ALBERTO CRISPO CAPPAI

          Sassari 4 aprile 1851 - Modugno 6 dicembre 1940

dalla Breccia a Vittorio Veneto

DECORAZIONI ED ENCOMI

1.  1870 Campagna per l’occupazione di Roma
2.   R.D. 1870 Conferitagli la medaglia per la guerra combattuta (S.Ten. nel 12° Battaglione Bersaglieri all’assalto della breccia di Porta Pia) per l’indipendenza e l’unità d’Italia con la fascetta della campagna 1870
3.   R.D. 1888 Conferitagli la croce di Cavaliere della corona d’Italia
4.   R.D. 1889 Conferitagli la medaglia col motto Unità d’Italia 1848-1870
5.   R.D. 1897 Conferitagli la croce di Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
6.   R.D. 1899 Nominato commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
7.   R.D. 1900 conferitagli croce d’Oro per Anzianità
8.  1901 Commendatore con placca di Grand’Ufficiale dell’Ordine di Franz Joseph (FJ) da S.M. l’Imperatore d’Austria
9.  1902 Conferitegli le insegne dell’Ordine di S. Anna di 2° Classe da S.M. lo Zar di Russia
10. 1904 Conferitegli le insegne di commendatore della Legion d’Onore da S.E. il Presidente della Repubblica Francese
11. 1909 Conferitagli la croce di Ufficiale dell’Ordine dei S.s. Maurizio e Lazzaro
12. 1906 conferitagli la corona reale alla croce d’oro per anzianità di Servizio
13. 1907 Conferitagli la croce di Grand’Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia
14. 1912 Commendatore dell’ordine di S.s. Maurizio e Lazzaro
15. 1912 Conferitagli dal Governo Cileno la medaglia d’oro al merito della Repubblica
16. 1899 Decorato dell’Insegna di Commendatore dell’Ordine Ellenico del Salvatore
17. 1919 Cavaliere di gran croce e decorato del gran cordone nell’ordine della Corona d’Italia
18. Commendatore dell’Ordine Persiano del Leone e del Sole
19. Cittadino onorario della Canea (Creta) dove una strada fu intitolata “Odos Crispos”.

http://www.ordinidinasticisavoia-sardegna.net/?cat=3&p=15  Ordine SS Maurizio e Lazzaro  della Sardegna

 

     
    Stato di Servizio

Ordine di Francesco Giuseppe (Joseph)

Legion d'Onore

 

- 1867 Allievo della scuola militare di Fanteria e Cavalleria di Modena? proveniente dal Collegio Militare Teuliè di Milano
- 1869 - 22 ago. Sottotenente nel 3° Reggimento Bersaglieri
- 1870 - Alle mura di Porta Pia nel 12° (XII) Btg del 3° reggimento con caserma a Parma

- 1871 - 1 sett.  Sottotenente nel 8° Reggimento Bersaglieri al XII-(12°) Battaglione ora dell'8°)
- 1877 - 26 ago.  Tenente
- 1879 - 9 giu. Tenente aggregato al Corpo di S.M. ( Stato Maggiore)
- 1882 - 1 giu. Capitano nel Corpo di S.M.
- 1888 - 11 ott. Maggiore nel 25° reggimento Fanteria
- 1892 - 14 ago. Maggiore nel Corpo di S.M. e destinato al 1° Corpo D’Armata (C.d.A.)
- 1894 - 24 gen. Maggiore Capo di S.M. della Divisione Militare di Palermo
- 1897 - 9 dic. Colonnello Comandante del 59° Reggimento Fanteria
- 1898 - 12 ott. Partito per Creta per assumere il Comando delle truppe italiane ed imbarcatosi a Catania
- 1899 - 8 lug. Rientrato e sbarcato a Brindisi
- 1900 - 10 giu. Colonnello nel corpo di S.M. e nominato Capo di S.M. del IX C.d.A.
- 1905 - 18 gen. Maggior Generale e nomina a comandante della Brigata Casale
- 1905 - 7 dic. Maggior Generale della scuola centrale di Tiro di Fanteria a Parma
- 1910 - 31 mar. Tenente Generale e nomina a comandante della Divisione Militare di Ravenna
- 1913 - 20 lug. richiamato in servizio temporaneo alla Divisione Militare di Ravenna
- 1915 - 2 mag. Comandante Territoriale del C.d.A. di Palermo
- 1916 - Comandante Territoriale del C.d.A. di Bari
- 1919 - Collocato a riserva - 1929 Collocato a riposo
 

