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"10 domande a..."

-Vincenzo Guerrazzi-

di

Monia Di Biagio

Oggi ho l’enorme orgoglio di potervi presentare: Vincenzo Guerrazzi, Artista completo e notissimo dei giorni nostri. Quella di Guerrazzi è una storia di grande tensione creativa, di riscatto sociale e culturale, ma soprattutto di grande scrittura. E’ nato a Mammola (RC) e da sempre vive a Genova. Operaio, pittore, libero visionario, Vincenzo Guerrazzi iniziò la sua carriera di scrittore fondando il primo "quotidiano murale", nei gabinetti della fabbrica in cui era impiegato. "Gli Intelligenti", il suo romanzo-inchiesta sugli intellettuali italiani, divenne un caso letterario (e non solo) alla fine degli anni Settanta. Oggi Pittore e Scrittore di successo, ha iniziato la sua attività di scrittore pubblicando racconti sulla terza pagina dei quotidiani "Il Secolo XIX" e "Il Lavoro" negli anni 1960-1970. Come pittore si è rivelato al pubblico nel 1977 grazie ad un articolo apparso sull'Espresso n. 12 con un ampio servizio di Valerio Riva, Pasquale Chessa e un intervento critico di Maurizio Fagiolo. Nel 1978 Valerio Riva ha realizzato sulla sua pittura un programma per la Televisione Svizzera. Nello stesso anno la Rete Due della RAI gli ha dedicato un programma condotto da Stefano Satta Flores. Per comprendere la pittura di Vincenzo Guerrazzi bisogna risalire alla sua esistenziale presa di posizione contro le consuetudini ed i luoghi comuni imposti dalla tradizione del potere "borghese".  Negli anni '70 è stato l'autore di coraggiosi "libri inchiesta" come: “L'Altra Cultura” (Ed. Marsilio,1975), “I dirigenti” (Ed. Mazzotta,1976), “Gli intelligenti” (Ed. Marotta, 1978), libri in cui ha mostrato una grande capacità di provocazione ed insieme fiuto politico.  Ha poi trasferito lo stesso impegno intellettuale anche nella pittura dove sin da giovane ha manifestato una particolare  disposizione ed ha fatto della sua arte uno strumento di dissacrante rilettura degli idoli e dei miti collettivi. Nelle sue tele Guerrazzi non ha solo raffigurato le immagini del potere, ma anche la presa che questo ha sulla collettività in un dato momento storico. La sua è una cronaca impietosa degli accadimenti di ogni giorno visti con l'occhio irriguardoso dell'Artista. Difatti la definizione che più ricorre è per lui quella di “Pittore Realista” - anche se quella che lui dipinge non è esattamente la realtà che la gente vorrebbe vedere dipinta. In ciascuno dei suoi quadri, suddivisi per filoni artistici, è riconoscibile una tappa  della storia del Paese ed insieme la maturazione artistica di Guerrazzi. Qualcun altro ha scritto che “I suoi quadri hanno quindi un alto valore educativo: sono fatti per far pensare, e non per la quiete dei cervelli.” Tra i suoi racconti ricordiamo: “Il Mercante d'Arte” (1979-Pubblicato dal settimanale CONTRO di Cesare Lanza, n.14 ANNO I); “Andreotti nel granaio con la signorina” (1979-Pubblicato dal settimanale CONTRO di Cesare Lanza, n.18 ANNO I): “Alle foci del Po con Pavese, Morselli ed Hemingway” (1999-Pubblicato dalla rivista A JOURNAL OF ITALIA STUDIES-Forum Italicum- vol. 33 - New York).  Anche scaricabili sul suo sito internet ufficiale. Tra i suoi romanzi ricordiamo invece: “Le ferie di un'operaio” (Ed.Savelli 1974); “Nord e Sud uniti nella lotta” (Ed.Marsilio1975) con il quale è stato finalista al Premio Sila, un’indroduzione a questo libro può essere letta qui! La riedizione di questo “classico” che trent’anni fa sollecitò un dibattito non soltanto letterario, ma anche politico, viene riproposta oggi da “Fratelli Frilli Editori” perché convinti che il dibattito che allora generò sia tutt’oggi attuale. Ed ancora “La fabbrica del sogno” (Ed. Coop Scrittori 1977); “La fabbrica dei pazzi” (Newton&Compton 1979).

