Gruppo Animazione Giovanile
di Corte Franca - Bs
Anno 1999 - 17° anno di attività per i giovani di Corte Franca (Bs) - Un servizio di Volontariato e Fantasia per la Comunità

 Parliamone - Dicembre 1999


Una bella esperienza, anzi, un duro lavoro
di Andrea A. - Lorenza A. - Michele B. - Giorgio P. - Andrea G.
con la collaborazione di Chiara Z. e Cinzia R.

               Parliamone
Numero zero - Dicembre1999

La nostra inchiesta: Servizio Militare o Civile?

Le interviste a:
chi si appresta a svolgere il servizio Militare
chi sta svolgendo il servizio Civile

Ed in Europa?

 

 

Editoriale
Le due facce della medaglia:
Servizio Militare e Servizio Civile

La nostra
intervista ai Kenyani
Ultim'ora
La pagina
agrodolce
Millenium bug

 

Editoriale

Se, come ha detto qualcuno, "scrivere è fotografare il pensiero", con questo giornalino vogliamo offrirvi un documento che, nelle nostre intenzioni vuole essere una "zumata" su alcuni argomenti che ci sembrano importanti.
Lo facciamo senza presunzione di assoluto e con la consapevolezza di proporre solo punti di vista, angoli di inquadratura (possono essere diversi o addirittura contrapposti anche nel nostro piccolo) che vogliono rendere possibile un più largo orizzonte di vedute.
Per sollecitare il punto di vista di più persone, già da questo primo numero abbiamo usato lo strumento dell'intervista in modo che possa dare un'immagine dei nostri giorni con la quale confrontarsi ed identificarsi o meno.
Il nostro gruppo iniziale è composto da poche persone contente di aver dato il via ad uno strumento che può essere uno dei modi possibili per un utile scambio di idee (rilleggendolo, tra qualche anno, cosa ne penseremo?). Vogliamo esporci e fare da esca per offrire un luogo ed un mezzo per parlarci per sentirci.
Davanti a noi ci sono da un lato la voglia di fare, perché gli argomenti non mancano, ma anche la consapevolezza dei nostri limiti. Non sappiamo per quanti numeri resisterà questo nostro "Parliamone", molto dipenderà da quanto riuscirà ad essere non solo l'impresa isolata di qualche volenteroso, ma il contenitore di idee delle persone a cui è diretto.
Già,
a chi è diretto e da chi è diretto?
È
diretto ai nostri coetanei di Corte Franca. La redazione di "Parliamone" è prevalentemente composta da giovani in età "da motorino".
Come per ogni nuova situazione anche questa necessita di qualche aggiustamento, anzi crediamo che debba esserci una situazione permanente di "lavori in corso"; e in questo "cantiere" cerchiamo manodopera.

 

Servizio Militare...

È recente la notizia dell'bolizione del servizio di leva, notizia che ha scatenato numerose polemiche. I nati dopo il 1986 non saranno tenuti a prestare servizio in caserma, dato che si recluteranno soldati professionisti, ossia militari pagati regolarmente dallo Stato. Nel 2005 il processo sarà completo, saranno assunti 150.000 effettivi e saranno spesi più di mille miliardi di lire per i salari. Ma, come già detto, questo ha scatenato numerose polemiche. In primo luogo, la Costituzione, all'articolo 52 dice che « ... il servizio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge ... », e perciò la leva non potrebbe essere abolita. Ma il Governo ha risposto che la leva non sarà abolita, ma solo "sospesa", perché in caso di guerra essa verrebbe ripristinata; si aggira così l'articolo 52 della Costituzione. E c'è anche un problema, di tipo economico: oltre ai mille miliardi spesi ogni anno per il sostentamento delle Forze Armate, si deve calcolare che fra qualche decennio lo Stato dovrà assicurare a questi 150.000 soldati la pensione...
A livello redazionale abbiamo quindi ritenuto opportuno analizzare un po' quelle che sono le idee in merito di alcuni giovani prossimi allo svolgimento del servizio di leva.