   

http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri66.htm il 3° bersaglieri sotto le mura eterne

  - note alla lettera sottostante
Stemma TeulièCosì dal numero unico della "Illustrazione Italiana" in occasione del 50° (1886) di fondazione del Corpo dei Bersaglieri  - F.lli Treves Editori Milano -   LA PRESA DI PORTA PIA

17 battaglioni di Bersaglieri presero parte alle operazioni militari per l'occupazione di Roma nel 1870. Aggregati alla 11a divisione il 21° Gola e il 34° Pagliari, alla 12a il 12° Novellis e il 35° Castelli, alla 13a il 16° Garrone e il 36° Prevignano. Alla 2a divisione, che marciava su Roma da Civitavecchia comandata dal Bixio, erano addetti il 20, 29 e 33° (Pagani, Aichelbourg, Quadrio E.. Alla 9a proveniente da Napoli il 26° (Mella) e il 44° (Colombini). Prima di passare la frontiera romana, furono riuniti sotto il comando del T. Col. Pinelli i sei della 11-12-13a div. più il 6° (Melegari) il 10° (Pallavicini), 17° (Della Chiesa), 19° (Ulbrich), 28° (Mattioli) e 40° (Cartacci). Il 12 settembre una compagnia del 12° e una del 35° erano all'avanguardia al Passaggio del ponte di Borghetto (Ponte Felice) ...

Sotto lettera scritta da Alberto Crispo Cappai al padre il 21 settembre 1870 all'ombra del Cupolone (seguiamo con le note a destra il suo avvicinamento)>>

  - 1 (SS205)  -  2 (Sabina SS3 Flaminia)
- 3 (Ponte Felice sul Tevere tra il Borghetto e  Magliano)
- 4 (Via Cassia prima del raccordo anulare Via Trionfale dopo)
- 5 (12 a divisione Magg Gen. Mazè della Roche 12° btg Bersaglieri Magg. Novellis e 35° Magg. Castelli)
- 6 (1-2-8 btr 7° artiglieria)
- 7 (il cannoneggiamento era perciò cominciato dopo le 5)
- 8 (dalla fanteria di Linea Brigata Modena)
- 9 (fucili Remington quelli donati al Papa dai cattolici americani)
- 10 (Dietro Porta Pia, sulla omonima Via, la ex villa del Card. Silvio Valenti Gonzaga oggi residenza dell’ambasciatore di Francia presso la S. Sede

il libro di Ugo Pesci - Come siamo entrati in Roma - http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri91.htm 

   

   