“La festa dell'Unità” (Rizzoli 1982) Vincitore del Premio Elea per la narrativa; “Come si diventa borghesi?” (Ed.Oceania 1988). “Quel maledetto giorno” (Ed. Pellegrini 2001), un’introduzione a questo libro redatta da Filippo Veltri può essere letta qui! Mentre il suo nuovo romanzo è "L'aiutante di S.B.presidente operaio"  pubblicato da Marsilio Editore: un racconto realistico e fantastico, dove tra innovazione e resistenza operaia, tra progresso tecnologico e diritti acquisiti, tra avventure capitaliste e difese sindacali, lo scontro si consuma sempre sulla pelle dell'Aiutante Operaio; mentre S. B., il paradossale eroe del moderno, avanza senza incertezze per raggiungere il primato. Una storia che diverte e commuove, mentre ci offre una chiave imprevedibile per interpretare il nostro presente. Vincenzo Guerrazzi è anche presente e rappresentato in molte Enciclopedie della letteratura italiana ed Antologie, tra le quali citiamo: “La Letteratura Italiana - Storia e Testi: L'età presente” (Laterza Editori - di Carlo Muscetta.); “Storia della letteratura contemporanea (1940-1975)” (Editore Riuniti -di Giuliano Manacorda); “Letteratura Italiana LIL” (Laterza Editore 1980 di Gazzola Luperini); “Enciclopedia Fabbri di Anno in Anno 1976”; “Il mito del proletariato nel racconto italiano” di Renzo Paris (Garzanti Editore 1977); “Il piacere della letteratura di Angelo Guglielmi (Feltrinelli Editore 1981) “Letteratura e classi sociali” di Enzo Golino (Laterza Editore 1976); “Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi” di Paul Ginsborg (Giulio Einaudi Editore 1989); “Anni di letteratura” di Sergio Pautasso (Rizzoli Editore 1979); “I narratori giovani degli anni '70” di Walter Pedullà (Lerici Editore 1978); “La produzione letteraria in Italia” di di G. Petronio e V. Masiello vol. 4 (Palumbo Editore 1993) Inoltre sui suoi libri sono state redatte molte tesi di laurea. La rivista letteraria "Logos" ha pubblicato diversi stralci di queste tesi. In questa sezione del suo sito http://digilander.libero.it/vincenzoguerrazzi/index_ita.html come: “Il secoloXIX”, “Il Manifesto”, “L’Espresso”, “Panorama”, “Paese Sera”, “L’Unità”, “Mondo Operaio” ed altri notissimi a seguire.

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1- Gent.mo Vincenzo innanzi tutto grazie di questa sua cordiale partecipazione alla mia rubrica. Per conoscerla un po’ meglio, non solo come Artista, ma soprattutto come persona, vorrei iniziare da quel lontano 1977, quando insieme ad un collettivo di operai, spedì un questionario a decine di intellettuali italiani. C'erano quasi tutti: Fanfani, La Malfa, Biagi, Bocca, Eco e molti altri. Le domande, provocatorie quanto legittime, vertevano su argomenti del tipo: "Se dici di amare gli operai come mai non fai studiare tuo figlio da operaio?" Oppure: "Se tu non fossi nato, il mondo di cosa sarebbe stato privo?". E’ vero che ha esordito come scrittore fondando una sorta di quotidiano nei gabinetti dell'Ansaldo, la fabbrica dove lavorava?

