Per festeggiare la nostra piccola
storia, a partire dal nostro 10° anno di attività musicale, di anno in anno abbiamo
scelto qualche luogo di Corte Franca che avesse unaltra storia da raccontare.
Mentre i ragazzi
dei nostri corsi musicali davano una piccola dimostrazione (quasi sempre in forma
"acustica") delle capacità acquisite, veniva diffuso un volantino per
raccontare agli abitanti, insieme alla piccola storia del GAG, la storia di quel luogo di
incontro. In tutte le località le persone hanno gradito la storia raccontata ed il
"sottofondo" musicale, ma soprattutto quest'idea di legare Musica e Cultura in
forma semplice.
Questo
luogo: la ex Biolcheria di Bersi.
|
|
È uno dei
luoghi più antichi di Timoline. Qui infatti sono stati trovati durante la recente
ristrutturazione alcuni segni, visibili allesterno del fabbricato che ospita
lo studio fotografico, che farebbero risalire la costruzione di quelledificio
intorno al 1300-1400 (studi PRG di Corte Franca 1996).
Il nome di Biolcheria deriva dal fatto che per molto tempo le case di questo
"löc" sono state le abitazioni dei contadini, dei "Biólc" (da
Biolca = unità di misura della superficie del terreno ancora in uso nel Veneto ed in
Emilia come da noi lo è il Piò) e dei "Mashér" (mezzadri) che
hanno speso la loro vita tra la stalla e la campagna «...Cadeva la pioggia, segnavano i
soli, il ritmo delluomo e delle stagioni...» direbbe, parlando di loro, Francesco
Guccini.
Nello stabile che fa da angolo allincrocio tra Via C. Battisti e Via Roma, agli
inizi del secolo fu ricavato un luogo per farvi la scuola. Con lavvento del fascismo
quel fabbricato divenne la "Casa del fascio", negli anni sessanta fu sede
dellACLI, col suo bar, e più tardi ospitò lambulatorio medico.
Prima della ristrutturazione che ha portato questo luogo ad essere come lo si vede oggi
anche noi del GAG abbiamo potuto usare la ex stalla (dove ci sono ora fruttivendolo e
parrucchiera) per cominciare la nostra attività musicale e dove abbiamo allestito alcuni
carri allegorici per carnevale.
Poi la ristrutturazione che ha tolto il muro di cinta verso la strada provinciale, quel
muro che, quando fu costruito, segnava il confine ovest dellabitato di Timoline. |
torna su
Unaltra
storia.
Questo luogo: Piazza
Robespierre. |
|
Questo è il
nome che il Conte Ignazio Lana ha dato a questo posto.
A Corte Franca, ma soprattutto a Borgonato, tutti hanno sentito parlare di questo
personaggio per le sue vicende che non si possono proprio dire normali. Un personaggio
certamente fuori dal comune del quale, per far capire meglio, ricordiamo alcuni episodi
marginali, ma significativi.
Essendo contrario alla costruzione della linea ferroviaria Brescia - Iseo (la riteneva
inutile), il giorno della sua inaugurazione, si dice, sfidò il treno cavalcando di
stazione in stazione ed aspettandolo ogni volta per evidenziare la sua superiorità sul
mezzo di trasporto. Nel tratto di ferrovia che passa da Borgonato, pare che il Conte Lana
cavalcasse seduto al contrario sul suo cavallo per beffeggiare le autorità che erano sul
viaggio inaugurale di quel treno tra i quali c'era il primo ministro, il bresciano
Zanardelli.
Stampò "LEco di Borgonato e Provincia" il che è tutto dire.
Famosa è anche la storia della sua finta morte, inscenata durante un suo viaggio
allestero per poi arrivare in chiesa durante la celebrazione del suo funerale, cosa
che, ovviamente, gli fece perdere credibilità in certi ambienti.
Bizzarro, rivoluzionario, con idee giacobine, il Conte Lana ebbe anche lidea di
dedicare una piazza a Robespierre.
