Gli arretrati
 
 
Spedizione di soccorso
Magico Vento n° 59

© Sergio Bonelli Editore S.p.A.Prima di leggere un nuovo albo è mia buona abitudine leggere prima il "Blizzard Gazzette". Come specificato nella rubrica, Manfredi si muove sulla falsa riga di un film poco conosciuto interpretato da Charles Bronson: "Io non credo a nessuno" tratto dal romanzo di Alistair MacLean "Agguato al passo del Nibbio". L'autore aveva raggiunto la celebrità con il romanzo, poi diventato film, "I Cannoni di Navarone". MacLean è stato uno dei creatori del genere thriller - bellico - spionistico. Nel racconto citato si descrivevano i retroscena di una spedizione militare di soccorso in pieno inverno, ad un forte falciato da un'epidemia di colera. Manfredi prende spunto dalla spedizione per poi rimpastare la storia a suo modo, aggiungendo un uso non proprio umanitario come fine della stessa.
Torniamo a noi. "Una fredda mattina di inverno" in una miniera perduta nel vasto territorio tra Colorado e Wyoming un gruppo di indiani Ute attacca un piccolo drappello dell'esercito per rubare un carico d'oro. I minatori avvertiti dall'unico superstite, mettono al corrente dell'accaduto l'agenzia indiana di Tyron Welch. Gli uomini di Welch, subito in allarme, si mettono in viaggio verso Fort Sanders dal Comandante Ferguson a Cheyenne. Due settimane dopo Magico Vento e Poe vengono a sapere dell'accaduto da un articolo del Morning. Magico Vento è preoccupato perché il territorio dove si è svolto il furto è quello del suo amico Tuono Veloce (capo degli Ute) e del giovane guerriero e testa calda Orso Affamato. La storia secondo i nostri due amici non sta in piedi e sospettano che il furto sia solo una pretesto per scatenare una guerra. E Cheyenne è troppo vicina alla riserva di Nuvola Rossa e a Fort Laramie. L'unica cosa da fare è andare a verificare sul luogo. Mentre aspettano il treno nella stazione di Sidney in Nebraska, i nostri amici si imbattono in un convoglio militare diretto a Fort Sanders. Sembra che il forte sia stato colpito da un'epidemia di colera. Per questo è stata allestita una spedizione medica sotto il comando del Maggiore Lorimer. Il maggiore e i suoi soldati devono garantire la sicurezza del Dott. Rice e reintegrare il personale del forte. Nella spedizione ci sono anche il Reverendo Rope, dell'Ufficio Affari Indiani e il cameriere Paquito. Dopo essere stati accolti sul treno grazie all'intervento del reverendo, amico del Senatore Fulton, i nostri due amici si ritirano nei loro alloggi. In un primo momento Poe sospetta che il reverendo sia il suo amico e attore trasformista Dick Carr. Poe non riesce a spiegare altrimenti il fatto che li abbia riconosciuti immediatamente in stazione e la solerzia per averli voluti a bordo. Purtroppo ha preso una cantonata, e lo stesso Reverendo spiega ai nostri amici la sua presenza sul treno. L'agente indiano presente nel territorio di Cheyenne, Welch, è un poco di buono con gravi precedenti penali. Si sospetta che Welch abbia qualche legame con il furto dell'oro e magari qualche complice tra i militari del forte. Da dietro le tende Paquito ascolta tutta la conversazione. Nel frattempo il Maggiore Lorimer esprime i suoi dubbi sull'arrivo di Magico Vento e Poe al Dott. Rice. Secondo il maggiore, che non crede nelle coincidenze, tutto era stato preparato dall'Ufficio Affari Indiani per condurre una trattativa privata con Orso Affamato, escludendolo dalla missione. Il viaggio prosegue tra i dubbi e rancori dei passeggeri. Magico Vento comincia a sospettare che il vero scopo della spedizione sia un altro e ne ha conferma quando, alla stazione di Sherman, ha modo di catturare un bandito che ha