HOMEPAGE | GAS-O-LINE | BOMBA-BLOG | BOMBA-BOOK | MAILING-LIST | LA REDAZIONE

L'Editoriale | Pietruzze | Ddt | La ri-creazione del mondo | Dicotomici Furori | Limoni | Bar Atlantide | Il racconto | Tacchi a spillo

 

Scintille

Uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
François Mauriac

 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

IL CIELO CHE FU DELL'AQUILONE

Vidi venire su dalla valle un aquilone, e lo seguii con gli occhi passare sopra a me nell'alta luce, mi chiesi perché, dopotutto, il mondo non fosse sempre, come a sette anni, Mille e una notte.

Udivo le zampogne, le campane da capre e voci per la gradinata di tetti e per la valle, e fu molte volte che me lo chiesi mentre in quell'aria guardavo l'aquilone. Questo si chiama drago volante in Sicilia, ed è in qualche modo Cina o Persia per il cielo siciliano, zaffiro, opale e geometria, e io non potevo non chiedermi, guardandolo, perché davvero la fede dei sette anni non esistesse sempre per l'uomo.
 

O forse sarebbe pericolosa? Uno, a sette anni, ha miracoli in tutte le cose, e dalla nudità loro, dalla donna, ha la certezze di esse, come suppongo che lei, costola nostra, l'ha da noi. La morte c'è, ma non toglie nulla alla certezza, non reca mai offesa, allora, al mondo Mille e una notte dell'uomo.

Ragazzo, uno non chiede che carta e vento, ha solo bisogno di lanciare un aquilone. Esce e lo lancia; ed è grido che si alza da lui, e il ragazzo lo porta per le sfere con filo lungo che non si vede...

 

Elio Vittorini

 Conversazione in Sicilia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 la 500 di Kafka .:. © by Tonino Pintacuda

 

 

4 LE PIETRUZZE

Tonino Pintacuda
Verso una società di scarafaggi

 

 

Spesso le analisi dell'opera di Kafka sono incentrate sul concetto di simbolo, leggiamo negli Appunti su Kafka di Adorno che "nulla si adatta di meno a Kafka". Il filosofo della Dialettica negativa preferisce parlare di allegoria o, secondo la terminologia di Benjamin, di parabola.
"Ufficio informazioni sulla situazione dell'uomo, a seconda dei casi eterna o attuale" a questo è stato degradato Kafka dalla "disinvolta saccenteria" di coloro che, leggendolo, hanno eliminato proprio quello scandalo a cui mirava "il lavoro di Sisifo di Kafka". Adorno mira a una nuova lettura di Kafka per evidenziare soprattutto la vis demolitrice di Kafka, quel quid che lo rende uno degli ispiratori del Surrealismo.
"Non sovrapporre al testo concetti dall'alto", "soltanto la fedeltà alla lettera, e non la comprensione con fini già prefissati, potrà prima o poi aiutare". Adorno fornisce una valida metodologia per accostarsi alle parabole kafkiane. Cerchiamo di rileggere la Metamorfosi in questa nuova ottica.

Gregor Samsa si sveglia da sogni tormentati. Si sveglia ed è un gigantesco scarafaggio. Ma le trasferte sono dure, per il mal di testa e i dubbi forse può bastare un altro po' di sonno. Altri sei anni, solo sei anni e il debito della sua famiglia sarà finalmente estinto. Solo sei anni tra campionari di stoffa, orari dei treni, coincidenze e levatacce. Il treno delle cinque è già partito da un'ora e mezza. Sente con quelle nuove orecchie (orecchie? Antenne?) la dolce voce della mamma e subito dopo il bussare insistente del padre. Risponde con una voce roca, incomprensibile. Niente di cui preoccuparsi: sa bene che i raffreddori sono compagni dei viaggiatori. La ditta apre alle sette ma già a quell'ora il procuratore in persona è stato mandato a casa di Gregor per indagare sulla sua assenza. Ogni azione rallenta e si dilata. Gregor cerca di giustificarsi ma arrivano solo incomprensibili mugolii. Il procuratore insinua qualcosa su una certa cifra affidata a Gregor… Alla fine Gregor, con un sforzo immane, riesce ad afferrare con la mandibola la chiave e ad aprire. Il procuratore lo vede, terrorizzato fugge via come se le sue suole stessero per prendere fuoco. Scappa, salta più gradini per volta. Il padre di Gregor prende il bastone del procuratore e rispedisce il gigantesco insetto nella sua stanza.
 

