TITOLO ORIGINALE:  JUST US FEW (link alla storia originale)

TITOLO TRADOTTO:  NOI POCHI FORTUNATI

AUTRICE: LEESA PERRIE

SOMMARIO DELL'AUTRICE: 'Si svolge durante l'episodio 3x11 The Return Part 2; Jack crede che siano tutti pazzi, e McKay non gli piace; e Mckay non vuole dormire , ma Sheppard ha un piano'

NOTE DELL'AUTRICE: 'Non sono sicura se questo racconto sia tecnicamente un crossover poiché Jack compare nell'episodio di SGA ma io lo definisco così lo stesso!'

SPOILERS: No [3° stagione]

Commenti e critiche:   leesaperrie@yahoo.co.uk

Note: Leesa ha un suo sito di fanfic


DISCLAIMER: Stargate Atlantis ed i suoi personaggi appartengono alla Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc., alla Sci-Fi Channel, ed Acme Shark.Le storie sono strettamente a scopo d'intrattenimento. Nessun'INTENZIONE di infrangere copyright

[This fanfic is not intended as an infringement upon those rights and solely meant for Entertainment]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Just us few

 

 

Si svolge dopo 3x11 The Return Part 2

 

Elizabeth aveva riferito a tutti la buona notizia: il Generale O'Neill aveva detto che potevano rimanere su Atlantide; con grande sollievo di tutti.


Sheppard , in particolare, era sollevato di scoprire che non era stato licenziato.

Dopo che McKay aveva rimesso a posto le Macro  in modo che potessero contattare la Terra e il Generale Landry tramite il Gate Bridge, si concordò che Woolsey sarebbe ritornato immediatamente per discutere la situazione con l’IOA e per proporre che la Weir e il suo staff più esperto  non dovessero essere sollevati dall’incarico. O'Neill aveva deciso di rimanere per il momento, una parte di lui era curiosa di vedere la Città nelle mani di Elizabeth e degli altri, mentre l’altra parte era riluttante a lasciarla unicamente nelle loro mani.


La Dedalo aveva teletrasportato delle provviste: cibo, bevande, articoli da toeletta, portatili e altre necessità varie, con una manciata di Marines e di scienziati per 'difendere il forte' , per così dire, finché quelli del personale della Spedizione che desideravano ritornare potevano essere richiamati; poi si sarebbe diretta di nuovo verso la Terra per trasportare dei rifornimenti più voluminosi che non potevano essere inviati su Atlantide tramite il Gate Bridge, e del personale che non era richiesto urgentemente.


Al Generale Landry era stata consegnata una lista del personale che doveva essere considerata una priorità nell’essere contattata. La lista includeva un paio di dottori, delle infermiere, degli esperti della Porta, dei militari, specialmente il Maggiore Lorne, scienziati, soprattutto Zelenka. Elizabeth aveva sorriso, e aveva consigliato che era, probabilmente una precedenza assoluta per assicurarsi che McKay avesse qualcuno con cui discutere di tutte le nuove cose che stava scoprendo, merito degli Antichi e dei Replicatori, di modo che il suo cervello non si sovraccaricasse ed esplodesse rovesciandosi su di loro.


McKay aveva semplicemente borbottato qualcosa sotto voce sul non aumentare l’ego di Radek più di più quanto lo fosse già, ed era ritornato a controllare i sistemi ripristinati da poco.
 

John aveva persuaso un dubbioso Carson a riaccompagnare Woolsey all’SGC per poi ritornare il giorno seguente con del personale, sulla base di potersi  prendere  il tempo di fare un salto nel suo appartamento e controllare le sue tartarughe. Carson non si era fatto ingannare: sapeva che John non era ansioso di affrontare il Generale Landry e intendeva rimandare il più a lungo possibile; e se non fosse stato per il fatto che era preoccupato per i suoi animaletti, non avrebbe mai acconsentito ad andare.


