STATO MAGGIORE
ESERCITO
sotto "Generalità sull’impiego dei Bersaglieri nell’armata sarda a cura del Corpo Reale di S.M. (1860)"
Questa pagina nasce per completare un percorso storico comune a tanti personaggi citati nelle biografie e nei capitoli frequentanti nel loro iter professionale la scuola di Guerra ed eventualmente il Corpo di Stato Maggiore dai vari livelli di unità a quello Generale. Come “Stato Maggiore” (generico) si individua lo "staff" che coadiuva il comandante nell'individuazione delle migliori soluzioni tattico-strategiche. Normalmente, di uno Stato Maggiore, fanno parte ufficiali che hanno specifiche competenze nei vari campi militari (artiglieria, genio, trasporti, comunicazioni ecc.) e che possono offrire la propria specifica valutazione dopo anni di servizio e di esperienze. Solo brevi cenni storici sulla sua evoluzione e sui compiti complessi che nel tempo si sono aggiunti.
CORPO DI
STATO MAGGIORE
DELL'ARMATA (Sarda) quale ente di suprema direzione
dell'Esercito viene istituito in Piemonte il 19 novembre 1796 ma soppresso due
anni dopo con l'arrivo di Napoleone. Ripristinato nel 1814 come Corpo dello Stato
Maggiore Generale e della Topografia Reale, nel 1850 prende il nome -
Corpo
Reale dello Stato Maggiore -
che modifica nel 1861, dopo le annessioni
territoriali in - Corpo di Stato Maggiore, ripartito in un Ufficio Superiore, un
Comitato Consuntivo e la Scuola d'Applicazione di S.M. (quest'ultima sostituita
nel 1867 dalla Scuola Superiore di Guerra). Nel 1882 è istituita la carica di
Capo di S.M. dell'Esercito, devoluta al Comandante del Corpo che da quel momento
subentra a tutti gli effetti alla guida effettiva dell’Esercito in sostituzione
del Re
Divisione del servizio nel 1855 (preunità)
1. Il servizio, che prestano gli uffiziali del corpo reale di stato maggiore in
tempo di guerra, dividesi nelle seguenti cinque parti:
A. Servizio del quartier generale
B. Servizio di cancelleria
C. Servizio appo le truppe
D. Servizio di missioni speciali
E. Servizio segreto
2. I detti servizi sono adempiuti dagli uffiziali di stato maggiore, per quanto
è possibile alternativamente fra loro, sotto la superiore direzione, vigilanza,
cura, responsabilità ed ordine immediato del capo di stato maggiore. I due
ultimi servizi, segnati D. E., sono disimpegnati da quegli uffiziali di stato
maggiore che il generale o capo di stato maggiore stimerà di prescegliere.
3. Questi uffiziali, nel retto disimpegno delle incombenze di cui sono
incaricati, hanno la stessa responsabilità personale verso il capo di stato
maggiore, che questi ha verso del generale.
4. Gli uffiziali aggiunti a quartieri generali concorrono, cogli ufficiali di
stato maggiore, nell’adempimento dei varii servizi di cui al § 1 per quanto lo
crederà opportuno il rispettivo capo di stato maggiore
5. Spetta al capo di stato maggiore, presso ogni quartier generale, di ripartire
fra gli ufficiali le varie incombenze che loro spettano, secondo le norme della
presente Istruzione. …..
Con R.D. di S.M. Vittorio Emanuele II
dell’11 marzo 1867, venne quindi costituita la "Scuola Superiore di Guerra",
allo scopo di riordinare il Corpo di Stato Maggiore e di approfondire la cultura
degli Ufficiali destinati agli alti livelli della gerarchia militare. Il 2
luglio 1867, il magg. Gen. Nicolis di Robilant, Conte Carlo Felice, viene
nominato primo Comandante della Scuola. Il 1° gennaio 1874, l’Istituto assume
ora la denominazione di "Scuola di Guerra". La prima sede è Torino, inizialmente
nel Palazzo di via Bogino 6 e, successivamente, dal 1° ottobre 1911, nel nuovo
palazzo di Corso Vinzaglio.
