CASILINO 900: FIGLI DI UNO STESSO PADRE - casilino900@libero.it

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Descrizione dell’intervento nel campo nomadi Casilino 900 (a cura di Don Paolo Lojudice, Direttore Spirituale Seminario Romano Maggiore e della Dott.ssa Lucia Ercoli, Responsabile Sanitario Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni, Policlinico Tor Vergata)

La nostra presenza all’interno dell’insediamento è iniziata nell’ottobre 2006, su richiesta degli stessi nomadi residenti nel Campo che afferivano, come pazienti, al Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni. Nei primi 6 mesi di attività, il nostro intervento (a cadenza settimanale) è stato finalizzato a creare un contatto con i nuclei familiari per superare da una parte diffidenza e ostilità e dall’altra una conoscenza superficiale e pregiudiziale di cosa significhi vivere a Casilino 900.

Questa prima fase dell’intervento ci ha permesso di conoscere in dettaglio le condizioni ambientali dell’insediamento: precarietà abitativa, mancanza di acqua e rete fognaria, accumulo di rifiuti quasi mai rimosso, strade non asfaltate che con la pioggia si allagano di fango. In particolare ci siamo subito interessati delle condizioni dei bambini, circa 250, e abbiamo pensato di organizzare per loro delle attività formativo-ricretive, tipo “oratorio”  all’interno del campo, articolato in momenti di gioco, ascolto “e riflessione religiosa”. Osservando la situazione igienica e nutrizionale, abbiamo inserito anche il momento della merenda come ulteriore occasione di condivisione gioiosa.

Al termine di questa prima fase, risultavano  chiare due cose: che la carenza strutturale più evidente era la mancanza di un luogo idoneo per svolgere le attività con i bambini, e che la povertà più dolorosa è la mancanza di un’istruzione adeguata e l’assenza di un’opera evangelizzatrice.

Abbiamo proposto, pertanto, di far restaurare dagli stessi nomadi un piccolissimo vecchio container, che in accordo con il VII Municipio, abbiamo collocato, dopo adeguata bonifica, sul piazzale antistante al Campo, che nel frattempo era diventato il ‘quartier generale’ delle nostre attività e dei vari momenti di incontro dell’intera comunità . Nel frattempo alla nostra iniziativa si sono aggiunti i seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore e alcune suore (Pie maestre Venerini, Suore della Carità di S.Giovanna Antida, etc). La nostra presenza è diventata bisettimanale e successivamente trisettimanale; i servizi da noi svolti, dall’ottobre 2007, sono stati i seguenti: accoglienza, doposcuola, sostegno alla socializzazione, educazione sanitaria, catechesi, gioco organizzato. Circa 50 i ragazzi che con assiduità e continuità hanno partecipato delle attività proposte.

Per creare un ulteriore collegamento tra territorio del VII Municipio e Campo nomadi, abbiamo realizzato un giornalino intitolato “Figli di uno stesso Padre” che è anche lo slogan  riportato sulla facciata della vecchia officina dimessa e in abbandono che è al centro del piazzale. Il giornalino è servito ad illustrare le varie attività svolte da noi e dagli atri gruppi e associazioni operanti nel campo, ai cittadini, alle realtà impegnate con i nomadi, alle scuole, alle istituzioni, e inoltre ha reso possibile dare voce ai portavoce della comunità su quanto desiderano rispetto al futuro loro e a quello dei  figli in questa nostra città di Roma.

In occasione della Festa di Cristo Re dell’Universo, del Natale e della Pasqua, abbiamo organizzato un momento di festa per tutto il campo, articolato in una breve celebrazione liturgica, nella distribuzione di regali a tutti i bambini, nella condivisione dei dolci tipici della festa. A queste tre manifestazioni hanno partecipato anche numerosi adulti.  Queste occasioni sono state importanti al fine di stabilire una vera e propria alleanza con moltissime famiglie che ci hanno invitato a visitare le loro case e a raccontarci le loro storie, frequentemente connotate dallo sradicamento forzato dalla loro terre per motivi di guerre, spesso di natura etnica e/o religiosa (Bosnia, Kossovo, etc). Il giorno di Pasqua abbiamo visitato le baracche una ad una, per un saluto, una preghiera e un augurio: l’accoglienza, purchè poverissima, è stata calorosa e sincera, quasi fraterna.

Nel marzo del 2008 abbiamo avviato un piccolo corso di formazione su tecniche semplici di primo soccorso per le ragazze del campo; in quei giorni veniva improvvisamente (e rovinosamente)  interrotta l’energia elettrica a tutte le famiglie. Questa interruzione dura fino ad oggi e sta creando i maggiori problemi di sopravvivenza. Una baracca si è incendiata proprio alcuni giorni fa per una candela lasciata accesa e solo il tempestivo intervento di alcuni uomini e dei vigili del fuoco ha impedito che accadesse una tragedia; è impossibile mantenere il cibo (nessuno può disporre più di frigoriferi) e l’uso di piccoli generatori, oltre ad essere particolarmente inquinante, non risolve il problema sia perché non hanno grande durata (se ne sono bruciati tantissimi) sia perché i più poveri non possono permetterselo.

           Altra esperienza che ci ha visti partecipi insieme è quella che si sta realizzando grazie ad un gruppo di architetti e studenti di Roma Tre; gli uomini della comunità, sotto la guida di questi architetti, stanno costruendo proprio in questi giorni un prototipo abitativo. Stanno svolgendo il lavoro tutti insieme, e questo è già un grande successo. Il lavoro dovrebbe concludersi tra alcuni giorni.

  Nonostante le difficoltà tecniche e le tensioni crescenti (legate soprattutto al clima di scontro politico che ha utilizzato il tema della sicurezza a fini elettorali), abbiamo mantenuto costante la nostra presenza assicurando la continuità dell’intervento. L’ultima settimana di giugno, abbiamo organizzato un “mini Centro-Estivo” sul tema dell’Arca di Noè, a cui hanno partecipato anche studenti dell’Università di Tor Vergata, medici del Policlinico Universitario, artisti di associazioni culturali. Le attività proposte erano soprattutto ricreative: disegno, canto, danza, gioco organizzato. I bambini sono stati molto assidui e si sono impegnati con tenacia anche nelle attività più complesse, richiedendo in continuazione il consiglio e le indicazioni degli animatori presenti e attenendosi scrupolosamente alle poche regole date.

Il nostro obiettivo per il prossimo anno è proseguire il servizio su tre fronti principali: il sostegno scolastico, in aiuto a quanti di loro non sono inseriti nelle scuole e a quanti manifestano gravi carenze nonostante la scolarizzazione; la catechesi finalizzata, per quanti lo richiedano, ai sacramenti dell’iniziazione cristiana; l’intervento sanitario mirato all’aspetto igenico-nutrizionale.

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 A CURA DI: NAJO ADZOVIC - DOTT.SSA LUCIA ERCOLI - DOTT.SSA LAURA CECCARELLI - DOTT. GAETANO BASILE - FOTO: DOTT. PAOLO ROBAZZA - GIOIA ONORATI