Appena Woolsey e Carson se ne furono andati, e il personale della Dedalo si era approntato nelle cose più importanti per tenere al sicuro Atlantide, come per esempio l'uso dello Scudo della Porta, la Weir suggerì che tutti si riposassero un po’. Sheppard suggerì che ognuno alloggiasse in stanze vicino alla Sala Controllo, e gli uni vicino agli altri, poiché i loro effettivi alloggi erano troppo sparsi per il suo gusto, dal punto di vista della sicurezza. Un suggerimento che O’Neill approvò.


Fu un’ora dopo, in cui si riteneva che tutti si fossero ritirati, quando Jack fece una capatina in Sala Controllo, avendo bisogno di eseguire un ultimo controllo prima di andare a letto, e si fermò a guardare McKay che non mostrava alcun segno di andarsene presto a dormire, poiché lavorava.


Lui non gli piaceva ancora, ma dovette ammettere, almeno a se stesso, che in Mckay c’era di più di quanto apparisse a prima vista. Aveva letto i rapporti delle missioni, dopo tutto, ma trovava ancora difficile credere che McKay – McKay - fra tutte le persone, fosse non soltanto nella squadra principale di Atlantide – la loro versione dell’SG-1, come a lui piaceva pensare di loro - ma che realmente lui 'volesse' essere nella squadra; e che anche la squadra lo  volesse'.


Questo lo lasciava di stucco; ancor di più poiché ora realizzava quanto lui facesse parte della squadra e a quanto alla squadra sembrava piacere l’irritabile rompiscatole; anche a Elizabeth sembrava piacere, anche se, forse questo non doveva essere una grande sorpresa. Lei era piuttosto capace di gestire la gente difficile e di andare al di là delle loro bravate scorgendo qualunque cosa ci fosse sotto; e, ovviamente, c’era qualcosa di buono che giaceva sotto gli innumerevoli difetti della personalità di McKay.


Persino Carter sembrava essersi un pochettino ammorbidita verso di lui. A questo pensiero scosse la testa.


Ed era stato il piano di McKay che aveva salvato Atlantide, e di conseguenza il suo didietro. Non gli piaceva essere in debito verso di lui, e neppure essere in debito verso tutti gli altri, per quanto riguardava questo. Pensava che fossero tutti pazzi; a che cosa stava pensando Sheppard?! Portare con sé Elizabeth, per non parlare di quel Beckett, in una missione pericolosa come quella? Completamente folle.


Ma, forse, non più folle di alcune delle prodezze che lui e l’SG-1 avevano compiuto in passato, anche se di solito per salvare la Terra, non solo una città aliena, non importa quanto avanzata possa essere.


In quel momento gli si accese la proverbiale lampadina, e realizzò qualcosa che non aveva davvero considerato prima degli eventi recenti: quello che lui e l’SG-1 avevano fatto era per proteggere la loro Casa, e quello che Sheppard e gli altri avevano fatto, non c'era nessuna differenza.


Aveva sentito, da varie fonti che nessuno di loro era felice sulla Terra, persino McKay con la sua squadra selezionata e le enormi risorse investite nei suoi progetti. O'Neill aveva supposto che si fossero adattati, dopotutto , la Terra era la loro Casa e potevano restare in contatto con gli amici che si erano fatti su Atlantide. Ma la Terra non era più Casa, non per loro, non del tutto; e giudicando da quello che aveva visto di quel gruppo, da quando aveva avuto a che fare con i [Asu]Replicatori, erano più che amici: erano una famiglia.


Persino McKay.

Che sembrava essere al settimo cielo in questo momento, con tre Zeta Pi Emme con cui trastullarsi, e con tutte le riparazioni che i Replicatori avevano eseguito; ossessionato perfino; il che gli fece pensare a Daniel e a Sam, e a quanto potevano diventare ossessionati, a volte, con i loro progetti. Dannati scienziati , si entusiasmano per le cose più strane.

Elizabeth apparve al suo fianco.

"Credevo che si fosse ritirato nella sua stanza." - Disse lei.

"Io credevo che lo avesse fatto lei."

"Ho solo sentito il bisogno di controllare di nuovo le cose. Ho il sospetto di non essere l’unica," Disse lei.

