Editoriale
Se, come ha detto
qualcuno, "scrivere è fotografare il pensiero", con questo giornalino vogliamo
offrirvi un documento che, nelle nostre intenzioni vuole essere una "zumata" su
alcuni argomenti che ci sembrano importanti.
Lo facciamo senza presunzione di assoluto e con la consapevolezza di proporre solo punti
di vista, angoli di inquadratura (possono essere diversi o addirittura contrapposti anche
nel nostro piccolo) che vogliono rendere possibile un più largo orizzonte di vedute.
Per sollecitare il punto di vista di più persone, già da questo primo numero abbiamo
usato lo strumento dell'intervista in modo che possa dare un'immagine dei nostri giorni
con la quale confrontarsi ed identificarsi o meno.
Il nostro gruppo iniziale è composto da poche persone contente di aver dato il via ad uno
strumento che può essere uno dei modi possibili per un utile scambio di idee
(rilleggendolo, tra qualche anno, cosa ne penseremo?). Vogliamo esporci e fare da esca per
offrire un luogo ed un mezzo per parlarci per sentirci.
Davanti a noi ci sono da un lato la voglia di fare, perché gli argomenti non mancano, ma
anche la consapevolezza dei nostri limiti. Non sappiamo per quanti numeri resisterà
questo nostro "Parliamone", molto dipenderà da quanto riuscirà ad essere non
solo l'impresa isolata di qualche volenteroso, ma il contenitore di idee delle persone a
cui è diretto.
Già, a chi è diretto e da chi è diretto?
È diretto ai nostri
coetanei di Corte Franca. La redazione di "Parliamone" è prevalentemente
composta da giovani in età "da motorino".
Come per ogni nuova situazione anche questa necessita di qualche aggiustamento, anzi
crediamo che debba esserci una situazione permanente di "lavori in corso"; e in
questo "cantiere" cerchiamo manodopera. |
Servizio Militare...
È recente la notizia dell'bolizione del servizio di leva, notizia che
ha scatenato numerose polemiche. I nati dopo il 1986 non saranno tenuti a prestare
servizio in caserma, dato che si recluteranno soldati professionisti, ossia militari
pagati regolarmente dallo Stato. Nel 2005 il processo sarà completo, saranno assunti
150.000 effettivi e saranno spesi più di mille miliardi di lire per i salari. Ma, come
già detto, questo ha scatenato numerose polemiche. In primo luogo, la Costituzione,
all'articolo 52 dice che « ... il servizio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi
stabiliti dalla legge ... », e perciò la leva non potrebbe essere abolita. Ma il Governo
ha risposto che la leva non sarà abolita, ma solo "sospesa", perché in caso di
guerra essa verrebbe ripristinata; si aggira così l'articolo 52 della Costituzione. E
c'è anche un problema, di tipo economico: oltre ai mille miliardi spesi ogni anno per il
sostentamento delle Forze Armate, si deve calcolare che fra qualche decennio lo Stato
dovrà assicurare a questi 150.000 soldati la pensione...
A livello redazionale abbiamo quindi ritenuto opportuno analizzare un po' quelle che sono
le idee in merito di alcuni giovani prossimi allo svolgimento del servizio di leva. |
... e Servizio Civile
Oltre al servizio militare, bisogna ricordarsi che molti
giovani scelgono di svolgere il servizio civile, ossia quel servizio, istituito con la
legge 772 del dicembre 1972, che permette ai giovani di evitare la naja e di svolgere
servizi di utilità sociale. Dal 1973 (anno in cui è cominciato il servizio) ad oggi, il
numero di giovani che scelgono di svolgere il servìzio civile si è moltiplicato: dai 143
del 1973 ai 4000 del 1980, ai 16.767 del 1990 ai 54.000 del 1997, sino ai quasi 100.000 di
quest'anno, mettendo l'Italia al secondo posto in Europa (dopo la Germania) nel numero di
obiettori civili. E si prevede che già verso la metà di ottobre sarà pronto un nuovo
disegno di legge, che aprirà le porte del servizio civile anche alle donne, aumentando il
numero di giovani impegnati in campo sociale.