 

... e Servizio  Civile

Oltre al servizio militare, bisogna ricordarsi che molti giovani scelgono di svolgere il servizio civile, ossia quel servizio, istituito con la legge 772 del dicembre 1972, che permette ai giovani di evitare la naja e di svolgere servizi di utilità sociale. Dal 1973 (anno in cui è cominciato il servizio) ad oggi, il numero di giovani che scelgono di svolgere il servìzio civile si è moltiplicato: dai 143 del 1973 ai 4000 del 1980, ai 16.767 del 1990 ai 54.000 del 1997, sino ai quasi 100.000 di quest'anno, mettendo l'Italia al secondo posto in Europa (dopo la Germania) nel numero di obiettori civili. E si prevede che già verso la metà di ottobre sarà pronto un nuovo disegno di legge, che aprirà le porte del servizio civile anche alle donne, aumentando il numero di giovani impegnati in campo sociale.
Ma c'è anche il nuovo progetto di legge che prevede che entro il 2005 il servizio militare obbligatorio sarà abolito. Ciò impone anche che il servizio civile non sarà più obbligatorio. E se il servizio civile dovesse di colpo sparire, i primi a rimetterci sarebbero i cittadini più deboli.


La nostra intervista
Chi li conosce?

Li vediamo correre ogni giorno per le nostre strade, ma forse non sappiamo che...

Margaret OILATOSulle strade del mondocordialità

In un pomeriggio di ottobre ci siamo recati all'abitazione dei corridori Kenyani, che attualmente risiedono a Colombaro, allo scopo di intervistarli.
Dopo essere entrati, ci siamo trovati in uno studio, dove viene gestito il loro lavoro e dove si trovano numerosi trofei. Non appena arrivati, uno degli atleti che si trovava al piano terra, ci ha detto «Ciao!» come se ci avesse conosciuto da sempre ed ha aggiunto «How are you? (come state?
) «Well, and you?» (bene e tu?) «Fine thanks» (bene grazie) è stata la pronta risposta; quindi siamo stati annunciati agli atleti che c'erano al piano superiore.
Durante la breve attesa, ci siamo guardati intorno, vedendo, appesi alle pareti il loro programma di allenamento e la foto del loro coordinatore con una scritta alquanto comica: "Wanted" (che in
inglese significa "ricercato") il che fa capire che essi vivono tutti in un'atmosfera di amicizia. Poi abbiamo udito alcune voci, ed infine ci hanno detto: «Venite, venite!». Salite le scale ci siamo trovati di fronte un tavolo, un divano (sul quale ci hanno invitato a sederci) e i quattro atleti che abbiamo intervistato:
* Philip Tanui, 24 anni, Philip Tanui
specialista in maratona e mezza maratona;
* Gideon Chircir, 32 anni, spec. mezza maratona;
* Ibrahim Mitei, 31 anni, maratona e mezza maratona;
* Jafet Kosjei, 31 anni, maratona.
Da tempo vivono in Italia, ma a causa dei loro impegni agonistici non stanno mai a lungo in uno stesso luogo: Philip era tornato da un giorno, Gideon risiede qui da un mese, Ibrahim da una settimana e Kosjei da un anno. Tutti e quattro, naturalmente, provengono dal Kenya, e alla domanda «Cosa pensate di Corte Franca?» hanno risposto, fra risate, sguardi e gesti: «E' un bel posto», «E' ok», «E' bello, ma qui d'inverno fa freddo e d'estate fa troppo caldo». Loro, infatti, sono abituati al clima delle loro zone d'origine, che è molto più temperato del nostro «No caldo, no freddo» ha precisato in italiano Philip.
Questi luoghi, per la loro conformazione, sono adatti alle necessità di allenamento di questi atleti che però devono adeguarsi alla corsa sulle strade asfaltate che in Kenya non ci sono.
Riguardo alla loro professione abbiamo chiesto: «Correre era già una vostra ambizione?». A questo punto, si sono guardati fra loro e, dopo un attimo di pausa e qualche sorriso, in mezzo al «Sì» corale si è sentito il «No» di Kosjei che ha specificato: «Io avrei voluto anche fare il cantante» (e chissà che il suo sogno non si avveri!).

