Gli arretrati
 
 
Il cospiratore
Magico Vento n° 58

© Sergio Bonelli Editore S.p.A.Gli intrighi nei corridoi di Washington invadono ancora le pagine di Magico Vento. Henry Task e Little Boy riescono a mettere le mani sul capo supremo della Volta Nera: Torvald Van Buren. Un arresto eccellente, considerando che Torvald, oltre ad essere il fondatore della setta, è anche un parente stretto dell'ex presidente Martin Van Buren. I nostri agenti sono arrivati a lui tramite una soffiata del dott. Kernan, braccio destro di Hogan. I federali, sotto la promessa della segretezza e della protezione, cercano di ottenere una lista completa degli appartenenti alla setta. Una fuga di notizie verso la stampa manda in fumo i piani dei nostri amici, i quali si vedono togliere il caso dalle mani dallo stesso presidente Grant, che ha deciso di affidare il prezioso prigioniero ai suoi più stretti collaboratori: le guardie presidenziali. Lo smacco è troppo grande, non solo per la possibile esistenza di una talpa, ma per il discredito lanciato verso i servizi segreti e la probabile dimissione del senatore Fulton. Fin dalle prime pagine, e anche dai sospetti espressi da Poe, si capisce che a manovrare i fili c'è soltanto Hogan. Quale sia il suo piano, però, al momento ci è ignoto. Per questo Henry, Little Boy e Poe decidono quindi di continuare ad indagare per conto proprio, anche con mezzi non proprio leciti. Scavando nella storia della famiglia Van Buren, si viene a scoprire che Karl Van Buren, padre di Torvald si arricchì con speculazioni finanziarie ai danni di proprietari di piccole banche. L'ex presidente Jackson, di cui Van Buren era il vice, aveva finanziato con denaro pubblico una rete di piccole banche sparse per tutto il paese, banche che fallirono una dopo l'altra dopo rovinose speculazioni. Martin Van Buren, appena diventato presidente, si ritrovò alle prese con una gravissima crisi economica e cercò di rimediare mettendo i fondi federali sotto il controllo del tesoro. Karl Van Buren aveva tratto profitto dalle speculazioni ritirandosi al momento opportuno. Torvald Van Buren ereditò una fortuna dal padre e, cercando nuovi modi per sfruttare il capitale, creò la Volta Nera. Nel frattempo Magico Vento, che si è recato a porre dei fiori sulla tomba di sua madre, si ritrova ad indagare sulla giovinezza di Hogan. Più precisamente sugli anni che ha passato a Devils Lake, dove ha conosciuto Nelly Rushmore Ellis (sua madre). Hogan era un giovane spiantato scappato da Chicago per sfuggire ai creditori. Il fascino di uno straniero distinto, colto e proveniente da una grande città ha subito fatto presa sull'animo di un'ingenua ragazza di campagna, Nelly. Hogan si stabilì in quel piccolo paese vicino al confine canadese per degli affari che non ha mai voluto precisare. Per questo Magico Vento decide di andare a visitare i luoghi della sua permanenza al fine di trovare qualche indizio sulla sua vita passata. Nella capanna dove alloggiava trova un foglio con un ritratto a matita, stile avviso di taglia. Le sue ricerche lo portano ad un post office nei pressi del confine Canadese, dove incontra un capo Chippewa, Buco Nella Tenda, una ragazza altezzosa; Tiffany e il gestore dell'ufficio postale, Normann. Alla richiesta di informazioni su di una persona che frequentava quei luoghi tempo addietro, Magico Vento riceve soltanto risposte evasive e brusche. E' evidente che la ragazza e l'uomo hanno qualcosa da nascondere. Buco Nella Tenda invece gli dà appuntamento nel suo villaggio per tutte le notizie di cui ha bisogno. Magico Vento verrà a scoprire che i due cercavano di coprire l'uomo del ritratto: Morgan Chambers. La ragazza, Tiffany, è sua nipote. Morgan, a dire dei due, è un patriota perseguitato come un volgare bandito. Anche Hogan, anni addietro, era sulle tracce di Chambers. Perlustrò invano il territorio canadese senza trovare tracce. Per questo decise di chiedere l'aiuto della tribù Chippewa, in cambio di coperte e fucili. Hogan aveva detto loro che Morgan era un ladro e aveva con sé molto denaro che gli era stato rubato. Dopo pochi giorni gli indiani riuscirono nell'impresa e accompagnarono Hogan a prendere Chambers. Fra i due ci fu una lunga discussione, al termine della quale si salutarono come vecchi amici. Secondo Hogan, lui e Chambers erano vittime di uno stesso imbroglio e quest'ultimo si doveva nascondere da nemici molto pericolosi. Magico Vento riesce ad ottenere tramite Tiffany un incontro con suo zio per chiarire il suo rapporto con Hogan.
