Via Gramsci
conduce alla zona dei confini e poi procede
oltre con altri nomi. Nessuno lo direbbe mai ma
Via Gramsci, ex Via Cerreta, è una delle strade
extraurbane più transitate d'Italia ed una
ragione c'è. Oltre che collegare Poggio Bustone,
parte di Rivodutri, di Leonessa, di Monteleone
di Spoleto, di Morro e di Labro a Rieti
rappresenta il percorso migliore e più economico
per collegare più province e più regioni fra di
loro. Gli automobilisti della Puglia, degli
Abruzzi e di qualche provincia pugliese la
percorrono per raggiungere centri dell'Umbria,
della Toscana, dei centri Maceratesi. Traffico
verso la Valnerina e verso Cesena per
raggiungere il nord abbastanza rapidamente
contenendo le spese. Anche in senso contrario
esiste simile traffico. Questo lo so da tanti
anni e lo scoprii allorquando una pericolosa
curva non era stata ancora rettificata ed
incidenti se ne verificavano settimanalmente. Ed
allora o perchè coinvolti in incidenti o perchè
si fermavano per dar soccorso si aveva a parlare
con genti pù disparate. A tanto occorre sommare
reatini e ternani che evadono dalla città per
rifarsi un pò la testa e respirare aria buona.
Che l'aria è buona se ne sono accorti anche
tantissimi ciclisti che hanno scelto questo
tracciato per i loro allenamenti. Cosa voglio
dire con questo? Dico che via Gramsci si trovi
in uno stato di illegalità addebitabile allo
stato in quanto da anni avrebbe dovuto essere
riqualificata come strada statale ed invece
ancora versa nella misera condizione di strada
provinciale. Qui si ricorda brevementa che la
strada provinciale collega i comuni d'una
provincia al capoluogo. Ebbene, la strada che
dalla curva della Spera porta a Morro con misero
traffico è strada statale da sempre e questa no.
Quella è mantenuta dall'ANAS e questa da
nessuno. E' un vero peccato inoltre che nessuno
ha mai pensato che questa strada poteva
rappresentare una fonte economica per cittadini
che avessero voluto intraprendere con attività
pertinenti a questa condizione. I politici
stanno svegli per alcune faccende e dormono per
altre, aspettando la manna dal cielo. Per loro
il fine mese arriva comunque.
La
foto a sinistra ritrae me e
quella che sarebbe diventata mia
moglie il giorno dello
sposalizio di Felice Strinati e
Rita Cervelli all'hotel
ristorante Villa Tizzi di San
Pietro di Poggio Bustone. Pesavo
qualche chilo meno di oggi.
Rita e Felice, insieme ai loro
figli gestiscono l'agriturismo
"POETA" che si intravvede nella
foto precedente sotto la scritta
Poggio Bustone.
Gatto
equilibrista.
I Confini fra
Cantalice e Poggio Bustone ripresi dalla
cima di monte Cerasa
La
questione delle sorgenti di Cantalice,
Poggio Bustone e Rivodutri
SICCITA' e GRANDI
SORGENTI NELLA PIANURA REATINA.
Occupandomi delle sorgenti poste
al nord della piana emerge che
Poggio Bustone e Rivodutri hanno
una disponibilità idrica
maggiore di quella che ha
Cantalice. Le sorgenti Canepine si
manifestano visivamente nel
fiumiciattolo che vediamo in una
curva poco prima di arrivare a
Ponte Crispolti. Praticamente
passano vicino al negozio della
Purina. le sorgenti montane di
Rivodutri e Poggio Bustone non
sono qui riportate. RIETI,
FABBRICA DELL'ACQUA, MUORE DI
FAME MA NON FA MORIRE DI SETE.
Portata media di alcune sorgenti
reatine. PESCHIERA: 30 Mc al
secondo. SANTA SUSANNA: 5.5 Mcs.
LE CAPORE: 5 Mcs. Nella valle
del FARFA SORGENTI LINEARI
MONTORO-STIFONE: 15 Mcs. PIANA,
FIUMI SALTO E TURANO: 05 Mcs.
SAN LIBERATO 1 Mcs. VICENNA
RIARA: 0,07 Mcs. SORGENTE DEL
CANTARO: 0,5 Mcs. LA SORGENTE
ONNINA 40/ls. Per quel che
concerne il comune di Cantalice
al momento non è nota la portata
delle sorgenti Spaccabicchieri
che alimentano in parte
l'acquedotto comunale. Non è
nota nemmeno quella della
sorgente che si trova a sud
della quercia di San Liberato.