I gabinetti, o meglio i cessi, sono luoghi dove si può meditare e riflettere scrupolosamente sulla propria vita sotto ogni punto di vista. Scrivere, come lei sa, significa sapersi mutare all’infinito e chi alla scrittura si abbandona non invecchia mai. Ma per scrivere ci vuole anche un luogo veramente tranquillo e il reparto di una fabbrica, saturo di rumori e di fumo oltre che di dolore e fatica, non è certo il posto giusto. “L’urlo della notte”, giornale notturno scritto nei muri dei cessi dell’Ansaldo, non l’ho fondato io, ma un operaio anonimo. L’idea mi apparve subito bella e così feci domanda al direttore che subito mi assunse come collaboratore della pagina della cultura. Il libro al quale lei si riferisce è “Gli Intelligenti” romanzo di cappa  e penna – che, secondo Marcello Baraghini meriterebbe il Nobel se questo premio fosse una cosa seria.  

2-Con queste premesse ed esordi quale fu l’accoglienza riservata ai suoi “libri scandalo”,  poi divenuti “libri inchiesta” sempre in quegli anni? E poco dopo nel 1979 anche l’onorevole Andreotti come la prese a ritrovarsi protagonista in un granaio, di immaginabili scene forse troppo osè già dal titolo stesso?

Non ho mai scritto libri scandalosi o indecenti o di cattivo esempio. Ho cercato sempre di fare della buona letteratura e il tempo mi ha dato ragione. Per questo i miei libri sono sempre stati accolti bene sia dalla critica che dal pubblico. Scandalosi sono alcuni…. Ma a che serve fare polemiche con le caste che difendono con le unghie e con i denti il privilegio immeritato? Per quanto riguarda il racconto che vede protagonista Andreotti bisogna che lo chieda a lui.

3-Il suo ultimo romanzo è una storia che diverte e commuove al tempo stesso "L'aiutante di S.B.presidente operaio"  pubblicato da Marsilio Editore è un racconto dove tra innovazione e resistenza operaia, tra progresso tecnologico e diritti acquisiti, tra avventure capitaliste e difese sindacali, lo scontro si consuma sempre sulla pelle dell'Aiutante Operaio. Cosa ne pensa dunque di chi alla luce di tutto questo vuol avvalersi ed autoproclamarsi  “Presidente Operaio”?

Cosa penso di colui che si autoproclama Presidente operaio l’ho scritto nel mio nuovo romanzo L'aiutante di S.B.presidente operaio. Se ne vuole sapere di più la inviterei a leggere quanto scrive Giorgio Bertone sul numero di novembre de L’Indice.  E poi, perché non prova a chiederlo ai primi della classe che curano le pagine culturali dei maggiori quotidiani e settimanali italiani? Insomma, lo chieda a i berluscones di destra e di sinistra, intendo quelli che si scrivono le autoveline, quelli a cui il premio Nobel Saramago si è ispirato per scrivere il suo romanzo Cecità. E qui mi fermo.

4-Le ha dato maggiore soddisfazione posare per la prima volta la penna su una pagina bianca o il pennello su una tela immacolata? E soprattutto quale tra questi due primordiali atti, in linea con le precedenti domande, l’ha resa vittima delle peggiori conseguenze?

Nella sua e-mail cita un mio racconto Il mercante d’arte. Se l’ha letto, ha visto che descrivo quale pedaggio  o meglio tributo deve pagare l’estraneo, il senza classe che cerca di entrare nel circo colorato dei governatori del mercato del quadro, che spesso, non è sempre arte. Se ne vuole sapere di più la rimando a quel racconto. Se poi non ha tempo lo chieda a Cesare Lanza se nel frattempo non è diventato cieco sempre citando Saramago. La pagina bianca ti da soddisfazione quando la riempie di poesia e luce lo stesso vale per la tela. E non è sempre facile.

5- Qualche rivincita che si è poi preso, con il tempo, sempre ed a onor del vero il miglior giudice in assoluto, con “i Dirigenti” ed “Gli intelligenti”?

L’unica rivincita è stata la ristampa che mi ha permesso di fare una nuova impaginazione, scrivere un nuovo racconto guidato da Ambroise Bierce, cambiare copertina, aggiungere un sottotitolo e scrivere la quarta di copertina. Tutto qui.

