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LA "AUFTRAGSTAKTIK",

O "TATTICA DEL COMPITO"

 

   

LA "AUFTRAGSTAKTIK",

O "TATTICA DEL COMPITO"

GLI INSEGNAMENTI

DELLA CAMPAGNA D'ITALIA

DA VALMONTONE ALL'ARNO

IL "PUNTO DI FORZA"

DELLA LINEA GOTICA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La concezione tattica seguita dall'esercito tedesco era la "Tattica dell'incarico o compito" Auftragstaktik) in antitesi alla "Tattica dell'ordine" (Befehlstaktik) in uso presso altri eserciti.

La differenza di concezione e di esecuzione fra queste due tattiche è fondamentale: la prima esalta l'intelligenza e le capacità del soldato, la seconda tende a mortificarlo, rendendolo un passivo esecutore di ordini altrui.

Con la Auftragstaktik si ordina una missione e si lascia all'esecutore libertà di esecuzione del compito affidatogli, per cui egli si sente responsabile delle azioni che gli dettano la sua intelligenza, la sua intraprendenza e le sue capacità.

Con la Befehlstaktik, invece l'esecutore deve adempiere a un ordine impartitogli da altri, nel modo ordinatogli da altri, senza che egli possa ricorrere al suo senso di iniziativa e alla sua destrezza, sia nell'adeguarsi sia nello sfruttare le varie situazioni.

Quest'ultima concezione naturalmente più facile da seguirsi, basandosi sulla pura disciplina mentre per adottare la Auftragstaktik occorre che gli ufficiali, i sottufficiali e i soldati vengano addestrati nelle scuole militari con continue esercitazioni.
Il generale von Gneisenau, Capo di Stato Maggiore dell'esercito prussiano e già collaboratore del generale Scharnhorst, introdusse nel 1813 una nuova tecnica di comando, applicata anche dagli altri eserciti tedeschi dell'epoca. Tale tecnica era contrassegnata dal fatto che l' "intenzione" veniva formulata in modo trasparente e comprensibile, lasciando sempre spazio all'iniziativa personale e alla libertà di azione.
E maresciallo von Moltke, nelle sue concise ma classiche direttive alle Armate nelle campagne di guerra del 1866 contro l'Austria e del 1870 contro la Francia, aveva affermato sia per conoscenza che per esperienza come l'applicazione pratica di questa tattica (Auftragstaktik) necessitasse di uno straordinario e preciso addestramento di tutti i comandanti a ogni livello.
Da allora nell'esercito tedesco viene praticato questo tipo di addestramento per insegnare:
a) un criterio unificato di giudizio nel valutare le situazioni e nel prendere le conseguenti decisioni;
b) l'astensione da ogni rigido schematismo e l'indipendenza di pensiero e di azione nel condurre il combattimento.
In questo modo l'autonomia nello svolgere il compito ricevuto, unita all'addestramento sul come portarla avanti, è diventata una caratteristica
speciale e un punto di forza dell'esercito germanico. Un comandante nel dirigere un combattimento, oltre che dimostrarsi coraggioso, era anche in grado di riconoscere per tempo una situazione favorevole e sfruttarla: cosa che in guerra non sempre viene fatta.
Scrive von Senger und Etterlin: "I compiti operativi costringevano i comandanti a decisioni più o meno autonome. Nelle esercitazioni gli ufficiali imparavano ad agire di loro iniziativa e ad ambire le responsabilità ... Questo metodo si limitava a dare soltanto le direttive più indispensabili per l'esecuzione di un determinato incarico, per cui il comandante incaricato poteva, entro certi limiti, scegliere liberamente i mezzi e le tattiche che più gli convenivano”..
Nella campagna d'Italia, l'esempio più alto di Auftragstaktik è rappresentato dalle disposizioni emanate dal Feldmaresciallo Kesselring il 7 giugno 1944 per la ritirata a nord di Roma. Delle due Armate tedesche, la XIV era stata duramente provata dalla lotta, mentre la X che aveva combattuto sul fronte di Cassino, si trovava sbilanciata troppo in avanti, sia nell'Appennino Centrale sia sulla costa adriatica.

Per riorganizzare la XIV Armata. e far arretrare in salvo la X Armata., Kesselring diede questa Auftragstaktik, estesa sino al livello di Divisione: "ritirarsi combattendo, immettere sulla linea di combattimento dal retro e dai fianchi le riserve già in marcia verso sud, chiudere gli spazi aperti fra le varie unità, stringere saldamente i fianchi interni delle unità stesse ... questa fase, però, non dovrà continuare fino alla Linea degli Appennini (Gotica) ma, dopo il riordinamento delle Grandi Unità in crisi, bisogna fermarsi e attestarsi sulle posizioni difensive, più a sud possibile ciò avvenne sulla Linea Albert” (Lago Trasimeno).

