di elementi separati, ad una spesa generalmente maggiore, si accompagnano flessibilità di utilizzo e il vantaggio di poter cambiare un solo elemento della catena di amplificazione alla volta.
Alcuni combo sono dotati di un'uscita per il segnale preamplificato che permette di inviarlo verso un finale diverso, per esempio:

  • l' amplificazione esterna di tutti gli strumenti di un gruppo, generalmente chiamato "mixer" dal nome di uno dei suoi componenti;
  • un registratore;
  • un insieme di effetti. A questo scopo molti ampli permettono di miscelare il segnale processato con il segnale pulito.

Inoltre alcuni combo permettono l'ingresso di un segnale preamplificato esterno che viene inviato direttamente al finale. La maggior parte dei combo forniscono in un'uscita aggiuntiva il segnale amplificato dal finale interno, in modo da poter collegare una cassa esterna, in aggiunta e/o sostituzione di quella in dotazione. I combo che permettono tutte queste opzioni hanno una versatilità di utilizzo simile a quella di una catena di amplificazione distribuita su più elementi.

Il termine biamplificazione si riferisce all'uso di diversi finali di potenza per l'amplificazione di diversi spettri di frequenze. In particolare la biamplificazione permette l'uso di un finale per amplificare le frequenze alte e di un finale diverso per amplificare quelle basse. Nella maggior parte degli ampli il segnale proveniente dal preamplificatore è inviato alle casse, dove può essere suddiviso da un crossover fra i vari altoparlanti: alte frequenze verso i coni più piccoli o gli altoparlanti a "tromba" e basse frequenze verso i coni più grandi.
Il crossover è un filtro che scompone il segnale nella componente ad alte frequenze e in quella a basse frequenze: può essere comandato da una manopola che permette di assegnare il punto di divisione. Con la biamplificazione, invece di scomporre il segnare dopo lo stadio finale di amplificazione, si scompone quello proveniente dal preamplificatore spedendo i segnali risultanti a differenti finali di cui, normalmente, uno gestisce i coni piccoli e/o a tromba per le alte frequenze e l'altro i coni più grandi per le frequenze basse. Inoltre il crossover usato nella biamplificazione di solito è attivo (cioè alimentato), mentre quelli che si trovano nelle casse di solito sono passivi.
La biamplificazione comporta parecchi vantaggi:

  • i crossover attivi non hanno induttori e comportano meno distorsione;
  • i crossover attivi non esauriscono la potenza del segnale per operare;
  • ogni amplificatore resta in grado di fornire tutta la potenza necessaria aldilà delle richieste di ciascun spettro di frequenze.

Quest'ultimo punto è importante dal momento che c'è bisogno di maggiore potenza per riprodurre le frequenze basse. Un settaggio tipico per la biamplificazione invia le frequenze alte ad una cassa 4x10 (4 coni da 10 pollici = (10x2.54) = 25.4 cm di diametro) e le basse ad una 1x15, 1x18, o altri grandi coni subwoofer. Se le frequenze alte vengono inviate al subwoofer il suono ne risentirà e probabilmente diventerà "cupo" (in inglese muddy, cioè "fangoso"). Se le frequenze basse vengono inviate ai coni da 10 pollici questi non forniranno la spinta che fornirebbe il subwoofer. Con la biamplificazione si possono inviare le frequenze basse al subwoofer e allo stesso tempo ottenere un suono presente e completo dai coni da 10 pollici senza obbligarli a spendere la maggior parte della loro capacità nel riprodurre frequenze molto basse.
Per ottenere il meglio dalla biamplificazione è necessario prestare attenzione all'abbinamento fra crossover, amplificatori e casse. Un cattivo abbinamento può avere una resa peggiore di quella di un singolo amplificatore con cassa. È meglio utilizzare un sistema appositamente pensato per la biamplificazione piuttosto che assemblare i componenti uno per uno.


-Acquisto dell' amplificatore

Assicurati la possibilità di modificare il suono attraverso l'equalizzazione: guadagno o "gain", toni, equalizzatore grafico e/o parametrico, eventuali interruttori "bright" o simili. Più bande di equalizzazione sono presenti, più ampie sono le possibilità di modificare il suono (nel bene e nel male). Importante poi la grandezza dell'altoparlante. In generale un cono grande (15 o 18 pollici di diametro) trasmette meglio le frequenze basse e coni più piccoli (2 o 4 da 10 pollici) rispondono con più prontezza e sono ovviamente più leggeri.
La potenza di un ampli è correlata al volume che può produrre. Dal vivo l'ampli dovrebbe essere più potente, anche se generalmente funziona come monitor e il segnale viene amplificato e inviato alle casse rivolte al pubblico. Va ricordato che due ampli con lo stesso wattaggio possono produrre volumi differenti a seconda dei materiali usati e della qualità degli altoparlanti. La potenza dichiarata dal costruttore non dà la certezza che il volume sia sufficiente. In ogni caso ricorda che cambiare un ampli è molto più facile che cambiare un basso.

Nuovo e usato:

Gli ampli usati rivelano eventuali problemi ad un primo ascolto (come la totale mancanza di segnale, un forte ronzio appena si alza il volume, pulsanti/regolazioni non funzionanti, ecc.). Per la loro generale solidità non sono molto più a buon mercato di quelli nuovi, ma un'occhiata all'usato non guasta. Dovresti provare il maggior numero possibile di bassi e amplificatori prima di acquistarne uno. Anche fra strumenti ed apparecchi economici alcuni ti si adatteranno più di altri. Le indicazioni di amici e negozianti sono e restano opinioni personali valide quanto la tua. Una volta individuato uno strumento o ampli che ti soddisfa, cercane il prezzo migliore presso tutti i negozianti che conosci. Puoi cercare di trattare anche se i modelli sono di marche differenti, menzionando esplicitamente la tua indecisione fra quel modello e uno di altra marca. Porta il tuo strumento per provare l'amplificatore o comunque usa sempre lo stesso per tutte le prove se vuoi capire quale ruolo svolge l'amplificazione.

In bocca al lupo.