Ma c'è anche il nuovo progetto di legge che prevede che entro il 2005 il servizio
militare obbligatorio sarà abolito. Ciò impone anche che il servizio civile non sarà
più obbligatorio. E se il servizio civile dovesse di colpo sparire, i primi a rimetterci
sarebbero i cittadini più deboli. |
La nostra intervista
Chi li conosce?
Li vediamo correre ogni giorno per le nostre strade, ma forse
non sappiamo che...
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In un pomeriggio di ottobre
ci siamo recati all'abitazione dei corridori Kenyani, che attualmente risiedono a
Colombaro, allo scopo di intervistarli.
Dopo essere entrati, ci siamo trovati in uno studio, dove viene gestito il loro lavoro e
dove si trovano numerosi trofei. Non appena arrivati, uno degli atleti che si trovava al
piano terra, ci ha detto «Ciao!» come se ci avesse conosciuto da sempre ed ha aggiunto
«How are you? (come state?)
«Well, and you?» (bene e tu?) «Fine
thanks» (bene grazie) è stata la
pronta risposta; quindi siamo stati annunciati agli atleti che c'erano al piano superiore.
Durante la breve attesa, ci siamo guardati intorno, vedendo, appesi alle pareti il loro
programma di allenamento e la foto del loro coordinatore con una scritta alquanto comica:
"Wanted" (che in inglese
significa "ricercato") il che fa capire che essi vivono tutti in
un'atmosfera di amicizia. Poi abbiamo udito alcune voci, ed infine ci hanno detto:
«Venite, venite!». Salite le scale ci siamo trovati di fronte un tavolo, un divano
(sul quale ci hanno invitato a sederci) e i quattro atleti che abbiamo intervistato:
* Philip Tanui, 24 anni,
specialista in maratona e mezza maratona;
* Gideon Chircir, 32 anni, spec. mezza maratona;
* Ibrahim Mitei, 31 anni, maratona e mezza maratona;
* Jafet Kosjei, 31 anni, maratona.
Da tempo vivono in Italia, ma a causa dei loro impegni agonistici non stanno mai a lungo
in uno stesso luogo: Philip era tornato da un giorno, Gideon risiede qui da un mese,
Ibrahim da una settimana e Kosjei da un anno. Tutti e quattro, naturalmente, provengono
dal Kenya, e alla domanda «Cosa pensate di Corte Franca?» hanno risposto, fra
risate, sguardi e gesti: «E' un bel posto», «E' ok», «E' bello, ma qui d'inverno fa
freddo e d'estate fa troppo caldo». Loro, infatti, sono abituati al clima delle loro zone
d'origine, che è molto più temperato del nostro «No caldo, no freddo» ha precisato in
italiano Philip.
Questi luoghi, per la loro conformazione, sono adatti alle necessità di allenamento di
questi atleti che però devono adeguarsi alla corsa sulle strade asfaltate che in Kenya
non ci sono.
Riguardo alla loro professione abbiamo chiesto: «Correre era già una vostra
ambizione?». A questo punto, si sono guardati fra loro e, dopo un attimo di pausa e
qualche sorriso, in mezzo al «Sì» corale si è sentito il «No» di Kosjei che ha
specificato: «Io avrei voluto anche fare il cantante» (e chissà che il suo sogno non si
avveri!). |
Sempre riguardo al lavoro,
abbiamo chiesto della loro alimentazione. Ci hanno risposto di avere regole abbastanza
rigide; infatti una loro giornata-tipo prevede: a colazione tè Kenyano o inglese, con
latte, uova e pane fresco; a pranzo spaghetti, pasta o altre cose leggere; a cena polenta
(una loro varietà, fatta esclusivamente con acqua e farina bianca), pollo, latte fresco.
«No all'alcool e al fumo» hanno voluto sottolineare. Dall'atmosfera che si respirava si
poteva capire che questi campioni non erano influenzati dal successo, e c'era anche un
clima di amicizia e comprensione (soprattutto per il nostro modo di parlare inglese!).
