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06 ottobre, 2007




 
 

 

 

 

 

 

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  VALUTAZIONE DEL CAPITALE ECONOMICO DI IMPRESA

Nella valutazione del capitale economico si deve adottare un metodo che tenga conto delle caratteristiche settoriali in cui l’azienda opera e lo scopo della valutazione. Individuare il valore di un’azienda, al fine della sua successiva liquidazione, richiederà l’applicazione di un procedimento metodologico certamente diverso da quello utilizzabile per un’eventuale cessione a terzi. Nessuna normativa di legge, civilistica o fiscale, indica quale metodo il professionista debba usare nella valutazione. Tale indicazione non è fornita nemmeno nei casi espressi previsti dalla legge in cui la relazione di stima è richiesta; ebbene, anche in tali situazioni, le norme non possono che rimandare a disposizioni tecniche di generale accettazione. Esiste comunque l’obbligo per il professionista di dichiarare le metodologie seguite in quanto, proprio come la tecnica insegna, possono essere diverse e avere una differente validità in relazione alle situazioni in cui trovano applicazione.

Il valore del capitale economico di un’azienda può indicarsi come “generale” quando, in normali condizioni di mercato, è ritenuto congruo senza considerare la natura delle parti interessate nella transazione, la loro forza contrattuale e i loro interessi. In questo modo il valore che si determina costituisce un punto di riferimento distinto da una valutazione soggettiva che considera, al contrario, l’utilità dell’azienda per specifici operatori. In tal senso, non bisogna confondere il “prezzo”

con il concetto di “valore”. Considerando gli aspetti pratici che dovrebbero guidare le valutazioni

d’azienda si deve tenere presente come diverse siano le informazioni contabili e gestionali che l’esperto dovrebbe avere a disposizione. Prima di tutto si devono fornire indicazioni utili per un’idonea scelta della metodologia da seguire. Trattasi di informazioni sull’attività esercitata dalla società, sul settore di appartenenza, sulla presenza o meno di particolari operazioni gestionali ecc.

I diversi metodi elaborati dalla dottrina economico-aziendale possono sinteticamente suddividersi in:

patrimoniale;

reddituale;

misto patrimoniale-reddituale;

finanziario.

Ognuno dei menzionati criteri può presentare pregi e difetti, tuttavia la scelta dovrebbe essere fortemente influenzata dalle specifiche particolarità dell’azienda che si valuta. In modo più analitico, potremmo indicare i seguenti fattori da tenere presenti:

caratteristiche dell’azienda da valutarsi;

caratteristiche del settore in cui l’azienda opera;

correttezza dei bilanci aziendali;

adeguatezza del sistema informativo aziendale (per conseguente significatività dei budget).

Particolarmente importante è considerare il settore in cui la società opera. Per esempio, per una società immobiliare i metodi patrimoniali sono certamente quelli più adeguati, mentre meno idonei possono ritenersi i metodi basati sui flussi finanziari o reddituali. Al contrario tali ultime metodologie sono meglio utilizzabili in caso di scarsa significatività delle poste patrimoniali dell’azienda.

Entro certi limiti, nella scelta del metodo possono incidere anche alcune considerazioni sulle caratteristiche dell’operazione che ha richiesto la valutazione dell’azienda; si pensi ai conferimenti per i quali oltre a rilevare il capitale economico è necessario ottenere una situazione patrimoniale, base per le future determinazioni dei redditi della conferitaria. Ebbene, in questi casi l’uso della metodologia patrimoniale può ritenersi più adeguato. In ultima analisi, il valutatore deve quindi considerare gli aspetti particolari dell’azienda da valutare e le informazioni ottenibili al fine di scegliere in modo opportuno il metodo da utilizzare.

 
   

 

Finanza ed Economia Editoriale

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