First Star I see
Tonight
Dopo gli avvenimenti di
1x12 The Defiant One
John si diresse verso la
Balconata, la calda brezza della sera gli scompigliò i capelli, e osservò mentre
,lentamente, il sole calava nell’Oceano e il crepuscolo iniziava a scendere sulla
Città.
Era stata una giornata da incubo, fece una smorfia quando i lividi si
fecero sentire ; era stato fortunato, aveva detto Beckett. Fortunato a non essersi
incrinato o rotto delle costole, fortunato che il proiettile gli avesse solo
graffiato il braccio, fortunato a non avere una commozione; fortunato a essere
vivo. Non si sentiva fortunato, si sentiva ammaccato, malridotto ed
esausto, desiderando di poter cancellare certe decisioni che aveva preso.
Gli serviva del tempo per rimuginare, per mettersi in discussione ,
perché potesse andare avanti; forse.
Il crepuscolo si
stava tramutando in notte, quando sentì qualcuno che si avvicinava; e poco dopo
McKay si unì a lui sulla Balconata, appoggiando le braccia sulla ringhiera con
un profondo sospiro. Non disse una parola, non lo guardò negli occhi,
restò solo lì a fissare il cielo notturno.
Qualcuno sarebbe rimasto
sorpreso dal silenzio di Mckay, non credendolo capace di questo ; ma John lo sapeva molto bene, dato che era già rimasto in piedi , o
seduto, in silenzio con lui, dopo delle missioni andate male,
o dopo dei disastri appena evitati, oppure dopo aver perso delle persone.
Il silenzio fra loro non era imbarazzante; era il silenzio di
due persone che si stavano prendendo del tempo per riprendere fiato dopo una
terribile e tremenda missione; due persone che stavano cercando di gestire quello che era successo ,a loro modo: in silenziosa compagnia.
Ciò nonostante , Mckay aveva i suoi limiti; passarono meno di dieci minuti
prima che John lo sentì agitarsi nervosamente, non volendo spezzare quel
tranquillo sogno a occhi aperti, tuttavia, sentendo chiaramente il
bisogno di parlare.
John sospirò e guardando la prima stella che si rivelava mentre la notte
continuava a calare delicatamente attorno a loro, pose fine alle sofferenze
di Mckay parlando per prima.
"Star
light, star bright, first star I see tonight, I wish I may, I wish I might have
the wish I wish tonight," [Stella chiara, Stella
brillante, prima stella che vedo stanotte, come vorrei, come vorrei che
esaudissi il desiderio di stanotte] -Disse eccentricamente , sentendo il bisogno di tentare di
cercare di alleggerire l’atmosfera.
“Huh. Se i
desideri fossero cavalli...” [proverbio scozzese : If wishes were horses....] - Iniziò Rodney sprezzantemente.
“Già, già, lo so.” – Lo
interruppe John. “I mendicanti andrebbero a cavallo” [ Beggars would ride:
seconda parte del succitato proverbio:] –Scosse
la testa, fidando nel fatto che Mckay lo prendesse sul serio.
“Eh! Veramente
stavo per dire ‘Sarebbe la fine del Mondo.’ I cavalli mangerebbero la maggior
parte della flora del Pianeta, saremmo circondati da carcasse marce di milioni
di creature che muoiono di fame, inclusi gli stessi cavalli, alla fine. Ossia , se
fossimo ancora vivi a quel punto, il che, naturalmente, non lo saremmo.
Per non menzionare il fatto che staremmo immersi chissà
quanto nel letame.”
“Fino al ginocchio?” –Suggerì
John
“Probabilmente di più. Molto,
molto di più.”
“Hmm, bell’immagine che stai
presentando” - Disse ironicamente John – “Non posso crederci che ti sia preso
la briga di elaborare tutto questo.”
“Beh, sai, sono un
genio.”
“Già, suppongo allora che tu non
abbia mai espresso un desiderio guardando una Stella.”