(300 l/s?) che attualmente è più
che dimezzata dalla siccità. Le
sorgenti del Caliero in Santa
Margherita ancora presentano
un'accettabile portata.
Anch'esse staranno sui 300 l/s?
E' da verificare. Il Caliero è
un ruscello che corre
parallelamente al primo tratto
di Via 1° Maggio. Pericoloso
perchè la strada non ha nessuna
protezione ed incontrandosi 2
auto, vista l'irregolarità
dell'asfalto, quella che procede
in salita potenzialmente può
cadere nel ruscello medesimo
sempre a causa dell'irregolarità
dell'asfalto. Dimenticavo le
sorgenti di Trinca in San
Liberato la cui portata è stata
da me stimata in oltre 100 litri
al minuto. LEGENDA. UN METRO
CUBO EQUIVALE A 1.000 LITRI DI
ACQUA. A mezzanotte sto rivedendo le
tabelle stilate da dei geologi e
mi sono accorto che ho sbagliato
la lettura delle Sorgenti di
San
Liberato che anzichè avere la
portata di 1 Mcs ne avrebbero
0,1 Mcs, cioè 100 litri al
secondo. Queste tabelle a me sembrano
errate, ricordando com'era il
vecchio Rio prima che le sue
acque venissero immesse
nell'acquedotto della cassa del
Mezzogiorno verso Cantalice. Per
me il rio era 1/5 delle sorgenti
di santa Susanna portando
quindi 1000 litri al secondo.
Sono passati più di 40 anni da
quel dì, da quando il Rio non
s'è più visto nella sua vera
dimensione. Se la portata
attuale è quella indicata dalle
tabelle significa che lavorando
alle sorgenti hanno fatto
perdere 900 litri d'acqua al
secondo, facendola disperdere
sottoterra. Queste cose
dispiacciono più di quanto si
possa pensare. -----
---- Si dice che alla sorgente
montana di Cantalice,
Spaccabicchieri, facendo dei
lavori di captazione si
arriverebbe ad un "Mare
d'Acqua". Però questa captazione
non va mai in porto. Perchè?
Perchè hanno paura che anche
quelle acque facciano la fine di
quelle delle sorgenti di san
Liberato. (Chi è stato morso
dalla vipera ha paura anche di
una lucertola). ----- I
cittadini di San Liberato
chiedono il giusto risarcimento
per il grave danno subito. Non
vogliamo nessun compenso per
l'acqua indirizzata verso le
case dei nostri compaesani ma
vogliamo essere risarciti da chi
ha ideato l'ulteriore captazione
La richiesta è più che
legittima. FACENDO IL CONTO
DELLA SERVA mi sono messo
a considerare quanto segue. 1)
IL MIO RUBINETTO DELLA CUCINA
PORTA UN LITRO E MEZZO OGNI 6
SECONDI. QUINDI 0,25 LITRI
AL SECONDO. 2) A san Liberato
c'erano 8 fontane sempre aperte.
0.25 x 8 = 2 litri al secondo. Le otto
fontane avevano una portata di 2
litri al secondo. 3) Attualmente
a San Liberato ci sono circa 200
famiglie. Allora si arrivava a
circa 240. Se un terzo apriva il
rubinetto succedeva che 80x0,25=
20 ls che sommati a quelli delle
fontane fanno 22 litri al
secondo. 4) Almeno la portata
d'una quindicina di rubinetti
veniva convogliata a TRINCA
(Dove stava il povero Federici
Virgilio) per innaffiare gli
orti ed abbiamo altri 3,75 ls IN
QUESTA IPOTIZZATA SITUAZIONE SI
CONSUMAVANO CIRCA 26 LITRI AL
SECONDO. Se il Rio avesse
avuto una portata di 100 litri
al secondo, ridotta a 74 ls
come poteva alimentare gli orti
di Rotone, le due cascate e
almeno 2 mulini? Dal casale di
Mazzetta si diparte un viottolo
che va in direzione campi
di Collemare. Dopo 150 metri c'è
un ponticello dove sotto scorre
quel poco che rimane di Rio:
praticamente niente. Il vocabolo
di quel posto è Rio di
Taccone. Frequentavo quella
zona fin da quando avevo 3 o 4
anni. Ci andavo con mia nonna e
mia madre a lavare ceste di
lenzuola e nel mese di Dicembre
a lavare le interiora del
maiale. Allora il Rio di Taccone
era largo dai 3 ai 4 metri e per
traversarlo erano state disposte
delle fila di pietre alte una
cinquantina di centimetri. Li
era ancora veloce, bello a
vedersi e pericoloso per i
piccoli. Da lì verso il
ponte del Travo Rio assumeva la
forma d'un fiumiciattolo. Al
Ponte del Travo una piccola
parte delle sue acque veniva
inviata in quel casale che
ancora oggi si vede alla destra.