Il nome fu cambiato in Via Broletto durante il periodo fascista ...«Siccome la gente di
Borgonato non voleva cambiare quel nome - dicono alcuni vecchi del paese - vennero da
Nigoline alcuni fascisti per togliere la lapide col nome di Robespierre, ma per un paio di
volte furono cacciati via, finché una notte... ci riuscirono».
In una serata di luglio, 207 anni dopo la Rivoluzione Francese, volendo legare la piccola
storia del GAG ad unaltra storia di un luogo di Corte Franca, abbiamo preferito
essere qui, nella PIAZZA ROBESPIERRE, forse lunica Piazza Robespierre dItalia. |
torna su
Unaltra
storia. Questo luogo:
Contrada
Della Corte. |
|
Se potessero
parlare, i muri di questa contrada, sentiremmo storie... da restare a bocca aperta.
Il Palazzo Monti Della Corte, così come lo si vede oggi è del 1600, ma già nel XIV° e
XV° secolo qui cera una cappella affrescata dedicata a S. Martino (patrono di
Nigoline) che svolse anche funzione di parrocchiale, dal 1532, finché non si costruì
(1578-1619) la nuova chiesa proprio qui di fronte (fu inaugurata nel 1620, la facciata,
invece, è del 1828 e fu benedetta nel 1912 da Mons. Geremia Bonomelli).
"Della Corte", probabilmente, sta per «De Curte Isei», come risulta da un
documento antico, il che fa ipotizzare una diramazione della famiglia Oldofredi di Iseo.
Lipotesi sarebbe confermata da alcuni stemmi di famiglia.
I Monti vennero a Nigoline nel secolo scorso e in questa casa tennero cenacolo della
migliore intellettualità e della politica bresciana e italiana con personaggi come Cesare
Arici, Rodolfo Vantini, i fratelli Ugoni, lAleardi e Ugo Foscolo (per citarne solo
alcuni). Qui venne anche Tito Speri nel 1849 dopo le "dieci giornate di Brescia"
e prima del patibolo di Belfiore a Mantova. In quelle eroiche giornate, infatti,
combatterono al suo fianco Alessandro Monti e suo fratello, il diciottenne Flaminio.
Tra le personalità anche il nigolinese Geremia Bonomelli (poi vescovo di Cremona) che qui
imparò la storia dItalia e si formò in alcune idee-guida.
Lentusiasmo vissuto in Franciacorta per le imprese dei Mille (testimoniato
dallerezione a Iseo del primo monumento dItalia dedicato a Garibaldi) tra
queste mura fu ampiamente condiviso insieme alle tensioni culturali, politiche ed
ideologiche che portarono allunità dItalia.
Oggi la proprietà è dei signori DAnsembourg e sede di unazienda vinicola. |
torna su
Unaltra
storia.
Questo luogo: il
Cortivo (curtìf). |
|
Dellinsieme
di case che formavano il piccolo "castrum" (castello) rimangono ancora oggi
alcuni inequivocabili segni della sua esistenza (muri a vista di medolo squadrato,
finestre con strombatura, una casa con base circolare e unaltra di forma
trapezoidale, la torre che si trova sul lato nord della valletta...)
Non è stato possibile sapere con precisione a quando risalga ledificazione del
castello, ma di certo si sa che:
- nel 1609, nel suo "catastico", Giovanni Da Lezze scrive di un «...castello in
monte circondato da mure, senza fosse, dirocato et hinabitabile»;
- buona parte dei fabbricati situati intorno alla "piazzetta col pozzo" (che è
un po il cuore di questo abitato) sono databili intorno al 1300-1400 (studi PRG di
Corte Franca 1996);
- le mappe napoleoniche (1810 circa) denominano «Cortivo» larea compresa tra Via
Castello, Via Nazario Sauro, Vicolo del Corbello, strada vicinale della Santella e la
Valle del Troso.
A proposito del nome di questa valletta...
Forse la presenza di concimaie e gabinetti pensili ha contribuito far sì che la gente,
con quel tanto di ironica concretezza, la rinominasse «al del strùs».
