clover power!
Per aspera
ad astra






Prime rappresaglie con il mondo

Si impara a camminare, ad aprire bocca per ingollare pappine e per dire le prime minchiate. Da questo punto di vista, stiamo tutti tranquilli; il percorso è obbligato. Dici magari "cacca" ma in cuor tuo intendi "scarpe". Tutto previsto, anche gli sguardi inorriditi dei lustrascarpe al mio passaggio sul viale. Ma io ero molto avanti. I miei genitori (a onor loro) non hanno mai lesinato sulle esperienze traumatiche. Così a pochi anni il canottino di gomma gonfiata con cui mi gingillavo sulle onde del mare, mi ispirò un candido sopore innocente. Sveglio un'oretta dopo, la mia prima esperienza panica: mare mare mare, nessun segno di terra, nessuna distinzione di contorno fuorché il mio corpo estasiato di paura. Da allora conobbi le sublimi vette dell'assenza di uomini. Seppi dell'assenza di limiti. Certo, il canottino a forma di ippopotamo non fu un gran compagno per quel genere di esperienza, ma ci si arrangia. Ancora oggi i miei excessus mentis e le estasi mistiche sono tutte formattate sulla sagoma indisponente di Pippo della Lines.
Poi, arrivò il turno delle baby sitters. A quei tempi il lavoro per le ragazze di cultura si trovava. Ergo, attorno a me (in rapida successione) una risma di camerieracce invidiose della mia prematura formazione culturale. Le più miti amavano chiudermi nello stanzino buio, esperienza da cui ricavai la mia allergia agli acari invisibili. (Le cose non vanno meglio con quelli visibili che escono dal laboratorio del mio vicino di casa Dr. Infaust). Le mediamente feroci mangiavano il mio cibo, lasciandomi a digiuno per ore ed ore. Al ritorno dei miei genitori venivo seriamente redarguito per via dei trucioli di legno che riempivano la mia stanza, insieme ai mobili rosicchiati. Le ferocissime non me la davano, e non aggiungo altro.
Venne il tempo dell'asilo. Fu facile per me attirare l'odio delle maestre, poiché tenevo lezioni nell'aula secondaria, per lo più su argomenti antitetici rispetto a quelli concorrenti. Consapevole dell'esempio di Hegel e Schopenhauer, tentai questo esperimento anticipatore di privatizzazione didattica, e venni da un lato, premiato dall'audience, ma dall'altro penalizzato da lunghe sospensioni dall'insegnamento, dovute ai gas soporiferi le cui bombolette venivano inserite dalle maligne matrone dell'asilo nelle cartelle dei piccoli. (PS, non cito il mio brevetto dell'odore delle cartelle dell'asilo; ormai mi è universalmente riconosciuto).
In ultimo seguì il mio tentativo di assassinare mio cugino Andrew Peri. Eravamo ad uno dei raduni estivi della famiglia Peri al completo, ed io, curiosando fra i cassetti della stanza di mio zio Anthony, trovai la sua 44 magnum. Chiamai a raccolta i miei cugini e indissi, per non destare sospetti di premeditazione, il celebre gioco di "guardia e ladri". Al momento giusto estrassi la pistola e feci fuoco. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni, la pistola si rivelò essere un po' pesante per un bambino di 6 anni e il colpo aprì soltanto un cratere nel muro. Senza scompormi, posai la pistola e risposi agli inquirenti. Ancora oggi quel buco, con apposito quadro davanti, è la mia cassaforte privata.




Cenni biografici

Tempo luogo e milieu....... Nascita....... Diciotto anni....... (Im)maturità.......