Il resto delle acque correva nel
percorso attuale che non è
naturale ma è opera della
bonifica, un percorso
rialzato per evitare inondazioni
dei terreni limitrofi. Rio era
una grande ricchezza per i
coltivatori che avevano i campi
con lui confinanti. Dalle
Molina a Cerro Cupo si
innaffiavano i campi per
inondazione, a turno.
Rigogliose erano le coltivazioni
di fagioli, zucchine,
pomodori, ed anche di cocomeri e
meloni. Le coltivazioni a
foraggio avevano i terreni
sempre molli e camminando in
questi terreni le scarpe
affondavano nella terra.
Nonostante questo Rio aveva
ancora abbastanza acqua da
riversare nel lago Lungo.
Attenzione. Il canale che va al
mulino di santa Susanna ha la
portata di un metro cubo al
secondo (1000 litri al secondo).
Quelle acque sembrano tante
perchè hanno una velocità
ridotta. Se viaggiassero in
discesa sembrerebbero meno
consistenti. E RIO NON AVEVA
ALLA SORGENTE ALMENO LA STESSA
MASSA D'ACQUA DEL CANALE IN
QUESTIONE?.. Vedi il video e
giudica
Almeno 1
volta al
mese il
Rio
dovrebbe
scorrere
per 5
ore come
succedeva
una
volta.
Questo
per
farlo
conoscere
a chi
non l'ha
mai
visto e
per
farlo
apprezzare
per quel
che è.
La
cascata
delle
Marmore
si può
vedere
solo
quando
il
flusso
del
fiume
Velino
non è
indirizzato
alla
centrale
elettrica.
Se
succede
là può
succedere
anche
quà.
Località
Patullu
o
Patullo
e Casale
dei
Boccacci.
Si
trovano
a
ridosso
del
confine
a metà
percorso
fra
Poeta e
Colle
Trullu,
dove
all'incirca
finiscono
ì
confini.
Sia a
sud
ovest,
sia a
sud, sia
a sud
est il
territorio
era
dello
stato
Pontificio.
Quasi
sicuramente
Giovanni
Boccaccio
qui
scrisse
una
delle
sue
Novelle.
Solo
Boccaccio
fra
tanta
letteratura
parla
della
pianta
della
Persa
(variante
della
maggiorana
dal
sapore
delicato).
Guarda
caso la
Persa
esiste
solo a
Cantalice
e forse
in altri
due
paesi
del
reatino.
Per me
era
l'antico
Amaracus
e non il
Sansucus.
Tratto dal mio Google
Plus dove parlavo della
mappa errata del sito
Facebook
dell'Agriturismo Poeta:
" https://www.facebook.com/Agriturismo-poeta-1616021615354833/?fref=nf
AGRITURISMO POETA
CONFINI CANTALICE POGGIO
BUSTONE SOTTO MONTE
CERASA. La cartina, con
la relativa posizione,
che sta su facebook è
totalmente sbagliata. Si
trova sulle alture
dietro casa mia e non a
Poggio Bustone centro.
Il padre di Antonio è
più giovane di me di 9
giorni. Siamo andati a
scuola insieme. Non ho
fatto mai pubblicità al
mio amico perchè non ne
ha bisogno in quanto
ogni cliente gliene
porta altri 50. Sul suo
sito non c'è alcun
accenno sull'origine del
nome Poeta. In quel
sito, secondo le mie
ricerche, venne Dante
Alighieri mentre il
Boccaccio molti anni
dopo andò al Casale
Boccacci che si trova in
territorio di confine.
Questo sta sul confine
dal versante di Poggio
Bustone. Sotto questo
locale si trova il Campo
di Santa Maria, dove
supponevo si trovasse e
si trovi ancora la tomba
di Re Manfredi. In tempi
più recenti al campo di
santa Maria c'era un
convento di monache e la
chiesa di santa Maria di
Consenano o Consonano.
Nel 1400 c'era una
chiesa detta degli
Inglesi. (Santa Maria in
Anglise). Invece lo
stabile primitivo
dell'agriturismo era un
convento francescano.
Sotto c'è anche la
località PIPINO dove
PIPINO IL BREVE, PADRE
DI CARLO MAGNO, ERA
ACCAMPATO PERCHE STAVA
GUERREGGIANDO SULLE
ALTURE DI POGGIO
BUSTONE. Pipino il breve
fece costruire anche un
mulino ad acqua nei
pressi di Santa Susanna.
