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GIORGIO A. DI IORIO nacque a Testaccio d'Ischia il 5/12/1917. Frequentò le scuole elementari e la scuola di avviamento
professionale; poi, quando avrebbe dovuto iscriversi all'Istituto Nautico di Procida, andò a raggiungere il padre già emigrato in Argentina (il resto della famiglia li avrebbe seguiti qualche anno dopo). Qui, a Mar del
Plata, fece il pescatore, uno dei tanti che dall'isola d'Ischia espatriarono esportando, insieme al loro coraggio ed alla loro operosità, questa attività allora quasi sconosciuta in quel paese. Nonostante il lavoro
fosse duro e impegnativo, non perse mai la passione (che aveva già rivelato qui ad Ischia) per la lettura e lo scrivere. Lesse Dante, Ariosto. Manzoni, Daudet, Lamartine e altri autori italiani e stranieri e scrisse su
vari giornali e riviste argentine della pesca e dei pescatori, facendo conoscere l'attività, la vita e l'anima di questi uomini quasi tutti di provenienza italiana. Questi suoi scritti raccolse poi in un libro che
pubblicò nel 1951 a Buenos Aires col titolo "Desde la barca mia ... Memorias de un pescador". Morì a Mar del Plata il 25/8/1966.Di lui ha scritto il critico e romanziere argentino Hugo Wast: "Ho
letto i suoi racconti con simpatia perché trattano temi che mi hanno entusiasmato fin da bambino. Poi la mia simpatia è aumentata unita a un vivo interesse suscitato dalle sue narrazioni semplici e coinvolgenti e
finalmente ho finito con l'ammirare le sue grandi qualità di scrittore del mare. Possiede Di Iorio il gran dono di creare tipi, condurre azioni e intrecciare dialoghi veri come la realtà stessa. Ha particolare
capacità nella presentazione dei personaggi e nel ritratto; e delicatezza e poesia nei paesaggi". |