Il Tenente Generale Enrico Cosenz, già Ufficiale di artiglieria nel Regno delle
Due Sicilie, sarà quindi il
primo a ricoprire nel 1882 l'incarico di Capo di Stato Maggiore
(S.M.) dell'Esercito
, mantenendolo per oltre un decennio.
Capo di S.M. dell'Esercito | STATO MAGGIORE DEL REGIO ESERCITO | |
Ten. Gen. Enrico Cosenz (1882-1893) | Gen. E. Pietro Badoglio (1925 - 1927) | |
Ten.Gen.Dom.Primerano (1893 - 1896) | Ten.Gen. Giuseppe F. Ferrari (1927 - 1928) | |
Ten. Gen. Tancredi Saletta (1896-1908) | Gen. C.A. Nicola Gualtieri (1928 - 1929) |
|
Ten. Gen. Alberto Pollio (1908-1914) | Gen. C.A. Alberto Bonzani (1929 - 1934) | |
Ten. Gen. Luigi Cadorna (1914 - 1917) | Gen.des.A. Federico Baistrocchi (1934-1936) | |
Ten. Gen. Armando Diaz (1917 - 1919) | Gen. des. A. Alberto Pariani (1936 - 1939) | |
Gen. E. Pietro Badoglio (1919 - 1921) | Mar. I. Rodolfo Graziani (1939 - 1941) | |
Ten.Gen.Giuseppe Vaccari (1921-1923) | Gen. C.A. Mario Roatta (1941 - 1942) | |
STATO MAGGIORE CENTRALE | Gen. des. A. Vittorio Ambrosio (1942 - 1943) | |
Gen. C.A. Giuseppe Vaccari (1923) | Gen. des. A. Ezio Rosi (1943) | |
Ten. Gen. Giuseppe F. Ferrari (1923 - 1925) | Gen. C.A. Giuseppe de Stefanis (1943) int. | |
Gen. E. Pietro Badoglio (1925) | Gen. C.A. Mario Roatta (1943) | |
CAPI STATO MAGGIORE DIFESA | Gen. C.A. Paolo Berardi (1943 - 1945) |
Generalità sull’impiego dei Bersaglieri nell’armata sarda |
Mar. Pietro Badoglio dal 1925 al 1940 | Gen. B. Ercole Ronco (1945) | |
Ugo Cavallero dal 1940 al 1943 | Gen. Div. Raffaele Cadorna (1945 - 1946) | |
Gen. des. A. Vittorio Ambrosio 1943 |
a cura del
Corpo Reale di Stato Maggiore
(1860 - ad uso degli Uffiziali )
§ 88. Definizione
dell’ordine sparso.
L’ordine sparso è quello che porge il mezzo ad una truppa di combattere
sovra una fronte quattro, cinque,o sei volte più estesa di quella che essa
occupava nell’ordine chiuso. Si dice in tal caso che la truppa combatte in
bersaglieri, od anche in cacciatori.
§ 89. Sue proprietà e scopo.
Per mezzo dell’ordine sparso le truppe possono combattere su qualunque specie di
terreno, per aspro ed oscuro che sia. Nell’offensiva quest’ordine serve a
rimuovere i primi ostacoli che l’inimico ci oppone. Nella difensiva esso tende a
crearne per opporvisi
§ 90. Tre classi di Bersaglieri
Vi sono tre classi di bersaglieri, cioè - bersaglieri di marcia -, - bersaglieri
della linea di battaglia - , - bersaglieri impiegati per grosse bande- . I primi
dipendono dalle avanguardie, colonne di fianco e retroguardie. I secondi
dipendono direttamente dai battaglioni di una linea di battaglia, e sono
impiegati a mascherarne la fronte ed anche i fianchi. I Bersaglieri per grosse
bande agiscono indipendenti, non più come accessorio, ma bensì come mezzo
principale d’azione. I bersaglieri di marcia, essendo destinati ad allontanarsi
talvolta a ragguardevoli distanze, abbisognano di sostegni e di riserie che li
tengano in comunicazione col nucleo.
Quelli della linea di battaglia non hanno d’ordinario che i soli sostegni,
perchè non allontanandosi che di 300 a 400 passi da detta linea, i battaglioni
istessi che la compongono loro servono di riserva; tale ufficio è piuttosto di
cacciatori che di Bersaglieri. I Bersaglieri poi per grosse bande s’impiegano
utilmente nell’offensiva ne’ terreni scabrosi, che non comportano movimenti
regolari di linea. Intieri battaglioni in tale caso agiscono in bersaglieri o in
cacciatori.