Il muro che porta acqua
al mulino è ancora
quello che costruirono i
soldati di Pipino. MONTE
CERASA : la freccia
indica la mia
abitazione.
L'Agriturismo Poeta è la
costruzione più in quota
di tutte. Si trova alla
destra del monumento
rupestre che visto da
San Pietro sembra un
elefante. Quella roccia
è detta ROTTE E MAIOLU.
Era dedicata a San
Maiolo.
https://plus.google.com/photos/photo/103805866392020479467/6380683307060066082?icm=false
"
Sia da vicino casa mia
che dal Casale dei
Boccacci si dipartono
due gallerie che
andavano a
ricongiungersi al campo
di Santa Maria. A cosa
servissero di preciso
non si sa. Si può
pensare ad opere di
drenaggio dei terreni,
al contrabbando e ad
altro ancora. Ad
intervallidi una
cinquantina di metri
avevano delle bocchette
d'aereazione e
permettevano il
passaggio di persone in
posizione eretta. Nel
corso di tanti anni si
parla solo di Cantalice
e di Poggio Bustone
intesi come centro. Come
se nelle altre zone il
tempo sia passato
invano. Agli inizi del
1600, in occasione
dell'istituzione del
tribunale inquisitorio a
Cantalice, che doveva
raccogliere
testimonianze sulla vita
del beato Felice da
Cantalice fu chiamato a
deporre anche il parroco
della parrocchia di san
Liberato (Don Ferri) il
quale fra le altre cose
disse che nella sua
canonica venivano
conservati documenti che
scendevano fino all'anno
1000. Quei documenti
furono secretati dal
Vaticano ed ancora
giacciono nei suoi
archivi. La storia a
volte è stata da me
forzata ma quando dissi
che Giulio Cesare era
stato adottato da dei
pastori di queste zone
forse avevo ragione.
Questa zona è stata a
lungo chiamata Cesarano.
Qualcuno si aspettava
che mi avesse ispirato
Monte Cerasa ma così non
è.
Monumento
rupestre
che
rappresenta
2
figure.
La prima
è un
elefante
e la
seconda
è un
caprone.
La
terza,
che
sarebbe
stato un
grosso
serpente
boa che
mangia
il
caprone
non si
vede
più.
Trattasi
di
rappresentazioni
pre
mitologiche
di cui
restano
rarissime
tracce
nella
letteratura.
Ne
trovai
traccia(un
pò
deformata)
nel
racconto
"Il
piccolo
principe".
Qui
mettono
in ballo
anche un
cappello
che non
riesco a
vedere.
A meno
che del
cappello
non
resti
traccia
nell'etimologia
del nome
di
una
cimadi
monte
sovrastante
che è il
Cappafolle.
Potremmo
qui
vederci
un
"Kappe
Wolle",
cioè un
cappello
di lana.
Oggi
questo
monumento
viene
ricordato
solo
come
Grotta
del
Maiolo
(Rotte e
Maiolu).penso
che si
tratti
di San
Maiolo.
Foto
alla
sinistra.
La vetta
di Monte
Cappa
Folle.
Anche su
questa
vetta si
trova
ancora
uno dei
tanti
cippi di
confine
Poggio
Bustone.
Colonna
o Cippo
antichi
confini
con
Cantalice.
CSF
Rieti
--- I
Normanni
estesero
i loro
domini
fino
qui. Poi
i
confini
furono
rettificati
e non
saprei
dirne la
data.
Forse
agli
inizi
del
1800.
Sotto
ogni
nuova
colonna
o cippo,
alla
base,
veniva
sepolto
1
Baiocco.
Per
questo
motivo i
cippi
sono
stati
tutti
scalzati.
Per
prendere
il
baiocco
e forse
credendo
che ve
ne
fossero
di più.
La
sorgente
della
VICENNA
RIARA si
trova
nel
boschetto
dietro i
pali
della
luce.
Tornando
ai
confini
lo stato
della
Chiesa
non
potette
avanzare
ulteriormente
perchè
la mia
casa era
stata la
casa di
Costanza
d'Altavilla.Il
ponte di
Matoce
doveva
essere
il ponte
dei Mat
HOTE(VILLE).
Re
Ruggero,
padre di
Costanza
aveva
preso in
moglie
una
nobildonna
reatina
di cui
incerta
è la
stirpe.
IL LIBRO
DI
BRAGONI,
SU
CANTALICE
LO
BRUCIAI
PRESO DA
SCONFORTO.
PERO' SE
NON
L'AVESSI
ALLORA
LETTO
MAI
AVREI
POTUTO
RITROVARE
QUESTO
CIPPO.
