Cos'è un gioco di Ruolo

 Per capire di cosa si sta parlando

Normalmente chi gioca di ruolo viene etichettato come una persona "infantile, fuori di testa, malata di mente, che perde tempo, soldi e fatica dietro a un sacco di cretinate". Giusto per mettere le cose in chiaro tutte queste persone HANNO RAGIONE! Tuttavia c'è un aspetto che questa gente non riesce a cogliere: il gdr infatti, oltre a minare la sanità mentale di chi lo pratica, è anche un buon modo per vivere qualche ora lontani dal mondo reale, facendo lavorare l'immaginazione e sparando tonnellate di divertenti stupidaggini in compagnia... cosa che è ovviamente inconcepibile per chi non ama usare la fantasia e sentirsi un po' bambino ogni tanto.

   Dunque come funziona di preciso un gioco di ruolo e perchè si chiama così? La risposta è molto semplice: nei gdr ogni giocatore si cala in un mondo di fantasia (magari un'ambientazione antica o medievale, o di fantascienza) e ha un ruolo da interpretare. Lo scopo è riuscire ad impersonare nella maniera più corretta il proprio personaggio (pg), collaborando con quelli degli altri all'interno di una storia e di un'ambientazione creata da un Master (dm). Quest'ultimo, il peggiore di tutti in termini di razionalità, ha lo scopo di inventarsi situazioni ed eventi in cui i giocatori devono sapersi districare, reagendo come più preferiscono in totale libertà (ma sempre tenendo a mente che devono interpretare bene il carattere e la morale del loro pg). Dunque il master è una sorta di misto tra un narratore e un arbitro, perchè deve anche far rispettare le regole del gioco rendendo il tutto coerente e realistico. I giocatori invece sono come degli attori che hanno solo il loro personaggio, ma nessun copione, e possono agire come meglio credono. Questo dà vita a due aspetti molto importanti: da un lato è necessario avere molta inventiva, perchè sia i giocatori che il master non sanno come si comporteranno i compagni, e sono costretti ad improvvisare continuamente; in secondo luogo giocare collaborando rende il tutto molto costruttivo e appagante... non c'è nessuno che vince e nessuno che perde: si gioca uniti per trovare una via d'uscita ad una determinata situazione. Nemmeno il master deve combattere contro i giocatori; è vero che il mondo che crea per loro deve essere una sfida e metterli in difficoltà (sennò che divertimento c'è?) ma nello stesso tempo se il gruppo fallisce il gioco termina per tutti, master compreso.

   La creazione dei personaggi può avvenire in diversi modi, a seconda del tipo di ambientazione che il master crea, o in base a come desidera giocare il gruppo. Il sistema più "classico" è quello di basarsi sulla letteratura fantasy europea, per cui si possono interpretare guerrieri in cerca di gloria e ricchezze, cavalieri devoti, maghi, stregoni, sacerdoti di potenti divinità, furfanti, elfi, nani e creature fantastiche di ogni tipo. Nulla vieta tuttavia di giocare in ambientazioni totalmente storiche, o di fantascienza, o in mondi cupi e tenebrosi. Deciso questo aspetto ogni giocatore deve immaginarsi il personaggio che desidera, dall'aspetto fisico fino alla condotta morale e alla sua storia (background), che determina le sue capacità e le sue aspirazioni per il futuro, oltre che il suo carattere. il personaggio partirà con poca esperienza, ma proseguendo nel gioco imparerà un sacco di cose che gli permetteranno di usare meglio le proprie abilità, combattere con più efficacia, guadagnare fama e ricchezza.

   è il master ad inventarsi gli eventi e le ambientazioni in cui tutto questo è possibile. Ci sono master che preferiscono giocare cambiando spesso storie e luoghi, inventando tante piccole avventure una diversa dall'altra. Altri invece sono più propensi a creare campagne epiche e strutturate, che magari durano diversi anni e impegnano i giocatori a lungo. In entrambi i casi tuttavia ci devono essere due cose fondamentali: un'ambientazione e una storia. La prima si può prendere già fatta appoggiandosi a libri, film e manuali, oppure si può inventare da zero creando qualcosa di totalmente nuovo. Per la seconda si deve tenere conto del background e delle caratteristiche del gruppo di giocatori, inventando qualcosa che li unisca e dia loro uno scopo comune da perseguire, qualcosa che motivi il loro agire e sia da sprono al gioco stesso. la trama si evolverà poi in base a come i giocatori reagiranno e a come il master la indirizzerà.

   Il gioco è anche retto da un altro importante fattore: il set di regole utilizzato. ne esistono tantissimi, sia semplici che complessi, e tutti con molti pregi e difetti. Lo scopo dei regolamenti è determinare soprattutto certi parametri casuali che, con la semplice fantasia, diventano difficili (anche se non impossibili) da gestire. Il tiro di un dado ad esempio può determinare la buona riuscita di un colpo in combattimento, e il risultato necessario per ottenere il successo può variare in base a quanto è agile il bersaglio, o a che tipo di armatura porta, o a quanto è bravo l'attaccante con l'arma che impugna. Esistono dunque un sacco di punteggi e di caratteristiche, che variano da personaggio a personaggio. Destrezza, forza, saggezza, carisma, sono tutti numeri che rappresentano qualcosa e che permettono di agire sfruttando più aspetti del proprio personaggio. L'importante è che la matematica rimanga sempre in secondo piano rispetto all'interpretazione. Non si gioca per avere il personaggio più forte, ma per essere gli eroi di un mondo di fantasia, ottenendo fama e onore oppure potere e ricchezza... e per fare tutto questo il personaggio deve essere in primo luogo un "carattere", non un insieme di numeri e punteggi.

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