Per sapere il motivo di queste integrazioni, oltre la mia
esperienza,
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Per sapere cosa è il PRIMO FLAGELLO umano che si chiama
CAFFE'
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Leggi quanto riporta il sito PAGINE
MEDICHE "area medica" della
CAFFEINA Clicca
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inoltre è un
INSETTICIDA Clicca
QUI e lo
ZUCCHERO: dannoso e
tossico come il
CAFFE', l'ALCOOL
ed il TABACCO Clicca
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Per tutta la documentazione in nostro possesso
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Prima di procedere si consiglia di vedere un video
molto esplicativo che aiuterà a capire il controsenso nel complesso:
http://www.dr-rath-alleanza.org/video/malattie_cardiocircolatorie.html
Ma prima vediamo quale DANNO contribuisce a portare la TANTO AMATA bevanda che si vuole spacciare come "di tradizione" ma che in effetti è una "DROGA" "INSETTICIDA".
Dal BOLLETTINO AdN del 31 maggio 2002
«Due nuovi studi hanno mostrato che anche una sola tazzina di caffé è in grado
di causare un temporaneo aumento della rigidità delle pareti arteriose. I
ricercatori della scuola di medicina ad Atene, in Grecia, hanno esaminato gli
effetti della caffeina su tre gruppi di persone: un primo gruppo con pressione
del sangue normale, un secondo con lieve ipertensione, e un terzo con elevata
pressione sanguigna. I ricercatori hanno fatto sapere, dai risultati avuti, che,
se per tutti gli effetti temporanei dell’assunzione di caffé vi è comunque un
innalzamento
della pressione e un irrigidimento delle pareti aortiche, il suo utilizzo, anche
moderato, è assolutamente da evitare per chi ha già problemi di ipertensione. La
ricerca sta continuando per conoscere gli effetti del consumo del caffé a lungo
termine. Williams DeWitt, direttore del ministero della salute per la Chiesa
Avventista del Nord America, ha aggiunto che l’uso diffuso, continuo e
quotidiano del caffé nella società odierna ha indotto a credere che la caffeina
fosse innocua. Da tempo sono stati scoperti, invece, tutta una serie di problemi
di salute riconducibili al consumo di caffeina, fra i quali: aumento dei battiti
irregolari del cuore, diminuzione dell’afflusso di sangue al fegato, aumento di
colesterolo, interferenza con l’assorbi-mento di minerali importanti, come il
ferro.
Si perde 1 milligrammo di calcio per ogni 10 milligrammi di caffeina consumati;
considerando che una tazza di caffé forte contiene circa 103 milligrammi di
caffeina, il danno è notevole. Il caffé può innalzare il tono psichico
temporaneamente, ma a lungo termine lo deprime. Il suo consumo, non è stato solo
associato a problemi di cuore, ma anche al cancro della vescica. Quelli che
prendono due tazze di caffé al giorno raddoppiano il rischio di avere cancro
alla vescica rispetto a quelli che non lo bevono. Clicca
QUI
Per le ALTRE
CONTROINDICAZIONI clicca QUI
E' vero che la IPERTENSIONE
è sotto controllo e la pressione sanguigna è regolare, ma a che prezzo?
Ecco una causa di TANTE INUTILI PATOLOGIE causate da questi MEDICINALI (CHIMICI)
che si ingoiano per avere un risultato ingannevole.
E pensare
che basta SMETTERE DI BERE IL CAFFE', un pò di
ACIDO ASCORBICO
PURO e
un poco di costanza ad ingoiarlo quelle 3 o 4 volte la giorno, ma le pastiglie
non le si ingoiano con costanza per ottenere un certo risultato? con l'aggiunta
di NIACINA (vitamina B3) clicca QUI
per EVITARE questa e TUTTE le altre PATOLOGIE causate dalla PASTIGLIA della
PRESSIONE e quindi evitare NATURALMENTE il probabile ICTUS o INFARTO.
Quindi questa IPERPOTASSEMIA NON è causata da assunzione di
POTASSIO per chi ingoia ACIDO ASCORBICO in alte dosi, poichè in questo caso,
ecco cosa succede:
Ogni nostra cellula possiede un equilibrio
fra il suo interno ed il suo esterno che si fonda sulla stabilità del potenziale
di membrana e sulla regolarità del meccanismo della pompa sodio-potassio.
Tutti gli elementi leggeri (almeno 21) sono essenziali per la vita. Di questi in
particolare sono quattro quelli fondamentali: Sodio, Potassio, Calcio e
Magnesio.