Quando
ne
parlava
gli
piangeva
il
cuore....
le
migliori
terre....
I
Cantaliciani,
che il
libro di
Bragoni
custodiscono
gelosamente
nelle
loro
librerie
o
biblioteche,
queste
cose le
sanno
molto
meglio
di me.
UNA
BANALITA':
QUESTA
MALANDATA
PIETRA
POTREBBE
FAR
TURISMO
PIU' DI
QUANTO
SI POSSA
CREDERE.
MA SE
ALLA
GENTE
NON
GLIELO
SPIEGHI
MICA SE
LO PUO'
SUCCHIARE
DAL
DITO.
Vedi la
pietra
direttamente
Storie automobilistiche del confine. Fiat Balilla di Sabetta Ludovico di Falilò
Fiat Balilla anni 50. Di Sabetta Lodovico di Falilò. A Lodovico serviva quest'auto perchè aveva un negozio di alimentari detto "Lo Spaccetto". Cento cinquanta metri distante da casa il linea d'aria. però lui ricadeva sotto Poggio Bustone. Quest'auto svolgeva anche compiti d'ambulanza quando ve n'era necessità. In genere riportava a casa le persone dimesse dall'ospedale. Lodovico per questo non s'è fatto mai pagare. Allora questa strada era bianca e piena di buche. Tra Cantalice e poggio Bustone c'erano in giro solo altre 2 auto.Una era altra Balilla del medico di cantalice Angelo Fegatelli (Nativo di Cittareale) ed un'altra era di (SOR) Mario Maciocci, una Fiat 1100. Sor Mario teneva un'attività commerciale, un consorzio
ed uno
sportello
bancario.
Poi per
quel che
ne so,
qualcosa
non girò
per il
giusto
verso e
lui, un
uomo
distinto,
elegante,
orgoglioso,
brillantina
nei
capelli
(Somigliava
a Mario
Riva,
almeno
ai miei
occhi)
non se
la sentì
più di
vivere
qui e
ricominciò
un'altra
vita in
Svizzera.
Lissù i
suoi
figli
hanno
avviato
fortunate
imprese
commerciali.
La sua
villa
era quel
casone
dove
oggi c'è
il
centro
Alzeimer.
ERA UN
SIGNORE
NATO SOR
MARIO
MACIOCCI
http://rumors.blog.rai.it/files/2010/09/Mario-Riva.jpg
LE
STRANEZZE
DEI
CONFINI.
Una
stradina
con alte
querce
ai lati
fa da
confine
fra
Canalice
e Poggio
Bustone.
Casa
Sabetta
sta 10
metri di
là.
Dieci
metri
oltre
onfine,
e dal
versante
di
Cantalice
c'erano
3
famiglie.
Da
Sabetta
si
parlava
e si
parla
Pojano,
di quà
Cantaliciano.
La bella
storia
dell'asina
di
Natalina
Colapicchioni.
(Asina
di
confine)
Non
ricordo
più il
nome di
quest'asina
ma
ricordo
benissimo
i tempi
in cui
corse
amicizia
fra di
noi. Sto
parlando
di un
periodo
che va
dalla
fine
degli
anni 50
e i
primi
anni
degli
anni 60.
Dapprima
fu
l'asina
di uno
dei
tanti
zii che
mi
ritrovavo.
Era
quindi
l'asina
di mio
cugino,
di
qualche
anno più
grande
di me.
Andavo
spesso a
trovarlo
nella
sua
fattoria
e perchè
m'andava
di stare
insieme
a lui e
perchè
in
quella
fattoria
c'erano
tante
cose da
vedere
ed altre
da
scoprire.
Vicino
l'ingresso
della
sua
abitazione
c'erano
due
magnifici
melograni
che
allora
nessuno
aveva
nei suoi
orti. In
un
vicino
boschetto
c'era
una
sorgente
che
andavo
spesso
ad
esplorare.
Nell'ampio
cortile
razzolavano
polli,
anitre e
tacchini.
Un cane
da
caccia,
Derna,
aveva il
dono del
sorriso.
E c'era
anche
l'asino,
un'asina,
libero
anche
lui di
gironzolare
di qua e
di là.
Da un
lato
quest'asino
era
fortunato
perchè
il
grosso
dei
trasporti
lo
facevano
due
robusti
buoi,
dall'altro
era
sfortunato
essendo
nato in
un
periodo
in cui
giravano
pochi
soldi e
per
questo
non
aveva
scarpe,
cioè
ferri.
Tirava
il suo
veloce
carrettino
ugualmente,
senza
grossi
problemi
e la
cosa che
mi
piaceva
di più,
allora,
era
guidare
il
carretto.
