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ANIMAZIONE TEATRALE

 

Il bambino fa teatro come gioca, disegna come gioca, conosce come gioca.

Dal libero movimento in uno spazio che diventa il luogo della comunicazione, al rilassamento, al gesto espressivo, all'uso comunicativo della voce e degli oggetti.

Non si tratta essenzialmente di preparare uno spettacolo (lo si può sempre fare, eventualmente) ma di crescere insieme recuperando quell'unità tra la mente e il corpo, il gioco e la cultura che per i bambini piccoli è naturale e che poi all'incontro con il mondo adulto di solito viene meno. Si imparano tecniche teatrali, ma soprattutto si sperimenta un modo diverso è importante di stare insieme, di esprimersi e di comunicare, tra compagni di classe e con l'adulto educatore.

Alla domanda “a che cosa è servito soprattutto il corso di animazione teatrale”, la gran parte dei ragazzi di seconda media risponde: “A superare le vergogne!”

 

 

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Paolo.Una storia.Scheda.Libri.video e MM.Lavori.Links.Note.
Paolo.
Una storia.
Scheda.
Libri.
video e MM.
Lavori.
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Note.

L'INVENTASTORIE

Osservare e immaginare

 

Le carte dei personaggi, le immagini, le animazioni e i suoni al computer, l'ambiente intorno naturale e umano, i pupazzi e le maschere, il movimento del proprio corpo e di quello degli altri nello spazio: dalla rielaborazione del gruppo nascono le storie, precise e pertinenti, e poi si gioca a raccontarle, con la voce, lo scritto, il gesto teatrale, il video, il multimediale.

Si asseconda la disposizione dei bambini e dei ragazzi a giocare con se stessi e con il mondo, di divertirsi a trasformarlo con gioia e ironia. E non solo storie di fantasia, perché il metodo è lo stesso che usano i ricercatori, gli storici, gli scienziati: dall'osservazione coerente, attraverso l'immaginazione, si opera la ricostruzione del periodo storico o della legge fisica.

Può essere davvero un'esperienza entusiasmante osservare, immaginare, produrre insieme con i bambini.

COPIAMO!

 

Copiare come osservare, riprodurre, rivivere, comprendere. Il mondo che conosciamo forse è proprio quello che “copiamo”.

In quanti modi, con quanti strumenti si può copiare il mondo, copiare noi stessi.

Con modalità differenti, bambini e ragazzi scelgono gli “oggetti” da copiare e i mezzi, vari e diversi con cui copiare. Copiare con la parola, il disegno, il gesto, copiare con le macchine di riproduzione e rielaborazione tecnica della realtà. Copiare per rendere le cose vere o irreali, attenuare, esagerare...

Non un percorso didattico stabilito, ma avventure di esplorazione e scoperta che possono condurre a inedite “mostre” di “oggetti copiati”, svelati e compresi da una gran quantità di punti di vista diversi. E intanto si affina la capacità di osservazione, comprensione, riflessione su se stessi e sul mondo, sui linguaggi e le tecniche utili e opportuni, sul confine sottile tra riproduzione e manipolazione...

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