L'individuo sano possiede:
- tutti gli elementi necessari nella giusta quantità
- un regolare potenziale di membrana e un regolare funzionamento della pompa
sodio-potassio
- un sistema immunitario integro ed efficiente
Nell'organismo sano,
secondo necessità, si producono, per azione degli enzimi, delle trasmutazioni di
un elemento in un altro: il calcio in potassio o in magnesio, il sodio in
potassio o magnesio, il magnesio in calcio, il potassio in calcio ecc.. In
particolare, l'equilibrio della pompa sodio-potassio è
salvaguardato dagli
ascorbati
dei quattro elementi, cioè dalla
salificazione di questi ultimi operata dall'acido ascorbico.
L'organismo equilibrato è in grado di mantenere attivo questo processo e di
conseguenza il sistema immunitario preposto a combattere ogni forma di
aggressione. Essendo gli alimenti la fonte di approvvigionamento degli elementi
necessari a produrre gli ascorbati, ed essendo i cibi odierni più poveri ed
adulterati ed inquinati, essi stessi sono causa o concausa di tante patologie. clicca QUI
In astinenza di ACIDO ASCORBICO non si coniugano gli ASCORBATI, con uno squilibrio garantito portatore di MALATTIE. Si può quindi capire che l'accoppiata ASTINENZA e PASTIGLIA il caos diventerà TOTALE. Viceversa in ABBONDANZA di ACIDO ASCORBICO e l'abbandono della PASTIGLIA l'EQUILIBRIO sarà TOTALE
Quindi si può determinare che questa "PASTIGLIA" và a scombussolare quell'equilibrio PERFETTO, descritto sopra, del CORPO UMANO che MADRE NATURA e l'EVOLUZIONE hanno reso determinate per la sua BUONA salute nel TEMPO, causando MALATTIE, SOFFERENZE e MORTE. PERCHE'?
La conferma si ha da questo post di una persona sul forum Forum Salute:
Junior Member
Località: Sicilia
|
|
Come si può rilevare dall'originale, NON HA
AVUTO nessuna risposta.
La risposta la diamo noi con questo articolo che è
molto chiaro.
IPERKALIEMIA INDOTTA DA FARMACI
L’iperkaliemia può essere dovuta a riduzione dell’escrezione di potassio (K) o
ad aumentato rilascio dalle cellule. In > 75% dei casi di iperkaliemia, la causa
è rappresentata da:
una riduzione dell’escrezione dovuta ad insufficienza renale,
anche l’ipoaldosteronismo iporeninemico può determinare l’insorgenza di
iperkaliemia.
L’iperkaliemia, definita come una concentrazione plasmatica di K superiore a 5
mmol/l, è associata al rischio di gravi aritmie cardiache (specialmente aritmia
ventricolare e arresto cardiaco) e di disturbi muscolari, inclusa debolezza e
paralisi.
I farmaci principalmente sospettati di dare un innalzamento della potassiemia
sono:
gli ACE-inibitori,
gli antagonisti del recettore dell’angiotenisna (i sartani),
i diuretici risparmiatori di potassio (soprattutto lo spironolattone),
i slai di K e le eparine. Il rischio aumenta associando lo spironolattone con
gli ACE-inibitori.
FARMACI CHE CAUSANO IEPRKALIEMIA
I farmaci possono interferire con l’omeostasi del potassio promuovendo il
passaggio transcellulare di potassio o alterando l’escrezione renale di K (ad
esempio tramite effetti sull’azione dell’aldosterone, sul rilascio di sodio o
sulla funzionalità dei tubuli collettori).
In uno studio prospettico su 242 soggetti ricoverati in ospedale per
iperkaliemia, il 63% dei pazienti stava assumendo farmaci che interferiscono con
il K. Il rischio di iperkaliemia è particolarmente elevato quando tali farmaci
vengono somministrati a pazienti con insufficienza renale (IR).
Gli anziani e i pazienti con diabete sono particolarmente suscettibili. Pertanto
i medici devono prescrivere tali farmaci con cautela in queste popolazioni; è
meglio iniziare con bassi dosi e rivalutare le concentrazioni sieriche di K
entro una settimana dall’inizio della terapia e ad ogni aumento della dose.
La frequenza con cui effettuare il monitoraggio sierico del K dipende dal
livello dell’alterazione renale, dalla presenza di diabete e dall’uso
concomitante di altri farmaci che inducono iperkaliemia.
E’ opportuno porre particolare cautela in pazienti con alterazioni della
conduzione cardiaca, in cui anche minimi aumenti del K serico possono
precipitare severe aritmia.