Sempre riguardo al lavoro, abbiamo chiesto della loro alimentazione. Ci hanno risposto di avere regole abbastanza rigide; infatti una loro giornata-tipo prevede: a colazione tè Kenyano o inglese, con latte, uova e pane fresco; a pranzo spaghetti, pasta o altre cose leggere; a cena polenta (una loro varietà, fatta esclusivamente con acqua e farina bianca), pollo, latte fresco. «No all'alcool e al fumo» hanno voluto sottolineare. Dall'atmosfera che si respirava si poteva capire che questi campioni non erano influenzati dal successo, e c'era anche un clima di amicizia e comprensione (soprattutto per il nostro modo di parlare inglese!).
Nel porre la domanda: «Come vi sentite quando sapete che il Mondo vi vede in televisione?», ci hanno risposto: «È bello», «È piacevole» e Philip ci ha detto di chiedere a Kosjei, abituato a vittorie e riprese televisive (il quale confermava), poi ci hanno guardato sempre sorridendo, ma facendoci capire che in fondo sono rimasti uguali, che il successo non li ha cambiati.
Considerano il loro lavoro quasi come un hobby, visto che occupa gran parte del loro tempo.
«Cosa fanno i vostri coetanei in Kenya? Come impiegano il tempo libero?».
Riguardo ai loro coetanei e ai giovani del loro Paese, la prima risposta è stata «lavorano», poi ci hanno detto che, nel tempo libero corrono, giocano a calcio o praticano altri sport.
Infine abbiamo chiesto loro di rispondere ad una domanda che da sola fa comprendere la genuinità dì questi atleti, che solo perché visti in TV sembrano un qualcosa di superiore, di intoccabile: «Vi sentite sminuiti essendo intervistati da ragazzi come noi?». Ci hanno risposto in modo assolutamente naturale: «No», «Cosa pensate?», «Siete impazziti?», «.Niente affatto!» e si sono messi a ridere.
Finite le nostre domande siamo improvvisamente diventati da intervistatori a intervistati; hanno infatti cominciato a fard domande sulla nostra vita, del tipo: come vi chiamate, quanti anni avete, che scuola fate, ecc.
Prima di lasciarci, abbiamo chiesto se era possibile fare una fotografia, e ci hanno detto dì sì Per metterci ulteriormente a nostro agio ci hanno chiesto: «In casa o in giardino;'», ed abbiamo optato per l'ultima scelta. Proprio in quel momento Kosjei ci ha detto: «Wait a moment» (aspettate un attimo) ed è scomparso in una stanza uscendone subito dopo con in mano le due coppe vinte il giorno precedente alla maratona d'Italia.
In giardino ci hanno fatto sedere e, incredibilmente, hanno voluto loro fare delle foto con noi!
Questo fa capire come spesso sì tenda a dividere i personaggi famosi dal resto della gente, quando invece è proprio in momenti di questo tipo che si può comprendere che, sotto sotto, di diverso c'è solo il nome.

Giorgio, Lorenza e Chiara


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Notizia dell'ultima ora - Notizia dell'ultima ora

il titolo di Bresciaoggi
occhi indiscreti sul fatto

 

Servizio Militare
Intervista ad un giovane che si appresta a svolgere il servizio militare.

Se ti interessa capire "che aria tira", puoi venire, anche solo a curiosare il Venerdì sera dalle 20:00 alle 21:30 dove provvisoriamente ci ritroviamo e cioè alla sede del GAG - Via Martiri della Libertà, 12 -- Colombaro.
Se sei un po' restio a venirci di persona, ma hai obiezioni, suggerimenti, idee da proporci, ecc. puoi anche Scrivere a:
"Parliamone" Casella Postale Nigoline
25040, Corte Franca, (Bs)