Aiutavo
ben
volentieri
mio
cugino a
tagliare
l'erba
medica e
a
caricarla
sul
carro
purchè
mi
permettesse
di
tenere
le
briglie
dell'asino.
I
percorsi
da
compiere
erano 2.
Uno alle
Molina e
l'altro
a Cerro
Cupo.
L'erba
era
irrigata
pressochè
tutti i
giorni e
cresceva
a vista
d'occhio.
L'asino
soffriva
un pò
quando
andavamo
a Cerro
Cupo
perchè
la
strada
era
ricavata
in un
fosso
stracolmo
di
ciottoli.
Ed anche
le ruote
del
carretto
risentivano
di
questa
presnza
traballando.
Nel giro
di pochi
anni le
condizioni
economiche
mutarono.
Mio
cuginò
fu uno
dei
pioneri
della
meccanizzazione
agricola.
Comprò
una
motofalciatrice
quando
nessuno
ancora
ce
l'aveva
e di
lavoro
ne aveva
a
bizzeffe.
L'aveva
trasformata
anche in
mietitrice
lavorando
così
giorno e
notte.
Comprò
il suo
primo
trattore
e per
l'asino
giunse
il
momento
d'andare
in
pensione.
Gli andò
bene
stavolta
all'asino
perchè
lo
comprò
una
donna
vedova
che non
aveva
nessuno
in casa
che gli
desse
una
mano,
che le
facesse
un pò di
compagnia.
Natalina
Colapicchioni
divenne
la nuova
padrona
e per
l'asino
iniziò
una vita
da re.
Veniva
spazzolato
tutti i
giorni.
Portato
dal
maniscalco,
curato
quando
ve n'era
necessità.
L'asino
conobbe
una
confortevole
stalla,
giacigli
di
paglia
sempre
in
ordine,
fieno,
biada,
carote,
in
abbondanza.
Aveva le
sue sue
2 o tre
ore al
giorno
di
pascolo,
tenuto a
lunga
cavezza.
Poi la
sera
alla
fonte
pubblica,
benchè
la sua
stalla
fosse
fornita
d'acqua
corrente.
E perchè
veniva
portato
alla
fonte?
Perchè
il
ritorno
dalla
fonte di
Marcelletta,
al bivio
di
Falilò,
prevedeva
il
transito
lungo
l'ombrosa
strada
dei
confini
allora
non
ancora
asfaltata.
Quell'asino
godeva
un mondo
a
rotolarsi
nella
polverosa
strada e
Natalina,
tenendolo
a
cavezza,
gli
concedeva
tutto il
tempo
che
voleva.
Poi a
casa lo
spazzolava.
Erano
passati
molti
anni dal
giorno
dell'acquisto
ed una
sera il
figlio
di
Natalina,
tornato
in ferie
da Roma,
organizzò
una
festa da
ballo
alla
quale
partecipammo
in
molti.
Io come
osservatore
perchè
il ballo
non mi
piaceva
ma mi
piaceva
stare
immezzo
alla
gente.
C'è da
dire che
i
ballerini
avevano
tutti
un'età
maggiore
della
mia.
Quella
sera si
ballava
sul
terrazzo
e tutti
sembravano
divertirsi.
Il
divertimento
però
durò
fino a
mezzanotte
perchè a
quell'ora
salì su
Natalina
che ci
invitò
ad
andarcene
perchè
con
quella
musica
il suo
asino
non
poteva
dormire.
Disse e
fece che
fece
terminare
la
festa.
Le strade dei confini fra Cantalice e Poggio Bustone.
Confini in dettaglio. I terreni che sono visibili in questa foto, ed anche la strada, ricadono nel comune di Poggio Bustone. Chi non è abitante del posto sicuramente penserà che la curva di via Giacomo Matteotti si trovi in territorio cantaliciano. La freccia in alto indica l'inizio della stradina che fa da confine. Questa arrivata a casa Ferri traverserà la provinciale delineando il confine. Sulla destra Poggio e alla sinistra Cantalice. Il tragitto della stradina terminerà a nord del lago Lungo, a Colle Trullu.
La villa in marroncino è di proprietà Sabetta, figlio di Ludovico che ivi teneva un negozio di generi alimentari, macelleria ed osteria. Un bel gioco di bocce era sede di ritrovo degli uomini e ragazzi locali. Birre e gassose qui servite erano favolose perchè rinfrescate in modo naturale in una grotta. Ludovico era originario della vicina Villa Falilò che venne ampliata con la costruzione di queste case. Il nome "Spaccetto" venne a queste dato dai fattorini e dagli autisti degli autobus SABINO per non confondere questa fermata con l'altra, al bivio di Villa Falilò.