Gli ACE-inibitori e i sartani sono sempre più utilizzati per proteggere la
funzionalità renale e ridurre la mortalità cardiovascolare in pazienti ad alto
rischio, soprattutto in quelli con diabete.
Alterando la secrezione di aldosterone e riducendo la perfusione renale (e la
velocità di filtrazione glomerulare), limitano l’escrezione di K dei reni.
Gli antagonisti dei recettori dell’aldosterone di solito vengono prescritti per
trattare i pazienti con insufficienza congestizia, in quanto lo studio RALES (Randomized
Aldactone Evaluation Study) ha evidenziato che l’aggiunta di spironolattone al
trattamento standard è associato ad una significativa riduzione della mobilità e
della mortalità. Un’iperkaliemia grave si è verificata solo nel 2% dei pazienti
in studio; tuttavia, erano stati esclusi i pazienti che avevano elevati livelli
di creatinina o kaliemia e sono stati eseguiti regolari controlli della kaliemia
per tutta la durata dello studio, condizioni poco rappresentative della
quotidianità della pratica clinica (analisi successive evidenziano un aumento
della percentuale di ricoveri e di mortalità per iperkaliemia). Il rischio di
sviluppare iperkaliemia è maggiore se questi farmaci sono assunti in
concomitanza ad ACE-inibitori o sartani, soprattutto nei soggetti anziani con
IR.
I FANS inibiscono la secrezione di renina (portano ad ipoaldosteronismo e
riduzione dell’escrezione di K) e possono alterare la funzionalità renale.
Questi farmaci devono essere prescritti con cautela in pazienti con diabete e
IR, soprattutto se stanno assumendo ACE-inibitori.
TRATTAMENTO
L’iperkaliemia di grado lieve-moderato può essere trattata con un diuretico
dell’ansa (furosemide) per aumentare l’escrezione urinaria di potassio. Inoltre,
è necessario ridurre la quantità di K nella dieta e limitare o sospendere
l’assunzione di farmaci che possono aumentare le concentrazioni di K sierico.
Nei pazienti con IR, il diuretico potrebbe non essere efficace e possono essere
necessarie altre misure, inclusa la dialisi.
Le forme severe di iperkaliemia mettono in pericolo la vita in quanto possono
causare effetti cardiaci e neuromuscolari catastrofici, come l’arresto cardiaco
e la paralisi dei muscoli respiratori. Pertanto, è necessario un trattamento
immediato e aggressivo. La maggior parte delle autorità regolatorie ritiene che
un valore > 6 mmol/L associato ad alterazioni dell’ECG o > 6.5 mmol/L a
prescindere dall’ECG rappresenti un’iperkaliemia severa che necessita di
trattamento urgente.
Una revisione sistematica Cochrane, pubblicata nel 2005, sugli interventi di
emergenza dell’iperkaliemia ha raccomadato che il trattamento immediato preveda
3 steps:
stabilizzare la funzionalità del miocardio per ridurre la suscettibilità alle
aritmie ventricolari. La somministrazione endovenosa di calcio viene utilizzata
per antagonizzare direttamente gli effetti di membrana dell’iperkaliemia,
satbilizzando la conduzione cardiaca. l’infusione di calcio non altera il
livello serico di potassio, ma possono essere osservati benefici sull’ECG dopo
1-3 minuti dalla somministrazione e l’effetto può durare per 30-60 minuti. E’
opportuno porre cautela nei pazienti in trattamento con digossina, in quanto il
calcio potenzia la tossicità miocardica da digossina.
la somministarzione di insulina o Β-2-agonisti induce il passaggio del K dal
comparto extracellualre a quello intracellulare in modo da ridurre rapidamente
il K serico;
la somministrazione di potenti diuretici dell’ansa (Furosemide, Torasemide)
favorisce l’escrezione renale di K, aumentando il flusso urinario e il rilascio
del sodio (Na). Tali farmaci sono efficaci solo se la funzionalità renale è
adeguata: tuttavia, nei casi di iperkaliemia severa e con IR cronica avanzata,
la dialisi rappresenta il trattamento definitivo.
PARIS.
Per evitare le recidive, è opportuno valutare attentamente la terapia
farmacologica del paziente in modo da evitare o ridurre la somministrazione di
farmaci che aumentano la ritenzione di K.
Inoltre, bisogna consigliare di ridurre l’assunzione di K con la dieta.
