Fin dai primi secoli i seguaci di Francesco d'Assisi
nel mondo, con la loro fedeltà al Vangelo, hanno saputo incarnare
la spiritualità francescana nei rapporti tra gli uomini,
nell'economia, nelle strutture sociali e civili, incidendo profondamente
nella trasformazione della società.
Possiamo rendercene conto riportando alcuni aspetti salienti dell'espressività
del francescanesimo secolare. Ancora vivente Francesco, professando
una Regola per la pace, i laici francescani operarono concretamente
in ordine a tale valore. Rispetto al sistema feudale e al nascente
comune il "non portare armi" e il "non fare giuramento" al signore
o al podestà, costituì una forza dirompente; intere
città furono poste in situazione di "obiezione di coscienza"
ante litteram, provocando un indebolimento del potere feudale prima
e poi delle mire espansionistiche dei comuni.
Pensiamo solo alla portata profetica del non girare armati,
fatto del tutto assurdo per un uomo libero di quel periodo, che
vedeva invece il suo nuovo stato di cittadino significato dalla
possibilità di portare armi. E i penitenti francescani seppero
rivolgere a favore degli uomini del tempo anche i contraccolpi che
il potere civile inflisse loro per questo atteggiamento. In alternativa
al servizio militare i Comuni imposero ai terziari una specie di
servizio "civile", molto impegnativo, protratto per lungo tempo,
nel quale i terziari dettero prova di una credibilità e affidabilità
tali da venire richiesti di occupare posti di rilievo.
Furono loro affidati compiti di controllo di ponti e strade, la
sovraintendenza ai viveri, la delicata responsabilità di
scegliere determinate figure di governanti del Comune, e altri importanti
incarichi. Un altro aspetto significativo sul piano della riconciliazione:
il ritrovarsi insieme, da fratelli, nobili, plebei, artigiani, commercianti,
uomini e donne di ogni condizione, condividendo la stessa vocazione,
pose un germe alternativo rispetto ad una società strutturata
in classi come la società medioevale.
Nella nuova fraternità di san Francesco non aveva alcun
peso la differenza di origine. E se questo aveva già
un profondo significato nell'esperienza dei frati e delle clarisse,
si può intuire quale testimonianza a largo raggio veniva
a produrre attraverso coloro che praticavano la penitenza rimanendo
nel mondo, nel proprio lavoro, nella propria famiglia, nella società.
A mano a mano, poi, i terziari francescani, assieme ai frati del
Prim'Ordine, diventano capaci di istituzioni notevolissime, in grado
ad esempio di sottrarre all'usura gli uomini del tempo, attraverso
i Monti di Pietà.
E nell'esercizio di questa vigilanza evangelica per la situazione
di ogni uomo, i penitenti francescani scoprono di potersi identificare
con la figura del "buon samaritano", facendosi prossimo come singoli
e come fraternità ai più diseredati. Nascono in questo
modo tante iniziative: ospedali, poderi dei poveri, assistenza ai
carcerati, assistenza alle puerpere; nasce sui campi di battaglia
il primo servizio di soccorso; nascono opere per la difesa di chi
non può difendersi.
L'attendere fedele allo spirito di penitenza, di conversione, da
parte di questi uomini e donne raccolti in fraternità, produce
una presenza, e piano piano diventano forme di assistenza che riconoscono
concretamente ai più piccoli la loro dignità umana.
Progressivamente tali istituzioni vengono assunte dalla società
stessa e diventano parte del vivere civile.
Mentre nei primi secoli l'Ordine è fortemente caratterizzato
da una incidenza della fraternità, nei secoli successivi
sarà più la testimonianza di singoli importanti personaggi
ad esprimere il valore del vivere la penitenza nel secolo. Questo
non significa che l’incidenza sia minore; ne è la prova
il fatto che ogni regime oppressivo fino ad oggi ha visto sempre
con grande preoccupazione questa sorta di ordine "religioso" presente
nel mondo.
Basti pensare anche a tempi vicini a noi, alla soppressione delle
Fraternità del Terz'Ordine Francescano operata da Napoleone,
alla proibizione durante il regime nazista di riunirsi in Fraternità,
simile a quella vigente fino a pochi anni fa in tutti i paesi dell'Est.
Bisogna inoltre notare che da questa forte caratterizzazione personale
che contraddistingue alcuni secoli della storia dell'Ofs, sono nate
centinaia di istituzioni, proprio in quell'ardore di conversione
e di salvezza per ogni uomo che solo può scaturire dalla
coscienza di essere "ministri" del Signore, da Lui mandati a costruire
il suo regno di pace e di amore nel mondo.