Nel porre la domanda: «Come vi sentite quando sapete che il Mondo vi vede in
televisione?», ci hanno risposto: «È bello», «È piacevole» e Philip ci ha detto di
chiedere a Kosjei, abituato a vittorie e riprese televisive (il quale confermava), poi ci
hanno guardato sempre sorridendo, ma facendoci capire che in fondo sono rimasti uguali,
che il successo non li ha cambiati.
Considerano il loro lavoro quasi come un hobby, visto che occupa gran parte del loro
tempo.
«Cosa fanno i vostri coetanei in Kenya? Come impiegano il tempo libero?».
Riguardo ai loro coetanei e ai giovani del loro Paese, la prima risposta è stata
«lavorano», poi ci hanno detto che, nel tempo libero corrono, giocano a calcio o
praticano altri sport.
Infine abbiamo chiesto loro di rispondere ad una domanda che da sola fa comprendere la
genuinità dì questi atleti, che solo perché visti in TV sembrano un qualcosa di
superiore, di intoccabile: «Vi sentite sminuiti essendo intervistati da ragazzi come
noi?». Ci hanno risposto in modo assolutamente naturale: «No», «Cosa pensate?»,
«Siete impazziti?», «.Niente affatto!» e si sono messi a ridere.
Finite le nostre domande siamo improvvisamente diventati da intervistatori a intervistati;
hanno infatti cominciato a fard domande sulla nostra vita, del tipo: come vi chiamate,
quanti anni avete, che scuola fate, ecc.
Prima di lasciarci, abbiamo chiesto se era possibile fare una fotografia, e ci hanno detto
dì sì Per metterci ulteriormente a nostro agio ci hanno chiesto: «In casa o in
giardino;'», ed abbiamo optato per l'ultima scelta. Proprio in quel momento Kosjei ci ha
detto: «Wait a moment» (aspettate un attimo) ed è scomparso in una stanza uscendone
subito dopo con in mano le due coppe vinte il giorno precedente alla maratona d'Italia.
In giardino ci hanno fatto sedere e, incredibilmente, hanno voluto loro fare delle foto
con noi!
Questo fa capire come spesso sì tenda a dividere i personaggi famosi dal resto della
gente, quando invece è proprio in momenti di questo tipo che si può comprendere che,
sotto sotto, di diverso c'è solo il nome.
Giorgio, Lorenza e Chiara |
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Servizio Militare
Intervista ad un giovane che si appresta a svolgere il servizio militare. |
Se ti
interessa capire "che aria tira", puoi venire, anche solo a curiosare il
Venerdì sera dalle 20:00 alle 21:30 dove
provvisoriamente ci ritroviamo e cioè alla sede del GAG - Via Martiri della Libertà, 12
-- Colombaro.
Se sei un po' restio a venirci di persona, ma hai obiezioni, suggerimenti, idee da
proporci, ecc. puoi anche Scrivere a:
"Parliamone" Casella Postale Nigoline
25040, Corte Franca, (Bs) |
I1 gruppo
redazionale si è preoccupato di intervistare Mario Rossi che si è dimostrato disponibile
ad esprimere le proprie sensazioni prima di "partire per il militare" (il
nominativo cui sopra è puramente inventato in quanto portavoce degli intervistati).
Mario ha 18 anni, e fa il meccanico. è stato assegnato al corpo degli Alpini sebbene
avesse fatto esplicita richiesta di entrare in Aeronautica, così da poter svolgere il
servizio di leva a Ghedi (BS) e non a Belluno come invece deve fare.
Alla domanda concernente i numerosi atti di nonnismo dei quali spesso le caserme sono
teatro, Mario sembra abbastanza tranquillo: So che il nonnismo c'è, ma mi aspetto solo
scherzi di modesta entità; al massimo ripagherò il tutto con la stessa moneta!».