ucciso gli addetti di stazione e tagliato i fili del telegrafo. Il suo scopo era di precludere ogni via di comunicazione tra il treno e il forte. Magico Vento ha modo di parlare con il maggiore in privato ed esporre i suoi sospetti: gli Ute e gli uomini di Welch hanno stretto una temporanea alleanza e si sono impadroniti del forte. Welch, inoltre, è stato informato della partenza del convoglio e del suo tragitto. A questo punto c'è da aspettarsi un agguato da parte degli indiani e dagli uomini di Welch. Dopo il colloquio con il maggiore Magico Vento si reca nelle cucine per parlare con Paquito. Questo strano cameriere che sembra al corrente di molte cose, altri non è che Dick Carr. L'agente federale conferma i sospetti di Magico Vento sull'alleanza di Welch e degli Ute per far rubare l'oro in cambio di qualcosa di altrettanto prezioso per loro: vettovaglie ed armi. Cose presenti in abbondanza a Fort Sanders. A Welch occorre anche un mezzo per trasportare l'oro senza destare sospetti, e un treno di ritorno da una zona "infetta" sarebbe l'ideale. Un complice nascosto tra i passeggeri dovrebbe portare il treno a destinazione senza soldati. Un attacco degli Ute potrebbe servire alla scopo. Inoltre, secondo Dick, non esiste nessuna epidemia al forte e le tanto sospirate casse di medicinali sarebbero piene di armi. Il treno, al momento, sta procedendo su un tratto di salita molto ripida. Questo è il momento migliore per sabotare il treno. Ed infatti qualcuno, ha fatto saltare il freno e il gancio degli ultimi vagoni, quelli con i soldati e i cavalli. Magico Vento e Dick, che si trovano insieme ai soldati, devono saltare dal vagone in tutta fretta. Poe insieme al reverendo Rope si rende conto della situazione e corre dal maggiore Lorimer. Il dott. Rice tiene in ostaggio il maggiore e conferma a Poe il piano di Welch. Tutto sembra perduto. Il treno si ferma improvvisamente. Gli Ute hanno bloccato il treno per prendere la loro parte in anticipo rispetto ai patti. Poe, approfittando della confusione riesce a liberare se stesso, il maggiore e il reverendo. Nel frattempo Orso Affamato riceve i fucili, residuati bellici presi dal fondo di qualche magazzino militare. Poe eludendo la sorveglianza dei banditi riesce ad avvicinarsi all'indiano e metterlo in guardia su quello che ha in mano. La situazione torna sotto il controllo di Poe e Magico Vento, giunto al momento opportuno. Ned chiede ad Orso Affamato perché ha deciso di allearsi ad un verme come Welch. Orso Affamato è guidato dal desiderio di vendicarsi della morte di Tuono Veloce. Questi è stato ucciso dai minatori che hanno fatto esplodere un costone quando l'indiano era ancora nel canyon. Gli Ute avevano bisogno di armi e Welch poteva procurargliele, il loro rapporto "di affari" cominciava e finiva lì. Avidità e pace sono cose che non vanno d'accordo, se i cercatori continueranno a cercare l'oro calpestando i diritti degli indiani, come si potrà parlare di pace? Il maggiore riesce a radunare i suoi soldati e grazie a Magico Vento riesce ad attirare in una trappola Welch e i suoi uomini.

Manfredi continua a donarci bellissime storie ma che con il primo Magico Vento, sembrano non avere più nulla a che fare. In tutte le ultime storie ciò che risalta non è la figura dello sciamano ma del semplice avventuriero, intelligente, capace e rapido, ma pur sempre un avventuriero. Ruolo che potrebbe essere ricoperto benissimo dal Comandante Mark o da Zagor o da Tex. Insomma il "Magico" dove è andato a finire? I disegni sono affidati al bravo Giez. Nota di merito a parte per la bellissima copertina di Frisenda.

Ciop

 
 
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