Torniamo a Washington per scoprire dove portano le indagini di Henry e Poe. Tramite una conoscenza di Little Boy i nostri amici vengono a sapere anche che il capo delle guardie presidenziali Stuart Brook si incontra assiduamente con l'ammiraglio Loomis. Ciò vuol dire che Torvald Van Buren si trova sotto la protezione della marina nascosto sul fiume su una cannoniera. Durante un interrogatorio tanto formale quanto duro, Loomis riesce ad ottenere una lista dei membri della Volta Nera. I nostri amici, avendo come unica traccia l'ammiraglio decidono di pedinarlo nella speranza di scoprire il nascondiglio del prigioniero. Durante un appostamento notturno davanti la casa dell'ammiraglio notano la strana visita di Brook al suo amico. Strana perché potevano incontrarsi più agevolmente l'indomani alla Casa Bianca, strana perché è notte fonda. Brook è andato a trovare l'ammiraglio per assicurarsi che nella "lista" consegnata al suo amico non compaia il suo nome. Van Buren, essendo il fondatore della setta, è l'unico a conoscere i membri di una frangia segreta della Volta, composta da personaggi influenti che non partecipavano alle riunioni abituali e non si conoscevano tra di loro. Frangia di cui anche Brook fa parte. Questa "lista nera" può rappresentare un'arma di ricatto nelle mani di Van Buren, che può usarla per trattare la sua incolumità direttamente con il presidente Grant.Ai due non rimane altro da fare che inscenare un falso suicidio per far tacere per sempre Van Buren. Per far ciò Brook ordina all'ammiraglio di attuare il piano la mattina stessa, senza perdere tempo prezioso. L'unico modo per i nostri amici di scoprire quali siano le decisioni prese dentro la casa, è di sfruttare le doti di Henry o Dick Carr. Quest'ultimo, l'indomani mattina, prende il posto di Brook e accompagna l'ammiraglio verso il luogo di "detenzione" del prigioniero. Loomis durante il tragitto gli ripete il piano deciso la sera prima. Arrivati sulla cannoniera hanno un'amara sorpresa: il prigioniero è già stato portato via sotto ordine del presidente. A Loomis è stato lasciato un biglietto dove c'è scritto: "Hogan tratterà personalmente con il presidente. Vi contatterà a tempo debito per fissare le condizioni". E' chiaro che sono stati giocati, ma Dick, nei panni di Brook, riesce a convincere l'ingenuo ammiraglio ad anticipare le mosse di Hogan e confessare tutto al presidente senza alcun timore in quanto in possesso di carte compromettenti in grado di salvarli senza "colpo ferire". La trappola è scattata. Loomis va dal presidente a confessare ogni cosa sulla sua partecipazione alla volta nera e quella del suo amico Brook. Il vero Brook rimane stupito e beffato. Brook e l'ammiraglio vengono tratti in arresto e la reputazione dei servizi segreti e del senatore Fulton sono salve. Van Buren nel frattempo è nelle mani di Hogan costretto, sotto minaccia armata, a compilare questa famosa lista nera. Hogan ha promesso allo spaventato Van Buren di non ucciderlo, e a suo modo manterrà la parola. Non sarà lui a premere il grilletto ma Morgan Chambers. Il legame tra Hogan e Chambers è la vendetta nei confronti del padre di Van Buren. Karl Van Buren aveva convinto il padre di Hogan a finanziare i ribelli che combattevano in Canada dagli inglesi, convincendolo che sarebbe stato rimborsato con i fondi del governo. Il denaro era destinato a Morgan Chambers. Il governo americano appoggiava, anche se non apertamente, la lotta dei ribelli e inviò sul luogo un gruppo di specialisti in missioni militari coordinati da Chambers. I ribelli erano pochi e male organizzati, avevano bisogno di finanziamenti e di armi. Dopo vive proteste da parte di Chambers, il governo inviò un battello a vapore con gli aiuti richiesti attraverso il Niagara River, vicino al confine con il Canada. Il battello fu raggiunto dagli inglesi che sconfinarono e se ne impadronirono. Lo incendiarono e lo gettarono nelle cascate. L'aggressione da parte degli inglesi poteva essere presa dal governo americano come un atto di guerra. Ma il presidente Van Buren, preoccupato per la crisi economica, scese a patti con gli inglesi e ordinò il ritiro di tutti gli americani dai loro territori. Naturalmente Chambers si rifiutò di tornare e preferì rimanere accanto ai ribelli. Su di lui fu emanato un mandato di cattura e fu considerato un criminale. Tutti gli aiuti promessi e mai arrivati finirono nelle tasche di Karl Van Buren, padre di Torvald. Fu lui infatti a concordare con gli inglesi l'affondamento del battello con le armi. Dopo anni di indagini Hogan scoprì tutto e si iscrisse alla Volta Nera solo per la sua sete di vendetta, poi pensò bene di servirsene per i propri scopi. Chambers, invece, non fu capace di appagare la sua sete uccidendo Torvald. Più tardi, quando incontrerà Magico Vento, gli spiegherà perché non ha potuto ucciderlo: "schiacciare un verme non può pareggiare il conto di tante vite sacrificate..".

Manfredi ci ha regalato un racconto dalla trama complessa e veramente appagante e illustrato magistralmente da Piccatto, con il suo stile inconfondibile, e da Spadavecchia. Piccatto ha disegnato un Magico Vento tenebroso e misterioso e un giovane Hogan affascinante. Spero di rivederlo all'opera nelle pagine di Magico Vento. Era da tempo che non leggevo un albo con tanto "gusto".

Ciop

 
 
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