SEZIONE 2a
BERSAGLIERI IN RELAZIONE COL TERRENO
§ 91. Formazione normale di una truppa in ordine sparso.
Modificazioni risultanti dalla natura del terreno
L’ordine di battaglia di una truppa in ordine sparso é quale lo prescrive il
Regolamento d’esercizio per la scuola
de’ cacciatori. Or dunque la disposizione di una truppa in ordine sparso può
assimilarsi ad una disposizione d’avamposti suscettiva al par di questa di
modificarsi all’atto pratico in ragione della natura del suolo.
Infatti gli ostacoli del terreno, che servono dì limite alla zona d’occupazione,
sieno ruscelli, alberi, siepi, argini, ecc, determinano soli l’allineamento
della catena. Altre accidentalità designano i punti utili al collocamento dei
sostegni e delle riserve, avendo in mira di stabilirli in modo che sieno coperti
per quanto è possibile, e possano facilmente comunicare fra di loro, senza però
che si abbiano ad astringere ad una servile osservanza delle distanze
regolamentari. descrizione delle figure ....
§ 92. Impiego de' Bersaglieri ne' terreni scoperti e piani
Quantunque i terreni scoperti e piani non presentino in generale ostacoli
rilevanti per le occupazioni di bersaglieri, questi non mancheranno di
utilizzare nella difensiva le colture, i fossi, gli alberi che loro offriranno
un appoggio per leggiero che sia. Nei movimenti offensivi, eseguiti in siffatti
terreni, le catene di bersaglieri sogliono percorrere celermente gli spazi
scoperti, con intervalli ristretti, o per gruppi.
A portata dell'inimico la catena avanza celere, e al momento opportuno carica,
agglomerandosi per bande. Nei movimenti difensivi e in ritirata, i bersaglieri
si tengono sempre ordinati in modo da potersi prontamente rannodare per nuclei,
onde far testa alle irruzioni subitanee della cavalleria.
Due sono i modi di ristringere gli intervalli di una catena. O per mezzo di un
ristringimento progressivo d'intervalli, oppure raddoppiando la catena col far
entrare in linea i sostegni, che a tal uopo si stendono indietro. Quest'ultimo
mezzo è utile per rinforzare p.e. una catena di cacciatori armati di fucile,
intercalandovi altrettante squadriglie di carabine.
E' raccomandato ad una catena di bersaglieri che agisce nell'offensiva di
avanzare con intervalli ristretti, onde bilanciare all'atto dell'attacco, mercè
la maggiore quantità di fuochi il vantaggio che l'inimico, che l'aspetta dietro
i suoi ripari, ritrae da questi non solo, ma anche dalla maggiore efficacia de'
tiri eseguiti di piè fermo, e coll'arma appoggiata.
Nei terreni piani e scoperti i bersaglieri o cacciatori che coprono una linea di
battaglioni formati in colonna d’attacco, agiscono talvolta negli intervalli o
talvolta innanzi alla fronte. Sia in un caso che nell’altro essi avanzano,
facendo fuoco, con pari celerità delle colonne, onde, restando indietro queste,
non abbiano a trovarsi prive dell’aiuto del loro fuoco, allo istante dello
spiegamento o dell’attacco.
§ 93. Loro impiego nei terreni oscuri.
Nei terreni oscuri i bersaglieri agiscono per bande disseminate di piccola
forza, collegate per mezzo d’uomini di comunicazione. Nella difensiva una catena
stesa a larghi intervalli (25 a 30 passi tra le squadriglie) può bilanciare,
merce la giustezza dei tiri e dei ripari coprenti, le forze superiori in una
catena raddoppiata che s’avanzi all’attacco. In terreni di tal fatta, i canali,
i fossi, i viali, le siepi, i margini de’ boschi, delle colture, delle paludi, i
cigli de’ burroni e le creste delle alture, le strade in rialzo, gli argini, i
muri ecc. sono le linee di difesa che la catena può frequentemente utilizzare,
mentre nell’offensiva questi medesimi ostacoli le porgono il mezzo di avanzarsi
di riparo in riparo, mediante fuochi successivi. Nei terreni oscuri é più
frequente il caso in cui le colonne debbano subordinare il loro movimento a
quello de’ bersaglieri che le precedono, anziché dar norma ai movimenti dì
questi ultimi. I sostegni e le riserve si tengono occultati lungo le vie ed i
sentieri di comunicazione. Essi si suddividono talvolta in più frazioni per
osservarli tutti.