Tuttavia, non possiamo non registrare un certo empasse
nell'ultimo secolo, fino alla promulgazione della nuova Regola che
sostituisce quella di Leone XIII del 1883 (seconda Regola dell'Ofs).
A livello legislativo l'intento di Leone XIII di rendere più
semplice la Regola perché tutti potessero beneficiarne, ha
lentamente introdotto una perdita di quell'identità originale,
così fortemente caratterizzante, che solo con l'attuale Regola
(1978) l'Ofs sta recuperando. Paradossalmente da parte del Papa
che voleva fare del Tof la punta di diamante per la questione sociale,
l'aver tolto ogni specificità francescana alla Regola provoca
una perdita di identità che unitamente ad altri fatti —
quali ad es. la proibizione durante il periodo fascista di operare
come Fraternità —arriverà inevitabilmente, soprattutto
a partire dal dopoguerra, a creare una stasi nella proposta francescana
secolare.
Per l'ingente carica di santità insita nella vocazione francescana
abbracciata con coerenza, non viene meno comunque il proliferare
di santità personale. È la santità tutta riempita
dalla fatica del quotidiano, nel lavoro, nella famiglia, nell'accettazione
della sofferenza, un quotidiano illuminato dalla sapienza del Vangelo,
nella fedeltà alla povertà, alla Chiesa e alla Croce.
Una santità che oggi emerge dalle numerose cause di beatificazione:
almeno sessanta figure di terziari francescani sono tra i beati,
santi e venerabili di quest'ultima parte di secolo. Tra essi politici,
casalinghe, persone inferme, lavoratori, sacerdoti e anche la prima
coppia salita agli onori degli altari, i coniugi Beltrame Quattrocchi.
E oggi? Oggi il Terz'Ordine è presente in tutto il mondo,
con una grande varietà di espressioni e di partecipazione.
Continua certamente ad avere tra le sue fila giovani, anziani, persone
sposate, vedove, celibi, consacrati, ed anche sacerdoti; persone
che testimoniano la loro vocazione con dignità e con gioia
anche nelle situazioni più difficili. Potremmo parlare
di un vero e proprio popolo francescano che sta cominciando a prendere
coscienza di appartenere ad un organismo fraterno mondiale e chiamato
a ridire nell'oggi la parola di Francesco d'Assisi vivendo sempre
più in comunione vitale reciproca con il Primo e con il Secondo
Ordine.
È una presenza più anziana in Europa come media, una
presenza più giovane maggiormente incidente nella società
a livello di Terzo Mondo — Sud America e Africa. In America
e in Africa molti i giovani della Gioventù Francescana e
dell'Ordine Francescano Secolare che si fanno promotori di una interpretazione
della vita sociale, civile, politica a partire dal Vangelo stando
in mezzo ai poveri.
In Canada e anche negli Stati Uniti l’impegno dei francescani
è volto soprattutto a formare una coscienza di pacificatori,
ritornando al comportamento non violento di Francesco d'Assisi.
In Africa e in Asia un particolare impegno nel servizio e nella
condivisione con i lebbrosi e le persone abbandonate. E comunque
anche nel vecchio mondo, al quale noi apparteniamo, c'è tutto
un fermento rinnovato di presenza, una misericordia che i laici
francescani sono consapevoli di aver ricevuto dal Signore e che
non possono trattenere per sé. Si sono rimesse in cammino
le Fraternità che hanno scelto uno stile di condivisione,
di accoglienza. E cominciano a farlo anche in forme nuove: gemellaggi
stanno nascendo con i paesi del Terzo Mondo, tra aree povere ed
aree ricche.
Soprattutto è in atto (e ne vedremo la fioritura nei prossimi
anni) una rifondazione culturale dell'Ordine Francescano Secolare
che ha nella nuova Regola di Paolo VI del 1978 il suo punto di partenza.
Questa Regola attraverso le parole stesse di Francesco poste come
Prologo — "Esortazione ai fratelli ed alle sorelle della Penitenza"
— innesta la riproposta dell'Ofs per l'oggi nel recupero delle
origini e dà al laicato francescano la connotazione di Fratelli
e Sorelle della Penitenza con una missione specifica, "riparare
la Chiesa" nel mondo con lo stile della fraternità, portando
la conversione nelle comuni attività del quotidiano.
Nota: il testo è una sintesi tratta dal sito dell'OFS nazionale (http://www.ofsitalia.net)
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