In seconda battuta, a Mario è stato chiesto perché la sua scelta sia ricaduta proprio
sul servizio di leva e non su quello civile: «Ognuno è libero di fare ciò che crede
- ha asserito - ma secondo me il servizio civile serve a ben poco: gli obiettori fanno poco o niente; sono poco sfruttati dal
Comune, e peraltro in attività di scarsa utilità». Giungendo all'argomento topico
dellintervista, quello inerente la proposta di legge di creare un esercito composto
da soli professionisti retribuiti, Mario ha manifestato il proprio disappunto. Secondo
lui, infatti, tale idea implica numerose problematiche che potrebbero rivelarsi di
difficile risoluzione in tempi futuri: dei militati professionisti potrebbero infatti
comportarsi come dei mercenari, dando così vita a veri e propri colpi di Stato. «Un
esercito di professionisti?» si è chiesto ironicamente, «Sicuramente c'è chi
può essere daccordo, ma secondo me ne abbiamo già abbastanza della Mafia,
figuriamoci se ci mettiamo nelle mani di soldati che badano solo al denaro...».
Continuando con l'intervista, Mario ha poi sottolineato altri tre aspetti: «Comunque,
a parer mio, il servizio militare è anche un'occasione per formare il proprio
carattere:.- stando lontano da casa alimenti il tuo spirito di autonomia e puoi
comprendere che la vita non è sicuramente uguale a quella che sei abituato a svolgere in
casa con dei genitori che ti trattano come fossi un re. Ed è anche per questo motivo che
non approvo l'estensione dei servizio di leva anche alle donne. esse finirebbero così per
svanire la propria femminilità, privando noi uomini di una delle cose più belle dei
mondo; per quanto riguarda gli obiettori totali ( coloro che astenendosi sia dalla
leva che dal servizio civile decidono di restare in carcere ) so solo che non sono dei
tutto normali...». |
In ultima sede, Mario ha
affermato che sarebbe importante la creazione di un esercito non armato; così facendo,
infatti, si potrebbe ovviare a numerose disfunzioni logistico-sociali che purtroppo
minacciano continuamente la nostra società mettendola sotto pressione. Egli è d'accordo
sull'intervento dei militari nei conflitti internazionali, ma solo quando i militari sono
posti in condizione di fare qualcosa di veramente utile: «Mettere un giovane di 18
anni nelle condizioni di dover impugnare unarma con l'intento di sparare ad un uomo
è assurdo», ha poi aggiunto con aria sdegnata.
Un grande in bocca al lupo quindi per Mario, che come tanti suoi coetanei si appresta con
molto entusiasmo e con un po' di paura a vivere una nuova importante esperienza.Michele e Giorgio
Ed in Europa?In alcuni Paesi
d'Europa (come in Belgio, Gran Bretagna, Irlanda, Lussemburgo ed Olanda) il servizio
militare è già volontario. Ma sono ancora molti i Paesi con il servizio militare
obbligatorio. Ad esempio in Austria la ferma corrisponde ad otto mesi, in Danimarca
a nove, in Finlandia da sei a 12 mesi, in Francia a dieci mesi, in Germania a dieci, in
Grecia ad un anno, in Portogallo a quattro mesi, in Spagna a nove ed infine in Svezia da
sette a quindici mesi. In tutti questi Paesi, con servizio militare obbligatorio, è stato
istituito, più o meno recentemente, il servizio civile. Ma in alcune Nazioni il periodo
di ferma nel servizio civile è davvero eccessivo: in Austria equivale a dodici mesi,
quattro in più della leva, in Francia corrisponde a venti mesi, il doppio della ferma nel
servizio militare, in Spagna a tredici mesi, quattro in più rispetto alla naia, in Grecia
la ferma per prestare servizio civile è addirittura di trenta mesi, ossia due anni e
mezzo. È palese che in questi casi i governi si siano sforzati per evitare che i giovani
prestino servizio civile, cosa che invece non dovrebbe accadere. Il servizio civile è un
ottimo servizio per la società. Purtroppo, in Italia, con l'abolizione della leva, rischia
di scomparire definitivamente.
Andrea |
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Servizio Militare e Servizio Civile - secondo Lory
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Servizio
Civile
Abbiamo anche raccolto informazioni intervistando i tre obiettori in
servizio a Corte Franca. |
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Quanti
anni avete?
Giuliano: «21», Matteo: «quasi 20», Demis: «quasi 20 anch'io».
Perché avete scelto di fare servizio civile?