            Carissimo Padre

il 9 partimmo da Amelia1 improvvisamente alla volta di Narni e da questa con  una marcia forzata a Magliano2 ove tutti speriamo di passare il confine a Ponte Felice3. Dopo poche ore di soggiorno ci viene l’ordine di portarci a Ponte xxxx presso Fara. L’indomani un altro ordine dalla Divisione (12a) c’impone di ritornare indietro a Magliano. Dopo giorni di soggiorno in questa passammo finalmente i confini a Ponte Felice sul Tevere. Un grido di gioia sfuggì dai nostri petti nel calcare l’usurpato terreno di S. Pietro. Dopo 2 ore di marcia giungemmo a Civita Castellana, ove un piccolo forte con una guarnigione di circa 200 zuavi ci presentò la prima resistenza. L’artiglieria nostra già messa tosto in posizione incominciò a salutare con granate la bandiera bianco gialla, mentre il mio battaglione per strade incassate girò alla corsa il forte sotto il fuoco della fucileria e si presentò sul fianco sinistro del medesimo. Nel momento che noi eravamo per aprire il fuoco la bandiera parlamentare bianca sostituì quella del Papa e noi dovemmo con rammarico rinchiudere le cartucce nelle giberne. Mezz’ora dopo passeggiavamo sugli spalti del forte ed i prigionieri venivano condotti a Spoleto. L’indomani proseguimmo la nostra marcia su Roma.
xxxx salutavamo dalle nostre posizioni della Storta e di S. Onofrio
4 la sommità della cupola di S. Pietro. Dal 16 al 20 non abbiamo fatto che movimenti militari di concentrazione e di posizione. In uno di questi la punta della nostra avanguardia (divisione) composta da una mezza squadra di lancieri di Novara si scontrò in un posto di avanguardia di zuavi. I nostri lancieri quantunque sopra una strada ristretta caricarono i nemici che si diedero a .. fuga per le campagne e fecero 7 prigionieri 9 dei quali feriti da parecchi colpi di lancia. Dei nostri non abbiamo da deplorare che un sergente, che caduto da cavallo fu infilzato da uno zuavo che ebbe poi 7 colpi di lancia. La nostra compagnia che alla corsa si reca sul posto non potè che distinguere malamente a 2 km di distanza qualche zuavo in precipitosa fuga a Roma.
Finalmente dopo molte ma inutili trattative di diplomazia militare il 20 alle 9,16 del mattino, la nostra batteria (parlo sempre della 12° divisione
5 alla quale appartengo poiché delle altre non conosco gli eventi) aprirono il fuoco a Porta Pia per aprire una breccia nei bastioni  e poter quindi montare l’assalto. Il bombardamento durò 6 ore6. Volli sempre, mentre il nostro battaglione era indietro al coperto, seguire i movimenti dei nostri pezzi in posizione e ciò per provarmi, per vedere così che effetto facevano su di me le cannonate che ci controbattevano i papalini. Fui soddisfatto della prima prova , calmo e indifferente seguivo collo sguardo le granate che arrivavano e che scoppiavano a pochi metri da noi: dopo una mezz’ora i nostri bravi artiglieri smontarono i pezzi nemici e fecero mano ai lavori di Breccia. Dopo 6 ore alle 11 la breccia ancora fumante era aperta7. Il segnale generale dell’attacco fu suonato ed il nostro battaglione s’avvicina alle mura. Tutt’ad un tratto un Generale (xxxx) ci grida: Bersaglieri non lasciatevi pigliare la palma dalla linea8. Questa infatti per una scorciatoia minacciava di precederci. Allora facciamo gettare gli zaini, abbandoniamo la strada coperta ed entriamo in aperto campo battuto dai fuochi incrocicchiati dei bastioni.. Questo spazio di 200 metri fu percorso alla corsa veloce, senza mai abbassare la testa mi fermai due volte per riunire la mia mezza compagnia …fucilate dei fucili Reminton9 a retrocarica ci arrivavano da tutte le parti. ..(piegatura della lettera) …di tamburo, le palle ci fischiavano orribilmente alle orecchie e percuotevano il terreno con una furiosa … Questo fuoco accelerato di fucili a retrocarica fece piangere più di 100 emigrati che da una altura ci osservavano, ma noi eravamo ubriacati dal fuoco, dalla polvere per poter essere consci del pericolo. Questo tratto di terreno che fu attraversato in pochi minuti ci costò 20 soldati (al battaglione) e due capitani feriti, uno dei quali gravemente. Finalmente eccoci alla breccia, con un impeto impareggiabile varcammo quelle fumanti macerie e ...alla baionetta l’urrà terribile ai zuavi nascosti nella Villa Buonaparte10 (Paolina). Dopo un ora circa di combattimento la città s’arrese, una compagnia di zuavi fu dalla mia fatta prigioniera, un luogotenente francese (vile!) si gettò ai miei piedi domandandomi la vita e rendendomi la sciabola e il revolver carico che conserverò come trofei di Roma. Ho pure preso un Reminton dalle mani d’uno zuavo che mi tirò un colpo a bruciapelo e che invece di me andò a colpire il mio bravo attendente) che da sempre mi seguiva dovunque andassi: fortunatamente la palla non gli attraversò che il braccio. Questo fucile Reminton che per poco non mi ammazza, lo regalerò con 100 cartucce al caro Peppino per ammazzare invece qualche cinghiale. Cadorna salutò il nostro battaglione che per primo si impossesso di Roma dicendoci: Bersaglieri siete i primi soldati del mondo ! e ciò in presenza dell’intera divisione. Qui siamo accampati al Monte Pincio e quanto prima saremo acquartierati  ……………………………

Roma 21 settembre 1870

 

 

Nota dello stato di servizio: Da Ottobre 1898 a Luglio 1899 resse il Comando Superiore del Contingente Italiano distaccato alla Canea (in Creta) durante il periodo di occupazione internazionale dell’Isola di Creta (Prom. Dal Gabinetto Militare in data 20 ottobre 1910).