È già sera quando si risveglia per i morsi della fame. Il latte che prima amava lo disgusta. La porta ora è chiusa dall'esterno, dopo tutta la fatica fatta per aprirla… La sorella entra, vede che il latte non è stato toccato è gli porta "una gran scelta di cibi sparsi su un vecchio giornale. C'era della verdura vecchia e appassita, ossa avanzate dalla cena, qualche chicco d'uva e un pezzo di formaggio che Gregor aveva qualificato immangiabile due giorni addietro", inizia proprio da quella crosta di formaggio. Lentamente sta perdendo ogni minima traccia della sua passata umanità ma questo non gli impedisce di continuare a pensare. L'azienda di suo padre era fallita cinque anni fa e lui aveva dovuto abbandonare il suo impiego di modesto impiegato per quella carriera di commesso viaggiatore, lavorava già da cinque anni in quella ditta. Pensava che il padre non fosse riuscito a salvare niente dal tracollo ma ora scopriva che, invece, era riuscito a mettere da parte un discreto patrimonio che s'era accresciuto con gli interessi e con tutto quello che riuscivano a mettere da parte con il lavoro di Gregor. Per un solo istante pensa che quella somma avrebbe potuto liberarlo prima dal debito che lo costringeva a lavorare in quell'odiosa ditta, lo pensa per un solo momento. L'abnegazione di Gregor è totale: ha sacrificato tutta la sua vita per la sua famiglia e ora, anche da scarafaggio, si preoccupa per loro. Il padre "sano ma vecchio" non poteva di certo tornare a lavorare, la vita sedentaria l'aveva notevolmente appesantito. La madre? Con la sua asma? Impossibile. Grete aveva solo diciassette anni. Solo lui poteva e doveva. Vergogna e dolore lo rispediscono sotto il divano.
 

Passano i giorni. Gregor fa di tutto per non spaventare Grete, l'unica che si occupa di lui. Per scomparire totalmente dalla sua vista, con grande sforzo, riesce a coprirsi con un lenzuolo. La metamorfosi procede, inizia perfino a camminare sulle pareti e sul soffitto ma i mobili lo ostacolano. La madre non vuole toglierli, quei mobili simboleggiano tutto il suo passato umano. La sorella "in qualità d'esperta nelle questioni che riguardavano Gregor" decide, invece, di portarli via tutti, tranne il divano. Muta anche la stanza: da calda e arredata con piacevoli mobili di famiglia a antro spoglio e desolato, di certo più adatto a uno scarafaggio. Gli portano via tutto e lui assiste passivamente reagisce solo quando stanno per portare via il quadro con la signora col boa di pelliccia. La madre lo vede e sviene, la sorella cerca di rianimarlo ma proprio in quel momento rientra il padre ("Quello era il padre? Era la stessa persona che stava sprofondata nel letto con aria affranta, incapace d'alzarsi?Ora stava ben diritto; indossava un'attillata divisa azzurra con i bottoni dorati […], le sue chiome un tempo perennemente in disordine erano accuratamente pettinate con una perfetta scriminatura").
 

Assistiamo quindi a una doppia metamorfosi: Gregor vittima dell'alienazione regredisce a gigantesco scarafaggio, il padre da pingue e sedentario diventa un perfetto usciere di banca in perfetta forma. Con il fallimento dell'azienda, il SISTEMA aveva perso il signor Samsa e l'aveva rimpiazzato con Gregor, ora che quest'ultimo è inutilizzabile deve necessariamente ripiegare e riassorbire il vecchio ma sano padre. Segno tangibile del ritorno nel SISTEMA è la divisa che diventa una vera e propria armatura. Da lei riceve sostentamento e sicurezza, non la toglie mai e s'addormenta sicuro e sereno tra le cuciture azzurre e i bottoni dorati. La logora vestaglia in cui aveva vegetato per cinque anni giace inutilizzata nell'armadio.
 

