L'ira del Grande Spirito

In tempi antichissimi, la malvagità e la corruzione si impadronirono degli uomini.
Il Grande Spirito mandò sulla Terra un profeta ad avvertire la gente, affinché gli uomini si pentissero delle proprie azioni. Ma nessuno gli diede ascolto.
L’avvertimento stava per avere effetto, ma gli uomini non si pentivano, neanche si preoccupavano.
Dopo i primi tuoni, la paura si sparse nelle tribù e nelle foreste.
Un giorno un’enorme massa d’acqua inondò la terra e uccise tutti gli uomini ad eccezione del profeta che aveva preannunciato il castigo: egli aveva infatti costruito una zattera per potersi mettere in salvo.
Il profeta, dopo aver navigato giorni e giorni, incontrò un uccello nero e gli chiese dove stava andando: lui volò ancora sul profeta, ma poi se ne andò.
Dopo diversi giorni incontrò un altro uccello, con le piume azzurre e il becco e gli occhi rossi. Il profeta gli fece la stessa domanda. L’uccello, capendo la domanda, lo invitò a seguirlo.
Dopo la notte, il profeta vide un’isola in lontananza: c’erano tutte le specie di uccelli e c’era anche l’uccello nero che il profeta decise di chiamare Fulushto. Era presente anche l’uccello che lo aveva aiutato: il profeta decise di chiamarlo Puhait e decise che avrebbe portato speranza.
Un giorno lentamente l’acqua si ritirò, comparve la terra fangosa e il profeta si chiese come ripopolare il mondo: a questo pensò il Grande Spirito trasformando Puhait in una bellissima fanciulla che insieme al saggio profeta diede vita a un nuovo genere umano.