I1 gruppo redazionale si è preoccupato di intervistare Mario Rossi che si è dimostrato disponibile ad esprimere le proprie sensazioni prima di "partire per il militare" (il nominativo cui sopra è puramente inventato in quanto portavoce degli intervistati).
Mario ha 18 anni, e fa il meccanico. è stato assegnato al corpo degli Alpini sebbene avesse fatto esplicita richiesta di entrare in Aeronautica, così da poter svolgere il servizio di leva a Ghedi (BS) e non a Belluno come invece deve fare.
Alla domanda concernente i numerosi atti di nonnismo dei quali spesso le caserme sono teatro, Mario sembra abbastanza tranquillo: So che il nonnismo c'è, ma mi aspetto solo scherzi di modesta entità; al massimo ripagherò il tutto con la stessa moneta!».
In seconda battuta, a Mario è stato chiesto perché la sua scelta sia ricaduta proprio sul servizio di leva e non su quello civile: «Ognuno è libero di fare ciò che crede - ha asserito - ma secondo me il servizio civile serve a ben poco: gli
obiettori fanno poco o niente; sono poco sfruttati dal Comune, e peraltro in attività di scarsa utilità». Giungendo all'argomento topico dell’intervista, quello inerente la proposta di legge di creare un esercito composto da soli professionisti retribuiti, Mario ha manifestato il proprio disappunto. Secondo lui, infatti, tale idea implica numerose problematiche che potrebbero rivelarsi di difficile risoluzione in tempi futuri: dei militati professionisti potrebbero infatti comportarsi come dei mercenari, dando così vita a veri e propri colpi di Stato. «Un esercito di professionisti?» si è chiesto ironicamente, «Sicuramente c'è chi può essere d’accordo, ma secondo me ne abbiamo già abbastanza della Mafia, figuriamoci se ci mettiamo nelle mani di soldati che badano solo al denaro...».
Continuando con l'intervista, Mario ha poi sottolineato altri tre aspetti: «Comunque, a parer mio, il servizio militare è anche un'occasione per formare il proprio carattere:.- stando lontano da casa alimenti il tuo spirito di autonomia e puoi comprendere che la vita non è sicuramente uguale a quella che sei abituato a svolgere in casa con dei genitori che ti trattano come fossi un re. Ed è anche per questo motivo che non approvo l'estensione dei servizio di leva anche alle donne. esse finirebbero così per svanire la propria femminilità, privando noi uomini di una delle cose più belle dei mondo; per quanto riguarda gli obiettori totali ( coloro che astenendosi sia dalla leva che dal servizio civile decidono di restare in carcere ) so solo che non sono dei tutto normali...».

In ultima sede, Mario ha affermato che sarebbe importante la creazione di un esercito non armato; così facendo, infatti, si potrebbe ovviare a numerose disfunzioni logistico-sociali che purtroppo minacciano continuamente la nostra società mettendola sotto pressione. Egli è d'accordo sull'intervento dei militari nei conflitti internazionali, ma solo quando i militari sono posti in condizione di fare qualcosa di veramente utile: «Mettere un giovane di 18 anni nelle condizioni di dover impugnare un’arma con l'intento di sparare ad un uomo è assurdo», ha poi aggiunto con aria sdegnata.
Un grande in bocca al lupo quindi per Mario, che come tanti suoi coetanei si appresta con molto entusiasmo e con un po' di paura a vivere una nuova importante esperienza.

Michele e Giorgio

Ed in Europa?

In alcuni Paesi d'Europa (come in Belgio, Gran Bretagna, Irlanda, Lussemburgo ed Olanda) il servizio militare è già volontario. Ma sono ancora molti i Paesi con il servizio militare obbligatorio. Ad esempio in Austria la ferma corrisponde ad otto mesi, in Danimarca a nove, in Finlandia da sei a 12 mesi, in Francia a dieci mesi, in Germania a dieci, in Grecia ad un anno, in Portogallo a quattro mesi, in Spagna a nove ed infine in Svezia da sette a quindici mesi. In tutti questi Paesi, con servizio militare obbligatorio, è stato istituito, più o meno recentemente, il servizio civile. Ma in alcune Nazioni il periodo di ferma nel servizio civile è davvero eccessivo: in Austria equivale a dodici mesi, quattro in più della leva, in Francia corrisponde a venti mesi, il doppio della ferma nel servizio militare, in Spagna a tredici mesi, quattro in più rispetto alla naia, in Grecia la ferma per prestare servizio civile è addirittura di trenta mesi, ossia due anni e mezzo. È palese che in questi casi i governi si siano sforzati per evitare che i giovani prestino servizio civile, cosa che invece non dovrebbe accadere. Il servizio civile è un ottimo servizio per la società. Purtroppo, in Italia, con l'abolizione della leva, rischia di scomparire definitivamente.