Giuliano: «Per fare qualcosa di utile... cioè, a noi fare il militare non sembrava utile
quanto poter aiutare a livello sociale».
Nel servizio militare avvengono episodi di nonnismo. Avete notizia di episodi simili
nel servizio civile?
Giuliano: «Sì, ieri ho picchiato Demis... no, scherzo, non ho mai sentito parlare di
queste cose, non almeno nel servizio civile». Demis: «Neanch'io».
Cosa ne pensate degli obiettori totali, ossia di quelle persone che non vogliono
svolgere né il servizio militare né la naia, e si fanno perciò rinchiudere in carcere
militare?
«Credo che non siano molto a posto. Non siamo d'accordo con loro». Matteo: «Però
adesso gli obiettori totali non vanno più in carcere, ma affrontano un processo, e pagano
un tot. di milioni per astenersi dal servizio».
Pensate che il servizio civile contribuisca a formare il carattere?
Giuliano: «Sì, di sicuro», Matteo: «Concordo», Demis: «Anch'io».
Siete d'accordo sull'abolizione dei servizio di leva e sulla creazione di un esercito
di professionisti?
Giuliano: «Sì, perché non è giusto obbligare la gente a svolgere il servizio
militare».
Non pensate che un esercito di professionisti possa tentare un colpo di stato?
(attimo di esitazione) Giuliano: «Sì, può
succedere», Matteo: E' un rischio che si può correre, ma è molto remoto», Demis:
«Può darsi».
Cosa ne pensate dei militari che intervengono nei conflitti internazionali?
Giuliano: «A volte l'intervento è giusto, ma non sempre poi risolve la questione»,
Demis: E' giusto quando si vogliono dividere due fazioni in lotta fra loro. Allora sì è
giusto che si intrometta una terza forza». |
Siete
più favorevoli ad un esercito per intervento armato o ad uno che collabori con la
protezione civile?
«Una via di mezzo, in modo che l'esercito non perda il suo scopo originario, ossia
difendere la Patria, ma anche in modo che in caso di calamità naturali, i soccorsi siano
più efficienti».
Cosa ne pensate del servizio civile aperto alle donne? Siete d'accordo?
Giuliano «Nulla in contrario», Matteo «Nemmeno io», Demis «Io sono d'accordo».
Quali sono i compiti dell'obiettore?
«Soprattutto il trasporto di anziani e disabili».
Cosa vi sembra importante dire che noi non vi abbiamo chiesto?
Demis: «Niente», Matteo «Tutti i punti sono stati toccati», Giuliano: «Abbiamo solo
venti minuti per mangiare!»
I tre obiettori erano incuriositi dalla nostra intervista , ed hanno
risposto volentieri alle nostre domande.
ENTI CONVENZIONATI CON
PIÙ DI 100 OBIETTORI
Fonte: Famiglia Cristiana n°39 anno LXIX |
Ente |
N° |
Caritas italiana |
4.979 |
Cri |
3.394 |
Federsolidarietà |
3.243 |
Arci |
3.093 |
Anpas |
2.199 |
Min. Beni culturali |
2.180 |
Misericordie d'Italia |
1.868 |
Ispettorie salesiane |
922 |
Anfass |
874 |
Legacoop |
831 |
Uic |
814 |
Wwf |
770 |
Cenasca |
104 |
Compagnia delle opere |
598 |
Min. Grazia e Giustizia |
503 |
|
|
PAGINA AGRODOLCE |
BRASILE -
Piatti puliti
Tratto dal settimanale "Avvenimenti ", 19 settembre
1999
Quante mamme (e quante volte!) hanno detto
ai loro piccoli, recalcitranti di fronte al piatto pieno di pappe prelibate, una frase dei
tipo: «Mangia e non sprecare niente. Pensa a quelli che il cibo non ce l'hanno...».