"No," Ammise lui, guardando verso McKay. "Sembra molto… elettrizzato."

"Molto," Convenne lei. "Non dorme da … prima che lasciassimo la Terra."

"Potrebbe ordinarglielo," Suggerì Jack, curioso di vedere se McKay avrebbe obbedito se lei lo avesse fatto.

"No. Credo che lo lascerò fare a John," Disse lei, aggiungendo con tono ironico. "Preferisco riservare gli ordini per tempi più pressanti."

Lui ,per risposta, alzò un sopracciglio, ma lei sorrise semplicemente, volgendo di nuovo lo sguardo verso la Sala controllo mentre Sheppard entrava e si avvicinava a McKay.

"Inoltre," Ammise lei ."Credo che quello che stia per accadere si prospetti di maggior intrattenimento."

"McKay, sei ancora alzato?" Chiese John.

"Hmm," Rispose distrattamente Rodney, prima che lui registrasse il commento. "Cosa? Sì, sì, sono ancora alzato, evidenziato dal fatto che sono ancora alzato. Ormai speravo che avessi superato la fase di fare simili affermazioni palesemente ovvie, Colonnello."

"Ovviamente no," Rispose Sheppard con un largo sorriso, come risposta allo sguardo letale di McKay lanciato nella sua direzione.

"Oh, va’ ad importunare qualcun'altro," Disse Rodney, irritato dal fatto che il suo sguardo letale non avesse avuto effetto. Avrebbe dovuto sapere ormai, che era sprecato su qualcuno fastidiosamente immune come lo era Sheppard. "Scommetto che Teyla stia proprio morendo dalla voglia di conciarti per le feste con i suoi bastoni. Sono sicuro che deve esserle mancato questo piacere mentre eravamo in esilio."

"Lei si trova dove dovresti essere tu: a letto; e non eravamo per niente in esilio."

"Oh, e in che altro modo lo definiresti?" Chiese McKay sollevando un sopracciglio, prima di continuare. "E quanti membri della squadra hai passato al vaglio all’SGC, a proposito?" Sorrise McKay con fare compiaciuto. "Non sei riuscito a trovare un altro me, vero?"

"Non esiste un altro te, McKay. Almeno, non in questo Universo, grazie al cielo."

Il silenzio cadde per alcuni istanti quando l’attenzione di McKay fu distolta da qualcosa su uno dei monitor.

"Allora,che stai facendo?" Domandò John.

"Sto solo tentando di scoprire quello che gli Antichi e i Replicatori hanno fatto alla mia Città mentre io ero via."

"La tua Città?!"

"Sì ,la mia Città. Sono io quello che fa funzionare questo posto; a me vengono in mente i piani geniali per salvarla dal disastro, in molte più circostanze di quanto mi piacerebbe. Quindi, la mia città."

"Oh,  e, naturalmente noi altri non facciamo mai niente per salvare Atlantide, e neppure per farla funzionare. " Disse John con tono secco.

"Oh,avete i vostri ruoli da interpretare, naturalmente; ma ciononostante, è la mia città." Anche se c’era  l’ombra di un sorriso sulla bocca di Rodney mentre lo diceva.

O'Neill, che aveva guardato la scena con un sorrisetto sulla faccia, guardò Elizabeth con aria interrogativa."La sua città!? Non la vostra?"

"A volte è meglio lasciargli avere le sue piccole illusioni," Commentò lei con umorismo pungente. "Ma credo che stia tentando di punzecchiare John, più che altro. A volte, sembrano due bambini di dieci anni."

"Allora," Chiese John con noncuranza- "Andrai a riposare un po’?"