Andrea


Militare o Civile?
Servizio Militare e Servizio Civile -  secondo Lory

Servizio Civile
Abbiamo anche raccolto informazioni intervistando i tre obiettori in servizio a Corte Franca.

Quanti anni avete?
Giuliano: «21», Matteo: «quasi 20», Demis: «quasi 20 anch'io».
Perché avete scelto di fare servizio civile?
Giuliano: «Per fare qualcosa di utile... cioè, a noi fare il militare non sembrava utile quanto poter aiutare a livello sociale».
Nel servizio militare avvengono episodi di nonnismo. Avete notizia di episodi simili nel servizio civile?
Giuliano: «Sì, ieri ho picchiato Demis... no, scherzo, non ho mai sentito parlare di queste cose, non almeno nel servizio civile». Demis: «Neanch'io».
Cosa ne pensate degli obiettori totali, ossia di quelle persone che non vogliono svolgere né il servizio militare né la naia, e si fanno perciò rinchiudere in carcere militare?
«Credo che non siano molto a posto. Non siamo d'accordo con loro». Matteo: «Però adesso gli obiettori totali non vanno più in carcere, ma affrontano un processo, e pagano un tot. di milioni per astenersi dal servizio».
Pensate che il servizio civile contribuisca a formare il carattere?
Giuliano: «Sì, di sicuro», Matteo: «Concordo», Demis: «Anch'io».
Siete d'accordo sull'abolizione dei servizio di leva e sulla creazione di un esercito di professionisti?
Giuliano: «Sì, perché non è giusto obbligare la gente a svolgere il servizio militare».
Non pensate che un esercito di professionisti possa tentare un colpo di stato?

(attimo di esitazione) Giuliano: «Sì, può succedere», Matteo: E' un rischio che si può correre, ma è molto remoto», Demis: «Può darsi».
Cosa ne pensate dei militari che intervengono nei conflitti internazionali?
Giuliano: «A volte l'intervento è giusto, ma non sempre poi risolve la questione», Demis: E' giusto quando si vogliono dividere due fazioni in lotta fra loro. Allora sì è giusto che si intrometta una terza forza».

Siete più favorevoli ad un esercito per intervento armato o ad uno che collabori con la protezione civile?
«Una via di mezzo, in modo che l'esercito non perda il suo scopo originario, ossia difendere la Patria, ma anche in modo che in caso di calamità naturali, i soccorsi siano più efficienti».
Cosa ne pensate del servizio civile aperto alle donne? Siete d'accordo?
Giuliano «Nulla in contrario», Matteo «Nemmeno io», Demis «Io sono d'accordo».
Quali sono i compiti dell'obiettore?
«Soprattutto il trasporto di anziani e disabili».
Cosa vi sembra importante dire che noi non vi abbiamo chiesto?
Demis: «Niente», Matteo «Tutti i punti sono stati toccati», Giuliano: «Abbiamo solo venti minuti per mangiare!»

I tre obiettori erano incuriositi dalla nostra intervista , ed hanno risposto volentieri alle nostre domande.

ENTI CONVENZIONATI CON
PIÙ DI 100 OBIETTORI
Fonte: Famiglia Cristiana n°39 anno LXIX
Ente
Caritas italiana 4.979
Cri 3.394
Federsolidarietà 3.243
Arci 3.093
Anpas 2.199
Min. Beni culturali 2.180
Misericordie d'Italia 1.868
Ispettorie salesiane 922
Anfass 874
Legacoop 831
Uic 814
Wwf 770
Cenasca 104
Compagnia delle opere 598
Min. Grazia e Giustizia 503