Note allo Stato di Servizio- Ha compiuto il corso alla Scuola Superiore di Guerra nell’anno 1878

- Il Corpo di Stato Maggiore (S.M.) dell'ARMATA (Sarda) quale ente di suprema direzione dell'Esercito è istituito in Piemonte il 19 novembre 1796 ma soppresso nel 1798 con l'avvento del Governo Francese. Ripristinato con R.D. 12/11/1814 come Corpo dello S.M. Generale e della Topografia Reale, nel 1850 prende il nome - Corpo Reale dello S.M. - che modifica nel 1861, dopo le annessioni territoriali in - Corpo di S.M. - , ripartito in un Ufficio Superiore, un Comitato Consuntivo e la Scuola d'Applicazione di S.M. (quest'ultima sostituita nel 1867 dalla Scuola Superiore di Guerra). Nel 1882 è istituita la carica di Capo di S.M. dell'Esercito, devoluta al Comandante del Corpo. (da esercitodifesa.it)

   

 

VILLA PAOLINA BONAPARTE - 10 -La proprietà di Villa Paolina si affacciava su Via Pia entro le mura (In un’area triangolare definita dalle Mura Aureliane, la strada Pia (oggi via XX Settembre) e via di Porta Salaria (oggi via Piave). I giardini e il fabbricato si trovavano esattamente dietro la breccia (aperta a destra della Porta per chi guarda da fuori). L'area era stata scelta proprio per lo spazio ampio di manovra d'una colonna attaccante come era quella dei bersaglieri. Davanti alle porte, per impedire un'uguale carica e il tiro diretto, era stato infatti sistemato da parte dei papalini un rilevato in terra visibile in molte foto e stampe. Nel primo 700  la villa è del cardinale Antonio Valenti Gonzaga con un nuovo casino e alberi esotici. Le sale vengono affrescate da Giampaolo Pannini e ospitano una biblioteca di 40.000 volumi a carattere scientifico e una raccolta di strumenti di fisica, carte e oggetti d´arte. Alla morte del cardinale è un susseguirsi di vendite e nuovi proprietari, fino al 1816, quando l´acquista Paolina Borghese, sorella di Napoleone Bonaparte, e la villa si chiama allora Paolina, raggiungendo il suo maggior splendore. Lei fa affrescare le stanze al pianoterra in aggiunta alla decorazione del Pannini. La villa tra il 1815 e il 1824 diventa anche il luogo ospitale di tutti i napoleonidi banditi ed esuli dalla Francia, sempre qui accolti con generosità. Nonostante sia malata di lue è ancora esaltata per la sua bellezza (Morirà a Firenze nel giugno del 1825). La villa va allora al nipote Napoleone Luigi e a sua moglie Carlotta; ma nel 1827 i due fanno uno scambio con Zenaide, moglie di Carlo Luciano Bonaparte, per la villa di Monte S. Quirico presso Lucca. Alla morte di Zenaide, nel 1854, la proprietà passa a suo figlio, monsignor Luciano (Cardinale), che 4 anni dopo la dona al fratello Napoleone Carlo che la elegge a propria dimora (l'abita con la moglie Cristina Ruspoli). La villa subisce molti danni quel fatidico 20 settembre 1870 e nel 1884 la proprietà è in parte lottizzata. a 2 dei 3  angoli del Triangolo. (vedi google map)

http://www.villediroma.com/villapaolina.htm 

COLLEGIO MILITARE TEULIE’- Milano

Fu il generale napoleonico Pietro Teuliè a fondare nel 1802 l'Orfanotrofio militare in quella stessa sede di C.so Italia che oggi ospita la Scuola. L'edificio, ex Monastero cistercense di S. Luca (1758) sulle strutture dell'ex ospedale medioevale di S. Celso, viene adibito in un primo tempo a ospedale dal governo napoleonico. Fu il primo ente d'istruzione militare per adolescenti a Milano. Con alterne fortune durante gli oltre due secoli di storia, l'orfanotrofio diventa "Reale collegio degli orfani militari" nel 1807 e "Imperial regio collegio dei cadetti" nel 1839, con gli austriaci. Soppresso nel 1848, viene ricostituito nel 1859 con l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna e con il nome di "Collegio militare di Milano", Problemi di bilancio ne impongono però la chiusura nel 1869. Una legge del 1873 sul nuovo ordinamento dell'Esercito ne consente la riapertura ma chiude ancora nel 1894. Rinasce come "Scuola militare di Milano" nel 1935 e chiude a seguito degli eventi del 8/9/43. Viene poi ricostituito di recente.

