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08 gennaio, 2008




 
 

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  ECONOMIA E FINANZA: Analisi della liquidità aziendale

L'obiettivo dell'analisi della liquidità è quello di verificare se l'impresa sia in grado di far fronte ai propri impegni con le attività.

Dalla riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario è possibile esaminare in primo luogo tre indicatori di situazione finanziaria  che permettono già di evidenziare la struttura del capitale d'impresa:

- Il margine o divario di tesoreria;
- Il capitale circolante netto o margine di disponibilità;
- Il margine di struttura

Ø     MARGINE DI STRUTTURA = Capitale permanente - Attività immobilizzate

Accoglie le voci di fonte e impiego a medio/lungo termine legate alla gestione finanziaria e operativa. Indica in che misura le fonti permanenti finanziano gli impieghi durevoli (Il margine di struttura, inteso nel suo significato più restrittivo, cioé come differenza tra capitale proprio e attività immobilizzate, permette di esaminare le modalità di finanziamento dell'attivo immobilizzato e può essere anche un indicatore della capacità di una ulteriore espansione dell'attività aziendale o al contrario di una eventuale insufficienza del capitale proprio in relazione alle dimensioni aziendali).

 MS>0  Le attività immobilizzate sono state finanziate con fonti proprie. Le fonti permanenti finanziano interamente gli investimenti durevoli e parte dell’attivo circolante. Possono esserci le premesse per un ulteriore sviluppo degli investimenti. MS aumenta al crescere del patrimonio netto del capitale e dell’autofinanziamento.

MS<0  Vi è una situazione di deficit di risorse a medio/lungo termine che deve essere coperta da fonti a breve. (Il capitale permanente finanzia solo in parte le attività immobilizzate per cui la differenza è coperta anche da passività correnti). MS diminuisce per effetto degli investimenti, rimborsi di debiti a medio/lungo termine, riduzioni di capitale, erogazione di dividendi.

 Ø     CAPITALE CIRCOLANTE NETTO = Attività correnti - Passività correnti

Rappresenta la capacità dell’impresa a far fronte autonomamente alla passività di breve periodo facendo leva sulle liquidità e sulle disponibilità di magazzino. (Il capitale circolante netto indica il saldo tra il capitale circolante e le passività correnti. In generale si deve ritenere come obiettivo ideale il raggiungimento di una situazione nella quale le passività a breve siano coperte oltre che dalle liquidità immediate e differite da quella parte delle rimanenze che possono essere vendute senza intaccare la cosiddetta scorta di sicurezza).

 CCN>0  Rappresenta l’entità dell’investimento nella gestione corrente ossia l’eccedenza degli impieghi correnti da cui nel corso del periodo si attendono flussi monetari in entrata, sull’indebitamento a breve, che nello stesso periodo richiede flussi monetari in uscita. Il CCN cresce al crescere dei crediti, del magazzino, della cassa e al ridursi dei debiti.

CCN<0  Rappresenta l’entità del finanziamento attivato dalla gestione corrente ossia il finanziamento degli investimenti in attività immobilizzate è stato effettuato anche con debiti a breve. Il CCN diminuisce al ridursi dei crediti, del magazzino, della cassa e al crescere dei debiti.

Ø     MARGINE DI TESORERIA = ( Liquidità immediate + Liquidità differite) - Passività correnti

E’ il saldo tra attivo e passivo finanziario a breve e indica in quale misura le liquidità riescono a coprire i debiti di prossima scadenza. (Pertanto il margine di tesoreria è un indicatore, in termini assoluti, della liquidità netta dell'impresa, prescindendo dagli investimenti economici delle rimanenze. In caso di un margine di tesoreria molto elevato occorre verificare se ciò dipenda da un'elevata liquidità o da crediti limitati).

 MT>0  L’impresa dispone di attività liquide sufficienti a coprire le passività correnti.

MT<0  Vi è una situazione di deficit, ossia le liquidità immediate e differite non riescono a coprire completamente gli impegni finanziari.

 

 
   

 

Finanza ed Economia Editoriale

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