PAGINA AGRODOLCE

BRASILE - Piatti puliti
Tratto dal settimanale "Avvenimenti ", 19 settembre 1999

Quante mamme (e quante volte!) hanno detto ai loro piccoli, recalcitranti di fronte al piatto pieno di pappe prelibate, una frase dei tipo: «Mangia e non sprecare niente. Pensa a quelli che il cibo non ce l'hanno...».
A Rio de Janeiro, dove di gente che fa la fame ce n'è in abbondanza, dalle parole sono passati ai fatti. Non le mamme che si occupano dei propri bambini, ma dei ristoratori che la pappa la danno per lavoro agli adulti. Così ad esempio Mairos Fontana, proprietario dei ristorante Guinu, nel quartiere di Leme, ha imposto una multa di quasi 7.000 lire a tutti i clienti che non finiscono tutto quello che hanno ordinato e lasciano qualcosa nel piatto. Il denaro delle multe poi lo dà al poveri. Il signor Fontana, che possiede anche una catena di rosticcerie, afferma di voler tentare di far prendere coscienza alla gente che i cibi non vanno sprecati. Allo stesso modo la pensa Dagmar Rodrigues, proprietario dei Kotobuki, un ristorante cinese dei centro, che ha imposto una multa di 1.300 lire per ogni boccone lasciato nel piatto, sia esso grande o piccolo, ponendo l'avviso della multa al clienti sul menu. Come risultato sembra che la gente abbia cominciato a ripulire bene i piatti prima di pagare il conto. Altri ristoranti, invece, come il Cobal, nel ricco quartiere di Lebion, hanno scelto una via più diretta per evitare sprechi alimentari e da qualche tempo distribuiscono la domenica al poveri gli avanzi di tutta la settimana. E fuori c'è fila.

Le feste di fine anno si stanno avvicinando...

IMPRESSIONI DUEMILA
Tratto dal diario "Smemoranda Duemela "

 
il neonato

Un "Bug" per il fine millennio
Millennium Bug: è una parola che sentiamo ripetere spesso, recentemente.
Ma di cosa si tratta?

Sicuramente molti di voi avranno sentito parlare del cosiddetto "Millenium Bug", il famigerato "baco" di fine millennio, che promette di far andare in tilt milioni e milioni di personal computer nella notte tra il 31/12/1999 ed il 01/01/2000. Tuttavia, non tutti conoscono le cause di questo fenomeno e, cosa ancor più sconcertante, le conseguenze che esso comporta; nel corso di questo piccolo articolo, mi propongo quindi di trattare in maniera assai semplicistica la dinamica del succitato "baco", tentando di far luce su un argomento che merita di essere approfondito.
Quella odierna è una società nella quale l'utilizzo del personal computer si è diffuso capillarmente, facendo sì che il rapporto uomo-macchina si facesse sempre più stretto e solido; attività e servizi sempre più sofisticati ammettono margini d'errore sempre più ridotti e l'uomo ha saputo far fronte a quest'esigenza ideando tecnologie in grado di soddisfare richieste di diversa tipologia in modo corretto e veloce.
Fino ad oggi, il suddetto rapporto uomo - macchina non ha creato problemi di nessun tipo; anzi, le nuove tecnologie hanno saputo rendere di facile risoluzione problematiche un tempo ritenute complesse. Tuttavia, era utopistico ed esageratamente ottimista ritenere che questa situazione priva di problematiche potesse durare per sempre, ed ecco profilarsi all'orizzonte un nuovo ostacolo che si propone di mettere in seria crisi il rapporto dell'uomo con il mondo dei personal computer: il cosiddetto "Baco di fine millennio".
In sostanza la questione è la seguente: ogni calcolatore (e quindi anche i normali computer) ha la peculiarità di rappresentare le date tenendo conto solo delle ultime due cifre che compongono una datazione (ad esempio, l'anno corrente, il 1999, viene riconosciuto da un computer come anno 99, privato del 19 che lo precede); perciò il prossimo anno, il 2000, sarà concepito come anno ''00". Tale scrittura è però sotto certi aspetti ambigua: infatti, "00" rappresenta sì l'anno 2000, ma potrebbe essere anche interpretato come anno 1900, facendo sì che la datazione venga spostata di un secolo a ritroso nel tempo.