     

I Bersaglieri fra morti e feriti hanno più di 50 uomini. Il più noto è il già detto comandante del 34° battaglione Giacomo Pagliari da Cremona. Del 12° BATTAGLIONE furono feriti il Capitano Serra Leopoldo e Ripa Andrea Alarico. Ripa Alarico da Ravenna morì pochi giorni dopo in seguito a ferita (ma Alberto Crispo Cappai il 21 settembre quando scrisse la lettera non lo poteva sapere) Morirono anche il caporale trombettiere Tumino Giuseppe e il Bersagliere Perretto Pietro. Del 21° morì il furiere maggiore Leoni Andrea e ferito il Sottotenente Vittorio Lodolo. Del 34° il cap.le Iaccarino Luigi e i bersaglieri Cardillo Beniamino e Bertuccio Domenico. In genere questi bersaglieri vengono colpiti da Fucili Remington a retrocarica. Altri  reparti persero i bersaglieri Gioia Guglielmo, Mazzocchi Domenico. Risultò ferito il Luogotenente Ivar o Ivan Key  del reggimento Granatieri Guardie Reali Svedesi, ammesso temporaneamente fra i Bersaglieri del 20°. Da un altro testo rileviamo fra i morti il L.Tenente del 7° artiglieria Cesare Paoletti e Augusto Valenzani del 40° Fanteria. Il  conto dei tre ufficiali morti in azione sotto le mura dovrebbe così coincidere (3 ufficiali e 29 di bassaforza o sottufficiali e truppa). Morti successivamente in seguito a ferita anche il Capitano del 39° fanteria Bosi Cesare. Fra i feriti  Rosso Roberto, lanciere del Novara, Giolitti Cesare T. Colonnello e Deferrari Giovanni Capitano del 40° fanteria, Ramanini Alessandro Luogotenente del 34° e  Strada Giulio Sottotenente del 35° Battaglione Bersaglieri. Viale Michele Sottotenente del 19° fanteria.

     

.......salutavamo dalle nostre posizioni della Storta e di S. Onofrio la sommità della cupola di S. Pietro..>>>.

 

passeggiata alla breccia

   

CRETA

Alberto Crispo Cappai, giovane allievo del collegio militare Teuliè di Milano, si ritrova quindi a 17 anni appena compiuti a completare i corsi di studio e ad intraprendere la carriera di ufficiale effettivo alla Scuola  militare di Fanteria e Cavalleria di Modena. Da qui ne esce nel 1869, a 18 anni, col grado di sottotenente, destinato al reggimento per completare il corso. Dopo la breve campagna per Roma, si presume sia rimasto di guarnigione al Reggimento o ai Reggimenti fino al 1878 quando viene iscritto o consigliato ad iscriversi, per le sue doti naturali  ai corsi della "Scuola d'applicazione dello Stato Maggiore" (o Superiore di Guerra"), passaggio necessario per il conseguimento dei gradi superiori (Ufficiali Generali) e per  l'impiego nel corpo stesso o nei corpi di S.M delle grandi unità periferiche distaccate e dipendenti, che allora, in tempo di pace, erano regionalizzate. Agli incarichi nello Stato maggiore deve comunque alternare quello di reparto (Maggiore al 25° fanteria, Colonnello al 59°). E' con l'anno 1897 che riprendiamo il racconto della sua vita, perchè da questo momento nel mediterraneo, non lontano dalle nostre coste e su terre già della Serenissima Repubblica di Venezia si apre un grosso problema etnico e religioso con valenza internazionale per i motivi che andiamo ad esporre in questa pagina come  "Prefazione"  della seconda e terza che lo riguardano.

 

Se si ha tempo e voglia di consultare un atlante ci si accorgerà che, fra le tante isole dell’Egeo greco, Creta (o Candia o Heraklion) è la più grande e costituisce una specie di porta sbarrante verso i Dardanelli, con la piccola vicina Scarpanto (o Karpathos) e l'orientale  Rodi, appartenenti però queste all’arcipelago del futuro Dodecanneso Italiano (dal 1912). La sua posizione d'isola spinta nel mediterraneo ne fa una specie di portaerei per il controllo del mediterraneo orientale davanti alle coste africane della Cirenaica  da cui sembra, anche per il profilo, essersi distaccata. Non esistendo al tempo gli aerei l’importanza militare si spostava sul piano navale. L’Inghilterra, già in possesso di Gibilterra, Malta e Cipro, avrebbe avuto il modo, con un ipotetico controllo di Creta (a fine 800), di dimezzare le distanze tra il centro del Mediterraneo e il suo Canale di Suez. Naturalmente questa Isola ancora ottomana interessava anche altre potenze Europee per le stesse e le opposte ragioni, senza contare la Russia che non poteva mettere piede fuori dal Mar Nero senza infrangere le sovranità militari altrui.