6- Secondo lei alla società di oggi e di quasi trenta anni fa, incutono ed incutevano più timore le parole di Guerazzi scrittore o quello che sarebbe diventato con quelle stesse parole?

Per fortuna non sono Napoleone e nemmeno Giulio Cesare. La società di ieri e di oggi di Guerrazzi se ne fotte…

7-Come Americano o “figlio e vittima” della ormai circolante frase settembrina “siamo tutti Americani”, chi avrebbe votato oggi tra Bush e Kerry?

Non sono mai stato americano e nemmeno russo o cinese. Forse non sono nemmeno italiano… E poi che senso ha definirsi americani, cinesi, russi, olandesi, che ne so?... Di una cosa però ho certezza: Mio padre, e con lui tanti altri, è stato fucilato sopra una collina che rimane tra la provincia di Genova e quella di Alessandria. Questa collina si chiama Benedicta. Mio padre aveva 23 anni. Difendeva, difendevano, un valore del quale oggi non bisogna parlare. Anzi, deve stare attento uno a ricordare visto l’epidemia di cecità che si diffonde specie tra gli intellettuali di sinistra. Per questo Bush o Kerry sono fratelli gemelli. Per fortuna riesco ancora a vedere e distinguere cose e persone. Non sarei andato a votare.

8- Che effetto le fa oggi, servendosi soprattutto della memoria retroattiva per un veloce sguardo al passato, essere inserito e citato sulla maggior parte delle Enciclopedie letterarie Italiane? In quel gabinetto dell’Ansaldo, allora, si sarebbe senz’altro immaginato più facilmente, oggi, dentro una cella o dentro ad una Enciclopedia?

Non so nulla di queste enciclopedie e non me frega niente delle citazioni. Nel mondo, da allora a oggi, la massa dei disperati è in aumento e le sofferenze per i disperati della terra sono indicibili. All’Ansaldo gli operai avevano, e hanno ancora oggi, i cessi. I disperati della terra sono privi di pane, di acqua potabile, di un riparo per la notte e di servizi igenici. Viva lo sport e le partite di solidarietà per la nostra pancia. Viva le varie isole e le porte a porte i che tempo fa e i ballerò da non confondersi con ballarò… viva i bestiari e gli anti italiani viva i vogliamo tutto e subito e gli infedeli viva le atlete del materasso…. Insomma il privilegio piace…  

9- La riedizione di alcune sue opere, come “Nord e Sud uniti nella lotta” da parte de Fratelli Frilli Editori perché convinti che il dibattito che allora generò sia tutt’oggi attuale, le fa pensare per prima cosa ad “una rivalutazione di Vincenzo Guerazzi Autore” come qualcuno ha voluto azzardare, o piuttosto che i corsi e ricorsi storici fanno parte della vita dell’uomo, e che forse lei in tutti questi anni ha semplicemente parlato del destino storico di una classe, quella operaia, più vecchio del mondo?

I libri si ristampano se c’è un interesse. Per quanto riguarda la rivalutazione non tocca a me rispondere a questa domanda. Ogni epoca ha una sua storia e non  è affato vero che la storia si ripete. Si ripetono solo le sofferenze. Questa è la disgrazia dell’uomo.

10- Ultima, classica, immancabile domanda di ogni mi intervista, quella che vuol tracciare una linea continua tra le vedute degli intervistati a proposito di un consiglio da dare all’esordiente, ed oggi chi meglio di lei a cui porla, visto che del mondo letterario ha fatto la sua prima dimora. Cosa consiglierebbe dunque, in primis, Vincenzo Guerazzi ad uno scrittore esordiente, che in quel suo stesso mondo sta muovendo i primi impacciati passi?

L’unico consiglio che posso dare è quello di leggere prima di scrivere perché, purtroppo, ci sono più scrittori che lettori. Allora, dopo aver letto,  se ha urgenza di scrivere, non si troverà tanto impacciato nel camminare.

Grazie allo stimatissimo Vincenzo Guerrazzi, per la sua cortese e graditissima partecipazione.

 Caramente, Monia Di Biagio.

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