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ACTION PAINTING |
Si definisce action
painting (pittura d'azione, pittura gestuale) una pittura immediata, libera,
spontanea, nella quale tutto il corpo dell’artista viene coinvolto nella
realizzazione dell'opera, di cui l'esecuzione è affidata alla gestualità
del braccio, una pittura fatta con spruzzi, macchie, sgocciolature di
colore (dripping) dal pennello o direttamente dal barattolo sulle
superfici in tela o cartone predisposte ad accoglierle, poste in posizione
orizzontale. I segni che ne conseguono configurano un'immagine caotica, un intreccio irrazionale ed informale di colori e linee, frutto di una gestualità casuale che vuole portare in superficie le motivazioni nascoste dell'inconscio, legandosi così alle posizioni filosofiche contemporanee, di matrice esistenzialista. L'opera d'arte diventa espressione di un soggettivismo esasperato, dell'azione automatica dell'inconscio, la tela è mezzo e tramite fra la materia, il colore, il segno, e l'inconscio dell'artista, tanto che Pollock scrive: "Quando dipingo non ho l'esatta percezione di ciò che sta avvenendo, solo dopo mi rendo conto di ciò che ho fatto........ E', l'action painting, l' espressione di uno stato d'animo, lo scoppio di una carica di energia, l'esplosione di una pulsione interiore che non si estrinsecano secondo un predeterminato progetto, ma seguono quasi automaticamente un incontrollabile impulso del profondo, con evidenti richiami, anche se con esiti formali del tutto diversi, all'Espressionismo, per la violenza del linguaggio, al Dadaismo, per la carica di ribellione, al tachisme per ciò che riguarda l'aspetto tecnico (a macchie), ma soprattutto al Surrealismo. Come il Surrealismo, infatti, l'action painting esalta la supremazia dell'inconscio, il valore automatico del risultato, che non dipende da scelte formali o concettuali coscienti, ma è frutto del gesto puro, di un automatismo psichico che delinea forma e contenuto liberamente ed irrazionalmente, non vuol spiegare, solo esprimere. L’automatismo psichico del Surrealismo arriva così alle sue estreme conseguenze, con l'annullamento di ogni residuo cosciente, trovando nell'inconscio una materia di ispirazione vasta ed inesplorata, in grado di comprendere i germi di molte successive esperienze che riconosceranno come vero tema dell'opera d'arte non già l'opera compiuta, bensì la sua realizzazione nel momento in cui l'artista la attua, con improvvisazione e spontaneità (body art, happening, performance, arte comportamentale ecc.). Questa corrente culturale raduna in realtà personalità artistiche anche molto diverse tra loro, accomunate da un diffuso senso di angoscia e disagio per gli orrori della guerra, manifestazione della degenerazione del mito della modernità razionale, unite in un generale atteggiamento di reazione che le porta a ripiegarsi nell'inconscio, alla ricerca di se stessi, delle loro angosce e delle profondità insondate della loro psiche: il risultato di questa discesa interiore produrrà, a seconda delle personalità dell'artista, opere cariche di violenta disperazione (con chiaro riferimento all'Espressionismo), o anche di inquietudine e meditazione (più vicine alla matrice surrealista). L'invenzione della
tecnica del "dripping" da parte di Pollock risale al 1949, in seguito,
vedendo il pittore al lavoro, per la particolare gestualità con la quale
l'opera veniva creata, il critico Clember inventò il termine di "action
painting" per definire un modo così personale di dipingere, nel quale non vi
era centro né direzione di osservazione e la composizione si presentava
direzionalmente indeterminata ed equivalente, all over (a tutto
campo), definendo così l'aspetto più rivoluzionario del linguaggio inventato
dall'artista. |