I diuretici possono essere utili per aumentare la perdita renale di K, in
particolare i tiazidici ( Clortalidone-Igroton, Idroclorotiazide-Esidrex,
Indapamide-Natrilix) possono essere utilizzati con soggetti con funzionalità
renale integra, ma risultano inefficaci quando la velocità di filtrazione
glomerulare è < 40 ml/min. In questi casi è preferibile utilizzare i diuretici
dell’ansa come la Furosemide. Il Fludrocortisone può essere utilizzato in
pazienti con ipoaldosetronismo iporeninemico, anche se può causare ritenzione
idrica e ipertensione e deve essere impiegato con cautela, soprattutto in
pazienti con diabete di tipo 2, che spesso sono anche ipertesi.
FARMACI CHE CAUSANO IPERKALIEMIA
Farmaci che alterano il passaggio transmembrana del K:
Beta-bloccanti
Digossina
Soluzioni iperosmolari (mannitolo, glucosio)
Suxametonio
Aminoacidi cationici per via endovenosa.
Agenti contenenti K:
Supplementi di K
Sostitutivi salini
Erbe medicinali (es. alfalfa, tarassaco, equiseto, euforbia ed ortica)
Eritrociti conservati (l’emolisi rilascia K).
Farmaci che riducono la secrezione di aldesterone:
ACE-inibitori
Sartani
FANS
Eparine
Antifungini (ketoconazolo, fluconazolo, itraconazolo)
Ciclosporina
Tacrolimus
Farmaci che bloccano il legame dell’aldosetrone al recettore per i
mineralcorticoidi:
spironolattone
Eplerenone
Drospirenone
Farmaci che inibiscono l’attività dei canali del Na a livello epiteliale:
Diuretici risparmiatori di K (principalmente lo spironolattone, amiloride,
triamterene)
Trimetoprim
Pentamidina.
Anche l’eritropoietina provoca iperkaliemia.
Caty - Premilcuore.
SPIRONOLATTONE + ACE-INIBITORI O SARTANI: RISCHIO DI IPERKALIEMIA
Lo spironolattone, un diuretico risparmiatore di potassio, è noto che diminuisce
complessivamente la mortalità tra i pazienti con insufficienza cardiaca, ma deve
solo essere usato in ben definite situazioni a causa del rischio di iperkaliemia.
Un’analisi tedesca riporta 44 casi di iperkaliemia (in media 7.7 mmol/l) in
pazienti con spironolattone e un ACE-inibitore o un sartano .
37 di loro hanno richiesto emodialisi e 2 pazienti sono morti per complicazioni
(emorragia gastrointestinale e setticemia).
Solo 10 dei 44 pazienti sono stati trattati come raccomondato nella scheda
tecnica, per es. la loro concentrazione serica di creatinina era inferiore a 221
micromol/l ed essi hanno ricevuto tra 25 mg e 50 mg di spironolatttone.
In questa analisi i fattori ben noti per iperkaliemia includono:
dose elevata di spironolattone
IR
diabete mellito di tipo II (80% dei pazienti studiati).
In pratica, a causa del rischio di iperkaliemia severa, i prodotti di
prescrizione raccomandati devono esattamente essere seguiti in pazienti che
assumono spironolattone insieme ad ACE-inibitore o ad un sartano.
Questi comprendono il controllo ravvicinato di :
potassio sierico
creatinina sierica
clearance della creatinina urinaria (questo in modo particolare).
Il controllo è importante anche alle basse dosi e in pazienti con solo danno
renale lieve.
Il controllo è particolarmente importante in pazienoi con diabete.
IPERKALIEMIA GRAVE DOPO USO A BREVE TERMINE DI EPARINA A BASSO PESO MOLECOLARE
IN UNA PAZIENTE DIABETICA
Una donna di 45 anni afffetta da diabete tipo I venne ricoverata per una
sospetta trombosi venosa profonda. La paziente era anche ipertesa ed affetta da
artrite reumatoide sieronegativa ed in trattamento con insulina e lisinopril, ma
non con steroidi. Il profilo biochimico completo al ricovero era normale
(potassio serico 1.4 mmol/L così come il numero dei globuli rossi.
Quattro giorni dopo l’inizio di una terapia con dalteparina (Fragmin) il
potassio salì a 6.0 mmol/L e 24 ore dopo a 7.1 mmol/L. L’ECG mise in evidenza un
innalzamento dell’onda T ed un allargamento del complesso QRS.
Se l'italiano è la tua lingua leggi sotto.
Se hai cliccato sul traduttore e vuoi leggere la pagina
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il link è: http://dottornaddaf.wordpress.com/2011/04/16/iperkaliemia-o-iperpotassiemia-da-farmaci/
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