Gli arretrati
 
 
Pista senza ritorno
Magico Vento n° 70

© Sergio Bonelli Editore S.p.A.Ned e Poe si sono infiltrati senza troppi problemi nel gruppo di Birch e cominciano ad indagare su questo spietato e cinico individuo. Poe, parlando con l’ingegnere incaricato delle rilievi, lo avvisa del pericolo che si correrà se la pista dovesse realmente realizzarsi. Infatti il percorso attraverserà sia la riserva Sioux, che quella Crow. I due popoli non permetteranno l’invasione dei loro territori. In quel momento entra Birch, che dichiara a Poe di non occuparsi di problemi politici, ma solo di rilievi. A lui non interessa come si potrà costruire la pista, ma solo se sia fattibile. Poe non è convinto dalle sue parole, sa che c’è qualcos’altro nella testa di quell’uomo. Nel frattempo Ned sta perlustrando il territorio circostante il campo con Archie e i suoi Mountain Man. Alcuni di loro si sono aggregati al gruppo, non per denaro (come dicono spesso la paga è buona) ma per vendetta. Già da qualche tempo i Sioux uccidono qualsiasi bianco si avventuri nello Yellowstone, senza fare distinzione se sia un allevatore o un cacciatore. Fino a qualche anno prima, i Mountain Man erano liberi di girare tra quelle montagne a caccia di pellicce. Anche loro amavano la natura e quei territori sconfinati. Archie amava passare in territori dove non era mai passato nessun bianco, non gli piaceva sterminare bisonti o cercare prede facili. Lui godeva delle bellezze e delle insidie di quei territori selvaggi. Durante le sue escursioni, era diventato amico di un indiano, Orso Di Notte. Con lui divideva le sue prede, tenendo soltanto la pelle e le corna. In quelle montagne abitava anche un altro Mountain Man, Boogie, che aveva sposato una donna indiana, Corda Robusta. Alla fine dell’estate, dopo che Cavallo Pazzo dichiarò guerra a tutti i bianchi, ritrovò il suo amico e sua moglie trafitti in riva al fiume, e lo scalpo di Boogie piantato in bella mostra sulla riva. Era stato Orso di Notte, che per seguire l’esempio di Cavallo Pazzo cominciò ad uccidere tutti i bianchi nel territorio. Secondo Orso di Notte non può esistere amicizia tra i bianchi e il popolo rosso. Costretto a difendersi, Archie uccise il suo vecchio amico. Cavallo Pazzo aveva cominciato la sua guerra e molti guerrieri lo imitarono. Per i Mountain Man era cominciato un periodo difficile. Mentre avanzano sentono dei frusci e, dietro a degli alberi, esce Giacca Lunga (la guida Crow che aveva abbandonato la spedizione) con un prigioniero: Fango. Archie è sorpreso dal suo ritorno e gli chiede spiegazioni. Giacca Lunga è preoccupato per la sorte di Archie, di Birch non gli importa nulla. Per questo è tornato. I Crow sono entrati in agitazione dopo aver saputo delle provocazioni di Birch. Hanno paura che la risposta di Toro Seduto possa colpire direttamente anche loro, come invadere la loro riserva ad esempio. Nonostante nel gruppo ci sia anche Magico Vento, Fango fa finta di non conoscerlo e gli regge il gioco. Tornati al campo Ned trova il modo di parlare con Fango da solo, offrendosi di interrogarlo. Fango si scusa per essersi lasciato catturare, ma Magico Vento lo rassicura promettendogli di liberarlo al più presto. Sarà anche un utile messaggero per Cavallo Pazzo. Dall’altra parte del fiume intanto Cavallo Pazzo e Piccolo Grande Uomo attendono impazienti notizie. Nel frattempo Giacca Lunga sta mettendo al corrente Birch delle mosse dei Crow. Invece di essere preoccupato, è contento che le sue previsioni si sono rilevate esatte. In quel momento entra Ned che dice che il ragazzo è disposto a collaborare. Gli racconta che è un Outcast, cioè cacciato dalla sua tribù. Girava intorno al campo per tentare di portare qualche notizia a Cavallo Pazzo e magari essere di nuovo accettato tra la sua gente. Ora potrebbe fare da spia per conto dei bianchi. A Birch non interessa, sa esattamente cosa faranno i Sioux. Lo seguiranno qualunque strada percorrano. Il suo piano è di portarli in una luogo facilmente controllabile dove ha intenzione di tendergli una trappola. Quando Ned rientra nella tenda di Fango trova Giacca Lunga che sta parlando con il ragazzo. Appena entrato lo chiama con il suo nome Sioux: Magico Vento. Ned è sorpreso, ma Giacca Lunga lo tranquillizza. Da lui non ha nulla da temere, anche lui è tornato per sabotare la spedizione dall’interno. Mentre stanno parlando, Cavallo Pazzo si avvicina all’accampamento e, con un segnale convenuto, richiama l’attenzione di Magico Vento. Ned si allontana dall’accampamento facendo finta di controllare il lato più sguarnito del campo. Una volta avvicinatosi a Cavallo Pazzo, acquattato nell’erba alta, lo aggiorna sulle intenzioni di Birch. Stanno per tornare indietro, ma lo avverte di agire con prudenza. Sta per scoppiare un temporale e l’avanzata con carri e cannoni sarà sicuramente rallentata. In quel momento due sentinelle si stanno avvicinando a Ned. Si sono insospettite vedendolo avanzare da solo lungo il bordo del campo. Piccolo Grande Uomo, che copriva le spalle a Cavallo Pazzo, tenta un diversivo per non essere scoperti: attacca il recinto dei cavalli. Nel trambusto che ne segue, Ned, grazie alla complicità di Giacca Lunga, riesce