Parlare di Ordine Francescano Secolare (OFS) significa parlare del
primo grande movimento laicale della storia della Chiesa,
il movimento che, anticipando di otto secoli l'ecclesiologia del
Vaticano II, ha promosso una vita più piena di Chiesa, promuovendo
proprio la vita del laico.
È un Ordine presente oggi in tutto il mondo con circa mezzo
milione di aderenti e si estende come proposta di cammino francescano
anche ai giovani (Gi.fra)
e ai ragazzi (Araldinato) con appositi itinerari di fede.
La finalità dell'Ofs è vivere da cristiani nel
mondo seguendo le orme di Francesco di Assisi. Quindi il suo
programma non si identifica in qualche opera di assistenza, o di
carità, o di devozione; tanto meno consiste nel coltivare
una specie di “supercristianesimo”, cui accedono i cosiddetti
“buoni cristiani“ per un ulteriore affinamento delle
proprie virtù. L'Ofs è un modo, una via per essere
cristiani. Un'avventura che è da vivere in un recupero continuo
di fedeltà a Dio e, per un laico francescano, è un'avventura
da vivere facendo del proprio quotidiano, della vita nel mondo,
un terreno di rimando a Dio, di riconciliazione a Dio.
L'Ofs nasce per espressa volontà di Francesco d'Assisi
sollecitato a dare una risposta alle tante persone che volevano
condividere il suo cammino evangelico. Con intuizione profetica
Francesco, attraverso la via della penitenza, propone ai laici,
uomini e donne, sposati e non sposati, di ogni età e di ogni
condizione, di vivere il Vangelo nella propria giornata, nella propria
famiglia, nel proprio lavoro.
La penitenza, intesa nel suo significato più profondo di
conversione, di cambiamento di cuore e di mente, viene così
unita alla quotidianità, al vivere nel mondo. La via della
penitenza viene proclamata come possibilità per tutti di
accedere alla comunione totale con Dio. E questo è di una
importanza straordinaria. Lo troviamo attestato nella “Lettera
a tutti i fedeli”, ormai riconosciuta come il documento
sorgivo dell'Ofs. In questa lettera Francesco stesso delinea un
orientamento di vita per i laici secondo quanto gli ha ispirato
il Signore. Ed è qui il nucleo evangelico da cui si sprigiona
la fecondità dell'Ofs.
Per il nostro tempo lo ha autorevolmente ricordato la Chiesa con
l'approvazione dell'attuale Regola
(1978), ad opera di Paolo VI, che pone quale Prologo alla stessa
la “Esortazione ai fratelli e sorelle della Penitenza”,
prima recensione della Lettera a tutti i fedeli (1215) e prima forma
programmatica di vita per coloro che rimanevano nelle loro case
pur seguendo il Santo di Assisi. In questo scritto Francesco
pone davanti a tutti gli uomini la stupenda possibilità di
essere “sposi, fratelli e madri del nostro Signore Gesù
Cristo” e la pone come l'unica possibilità che
dia senso alla vita dell'uomo, l'unica che possa dargli la gioia
per avviarlo al traguardo di quella felicità senza fine che
sarà la vita piena di unione con Dio nell'al di là.
La penitenza non è un programma cupo, lugubre, come spesso
noi la intendiamo e come probabilmente la intendevano anche al tempo
di Francesco, ma è sostanzialmente il programma pieno
del Vangelo, un programma di amore, di crescita nell'amore,
riconoscendo giorno dopo giorno l'amore che ci ha creati e redenti.
Nella forza di un amore che alimenta con lo spirito la vita, essa
implica il sentirsi in debito verso ogni uomo reso nostro fratello
“da Dio Padre. Quindi la penitenza non è tanto un operare
eccezionale, un operare che distoglie dal quotidiano della vita,
non è un operare digiuni e cilizi, quanto un fare le opere
del Signore, giorno dopo giorno, con il suo aiuto, nella comunione
con Lui.
Non è un operare esterno all'uomo, quantitativo, o un operare
che lo stacca dal mondo, è un conformarsi a Cristo: è
l'operare incessante per conformarsi a Cristo dal di dentro delle
proprie occupazioni quotidiane e delle varie situazioni di vita,
recuperando sempre la sublime dignità della propria condizione
di uomo che consiste nell'essere fatti “a immagine di Cristo
secondo il corpo e a sua similitudine secondo lo spirito”,
come ci ricorda chiaramente Francesco. È un operare che mette
in gioco tutta la persona in un cammino senza fine e instaura nuove
relazioni con gli uomini, con le cose, con il mondo. La penitenza
viene così riproposta nella sua possibilità profonda
di nutrimento per la vita, di via per la felicità. Francesco
la ripropone come itinerario perseverante di riconciliazione a Dio,
ponendola al di là di ogni possibile interpretazione esteriore
o precettistica.
Questo itinerario chiama l'uomo a vivere la meravigliosa possibilità
dell'apertura inesauribile allo Spirito del Signore. Questo
è il sostanziale messaggio che, ancorato alla vita di fraternità
come per il Primo (frati) e per il Secondo Ordine (clarisse), identifica
il laicato francescano fin dalle origini. Esso è ripreso
con particolarità di norme della vita dell'Ofs, sia nel Memoriale
Propositi (1221), sia nella prima vera Regola dell'Ofs, la Regola
di Niccolò IV (1289), con la quale la Chiesa nella maniera
più autoritativa possibile dà il primo riconoscimento
ai laici come parte viva e responsabile del popolo di Dio, una parte
insostituibile nel permeare il tessuto della società civile
di quel tempo. L'Ordine della penitenza si configura così,
nei primi secoli, in fraternità di non molti membri, autogovernate,
con un proprio consiglio ed una propria autonomia, aperte a tutti
i ceti, molto attive, socialmente influenti e sorgenti di santità.
Entrare in fraternità comporta un impegno solenne; lo stesso
nome "memoriale propositi" implica una risoluzione, un proposito
stabile, un progetto di vita, da riportare al cuore per essere fedeli
al Vangelo. L'entrare in fraternità comporta in particolare
il dovere di riconciliazione, di vivere nella pace, di agire per
la pace, affrancandosi dalla logica del mondo, del possesso, del
potere, dell'affermazione di sé, per vivere secondo un'altra
logica, la logica dei figli di Dio. E tutto questo accompagnato
da gesti molto pratici: "non portare armi", "non prestare giuramento",
il "fare testamento dei propri beni".
Gesti di riconciliazione con la giustizia, di restituzione dei debiti,
il vivere la legge della povertà secondo il proprio stato,
ripartendo periodicamente le ricchezze superflue e mettendo soprattutto
la ricchezza dei propri talenti al servizio degli ultimi, che
vengono posti al centro della propria attenzione quotidiana con
sollecitudine, con amore, con tutta la creatività che lo
Spirito sa donare.
Sempre stimolati, alimentati, verificati da una fraternità
concreta, in cui celebrare insieme la Parola di Dio, in cui aiutarsi
a vicenda a recuperare continuamente l'orizzonte della penitenza
evangelica, attraverso il continuo conforto e l'esortazione a perseverare
nella via della conversione e a fare le opere di misericordia, nonché
a deciderne i modi insieme, mettendo in gioco tutte le potenzialità
personali e di vita fraterna. E tutto questo particolare modo di
seguire il Vangelo sulle orme di Francesco ha una profonda incidenza
nella trasformazione della società.
Nota: il testo è una sintesi tratta dal sito dell'OFS nazionale (http://www.ofsitalia.net)
|