A Rio de Janeiro, dove di gente che fa la fame ce n'è in abbondanza, dalle parole sono
passati ai fatti. Non le mamme che si occupano dei propri bambini, ma dei ristoratori che
la pappa la danno per lavoro agli adulti. Così ad esempio Mairos Fontana, proprietario
dei ristorante Guinu, nel quartiere di Leme, ha imposto una multa di quasi 7.000 lire a
tutti i clienti che non finiscono tutto quello che hanno ordinato e lasciano qualcosa nel
piatto. Il denaro delle multe poi lo dà al poveri. Il signor Fontana, che possiede anche
una catena di rosticcerie, afferma di voler tentare di far prendere coscienza alla gente
che i cibi non vanno sprecati. Allo stesso modo la pensa Dagmar Rodrigues, proprietario
dei Kotobuki, un ristorante cinese dei centro, che ha imposto una multa di 1.300 lire per
ogni boccone lasciato nel piatto, sia esso grande o piccolo, ponendo l'avviso della multa
al clienti sul menu. Come risultato sembra che la gente abbia cominciato a ripulire bene i
piatti prima di pagare il conto. Altri ristoranti, invece, come il Cobal, nel ricco
quartiere di Lebion, hanno scelto una via più diretta per evitare sprechi alimentari e da
qualche tempo distribuiscono la domenica al poveri gli avanzi di tutta la settimana. E
fuori c'è fila.
Le feste di fine anno si
stanno avvicinando... |
IMPRESSIONI DUEMILA
Tratto dal diario "Smemoranda Duemela "
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Un "Bug" per il fine millennio
Millennium Bug: è una
parola che sentiamo ripetere spesso, recentemente.
Ma di cosa si tratta? |
Sicuramente
molti di voi avranno sentito parlare del cosiddetto "Millenium Bug", il
famigerato "baco" di fine millennio, che promette di far andare in tilt milioni
e milioni di personal computer nella notte tra il 31/12/1999 ed il 01/01/2000. Tuttavia,
non tutti conoscono le cause di questo fenomeno e, cosa ancor più sconcertante, le
conseguenze che esso comporta; nel corso di questo piccolo articolo, mi propongo quindi di
trattare in maniera assai semplicistica la dinamica del succitato "baco",
tentando di far luce su un argomento che merita di essere approfondito.
Quella odierna è una società nella quale l'utilizzo del personal computer si è diffuso
capillarmente, facendo sì che il rapporto uomo-macchina si facesse sempre più stretto e
solido; attività e servizi sempre più sofisticati ammettono margini d'errore sempre più
ridotti e l'uomo ha saputo far fronte a quest'esigenza ideando tecnologie in grado di
soddisfare richieste di diversa tipologia in modo corretto e veloce.
Fino ad oggi, il suddetto rapporto uomo - macchina non ha creato problemi di nessun tipo;
anzi, le nuove tecnologie hanno saputo rendere di facile risoluzione problematiche un
tempo ritenute complesse. Tuttavia, era utopistico ed esageratamente ottimista ritenere
che questa situazione priva di problematiche potesse durare per sempre, ed ecco profilarsi
all'orizzonte un nuovo ostacolo che si propone di mettere in seria crisi il rapporto
dell'uomo con il mondo dei personal computer: il cosiddetto "Baco di fine
millennio".
In sostanza la questione è la seguente: ogni calcolatore (e quindi anche i normali
computer) ha la peculiarità di rappresentare le date tenendo conto solo delle ultime due
cifre che compongono una datazione (ad esempio, l'anno corrente, il 1999, viene
riconosciuto da un computer come anno 99, privato del 19 che lo precede); perciò il
prossimo anno, il 2000, sarà concepito come anno ''00". Tale scrittura è però
sotto certi aspetti ambigua: infatti, "00" rappresenta sì l'anno 2000, ma
potrebbe essere anche interpretato come anno 1900, facendo sì che la datazione venga
spostata di un secolo a ritroso nel tempo.