§ 94. Loro impiego ne’ terreni montuosi
I terreni montuosi o sono oscuri (bosco) o scoperti. Secondo che
appartengano all’una o all’altra categoria, i bersaglieri s’uniformano alle
norme relative. In generale ne’ paesi montuosi, le catene di bersaglieri,
ordinate per la difensiva si stendono lungo il ciglio delle alture, e a mezza
costa de’ versanti, utilizzando le successive ferme o stazioni di riposo che
servono a favorire e a mascherare il loro collocamento. Quando la catena è sita
a cavaliere di una valle, essa occupa i versanti laterali, collegandosi alle sue
riserve dall’alto al basso. Il nucleo delle forze occupa il fondo della valle;
ma appositi sostegni collocati sulle sommità laterali servono d’appoggio sulle
ali della catena e qualora questa fosse respinta dall’alto al basso, essi
sostegni sarebbero in posizione di avanzarsi lungo le creste, per prendere alla
loro volta di fianco l’inimico che tende a circuire pei fianchi la catena
stessa. Qualora una catena di bersaglieri dovesse atteggiarsi alla difensiva
lungo un versante parallelo al rio della valle, essa dovrà cercare di appoggiare
i fianchi ai burroni affluenti, facendone occupare l’origine da riserve.
E’ massima generale che quando un corpo di truppe opera in un paese montuoso, se
il grosso delle forze occupa il fondo della valle, i bersaglieri debbano
osservare le sommità, e viceversa se il grosso occupa la sommità. In simili casi
la maggiore difficoltà consiste nel mantenere in continua relazione fra di loro
queste diverse occupazioni di rialto in rialto, ad onta delle molteplici
asperità del suolo.
Nelle montagne l’attacco delle posizioni, i cui profili abbiano un’ inclinazione
di 30°, è principalmente eseguito per mezzo di bersaglieri impiegati per grosse
bande. Battaglioni interi, stesi in cacciatori1 circondano le alture designate
all’attacco, e s’arrampicano su per le pendici. I sostegni tengono dietro per i
sentieri: contemporaneamente sono spediti distaccamenti a minacciare la via di
ritirata dell’inimico, onde far cadere le sue occupazioni.
Se l’attacco ha luogo al fondo di una valle o di una gola, squadriglie di
bersaglieri debbono a qualunque costo, anche con mezzi artificiali, raggiungere
le sommità laterali, non fosse che per spargere l’allarme a tergo delle
occupazioni nemiche, e facilitare così l’attacco di fronte nel fondo della
valle.
Scararmucciare di fronte per contenere l’inimico, e manovrare contemporaneamente
sui fianchi ed a tergo delle sue è il principio particolarmente raccomandato a
coloro che dirigono l’azione de’ bersaglieri nelle montagne.
§ 95. Avvertenze generali sui movimenti de’ bersaglieri in
presenza dell’inimico
I movimenti di una truppa che combatte nell’ordine sparso in presenza
dell’inimico si riassumono ai seguenti, cioè: marciare ordinatamente avanti,
indietro, di fianco, a destra ed a sinistra - cambiar di direzione o di fronte
- far fuoco di piè fermo e marciando, uniformandosi ben inteso in quest’ultimo
caso al passo delle colonne - disporsi in difesa contro la cavalleria, tenendo
presenti le norme stabilite in proposito dalla scherma di baionetta - prolungar
la catena con mira offensiva e difensiva - scambiar la catena - allargare e
stringere gli intervalli ecc. Questi diversi movimenti che una truppa stesa in
bersaglieri deve poter eseguire colla maggiore semplicità in presenza
dell'inimico sono in parte dimostrati dalle figure .......
§ 96. L'ordine sparso è specialmente impiegato alla difesa e
all'attacco delle singole località, come sarà detto nel capo VII