VENTOTTO ANNI DOPO A CRETA

MA PRIMA CHE VI GIUNGESSE IL COL. CRISPO CAPPAI

 

 Creta (8.291 km² (la nostra Umbria ma in lungo quanto la Liguria da Ventimiglia a Sestri) x 260 km di lunghezza e larga tra i 61 e 12 km con una popolazione stimata ca 300.000 unità) è in massima parte montuosa: una delle poche pianure è quella di Messarà, posta nella zona centromeridionale. Tra i massicci montuosi i più importanti sono: i Lefka Ori (i monti bianchi) 2452 m, il massiccio del monte Ida (2456 m.) Dikti (2,148 m) Kedros (1,777 m) Thripti (1,489 m). Inesistente la viabilità interna ci si spostava per mare. Gli insediamenti e gli approdi principali erano, come oggi, sulla costa settentrionale da Ovest verso Est: Kissamos, la Canea (9.500 turchi e 3.500 cristiani al censimento di 20 anni prima + 160 cattolici e 500 ebrei), Rètimo, Candia e Sitia. Della costa meridionale, a precipizio, tranne che nell’insenatura centrale già detta della Messarà,  merita menzione soltanto Ierapetra, 400 case e un porto ingombro di sabbia, quasi all’estremità orientale dell’isola. Migliaia di persone vivevano quindi sparse in minuscoli villaggi  con prevalenza a volte dell'una o dell'altra fede, o in un equilibrio instabile.

 (E CHE SCOPPIASSERO GLI ULTIMI DISORDINI)

Dal XVII secolo (1669) l’isola di Creta era sottomessa al dominio dell’impero turco-ottomano, che l’aveva strappata ai veneziani. Bene accetta in un primo momento, la dipendenza da Costantinopoli era divenuta via via sempre più invisa alla popolazione. L'impero ottomano, se non altro, si distingueva da Venezia e dagli altri stati per una minore esosità fiscale. La libertà religiosa, che i cristiani possono qui professare è maggiore di quanto allora non sia possibile per reciprocità nel resto d'Europa. La grandezza ottomana, come a suo tempo quella Romana, può tollerare fedi diverse da quella ufficiale. Armeni, cristiani ed ebrei appartengono al Rayah (gregge del sultano) ma non alla "Umma", la comunità che è la loro. Come gente discendente da Abramo, (al pari dei Mussulmani), siamo considerati infedeli, ma protetti. La maggioranza, greco-ortodossa, concentrata nelle campagne, viveva in contrasto pressoché permanente con una forte minoranza mussulmana, che gestiva l’intera amministrazione, scaglionata nelle città della costa e in alcuni villaggi dell’interno posti all’ombra dei forti e dei presidi. Insurrezioni si erano avute nel 1770, 1821, 1833, 1841, 1848 e 1866 (a questa sollevazione parteciparono i primi volontari italiani, molti dei quali delle milizie garibaldine rimaste "disoccupate" dopo la III guerra di Indipendenza). Ogni generazione praticamente faceva il proprio tentativo, stroncato senza pietà ma con sempre più fatica e ferocia ora che l’Impero, corrotto, dava segno d'andare in pezzi. La Canea 1645  da un dipinto di B. Giannelli il comandante Biagio Zuliani fa saltare il castello di S.TeodoroNel 1829 è la Grecia a staccarsi per prima (orbita russa per religione, poi sul trono di Grecia siederà una Romanoff, Olga Konstantinovna Romanova nipote dello zar andata in sposa a Giorgio I, secondo sovrano imposto dalle potenze) poi nel 1830 l‘Algeria (nell’orbita francese). Per un breve periodo Creta rientra sotto la sovranità Egiziana, formalmente ossequiente nei confronti della "Porta" ma sostanzialmente autonoma e finita nell'orbita inglese. Con la guerra Turco-Russa del 1877 (persa dai Turchi), si staccano dall'Impero Ottomano le province cristiano-ortodosse di Romania, Bulgaria, Serbia, Montenegro e Cipro devote allo Zar. Le grandi potenze, Francia e Inghilterra, ma soprattutto Germania, per paura di far cadere tutti i Balcani ortodossi nell'orbita Austro-Russa, sono costrette a sostenere il vacillante impero. Meglio un gran malato, che un immane conflitto per la spartizione dell'Europa Orientale e dei balcani. Nel 1878 una leggera apertura da Istanbul, sulla questione Cretese, che accettò una amministrazione per 2/3 cristiana e per 1/3 mussulmana; nella assemblea popolare di 80 deputati, dei quali 49 cristiani e 31 mussulmani convocata una volta all’anno si validava il tutto (la percentuale etnico religiosa era comunque molto più alta a favore dei Greci). Di ritirare le truppe turche non se ne parlava ma si concedeva una futura gendarmeria con elementi “mussulmani europei” (forse più conciliabili) sotto la supervisione delle grandi potenze europee. Tutto andò di nuovo in fumo 10 anni dopo. Il Sultano rimise tutto il potere nelle mani dei “ballerini” Pashà. Non era cambiato nulla sul metodo, anzi potremmo dire che la situazione s'era acuita e peggiorata. Nel 1896 a Creta si coagulano quindi tutte le tensioni e le possibili atrocità del grande conflitto etnico, noto per i recenti casi dei balcani. Greci ortodossi e turchi mussulmani si scontrano coinvolgendo anche le guardie dei Consolati di Russia e Grecia e quei pochi occidentali che abitano l'isola. Una cosa intanto era cambiata nella politica italiana Dopo le delusioni ad Ovest le nostre alleanze s'erano spinte verso gli imperi centrali dal 1882. Ai tedeschi facevamo sempre comodo in funzione antifrancese, agli austriaci per la neutralizzazione delle nostre rivendicazioni adriatiche e balcaniche. segue ......

