Astronomia babilonese

I Babilonesi furono tra i primi a dedicarsi allo studio del cielo. Le loro più remote osservazioni risalgono al terzo millennio a.C. Essi furono in grado di determinare con estrema precisione il mese sinodico, ovvero il periodo che intercorre tra due fasi uguali della Luna. Essi osservarono come i pianeti si muovessero lungo una fascia ben determinata nel cielo, lo zodiaco, e divisero questa fascia in costellazioni. Inoltre essi osservarono anche eclissi, meteore e comete. Alcuni documenti babilonesi parlano di una eclissi di Sole avvenuta nel giugno del 763 a.C. I Babilonesi credevano che il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle fossero stati collocati in cielo dagli dei.Attorno al 1350 a.C. a Babilonia per far rispettare i confini delle varie proprietà cominciarono ad essere usate delle pietre chiamate Kudurrus su cui erano incise maledizioni che avrebbero colpito chi non rispettava questi confini ma erano decorate con simboli divini che corrispondevano a pianeti (Marduk-Giove, Nabu-Mercurio, Nergal-Marte e Ninurta-Saturno) e costellazioni (Toro, Leone, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, probabilmente Ariete e Vergine e precursori dei Pesci e dei Gemelli). Gli originali di questi kudurrus venivano conservati nei templi come una sorta di ex-voto per avere la benedizione dei vari dei e quindi un buon raccolto.

  ziggurat

Calendario babilonese

I Babilonesi elaborarono un calendario osservando la Luna e le sue fasi, che si alternano in un ciclo di 29 giorni e mezzo. Il calendario era composto di 12 mesi lunari, alcuni di 29 giorni, altri di 30, per ottenere un anno lunare di 354 giorni. Per allineare l'anno lunare a quello solare (365,25 giorni), che governa le stagioni, ogni tanto veniva aggiunto un tredicesimo mese. I più antichi documenti astronomici della Mesopotamia, giunti fino a noi, sono gli "astrolabi". Questi sono tavolette di creta su cui sono incisi tre cerchi concentrici, divisi in dodici sezioni da dodici raggi. In ciascuno dei 36 campi così ottenuti si trova il nome di una costellazione e alcuni numeri il cui significato non è spiegato. Tale rappresentazione sembra costituire una specie di mappa celeste schematica, che vuole indicare tre regioni del cielo, ciascuna divisa in dodici parti, con l'attribuzione di numeri caratteristici ad ogni costellazione.

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