“Certo che no! Le Stelle
non esaudiscono i desideri: sono Stelle.” – Affermò Rodney con sdegno. –
“Sono massicce sfere brillanti di gas caldo, composte principalmente da idrogeno
ed elio, alimentate da reazioni nucleari e che bruciano a diverse temperature
che dipendendo da …”
“Ho capito, Mckay, non c’è
bisogno di farmi una conferenza sulla Meccanica delle stelle”- Disse in fretta
John, interrompendo il flusso d’informazioni , provocando in Mckay un ‘grugnito’ di disgusto. Rivolse al
suo scontento
compagno un largo sorriso. – “
Allora, stavo guardando le costellazioni, provando a dar loro dei nomi.”
“Odio quasi chiedertelo, ma con
cosa te ne sei venuto fuori?"
“Beh, vedi quelle stelle
là? Credo che assomiglino un po’ a una macchinetta del caffé."
“Cosa?! Non ci assomigliano per
niente.”
“No, guarda, il modo in cui quelle stelle fanno una curva nel manico della
brocca della caffettiera, e poi quella laggiù..”
“No, ancora non lo vedo.”
“Hm.. Beh, come le chiamavano gli
Antichi, supponendo che dessero nomi alle costellazioni?” – Chiese John, e
il tono della sua voce non sembrava imbronciata. Per nulla.
“Beh, non usavano immagini fantasiose, questo è certo. Le davano
nomi di persone, invece.”
“Oh, beh, in questo caso,
dovrei ribattezzare la macchinetta del caffè, ‘la Rodney Mckay.”
“Oh, ha-ha. Molto divertente,
Maggiore.”
Il silenzio cadde di nuovo per alcuni brevi istanti.
“Allora, quale desiderio vorresti esprimere?” – Chiese alla fine
McKay.
“Perché?” –John lo guardò con
sospetto.
McKay alzò le spalle. -“Sono solo curioso.”
“Uhu-huh. Ma dicendo a qualcuno
il tuo desiderio questo non si avvera?”
“Solo se sei superstizioso.” – Rispose Mckay roteando gli occhi.
“Desidero…” – John ci rifletté
con cautela, pensando a Gall, Abrams, il super-Wraith e tutto ciò che voleva
era, aver fatto le cose in modo diverso, ma non voleva sollevare la questione , non con Mckay; con nessuno. -“Un set di mazze da golf e alcune palle
da golf. Ci sono alcune Balconate senza ringhiera che sarebbero perfette per
esercitarmi col mio swing.”
“Oh, e io che pensavo che avresti detto qualcosa riguardo ‘la Pace nel mondo.’
Beh, Pace universale,
suppongo.”
“Già, beh, mi conosci:
sono un tipo profondo e via dicendo. “ – Disse John con un altro largo sorriso.
Mckay sbuffò divertito. “Sì, ora capisco: le persone vengono da te per i tuoi
pensieri profondi su variati argomenti e si sentono dire di darsi al golf o al
surf..”
“O al gioco ‘
I Sims degli Antichi.”
“O al gioco ‘I Sims degli Antichi ”
– Finì Rodney con un sorriso.
“ Non ci giochiamo da parecchi giorni. “- Accennò John con disinvoltura.
“Hmm. Beh, allora faremmo meglio a rimediare questo, non è vero?”
“Purché tu smetta di imbrogliare…”
“Io non imbroglio!”
“Sì, invece!!”
Dopo gli avvenimenti di 2x06 Trinity
John era
stanco, per non dire annoiato, dopo una lunga giornata piena di nuovi arrivi
dalla Dedalo e cercando di mettersi in pari con le sue scartoffie,
ma, finalmente, la giornata era finita, ed era stato in grado di ritornare nel suo
alloggio; dove aveva intenzione di rilassarsi con le ultime riviste di
golf e di fumetti che la Dottoressa Novak aveva preso gentilmente per lui sulla Terra. Ma aprendo la porta, si fermò bruscamente. “Che diavolo….?!”
Vicino al
letto c’era una sacca da golf con all’interno un set completo di mazze da
golf; sul letto si trovavano due scatole di palle da golf; scorgendo un
foglietto attaccato alla sacca, si avvicinò per leggerlo:
Sheppard,
Le stelle non fanno avverare i desideri, ma, a volte, lo faccio
io. McKay
Sorrise, e improvvisamente si sentì ringiovanito, prese la sacca
e una scatola di palle; conosceva proprio la perfetta balconata da usare.
Forse avrebbe
convinto Rodney a unirsi a lui.
FINE
|