a far fuggire Fango. L’indomani tutti sono pronti a partire sotto una pioggia torrenziale. Stanno percorrendo la pista dei bisonti, piena di buche create dagli stessi animali, cosa che Birch ingnora. Le previsioni di Magico Vento si rivelano esatte. Uno dei carri si blocca in una delle buche ed ormai è inutilizzabile. Il carro bloccato è quello con gli appunti e i progetti dell’ingegnere, che sembra molto preoccupato di recuperare al più presto la sua roba. I muli davanti al carro si rifiutano di muoversi. Mentre gli uomini di Birch cominciano a caricare le casse, Poe si offre volontario per trattenere i muli, che si potrebbero spaventare al suono di un tuono. Con maestria Poe riesce a far fuggire i muli, e con altrettanta astuzia Archie, il capo dei Mountain Man, ordina ai suoi uomini di prendere lo stretto necessario e partire senza carri. Tanto è inutile e rischioso tentare di proseguire ancora con i carri su di una pista piena di buche e fango. Su una delle casse Poe e Ned notano le iniziale NPRR: Northern Pacific Rail Road. Il sospetto che dietro tutto questo ci sia la ferrovia è sempre più forte. Nel frattempo Birch sta discutendo con Archie. Il primo non ha nessuna intenzione di lasciare il cannone abbandonato nella prateria e propone ad Archie di deviare il percorso in un territorio roccioso dove sarà possibile muoversi meglio: il Massiccio di Goblin. Quando Giacca Lunga riferisce il colloquio a Ned, questi capisce troppo tardi di essere stato giocato da Birch. Quell’uomo aveva previsto tutto, perfino il fatto che si sarebbero impantanati, per costringere i suoi uomini a violare un territorio sacro sia ai Sioux che ai Crow. A questo punto conviene improvvisare. Magico Vento fa finta di essere disarcionato dal suo cavallo, spaventato da un tuono improvviso. Trascinato per alcuni metri, viene bloccato da Giacca Lunga, e si finge svenuto. Il Crow si offre di rimanere con lui, fino al momento in cui si riprenderà. Poe sta al gioco e continua il viaggio con la spedizione. Questo giochetto è servito per allontanarsi dalla comitiva senza destare sospetti e avvertire sia i Sioux che i Crow, del pericolo che corrono. Magico Vento prospetta a Cavallo Pazzo e Piccolo Grande Uomo un’alleanza con i loro nemici contro i bianchi. In quegli istanti anche Giacca Lunga sta facendo lo stesso con la sua gente. Solo unendo le forze, Sioux e Crow, possono sperare di vincere contro i bianchi. Nel frattempo Birch e i suoi uomini trovano riparo in una delle grotte della terra del Goblin. Poe approfitta della sosta per sbirciare i progetti gelosamente custoditi dall’ingegnere. Purtoppo viene scoperto da Birch che, come ogni buon cattivo, rivela il suo piano al ficcanaso di turno prima di farlo fuori. Birch ha cominciato il suo lavoro sotto le dipendenze del Governatore Potts per creare disordini tra le file degli indiani. In questo modo avrebbe potuto smuovere le teste di Washington per creare una vasta zona controllata dai militari lungo la pista carrabile. Il progetto era voluto fortemente anche dalla Northern, per poter collegare i due tronconi rimasti incompiuti ad est e ad ovest. Il tutto, ovviamente, a spese dello Stato! Bentley, l’ingegnere della spedizione, lavora per la Northern, e quando Birch ha saputo della sua presenza, ha parlato con i boss della ferrovia per aumentare il suo prezzo, riuscendo pure a spuntare una bella percentuale su i nuovi profitti. Birch tramortisce Poe e ordina a Bentley di ucciderlo. Così l’ingegnere si allontana con Poe e alcuni uomini fidati, per portare a termine il compito. Mentre stanno per uccidere il nostro amico, arriva Magico Vento che fa fuori gli uomini di Birch risparmiando l’ingegnere e altri tecnici. Bentley distrugge le sue carte e confessa a Magico Vento le intenzioni di Birch: lui spera che al massiccio di Goblin arrivino sia Sioux che Crow, scatenando l’inferno. Allora lui abbandonerà Archie e i suoi uomini al loro destino. Un massacro di civili bianchi e tribù in guerra… è questo che si aspetta Birch. L’intervento dell’esercito si renderà necessario e lui avrà vinto. Nel Massiccio del Goblin si sta per scatenare la guerra. Sioux e Crow avanzano verso il massiccio dove si trovano Archie e i suoi Mountain Man. Birch se la sta filando contento del suo operato, quando viene fermato da Magico Vento che lo manda ad “ingrassare i vermi”. Magico Vento riesce a fermare i Mountain Man dicendogli che Birch li voleva sacrificare per i suoi scopi e riesce a scongiurare una guerra… per il momento hanno vinto i buoni.

Non riesco ad apprezzare lo stile di Milazzo, troppo macchiato e troppo spigoloso. Ma devo ammettere che, riguardando più volte i due albi, riesce a donare ai suoi disegni l’atmosfera e le movenze del vecchio West. Ciò non toglie che tutti i suoi personaggi sembrano aver avuto uno scontro frontale con un camion (mai visti nasi tanto schiacciati). Destata meraviglia mi hanno suscitato le pagine ad acquerello (dalla 10 alle 16 del n° 70) che danno un senso di tridimensionalità a persone ed ambienti. Finalmente ho visto lo spessore e la qualità che vedevo in Ken Parker e che ho perso in Magico Vento.

Ciop

 
 
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