Fertili terreni poco distanti dal confine in località Marcelletti -Dominicone. Sopra, fuori campo, località Pipino, Campo di Santa Maria e località Poeta. Poggio Bustone non ha una grande estensione ma i suoi terreni sono di primissima qualità, al contrario di Cantalice che li ha o scoscesi o brecciosi. Nel libro scritto dal Bragoni sembra di capire che queste terre all'inizio erano di Cantalice. Con la revisione dei confini passarono di proprietà. Un vetusto cippo di confine è ancora visibile vicino al mobilificio Cerroni, a lato della strada.
ANTICA STRADA DI CONFINE FRA CANTALICE E POGGIO BUSTONE. CSF Rieti Patrimonio storico italiano ed Europeo. Dapprima i confini risultavano un Km più ad ovest, nell'odierno territorio di Poggio. Poi ci fu una rettifica e vennero qui spostati. Alla sinistra il Regno di Napoli e alla destra lo Stato della Chiesa. I cippi di confine sono andati persi ma fortunatamente ne è rimasto uno, conservato da Marchioni Giovambattista vicino l'ingresso della sua casa. E' ancora visibile li transitando. Molti cippi possono essere visti sulle creste dei nostri monti. Del Regno napoletano qui non venne mai nessuno, tranne una volta il Re che volle vedere fin
dove s'estendevano i suoi territori. ---- Alle mie spalle la stradina risale su al Campo di Santa Maria. Poi all'altezza dell' Agriturismo Poeta diviene sentiero. Procedendo verso sud si arriva fin quasi al lago Lungo, in località Colle Trullu. Il Re allora aveva il dominio sull'impero ma non era proprietario di nessun bene tranne quelli di proprietà personale o familiare. Le proprietà personali si chiamavano Allodii. Margherita d'Austria, figlia dell'Imperatore Carlo quinto, lasciò i suoi beni personali a tutti i Cantaliciani "I suoi Pupilli". Non c'è legge repubblicana che possa modificare quelle volontà, per una questionedi diritto. Non è questo un racconto fatto giusto per dir qualcosa perchè quei lasciti coincidono ancoroggi con le cosiddette "PARTI COMUNALI" amministrate dal comune.
Oggi ho ritrovato le fonti di Trinca
Stavolta è sicuro che si tratti di sorgenti poste sotto la località Trinca in San Liberato di Cantalice. Il rio è a secco sia a San liberato che a Collemare. Piogge non ve ne sono state ancora ed allora..... eccole quà. Vista la siccità che corre non sono poi tanto male... anzi.. Purtroppo non sono potuto andare di persona fotografarle ma ho trovato mio figlio disponibile e tanto m'ha riportato. Stasera gli pagherò una pizza. C'è anche un piccolo video
Da come appare in video l'attuale portata di questa sorgente è di quasi 3 litri al secondo. Vale a dire180 litri al minuto. Si consideri che una parte d'acqua passa fuori dal tubo. In periodi normali porta 18 litri al secondo almeno. Cioè 1000 litri al minuto. 0,15mcs. Vabè, bando alle ciance, oggi sappiamo che le Sorgenti di San Liberato sono 5 volte queste sia in tempi di magra che in tempi normali stando alla tabella dei geologi. Stando alla statistica queste non hanno mai conosciuto una secca totale, al contrario di quelle di San Liberato. Nel 1948 (mi sembra) le sorgenti di San liberato s'asciugarono e la gente venne a rifornirsi d'acqua qui ed in altre pozze. In quell'anno non ero ancora nato e non saprei dire se s'asciugarono per siccità o sotto effetto dei terremoti che s'abbatterono in queste zone. Rimanga sempre in mente comunque che molta acqua fu persa per captarne di più. ---- Visto che pochi metri più a sud ci sono i ruderi d'un vecchio mulino non mi sembra azzardato dire che questo era mosso dalle acque di questa sorgente. Capitava che il flusso d'acqua doveva riempire una rifota col tempo andata in malora ed occlusasi. Quindi oggi le acque sgorgano dalla sommità della rifota stessa o da un troppo pieno.Le ipotesi sono ipotesi e per saperne meglio occorre scavare con cautela. L'operazione va eseguita da personale esperto e non da qualche scagnozzo di Cantalice. Peggio ancora se la fa il comune direttamente. Perdere anche questa significherebbe ritrovarsi a santa Scolastica direttamente.
