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Magico Vento n° 58
Gli
intrighi nei corridoi di Washington invadono ancora le pagine di Magico
Vento. Henry Task e Little Boy riescono a mettere le mani sul capo supremo
della Volta Nera: Torvald Van Buren. Un arresto eccellente, considerando
che Torvald, oltre ad essere il fondatore della setta, è anche
un parente stretto dell'ex presidente Martin Van Buren. I nostri agenti
sono arrivati a lui tramite una soffiata del dott. Kernan, braccio destro
di Hogan. I federali, sotto la promessa della segretezza e della protezione,
cercano di ottenere una lista completa degli appartenenti alla setta.
Una fuga di notizie verso la stampa manda in fumo i piani dei nostri
amici, i quali si vedono togliere il caso dalle mani dallo stesso presidente
Grant, che ha deciso di affidare il prezioso prigioniero ai suoi più
stretti collaboratori: le guardie presidenziali. Lo smacco è
troppo grande, non solo per la possibile esistenza di una talpa, ma
per il discredito lanciato verso i servizi segreti e la probabile dimissione
del senatore Fulton. Fin dalle prime pagine, e anche dai sospetti espressi
da Poe, si capisce che a manovrare i fili c'è soltanto Hogan.
Quale sia il suo piano, però, al momento ci è ignoto.
Per questo Henry, Little Boy e Poe decidono quindi di continuare ad
indagare per conto proprio, anche con mezzi non proprio leciti. Scavando
nella storia della famiglia Van Buren, si viene a scoprire che Karl
Van Buren, padre di Torvald si arricchì con speculazioni finanziarie
ai danni di proprietari di piccole banche. L'ex presidente Jackson,
di cui Van Buren era il vice, aveva finanziato con denaro pubblico una
rete di piccole banche sparse per tutto il paese, banche che fallirono
una dopo l'altra dopo rovinose speculazioni. Martin Van Buren, appena
diventato presidente, si ritrovò alle prese con una gravissima
crisi economica e cercò di rimediare mettendo i fondi federali
sotto il controllo del tesoro. Karl Van Buren aveva tratto profitto
dalle speculazioni ritirandosi al momento opportuno. Torvald Van Buren
ereditò una fortuna dal padre e, cercando nuovi modi per sfruttare
il capitale, creò la Volta Nera. Nel frattempo Magico Vento,
che si è recato a porre dei fiori sulla tomba di sua madre, si
ritrova ad indagare sulla giovinezza di Hogan. Più precisamente
sugli anni che ha passato a Devils Lake, dove ha conosciuto Nelly Rushmore
Ellis (sua madre). Hogan era un giovane spiantato scappato da Chicago
per sfuggire ai creditori. Il fascino di uno straniero distinto, colto
e proveniente da una grande città ha subito fatto presa sull'animo
di un'ingenua ragazza di campagna, Nelly. Hogan si stabilì in
quel piccolo paese vicino al confine canadese per degli affari che non
ha mai voluto precisare. Per questo Magico Vento decide di andare a
visitare i luoghi della sua permanenza al fine di trovare qualche indizio
sulla sua vita passata. Nella capanna dove alloggiava trova un foglio
con un ritratto a matita, stile avviso di taglia. Le sue ricerche lo
portano ad un post office nei pressi del confine Canadese, dove incontra
un capo Chippewa, Buco Nella Tenda, una ragazza altezzosa; Tiffany e
il gestore dell'ufficio postale, Normann. Alla richiesta di informazioni
su di una persona che frequentava quei luoghi tempo addietro, Magico
Vento riceve soltanto risposte evasive e brusche. E' evidente che la
ragazza e l'uomo hanno qualcosa da nascondere. Buco Nella Tenda invece
gli dà appuntamento nel suo villaggio per tutte le notizie di
cui ha bisogno. Magico Vento verrà a scoprire che i due cercavano
di coprire l'uomo del ritratto: Morgan Chambers. La ragazza, Tiffany,
è sua nipote. Morgan, a dire dei due, è un patriota perseguitato
come un volgare bandito. Anche Hogan, anni addietro, era sulle tracce
di Chambers. Perlustrò invano il territorio canadese senza trovare
tracce. Per questo decise di chiedere l'aiuto della tribù Chippewa,
in cambio di coperte e fucili. Hogan aveva detto loro che Morgan era
un ladro e aveva con sé molto denaro che gli era stato rubato.
Dopo pochi giorni gli indiani riuscirono nell'impresa e accompagnarono
Hogan a prendere Chambers. Fra i due ci fu una lunga discussione, al
termine della quale si salutarono come vecchi amici. Secondo Hogan,
lui e Chambers erano vittime di uno stesso imbroglio e quest'ultimo
si doveva nascondere da nemici molto pericolosi. Magico Vento riesce
ad ottenere tramite Tiffany un incontro con suo zio per chiarire il
suo rapporto con Hogan. Manfredi ci ha regalato un racconto dalla trama complessa e veramente appagante e illustrato magistralmente da Piccatto, con il suo stile inconfondibile, e da Spadavecchia. Piccatto ha disegnato un Magico Vento tenebroso e misterioso e un giovane Hogan affascinante. Spero di rivederlo all'opera nelle pagine di Magico Vento. Era da tempo che non leggevo un albo con tanto "gusto". Ciop |
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