il baco del millennio

In teoria, ciò non rappresenta però un pericolo per Putente medio di un PC, in quanto il medesimo non ha solitamente esigenze impellenti o particolari riguardo alla datazione del proprio sistema; il problema invece assume dimensioni apocalittiche con computer di "grande stazza" in grado di manipolare dati in quantità industriale: mi riferisco ai "cervelloni" che regolano i trasporti, la contabilità delle banche o l'attività di medie e grandi imprese. Si correrebbe quindi il rischio di andare incontro a gravi disfunzioni logistiche, quali treni/voli cancellati, conti correnti alterati, (immaginatevi di ritrovarvi il primo gennaio con il conto in banca in rosso) database scorretti, ecc. A questo proposito il presidente del consiglio D'Alema ha riunito i prefetti di tutta Italia, ed ha disposto che il primo giorno del duemila dovranno essere assicurati almeno i servizi essenziali (acqua, luce, gas, ospedali, ecc.). Pensate che nel mondo sono in funzione 25 miliardi di processori (e non solo computer, ma anche telefonini, e altri aggeggi elettronici che probabilmente smetteranno di funzionare nel 2000), circa 4 per ogni abitante della terra; fortunatamente di questi solo il 3 per cento ha in sé l'anno registrato con due cifre, ma anche così si tratta pur sempre di 750 mila microprocessori, e la maggior parte di essi si trova integrata in complicati sistemi produttivi. Ma perché gli autori di software non hanno scritto il numero dell'anno per intero? Ci sono due motivi: il primo è che i programmi dei computer sono stratificati un po' come le rocce delle varie ere geologiche: noi vediamo sullo schermo del nostro computer Windows 95, o qualche altra versione di Windows, magari ancora più recente, ma sotto Windows c'è ancora il vecchio sistema operativo MS-DOS, creato da Bill Gates vent'anni fa.

Ed il secondo motivo è che vent'anni fa i computer avevano una memoria infinitamente inferiore a quella dei computer attuali (negli anni '60 i computer avevano una memoria pari a quella delle odierne calcolatrici tascabili), e costavano cento volte di più. Quindi si cercava di risparmiare, e scrivere due numeri anziché quattro voleva dire occupare metà spazio di memoria. Gli autori di software di quell'epoca non potevano immaginare che quei programmi sarebbero rimasti come "fossili?" nei computer delle generazioni successive, ne tanto meno che le due cifre avrebbero mai causato tanti disagi. In tutti gli stati più industrializzati, ed in particolare in Francia ed Inghilterra, la preoccupazione per il Millennium Bug è alle stelle. Si teme che a Parigi i semafori non funzioneranno più. Inoltre, poco prima della mezzanotte del 31 Dicembre, in Francia e Gran Bretagna i treni si fermeranno. Questo per evitare che il mal funzionamento di alcuni semafori ferroviari causi incidenti. Negli Stati Uniti è già stata creata una mappa aerea che segna i punti dove gli aerei non potranno passare, perché i radar che controllano quelle zone sono a rischio. Il primo ministro inglese Blair, dopo aver ascoltato il parere degli esperti, ha tenuto una conferenza televisiva, consigliando a tutti i cittadini di fare scorte di legna, cibo, acqua, procurarsi un generatore elettrico, non uscire di casa in macchina... proprio come in prossimità di una catastrofe. Ma questo è niente. Si è scoperto che solo da due mesi in Francia si è cominciato a controllare i computer che regolano le centrali nucleari del Paese. E se qualcosa dovesse andare storto... Fortunatamente a livello mondiale ci si è fortemente sensibilizzati riguardo a questo problema, e sono stati stanziati numerosi fondi per dotare chi ne è sprovvisto di apposito software (ossia dì un programma) per predisporre i PC al nuovo millennio. Inoltre hanno avuto luogo numerose simulazioni di "cambio di millennio". per attestare che questo timore fosse realmente fondato. Infondata si è invece rivelata l'ipotesi secondo la quale numerosi computer sarebbero andati in tilt il giorno 09/09/99, per via della numerosa quantità di numeri nove presente in tale datazione. In Italia la Telecom ha istituito un numero verde (800.200.000) chiamato Millennium al quale ci si può rivolgere per avere chiarimenti . Questo è tutto: il nuovo millennio è ormai alle porte, e l'uomo si sta preparando a festeggiarlo nel migliore dei modi, ovviando a tutte le problematiche di carattere logistico che esso comporta.

Michele

 

 

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