"Cosa? Hmm, Oh, più tardi. Ti sei reso conto di che cosa abbiamo ora? Voglio dire , Atlantide era sorprendente prima di questo, ma ora? Abbiamo tre Zeta Pi Emme. Tre! E i Replicatori hanno riparato parecchie delle parti danneggiate della Città, compreso alcune delle zone che prima erano sommerse. Hanno riparato persino lo stardrive dopo che Beckett lo ha distrutto, ma li abbiamo fermati prima che potessero usarlo. Potremmo far volare Atlantide!" Gli occhi di McKay si spalancarono dall’entusiasmo iniziando a gesticolare con le mani in modo incontrollato "E tu ti aspetti seriamente che io mi riposi?! C’è troppo da fare, troppo da scoprire. Devo capire quali zone sono state riparate e quali no. Pensa solo a tutte quelle nuove zone che ora possiamo esplorare. Chissà che cosa potrebbe esserci laggiù. "

"Giàà, nuvole nere di energia, forse un altro nanovirus mortale, o forse tre, o persino qualche esperimento non riuscito, che aspetta solo che arrivi uno scienziato ingenuo che finirà ferito.”

"Benissimo. Pensala così, se proprio devi.  Ma fra tutto questo, ci potrebbe essere la risposta per affrontare uno dei nostri molti nemici in questa galassia e sulla Terra."

John sospirò. Un McKay sovraeccitato e con i primi sintomi provocati dalla mancanza di sonno, non sarebbe stato facile da buttar giù. Desiderava che Beckett fosse lì a minacciare di sedare Rodney. Forse sarebbe dovuto tornare invece sulla Terra? Un Generale incavolato o un fisico sovraeccitato? Veramente non c’era così tanta differenza fra i due.

Così, il piano A: convincere il canadese testardo ad andare a letto era fallito proprio come aveva sospettato.

Era tempo per il piano B. Grazie alla mancanza di sicurezza, avevano preso non solo stanze vicine alla Sala controllo, ma le provviste erano ora nella sala ricreazione principale, poiché era la più vicina della Mensa. Il piano B dipendeva da questo.

"Okay, così non andrai a dormire presto," Commentò Sheppard. "In questo caso, avrai bisogno di caffè , e scommetto che non ci andrebbe male neanche del cibo. "

Rodney smise di lavorare per un momento.

"Portami qualcosa," -Era metà ordine e metà richiesta.

"No.

"McKay gli lanciò uno sguardo torvo, Sheppard incrociò le braccia appoggiandosi contro una console vicina.

"Senti, ti serve una pausa. Prenditi dieci minuti per mangiare, e ti sentirai molto meglio, ne sono certo. Questo, di certo, può aspettare dieci minuti," Disse con tono persuasivo.

"Mph. Manderò uno di loro," Disse agitando una mano verso i vicini scienziati della Dedalo," a prendermi qualcosa."

"Hanno cose più importanti da fare, come assicurarsi di non venir invasi mentre noi altri dorm … ci prendiamo alcuni minuti per riposare."

Rodney mormorò qualcosa in tono seccato.

"Andiamo, McKay," Continuò John con tono allettante. "Cibo, Rodney. Un assortimento delle tue razioni militari preferite. Per non parlare della gelatina-O blu, e cioccolato. Cioccolato, Rodney! E caffè, tanto, tanto caffè… "

"Va bene, va bene, okay," Disse bruscamente Rodney. "Mi prenderò dieci minuti per mangiare un po’, se questo ti farà tacere!"

"Bene. E faresti anche meglio a sbrigarti. Credo che Ronon stia affondando i denti nella gelatina-O…"

"Farà meglio a lasciarmela un po’," Disse Rodney con tono irascibile, alzandosi in piedi. "Tu vieni?"

"Vengo fra un minuto. Voglio solo scambiare due parole con Elizabeth."

"Va bene."

Sheppard si diresse dove Elizabeth e O'Neill avevano guardato la scena, mentre McKay se ne andava per dirigersi verso la sala ricreazione.

"Non mi dica che l’ostinazione di McKay l’ha battuto," Disse Jack, aspettandosi da Sheppard di più di questo.

"Lei mi ferisce, signore," Disse John, con uno sguardo malizioso negli occhi .

"Devo chiederglielo? O faccio meglio a non sapere che cosa nasconde?" Domandò Elizabeth, conoscendo troppo bene il suo comandante militare. John fece risatina, sorridendo poi .