Una versione un po più ricercata farebbe risalire il nome Troso al fatto che la
valletta fosse usata dalla gente del posto per passare con la «Tróshô» (fascina di
legname tagliato sul monte e trascinato a valle con laiuto di una forcella di
legno). «Trós», infatti, è la legna di potatura della vite che viene anchessa
legata a fascine e «Trózô» era detto linsieme di rami legati in modo da essere
trainati nel campo con una zavorra di sassi: aveva la funzione di «sfrigulà»
(sminuzzare) il letame.
... eccovi unipotesi sul significato del toponimo Troso.
Questa piazzetta è sempre stata occasione di incontro per la gente comune (anche perché
spesso per attingere acqua al pozzo bisognava mettersi in fila). Stasera abbiamo voluto
unire le nostre note alle vicende più o meno note di questa contrada. |
torna su
Unaltra storia. Questo luogo: "El Paradìs".
Probabilmente alcuni degli stessi residenti
non sanno che larea comprendente le vie Don Sturzo, Marzabotto e Paolo VI°,
delimitata a nord dalla "Bià del Paradìs" e a sud da Via Seradina è stata
fino ai primi anni 80 un unico grande campo, il più grande di Timoline chiamato "el
Paradìs".
Se chiedete ai contadini che lo hanno lavorato, il perché di questo nome vi risponderanno
raccontandovi di come il lavoro qui sembrava non finisse mai. Sia che si trattasse di
arare o di falciare lerba o di mietere il grano era sempre unimpresa arrivare
«en có» (in fondo) a quel campo così grande, «grant... come l Paradìs!».
A nord, percorrendo quella che i nostri vecchi chiamano la "Bià del Paradìs"
(Bià = Via) si arriva allattuale via Silvio Pellico dove si trovano i campi e il
dosso della "Seradina".
La Cascina Seradina che si trova in quel sito è stata la prima costruzione "a
sera" (ovest) dellabitato di Timoline, ma l'origine del suo nome sta nel
termine "Cerro", nome di un tipo di pianta da cui origina anche «Serét»
(cerreto, "luogo con cerri", una varietà di quercia), località che si trova
appena fuori dal terriotorio di Corte Franca, vicino alle Torbiere, sul territorio di
Provaglio D'Iseo.
È interessante conoscere i nomi delle località storiche minori, ma quotidiane, perché
ci raccontano alcuni modi di vita della gente del nostro Comune che possono tornare a noi
solo così.
Da una ventina danni, dicevamo, in quello che fu il "Paradìs" si sono
costruiti diversi edifici che ospitano la posta, la banca, i negozi e le abitazioni
civili.
Per non perdere labitudine ad usare questo nome (che altrimenti è destinato a
scomparire), da oggi, se vi capita di passare in una di queste vie o d i entrare in uno di
questi edifici, potreste raccontare (con una punta di orgoglio e di autoironia) di essere
entrati anche voi «n dè l Paradìs» (nel Paradiso).
torna su
Unaltra storia. Questo luogo: "Cashulìne".
Il nome attuale di questa via è stato dato
per ricordare Astolfo Lunardi, partigiano bresciano delle "Fiamme Verdi"
(divisione "Tito Speri"), condannato a morte dai fascisti il 5.2.44 a causa
della sua lotta per la liberazione dal nazifascismo, ma come succede per tutti i
nomi "politici" delle località, con la località stessa non ha a che vedere.
Il nome precedente era italianizzato in "Via Casalini", che già si avvicinava
al nome che in dialetto si dà a questa località: «Cashulìne». Per località
intendiamo non solo la via, ma anche tutto ciò che è contenuto nel muro perimetrale che
i contadini una volta identificavano come il brolo dei «Péne» (soprannome della
famiglia Gatti) dove ora ci sono abitazioni e la ex Pavi-Mar.
Perché questo nome? Da dove viene?
Sulle mappe napoleoniche (del 1810 circa) esistenti allArchivio di Stato di Brescia
cè scritto «Cajoline», ma in un certo periodo la "j" lunga e la
"S" (esse) in certi casi sono state usate in modo intercambiabile, infatti
troviamo scritto «Cajella» per indicare la località Casella.