Uno degli esempi, per contro, della differenza tra la tattica tedesca e la Befehlstaktik è dato dal fallito sbarco alleato ad Anzio nel gennaio 1944. Il Gen. Lucas (Comandante del corpo di spedizione), sbarcando, si attenne agli ordini ricevuti di difendersi per evitare un'altra Salerno, piuttosto che puntare su Roma. Se egli fosse stato un Generale tedesco, attenendosi alla Auftragstaktik e sfruttando gli enormi vantaggi tattici e strategici fornitigli dalla sorpresa, dalla mancanza di difese sulla via di Roma e dalla assoluta superiorità di uomini e di mezzi, avrebbe conquistato la città eterna e colpito alle spalle l'intero schieramento difensivo tedesco di Cassino.
I punti base dell'addestramento di un ufficiale tedesco alla condotta di un combattimento secondo la Auftragstaktík sono stati concisamente riepilogati da Muller-Hillebrandt, partendo dall'assioma di von Moltke che ogni piano ideato da noi sul campo di battaglia si scontra con il volere indipendente e raramente conosciuto del nemico per cui si crea un'atmosfera di insicurezza nella consapevolezza che la situazione militare si evolve e cambia quasi di continuo.
Quando le nostre volontà si incontrano con la realtà delle cose si creano delle frizioni dovute ai numerosi casi imponderabili che aumentano per gli scontri con il nemico aumentando l'insicurezza e togliendo ai comandanti qualsiasi possibilità di calcolare in anticipo lo sviluppo dei combattimenti.

Anche applicando tutti i mezzi più accurati possibili per conoscere la situazione reale, le intenzioni del nemico e gli sviluppi delle nostre decisioni sul terreno, rimarrà sempre una certa insicurezza che ufficiali e sottufficiali dovranno affrontare con la loro volontà e con la loro intelligenza.
In queste situazioni, impossibili da prevedersi, si possono trovare sia il Comandante Supremo del fronte, sia un comandante di battaglione sia un piccolo comandante di squadra. Ogni comandante di unità combattente deve avere l'autorità e la capacità di variare di continuo le idee sulla situazione tenendo conto sia delle intenzioni e delle possibilità del nemico sia delle sue stesse possibilità.

La sua volontà nell'agire deve essere diretta dal compito che gli è stato assegnato e dalle possibilità dei suoi uomini.
A chi riceve un compito deve essere dato il tempo necessario per eseguirlo. Quanto più è alta la posizione di chi riceve il compito tanto più tempo deve essergli concesso per la sua esecuzione perché le situazioni cambiano di continuo e richiedono il tempo adeguato.
Un subordinato non ha piacere di eseguire un ordine rigido. Solo la sua volonterosa collaborazione nel quadro e nella visione di un compito superiore rende possibile superare le difficoltà più gravi di un esercito moderno e ottenere i risultati ottimali.
Un incarico può - se necessario - essere dato come ordine. L'impiego dei migliori mezzi tecnici è una norma indiscussa.
Ho già accennato alle classiche direttive del maresciallo von Moltke per l'addestramento degli ufficiali. Riporto ora le parole del generale von Senger:
"Nell'Esercito tedesco i quadri di ogni rango erano ben addestrati al comando. C'era una lunga tradizione. Lo stato maggiore tedesco era senz'altro superiore a tutti gli altri stati maggiori per quanto riguardava la rapida e precisa valutazione delle situazioni, le decisioni, che non si prestavano a dubbie interpretazioni, e gli ordini, che venivano espressi con concisa chiarezza.

Tutti gli ufficiali erano sottoposti a un continuo addestramento grazie alle esercitazioni sul terreno e con i quadri, e ai viaggi a scopo didattico, in maniera da acquistare una perfetta padronanza dei problemi che avrebbero dovuto affrontare un giorno. I compiti operativi erano sempre concepiti in maniera tale da costringere il comandante interessato a decisioni più o meno autonome- A questo scopo le esercitazioni in tempo di pace prevedevano spesso situazioni un tantino «forzate»: alla comparsa di un «nuovo nemico», il tema prevedeva un'interruzione dei collegamenti o cose simili, A che in realtà era spesso accaduto".

La libertà nell'esecuzíone di un compito assegnato e l'addestramento all'iniziativa personale diventeranno A segno speciale e la forza dell'esercito tedesco. Quanto più l'addestramento e l'istruzione dei comandanti a tutti i livelli progrediva verso la Auftragstaktik, tanto più la truppa si sentiva sicura nell'esecuzione rapida ed elastica dei suoi compiti di combattimento.
I comandanti superiori potevano contare sul coraggio nell'esecuzione dei compiti e il vantaggio della posizione poteva essere sfruttato dai comandanti inferiori, cosa che si presenta spesso sui campi di battaglia ma che non viene adeguatamente riconosciuta e messa a profitto.

E infine era possibile ridurre il nemico al proprio volere. In breve, oltre alle forze materiali ci si poteva assicurare molte premesse per un futuro successo.
L'unità della condotta dei comandanti - che non conoscevano l'esistenza di Comandi speciali - e la libertà di decisione davano a essi la possibilità di agire di propria iniziativa nell'eseguire il compito loro assegnato.
Anche se negli Alti Comandi questi concetti base della Auftragstaktik non venivano più applicati, per la mia esperienza posso dire che nell'esercito tali concetti restavano il pilastro della condotta dei combattimenti.
Per generazioni si è lavorato per migliorare questi concetti e per addestrare gli uomini sul terreno - anche dopo il 1918 e dopo il 1935. Questo lavoro ha dato i suoi frutti nelle campagne del 1939, 1940 e 1941, nei Balcaní e nell'Africa del nord, e impostava la condotta della guerra contro l'Unione Sovietica, una campagna che ha pesato molto sul nostro destino ma che ha dimostrato anche le alte possibilità della Auftragstaktik a tutti i livelli in una misura non più raggiunta con capacità, esperienza e senso del dovere.

Gli Alti Comandi scesero in campo con fiducia in sé stessi, anche se numericamente il nemico era molto superiore.

 

 

 

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