Il parco mancato lungo il corso di Rio. L'acqua costituisce da sempre l'elemento che richiama più attrattiva e mai stanca d'essere osservato o toccato. Tanto detto il pensiero di tutti corre dapprima alla Fontana de 'Trevi le cui acque provengono dall'omonimo paese della qui vicina Umbria. La villa di Vespasiano in Cotilia non avrebbe mai visto luce se ivi non fossero sgorgate acque. La reggia di Caserta che senso avrebbe senza l'imponente fontana o corso d'acqua che la fa da padrone nello scenario di quel bellissimo palazzo? Il discorso potrebbe durare all'infinito enumerando parchi e ville, sentieri montani rallegrati da borbottanti ruscelli ma basta pensare alla gran quantità di turismo che riescono a muovere i moderni parchi acquatici del nord Italia. Certo il nostro Rio non può essere messo in competizione con le località qui menzionate ma sicuramente, insieme alla riserva dei Laghi e alle sorgenti di Santa Susanna in Rivodutri, oltre a non aver sfigurato nei confronti di quelli, avrebbe avuto addirittura più numeroso afflusso di gente. Organizzare un sentiero che dalla località Ponte del Travo fosse risalito fino alla frazione di Rotone ed altra biforcazione che fosse passata a lambire il caseggiato di Collemare avrebbe permesso a tante persone, soprattutto bambini ed anziani, di vivere molte ore al giorno nei mesi delle belle stagioni a contatto della natura respirando aria pulita e soprattutto ionizzata. Qualche trattoria ne avrebbe "tratto" beneficio al pari di molti venditori ambulanti di porchetta, hamburgher, gelati, bibite. Sicuramente anche il settore trota-coltura ne avrebbe avrebbe avuto stimolo a nascere. Ma non sarebbero stati solamente questi i benefici che si sarebbero potuti avere se Rio fosse stato ancora in vita. A sud del Ponte del Travo gli agricoltori avrebbero potuto coltivare campi di fagioli, di pomodori, d'insalate, di foraggi. Forse anche i rinomati granchi starebbero a costruire buche nelle adiacenze del corso. Ora, invece, oltre che spendere soldi a non finire per l'energia elettrica del pompaggio vediamo costruire acquedotti che porteranno acqua del fiume Velino (sporca) a permettere la coltivazione d'ortaggi o di foraggi. Condotte in discesa Si pensi un attimo alle condotte. Se invece d'essere indirizzate in salita fossero state installate dalla sorgente al primo mulino di Rotone avrebbero compiuto un tratto di circa 400 metri in forte discesa, superando un dislivello di quasi 100 metri. La pressione esercitata dall'acqua a fine corsa avrebbe mosso potenti turbine che avrebbero fatto girare alternatori capaci di produrre una considerevole quantità d'energia elettrica pulita, senza l'ingombro di pannelli solari o peggio ancora di pale eoliche. Non saprei dire se avrebbero potuto produrre energia sufficiente ad alimentare il circuito elettrico del paese ma di sicuro avremmo visto le nostre bollette dell'Enel più che dimezzate.
Rio
Eri lieto e veloce; era gaio il suon della tua voce che saliva dalla valle estasiata, inebriata di melodia nascente dal frettoloso rincorrersi dei flutti che giocavan fra i sassi luccicanti, rotondi, che tu stesso avevi sistemato fra le sponde per donar più melodia alle tue onde.
Ero bambino e così tu m’apparivi: veloce amico che sapevi intender bene e tener segreti i sogni ch’io ti confidavo. Sogni che poi son naufragati col severo trascorrere del tempo, lentamente. Perite son le mie illusioni ad una ad una! Anche i tuoi sogni sono ormai finiti! I sogni di restare lieto e sano, gaudente e vispo, dalla sorgente al piano. Torbido e sporco, infestato da rifiuti imputriditi, da robacce inquinanti, da scatolette di plastica e di latta, detersivi. Di veli di plastica adornato… Ecco come sei, ora. Come agonizzi!... Giorno dopo giorno… e vana è la speranza di un ritorno del tempo che amavamo. -1983-
E' tornato il vulcano di Porzia di Cantalice dopo più di 2 mesi d'assenza di mattina. 28.06.2017
Di pomeriggio negli ultimi 2 mesi qualche sbuffata l'ha fatta ma la mattina è stato sempre assente. Mi sono data la spiegazione della mancanza d'acqua ma stamane si rivela errata. A meno che l'altro ieri e ieri non abbia piovuto sugli altipiani di Amatrice. Il mio compito comunque non è quello di dare complesse spiegazioni scientifiche ma quello di testimoniare quel che accade. Ho paura che questo ritorno sia legato al ritorno di qualche terremoto. Occorre aspettare qualche giorno per capirci di più