«Cashulìne», allora significherebbe casoline, casupole, casette, nel senso di case
isolate.
In questa via sorge una torre che gli storici ritengono sia stata fatta edificare intorno
al XIV secolo dai signori della zona, gli Oldofredi di Iseo, al tempo della loro massima
potenza (lo fanno supporre sia la struttura che il materiale usato per la sua
costruzione).
Fu usata anche come torre colombaria, (in quel periodo era questa la posta aerea); da ciò
derivano toponimi come: Colombaro, Colombara, Colombare, Colombera ecc.
In questa via, qualche decina di anni fa ebbe sede la prima banca di Corte Franca e
successivamente una delle classi della nostra scuola media.
torna su
Unaltra storia. Questo luogo: "La Shézô
Lóngô".
Al confine di Colombaro con Timoline, a Sud
dellattuale Via SantAfra, cerano i campi che i contadini dicevano della
«Shézô Lóngô» (Siepe lunga), infatti li divideva dalla strada una lunga siepe che
partiva dallinizio della ex "strada vicinale del Coniglio" (lattuale
via Lama) e terminava nei pressi della santella che si trova allinizio della strada
per il cimitero di Colombaro (via Dalla Chiesa).
La siepe era di «móre» e «pignatìne» (rovi e biancospino selvatico) e le sue
dimensioni erano di circa cm 120 daltezza e 80 di laghezza.
Sicuramente si trattava di una siepe esistente da molto tempo visto che il nome di questi
campi è riportato anche sulle mappe napoleoniche con la dicitura di «Cesa longa».
Qualcuno potrebbe pensare che «cesa» potrebbe significare "chiesa", ma in quel
periodo la "c", in questo caso, stava per "s" (ad es. «cerese» per
«serese», "ciliegie", ecc.)
Però una chiesa in questi paraggi cera veramente. Era dedicata ai santi bresciani
Faustino e Giovita e sorgeva pressappoco dove ora cè lAcquasplash. Di questa
chiesa non si conosce lepoca di costruzione e del resto sono poche le notizie che
abbiamo; si sa che era piccola e con un solo altare. Detta "in cattivo stato di
conservazione" nel 1670 e "semidistrutta" 14 anni dopo, fu rasa al suolo
alcuni anni dopo e al suo posto venne eretta una cappella al di là della strada, nel
campo dove ora cè il cimitero di Colombaro.
Di tutto ciò rimane traccia solo nel nome «el San Faüstì» (corrispondente al «S.
Faustino» delle mappe napoleoniche) che i contadini usano per indicare il campo che si
trovava a cavallo di quel tratto dellodierna via Dalla Chiesa che porta
allingresso degli impianti sportivi, una volta detta "Viali".
Non si sa che funzione avesse una chiesa in un posto così, ma sicuramente non quella di
cimitero perché fino allarrivo di Napoleone il Campo Santo era attaccato alla
chiesa parrocchiale.
torna su
Sulla mappa troviamo Le strade (nomi attuali)
(1) Via Presentane
(2) Str. Vicinale del Campagnolino (ora Via Bevilacqua)
(3) Str. Vicinale San Faustino
(4) Str. Vic. Delle Pissine e Balie
(5) Str. Vic. del Sale (o del Casino)
(6) Str. Vicinale della Sistolina
(7) Str. Vic. della Massolina
I nomi dei luoghi (individuazione tratta
dalla dizione popolare e dal catasto napoleonico)
(A) CRUZÀL DE LE BALIE
(B) PRESENTANE
(C) PRADÈI
(D) BALIE
(E) PISTOLINE - (E1) FISTOLINE
(F) CAMPO DI MEZZO
(G) CAMPO DELLA FOSCA
(H) PIZZINA E PIZZINE
(I) MASSAROCO
(L) MAZOLINE
(M) CAMPO LUNGO
(N) Campagnola-Campagnolino
PAGNOLINO
(O) SAN FAUSTINO
(P) PIANE
LA FURNAZÌNÔ |
|
Forse anche
voi vi sarete chiesti il significato di questo nome.