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In
teoria, ciò non rappresenta però un pericolo per Putente medio di un PC, in
quanto il medesimo non ha solitamente esigenze impellenti o particolari riguardo alla
datazione del proprio sistema; il problema invece assume dimensioni apocalittiche con
computer di "grande stazza" in grado di manipolare dati in quantità
industriale: mi riferisco ai "cervelloni" che regolano i trasporti, la
contabilità delle banche o l'attività di medie e grandi imprese. Si correrebbe quindi il
rischio di andare incontro a gravi disfunzioni logistiche, quali treni/voli cancellati,
conti correnti alterati, (immaginatevi di ritrovarvi il primo gennaio con il conto in
banca in rosso) database scorretti, ecc. A questo proposito il presidente del consiglio
D'Alema ha riunito i prefetti di tutta Italia, ed ha disposto che il primo giorno del
duemila dovranno essere assicurati almeno i servizi essenziali (acqua, luce, gas,
ospedali, ecc.). Pensate che nel mondo sono in funzione 25 miliardi di processori (e non
solo computer, ma anche telefonini, e altri aggeggi elettronici che probabilmente
smetteranno di funzionare nel 2000), circa 4 per ogni abitante della terra; fortunatamente
di questi solo il 3 per cento ha in sé l'anno registrato con due cifre, ma anche così si
tratta pur sempre di 750 mila microprocessori, e la maggior parte di essi si trova
integrata in complicati sistemi produttivi. Ma perché gli autori di software non hanno
scritto il numero dell'anno per intero? Ci sono due motivi: il primo è che i programmi
dei computer sono stratificati un po' come le rocce delle varie ere geologiche: noi
vediamo sullo schermo del nostro computer Windows 95, o qualche altra versione di Windows,
magari ancora più recente, ma sotto Windows c'è ancora il vecchio sistema operativo
MS-DOS, creato da Bill Gates vent'anni fa. |
Ed il secondo motivo è che vent'anni fa i computer avevano una memoria
infinitamente inferiore a quella dei computer attuali (negli anni '60 i computer avevano
una memoria pari a quella delle odierne calcolatrici tascabili), e costavano cento volte
di più. Quindi si cercava di risparmiare, e scrivere due numeri anziché quattro voleva
dire occupare metà spazio di memoria. Gli autori di software di quell'epoca non potevano
immaginare che quei programmi sarebbero rimasti come "fossili?" nei computer
delle generazioni successive, ne tanto meno che le due cifre avrebbero mai causato tanti
disagi. In tutti gli stati più industrializzati, ed in particolare in Francia ed
Inghilterra, la preoccupazione per il Millennium Bug è alle stelle. Si teme che a Parigi
i semafori non funzioneranno più. Inoltre, poco prima della mezzanotte del 31 Dicembre,
in Francia e Gran Bretagna i treni si fermeranno. Questo per evitare che il mal
funzionamento di alcuni semafori ferroviari causi incidenti. Negli Stati Uniti è già
stata creata una mappa aerea che segna i punti dove gli aerei non potranno passare,
perché i radar che controllano quelle zone sono a rischio. Il primo ministro inglese
Blair, dopo aver ascoltato il parere degli esperti, ha tenuto una conferenza televisiva,
consigliando a tutti i cittadini di fare scorte di legna, cibo, acqua, procurarsi un
generatore elettrico, non uscire di casa in macchina... proprio come in prossimità di una
catastrofe. Ma questo è niente. Si è scoperto che solo da due mesi in Francia si è
cominciato a controllare i computer che regolano le centrali nucleari del Paese. E se
qualcosa dovesse andare storto... Fortunatamente a livello mondiale ci si è fortemente
sensibilizzati riguardo a questo problema, e sono stati stanziati numerosi fondi per
dotare chi ne è sprovvisto di apposito software (ossia dì un programma) per predisporre
i PC al nuovo millennio. Inoltre hanno avuto luogo numerose simulazioni di "cambio di
millennio". per attestare che questo timore fosse realmente fondato. Infondata si è
invece rivelata l'ipotesi secondo la quale numerosi computer sarebbero andati in tilt il
giorno 09/09/99, per via della numerosa quantità di numeri nove presente in tale
datazione. In Italia la Telecom ha istituito un numero verde (800.200.000) chiamato Millennium
al quale ci si può rivolgere per avere chiarimenti . Questo è tutto: il nuovo
millennio è ormai alle porte, e l'uomo si sta preparando a festeggiarlo nel migliore dei
modi, ovviando a tutte le problematiche di carattere logistico che esso comporta.
Michele |
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