"Non c’è niente di cui preoccuparsi," La riassicurò lui. "Teyla, Ronon, ed io , ci corichiamo per la notte nella sala ricreazione principale, spero che non le dispiaccia. Le provviste e le altre cose possono andare nella stanza accanto."

"E Rodney si unirà a voi ?" Chiese Elizabeth alzando un sopracciglio.

"Sì. È sfinito, anche se non vuole ammetterlo. Un bel divano comodo, un po’ di musica dolce e rilassante, del cibo, del caffè decaffeinato …e si addormenterà prima che se n’accorga. Ronon si è procurato un materasso da una delle stanze e dormirà davanti alla porta, così se Rodney si sveglia, dovrà oltrepassare Ronon…e Rodney è troppo furbo perché provi a sorpassarlo in punta di piedi, specialmente se dovrà davvero passarci sopra … "

"Deduco che Ronon abbia il sonno leggero," Affermò Jack.

"Giàà. Naturalmente, Rodney, in qualche modo, ha avuto l'impressione che svegliare Ronon che dorme sia un bel modo per ritrovarsi con un coltello alla gola. Non riesco a immaginare da dove abbia avuto quest'idea: è troppo scaltro per svegliarsi al quel modo " Disse John facendo spallucce; l’espressione innocente che aveva sul volto non ingannò nessuno nemmeno per un momento.

"Quindi, deduco che Teyla e lei sarete sugli altri due divani?" Domandò Elizabeth.

"Naturalmente. Come rinforzo, nel caso in cui McKay diventasse coraggioso."

"Sembra che lei abbia tutto sotto controllo, allora," Disse lei con un largo sorriso e scuotendo la testa.

"Giàà, abbiamo in pugno McKay. Spero che anche lei si riposi un po’. O dirò a Beckett  quando ritorna che non ha dormito… "

Elizabeth roteò gli occhi alla sua minaccia.

"Sì, sto andando. Volevo solo controllare che fosse tutto a posto, e lo è."

"Stessa cosa," Disse Jack.

Insieme si diressero lungo per il corridoio, Sheppard augurò la buona notte prima di entrare nella sala ricreazione principale, dove si poteva udire il suono di una pacata conversazione.

Jack augurò la buona notte ad Elizabeth, e poi entrò nella sua stanza, nella porta accanto.

Pensava ancora che fossero tutti pazzi, ma dovette, con riluttanza, ammirare la loro determinazione per salvare Atlantide, così come Woolsey e lui stesso. Ci voleva fegato per fare quello che avevano fatto, e non solo anche in questa recente avventura.

Era facile dimenticarsi che il solo fatto di essere qui, nella galassia di Pegaso, era un atto coraggioso di per sé. Era facile anche dimenticarsi che un certo dottore dai modi gentili, era andato su Pianeti alieni parecchie volte, il che ci voleva fegato; che un astrofisico irascibile e rompiscatole aveva rischiato la sua vita per salvare, più di una volta, Atlantide e i suoi amici, rischiando persino la sua sanità mentale assumendo una dose massiccia dell'enzima Wraith; che un pilota rilassato e facilone aveva preso il controllo della Città, l’aveva protetta a tutti i costi, e aveva persino capito come gestire il summenzionato astrofisico irritabile e rompiscatole; che un diplomatico tenace aveva preso delle decisioni difficili, era andata su Pianeti alieni, nonostante il fatto che tutti i mondi potevano contenere un pericolo, non importa quanto potessero sembrare amichevoli i locali, e si era guadagnata il rispetto del suo staff di comando; il che, supponeva non fosse stato facile, specialmente con Sheppard e McKay.

Una po’ di pazzia non era una cosa tanto cattiva. A volte, i possibili vantaggi superavano di gran lunga i rischi implicati; era una lezione che aveva imparato durante il suo periodo trascorso con l’SG-1.

Sorrise fra sé e sé . Sapeva che Atlantide era in mani più che capaci.


Ma ancora non riusciva a sopportare McKay.

 

FINE

 
 

 

 

 

 

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