Ritorna un piccolo ma prezioso libro che fu curato nel 1997 da Oreste Delucca, Fosco Rocchetta e Luigi Vendramin, in occasione della mostra su «Pirati e torri costiere nel Riccionese», da cui prende il titolo. La mostra era stata allestita nell'ambito d'un ciclo di conferenze su «Vicino Oriente e Mediterraneo», interrottosi due anni fa, presso il Centro della Pesa di Riccione che ha curato la ristampa del volumetto (cinque euro).
La ricchezza della documentazione presentata, permette di avvicinarsi con facilità all'argomento: sono, come osservano nella presentazione il sindaco Daniele Imola e l'assessore alla Cultura Francesco Cavalli, «vicende storiche poco note al grande pubblico che hanno però avuto ripercussioni non trascurabili sulla vita delle popolazioni rivierasche oltre che sulla origine e lo sviluppo della città».
Si comincia con un quadro generale della vita del Mediterraneo dall'età antica a quella moderna, per illustrare brevemente le varie tipologie di corsari. Quindi c'è una parte sull'attività della pirateria lungo la costa romagnola, con le prime notizie risalenti all'età di Sigismondo Pandolfo Malatesti. Molto interessanti sono le fonti direttamente riportate, come i secenteschi diari riminesi di Giacomo Antonio Pedroni, conservati nella Biblioteca Gambalunghiana: vi si narra di come vennero realizzate varie opere per prevenire danni alla città. Il 28 settembre 1617, ad esempio, a Rimini si fanno «trinciere a marina», si abbassano le mura, e si costruisce un «ponte levadore alla porta di marina».
Poi si esamina il capitolo relativo alle torri cosiddette riccionesi (della Trinità e delle Fontanelle), raccontando anche come fosse organizzato il servizio di vigilanza lungo la costa.
La maggior sicurezza conseguente alla costruzione delle torri, leggiamo, ebbe un riflesso sullo stesso sviluppo della «borgata» di Riccione: di sicuro, esse hanno favorito «la discesa al piano della popolazione tradizionalmente attestata sulle alture vicine», che si stanziò a ridosso della Flaminia.
Qui nel 1706 una mappa (esposta per la prima volta nella mostra del 1997), rivela «un aggregato ormai di tutto rispetto». I dati statistici posteriori al 1672 permettono di calcolare un aumento della popolazione, in base al numero dei decessi registrati: il fenomeno, non causato da pestilenze o terremoti (quello dello stesso 1672 non fece vittime a Riccione), è sostanzialmente dovuto ad un processo d'incremento demografico.
Il catalogo si chiude con altri due temi, la vigilanza sanitaria ed il servizio postale e telegrafico, strettamente legati alla vita delle torri, private ormai degli antichi nemici e quindi riciclate ad altra destinazione.
Le 53 immagini del materiale che fu esposto alla mostra, accompagnano la lettura di questo testo che si deve, come altre importanti iniziative del passato, alla passione ed alla cultura di Fosco Rocchetta che ora dirige il Centro della Pesa di Riccione.