 

 Dei cretesi si diceva che erano attaccati alla loro terra più delle capre, perchè se la capra mangia solo quello che sporge in questa terra arida un cretese si ciba anche di quello che sta sotto. Una linea telegrafica, fin dalla seconda metà del XIX sec., collegava tra loro La Canea, Rètimo e Candia (o Heraklion - 22.000 abitanti in gran parte mussulmani) e Sitia.  Quattro cavi telegrafici sottomarini univano  l’isola a Otranto, Costantinopoli, Rodi e Cipro; altrettante linee di navigazione, nessuna delle quali italiana,  la univano a Costantinopoli, al Pireo, all’isola greca di Sira e a Tripoli di Libia (Dalla fine di maggio del 1897 Creta sarà poi toccata da linee settimanali Napoli-Pireo / Costantinopoli della Società di Navigazione Generale Italiana).

Apres la conquete les églises catholiques sont transformées en mosquées et quelques nouvelles sont également établies. Les conquérants sont fortement influencés par la tradition architecturale locale à laquelle ils viennent seulement y ajouter certains éléments fonctionnels et artistiques. En 1821, avant le début de la révolution, la population de Hania était de 10.600 habitants dont 8.000 étaient des Turcs et 2.600 des chrétiens, alors qu'en 1881, dernier recensement officiel des habitants de Crète sous la domination turque, Hania (Chania o Canee) avait 13.812 habitants dont 9.469 Turcs, 3.477 chrétiens orthodoxes, 159 catholiques et 485 juifs. La ville de Hania était divisée en 9 quartiers qui sont le quartier de Topana, de Yousouf Pasha, de Tzamissi l’Arabe, de Kastelli, de Moussa Pasha, d'Agha Djejire Kalou, d’Houghiar Tzamissi (Splantzia), de Koum-Kapissi et de Topalti. S. Nicola con minaretoDepuis le siège de Hania (1645) jusqu'en 1830, la Crète a été régie par trois Pashas, dont les sièges sociaux étaient à Hania, Rethymno et Iraklio. Depuis 1830, sous le Pasha Giritli Mustapha et jusqu'à la fin de la domination turque, la Crète a été gouvernée par un administrateur général (Vali) dont le siège était à Hania. Hania est devenu la capitale officielle de la Crète en 1849 et suite à la libération de la Crète en 1897, capitale de l'état autonome de Crète.

 

   

LO STATO MAGGIORE GENERALE DELL'ESERCITO - FUNZIONI E COMPITI - Direttive sull'impiego di Bersaglieri  http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/statomaggiore.htm

 

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