In nessuno dei vocabolari toponomastici consultati abbiamo trovato il toponimo
"PRESENTANE", nome che è arrivato fino a noi grazie allintestazione di
questa via (1).
E allora proviamo noi a dare una risposta. Collegheremo alcuni elementi e metteremo lì
unipotesi (che ha bisogno di conferme o smentite).
- Sul "Vocabolario dei dialetti bergamaschi" del Tiraboschi (fine 1800) si
legge: «Presentì = Gabelliere». La cosa in sé non avrebbe alcun significato, ma...
- PRESENTANE (B) è detta quellarea che si trova a Sud della Strada Vicinale San
Faustino (3) che porta al cimitero e "abbracciata" dalla Strada Vicinale delle
PISSINE E BALIE (4), strada di campagna che dai 2 ingressi di Via S. Afra
(allaltezza dellincrocio con Via Martiri della Libertà) e del Budrio sfocia a
Sud dellattuale Via Dalla Chiesa, allaltezza del «CRUZÀL DE LE BALIE» (A)
lincrocio detto "delle Balie".
- Se sul nome "PISSINE" (Pizzina o Pizzine) il dialetto «Pishì» e
«Pishìne» ci aiuta a capire che che si tratta di un luogo con acqua, acquitrinoso, sul
toponimo "Balie" cè bisogno di una valutazione più approfondita.
- Tra la gente è "comun sentire" che:
1) lincrocio (Cruzàl de le Balie) è stato chiamato così perché era meta delle
balie dei Signori di Timoline e Nigoline che lì si davano convegno per la passeggiata coi
bambini;
2) i campi delle "BALIE" (D) erano il luogo degli incontri per gli amori
clandestini dei Signori di cui sopra che così facendo procuravano lavoro per le loro
balie;
3) il «Cruzàl de le Balie» è chiamato così perché lì si trovavano le «filandére»
di Timoline e di Colombaro prima di andare, a piedi, a lavorare in filanda ad Adro e vi si
fermavano al ritorno per un ultimo pettegolezzo prima di far ritorno a casa.
Però nessuna di queste spiegazioni sulluso dei luoghi ci aiuta a capire il toponimo
"Presentane".
- Sulle mappe napoleoniche (inizio 1800) "Balie" è scritto "Baile":
è solo uninversione? E "BAILE" cosa significa"? È ancora il già
citato Tiraboschi che ci aiuta e così scopriamo che "Baile" è un nome
longobardo, ma che anche il veneziano ha «Bailo» (funzionario, ambasciatore, Signore,
rappresentante della Repubblica) a sua volta variante di «Balio» (reggitore, messo di un
magistrato) che deriva dal latino: «Bailus», cioè Amministratore.
Se fosse giusta questa lettura dei toponimi: PRESENTANE da PRESENTÌ = GABELLIERE e BALIE
o BAILE = FUNZIONARIO, AMMINISTRATORE (o simili) si potrebbe ipotizzare lesistenza
in questi luoghi di un BANCO DEL DAZIO.
Oltre tutto questi toponimi si trovano sul percorso dellipotizzata "Via del
Sale" che collegava Adro (S. Maria in Favento), Nigoline (S. Eufemia), passava dal
Budrio, attraversava le Balie e proseguiva verso Iseo.
Solo coincidenze e fantasticherie? Forse. Sicuramente la diversa frequentazione dei luoghi
e la rottura del legame sociale che ha dato origine a questi toponimi rende ardua una
spiegazione del loro significato, soprattutto a persone sprovvedute come noi.
È comunque un campo ricco di suggestioni che meriterebbe linvestimento di adeguate
risorse da parte della nostra comunità per uno studio serio ed approfondito.
Nel nostro piccolo ci siamo sforzati di ventilare unipotesi in risposta alla nostra
(e crediamo anche vostra) voglia di sapere. |
|