Nell'universo di Kafka gli oggetti si caricano anch'essi di profondi significati, soprattutto quelli rigurgitati dal Sistema. Analizziamoli.
Il bastone, che il procuratore ha abbandonato nella sua fuga frenetica, passa nelle mani del signor Samsa e diventa la prima arma contro Gregor. Sembra quasi che il bastone della ditta voglia punire il diverso, l'anomalia che ha momentaneamente inceppato gli ingranaggi (ricordate Charlot e l'orologio di Tempi moderni?). Il padre ritorna a casa vede sua moglie svenuta e guarda subitamente in direzione della cosa che un tempo chiamava figlio. Naturalmente indossa la divisa (altro oggetto del Sistema) e proprio le tasche della divisa diventano una perfetta cartucciera. Le riempie di mele e poi le scaglia una dopo l'altra su Gregor. L'ultimo tiro di quell'assurdo bombardamento -quindi, logicamente, la mela che è stata per più tempo nella tasca della divisa- colpisce violentemente Gregor rimanendogli conficcata nella carne.
La famiglia non ha che da sopportare quella disgrazia, Gregor devo solo aspettare e sappiamo bene quanto sia significativa l'attesa in Kafka.
Gregor ama guardare fuori dalla finestra anche se l'ironia di Kafka gli offre come panorama solo la facciata grigia d'un ospedale. Sperano, continuano sempre a sperare le creature di Kafka, loro sono gli scarti del sistema, cenciosi spaventapasseri imbottiti d'immondizia. Nei suoi Appunti su Kafka, fa notare proprio come Kafka fa arte con la spazzatura della realtà e nient'altro, con gli Abfallsprodukten, quegli scarti eliminati dalla società.
 

Non c'è più tempo per accudire Gregor, anche Grete e la madre ora hanno un impiego. La sorella si limita a spingere con una scopa il cibo, ora deve accudire i pensionanti a cui hanno affittato le stanze di quell'appartamento troppo grande, per loro e le loro barbe suona anche il suo violino. Gregor, estasiato dalla musica, esce dal suo antro ("Era davvero una bestia se la musica l'afferrava come se potesse indicargli la strada per raggiungere un nutrimento ignoto e bramato?") e s'avvicina più del dovuto. Il padre ricaccia i pensionanti incuriositi e disgustati nelle loro stanze. Ora è chiaro: devono liberarsi della bestia, per troppo tempo hanno continuato a identificare quella "cosa" con l'amabile e servizievole Gregor "ripensò alla famiglia con affetto e commozione. La sua convinzione di dover sparire era forse ancora più ferma di quella della sorella. Rimase in questo stato di vuota e serena meditazione sino a quando la torre dell'orologio suonò le tre. Assistette ancora al primo albore antelucano fuori dalla finestra. Poi chinò involontariamente il capo e dalle sue narici uscì fioco il suo ultimo respiro", si lascia morire perché sa che è la migliore cosa che può fare, ha già smesso da tempo di mangiare, sa di essere un diverso, un'anomalia, ne è profondamente consapevole. La cameriera lo getta tra i rifiuti, non poteva esserci migliore sepolcro per lui, rifiuto tra i rifiuti.
 

La famiglia caccia i pensionanti e la governante, tutti e tre scrivono tre lettere di scuse ai loro principali e, per la prima volta dopo troppo tempo, parlano a lungo, prendono perfino il tram e vanno fuori città. Ci sono nuove prospettive, nuove speranze e anche la sorella di Gregor subisce una metamorfosi, la più naturale: il suo corpo tra tutte quelle sofferenze è sbocciato, ora è una bella e florida ragazza in età da marito. Cala il sipario.
 

Crollano le certezze. Quello che è successo a Gregor non trova motivazioni esterne, ha semplicemente somatizzato l'alienazione. Il sistema sociale non cerca di guarirlo, sa che non c'è guarigione per lui. Lo elimina il più rapidamente possibile riassorbendo il resto della famiglia, rinforzando l'incatenamento delle loro coscienze. Alla fine di tutta la storia i Samsa devono andare fuori, prendere il tram, distrarsi, evitare di pensare, guardare sempre avanti senza soffermarsi troppo su particolari che, per la stessa sopravvivenza del sistema, devono essere ritenuti insignificanti.
La facciata sintetica che celava le sofferenze è caduta, non è che cartone dipinto e plastica colorata. Dietro c'è la vera sofferenza. L'industria culturale decide quando e come dobbiamo divertirci e noi utenti siamo solo oggetti passivi, cani di Pavlov. "Quella di Kafka è una potente capacità demolitrice. Egli lacera e abbatte la facciata che cela l'enormità del dolore, facciata a cui s'adegua sempre più il controllo razionale", Adorno lo sottolinea con chiarezza.

 

| La pietruzza precedente |

| BombaSicilia 4.0 # 2 - agosto 2003 |

| Arretrati .:.  BS #1 |  

| sitemastering, sitedesign, site content manager Tonino Pintacuda |

| RISOLUZIONE CONSIGLIATA 800X600 |